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thyo85

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Coke Babies

Coke Babies (3/66)

  1. Grazie mille dei complimenti per l'articolo su Filo, ci tenevo particolarmente e non mi aspettavo uscisse su questo forum. Da fan dei Radiohead, formato musicalmente da loro, è stato bello scriverne e viverlo, ovviamente :-)
  2. Io lo sto scaricando, con il link di amicosam, basta andare su internet scrivendo "download from vimeo" uno dei primi siti ho fatto copia incolla e lo sto scaricando a 480p, sono 1,6 gb
  3. No, ne hanno fatte solo 4 mila copie per l'Europa e 4 mila per gli Stati Uniti, solo su Waste. Mi è appena arrivato, che bello
  4. thyo85

    Creep

    Ma non è una recensione, non è una critica. E' una mia serie di pensieri, tutto qui, senza parvenza di giudizio, tanto che non ho mai scritto che è stravolta, ho ben ribadito che mi disturba solo un pò il fatto di immaginarla cantata da 80mila persone a san siro, in questa veste. Vabbè per una canzone dei Cure, dei Pink Floyd, varrebbe se i finley rifanno Take Me out dei Franz Ferdinand. Magari di questa versione di vasco ne faranno come spesso è accaduto un remix da discoteca, con il giro di chitarra in loop. Lo troverei brutto, che devo dire? Io il recensore tra l'altro l'ho fatto e pagato pure, ma qui non ho certo voluto essere obiettivo o giudicare, semplicemente lasciare scorrere le mie sensazioni, tutto qui. Se ti dà fastidio che la gente ne scriva, non leggere il topic, come faccio io nella maggior parte delle discussioni musicali di certe webzine dove è tutto un criticare e sparare sentenze. Tra l'altro il livello medio di questo forum non è affatto male, poche manie di protagonismo.
  5. thyo85

    Creep

    La faccenda è semplicemene emotiva, ovvio. Mi ha disturbato poco Dolcenera con la sua versione di A Wolf at the Door. Mi disturba più questa. Perchè verrà cantata, venderà molte più copie dell'originale, diventerà un inno per i Vaschiani e quant'altro e se mai la canterò prima o poi qualcuno dirà "è come la canzone di vasco!". Si, è una questione emotiva da checche isteriche. Dunque?
  6. thyo85

    Creep

    @ Jecko: Vasco, sul suo sito ufficiale che scuriosavo ieri per divertimento ha scritto: .la nuova canzone parla del coraggio che ci vuole per fare le cose ...ad ogni costo! E nel testo lui parla appunto di questa persona che la tradirà, le andrà contro, le mentirà ma lui la amerà ad ogni costo. Dunque, se il punto di vista della Creep originale è sostanzialmente: "mi sento imperfetto davanti a te, vorrei essere ciò che non sono e non posso essere" Questo di vasco rossi è "nonostante tu mi menta, nonostante mi tradirai senza motivo, io ti amerò". Un cambiamento enorme di prospettiva: non c'è più il perdente che si lascia andare amaramente alla considerazione che non è a quel livello (canzone che ha fatto del perdente un'icona, come il Loser di Beck appunto) c'è invece un uomo non amato che ama lo stesso nonostante lei lo tradirà e gli mentirà. E quindi l'incitamento, come scrive lo stesso vasco ad avere il coraggio di fare le cose ad ogni costo.
  7. thyo85

    Creep

    Beh. Posso ben capire :-)
  8. thyo85

    Creep

    E' un pò lungo e non mi pare il caso di postarlo su un forum. Ma chi volesse può leggere cosa ne penso qui http://thyo85.splinder.com/post/21378803/Creep%2C+Vasco+e+il+mio+mondo. Credo che molti possano capire...
  9. thyo85

    Patrick Wolf

    Ieri sera a Pordenone è stato M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-O. Bravi i Cranes (lei è adorabile, ci abbiamo fatto qualche chiacchera alla fine del concerto tra l'altro) e lui ha suonato 17 pezzi, senza mai fermarsi, suonando dal piano al violino alla chitarra e accompagnato sempre da una violinista. Simpaticissimo, alla mano, location stupenda, questa piazzetta in questo paesino di 6mila persone, voce molto migliore che su disco (e si è scusato per la voce un pò bassa!). Dico solo che ho visto delle lacrime su Augustine dalla mia amica. Ad ogni modo questa è la mia recensione per esteso, ma fatevi il piacere di vederlo nelle prossime date (l'11 settembre al Magnolia di Milano, probabilmente altre). http://www.indie-rock.it/concerti_recensioni_look.php?id=554
  10. E' molto divertente come chi non lo conosca scriva "si crede la best new thing" o queste cose qua, o come si decida che è tutto uno scrivere progettato a tavolino.. Boh, io sono di Ferrara, era uno dei baristi di un locale dove vado sempre e posso dire che già il demo teoricamente fatto per puro divertimento (e che girava a ferrara un paio d'anni fa) aveva lo stesso stile, pur se registrato male e senza la parte elettrica. Il suo blog da molto tempo prima include questo tipo di testi, a volte ci capisce bene il significato, a volte meno, ma trovo che se ha avuto un suo seguito sia perchè riesce a non rimanere anonimo. Certi pezzi, certe strofe hanno forza. Urlano. E' in un certo senso un disco generazionale, quella generazione disillusa e cinica che guarda a questo mondo senza che gli piaccia. Tutto qui. Non è che se non piace se deve decidere che è uno che se la tira o che ha deciso di essere Dio, semplicemente non piace, ma la persona Vasco Brondi, per quel pò che lo conosco o che comunque è conosciuto, è quello lì, tranquillo, buon ragazzo, gli piace suonare e scrivere tutto qui... Dente, tra parentesi è bravissimo e fa morire dal ridere dal vivo
  11. Un progetto splendido, li ho visti al Covo (tra l'altro accompagnati come spalla da un altro gruppo meraviglioso, i Dear Reader). Per esser pigro, copio il mio report che scrissi per una qualche webzine Consiglio di recuperare il disco, uno dei migliori degli ultimi anni senza dubbio.. _____ Per chi non lo sapesse, una delle particolarità (oltre ad un’invidiabile programmazione sempre o quasi di nicchia ma di grande qualità) del Covo, storico locale bolognese, è quella di avere fondamentalmente tre sale di medio/piccole dimensioni la cui ultima, quella del live, ha un’unica entrata ed è in sostanza un lungo rettangolo chiuso. Ne consegue che l’ambiente è intimo e gli artisti passano in mezzo al pubblico prima e dopo il live, per salire o scendere dal palco. Forse è proprio questo fattore a creare belle serate come questa. Sul palco, in un insolito giovedì formato prefestivo, saliranno Dear Reader (gruppo spalla) e Get Well Soon. Parrebbe (come previsto) serata di poca gente, ma in realtà constateremo a fine live come la sala di sia riempita per metà, con un centinaio abbondante di persone entusiaste: buona scelta, la loro. Perché, dopo una buona birra di apertura, andiamo in sala trovando i Dear Reader, trio di Johannersburg (Sud Africa) a presentare il disco “Replace Why With Funny”. E come accade di tanto in tanto, il moderato interesse per un gruppo non conosciuto diventa in breve una sincera ammirazione: una proposta cantautorale vicina a Feist forse, ma con una sorprendente varietà, in grado di richiamare momenti pop, jazz, rock, classici, il tutto costruito intorno alla dolcissima (e brillante, come su disco) voce di Cherylin, ragazza semplice in un leggero vestito bianco che sorprende per intensità. La troveremo poco dopo vicino ad un bar, avendo il piacere di scambiare qualche parola con lei sul suo progetto artistico. Il tempo di mirare quindi all’acquisto del suo cd (confezione splendida tra l’altro) e le persone nel locale aumentano mentre il live principale della serata inizia. Su disco, l’esordio di Get Well Soon (poco radiofonico nome) progetto di Kostantin Gropper, ventisettenne tedesco, polistrumentista suona decisamente bene e le aspettative sono alte. Non verranno tradite. Il piccolo palco viene riempito da sette persone: Kostantin, batterista, basso, chitarra (alle volte tromba) violino (e voce femminile) tastiere e un ultimo al mixer. Questo per rendere l’idea della varietà sonora. Folk, rock e elettronica si fondono in varie maniera e capita di sentire struggenti ballate che parrebbero strappate da "Funeral" degli Arcade Fire (la sola I sold My hands for food so please feed me vale da sola il prezzo del biglietto) a deliziosi pezzi di pop (quello d’autore) come il singolo If This Hat Is Missing I Have Gone Hunting (a cui si aggiunge la già citata Cherylin, a testimonianza di uno stupendo clima di musica e passione dentro al locale). Kostantin si scusa di non parlare italiano ma è la scusa per passare più volte la parola al tastierista, il cui nome pare Daniele (o qualcosa di simile) che con accento tedesco parla in un discreto italiano. Proprio lui introduce con un “ora vorremmo fare un pezzo per ballare!” la (bella) cover di Born Slippy (Underworld) che anima la serata. Sembra finito il live,ma il bis sorprende ancora. Accompagnato dal solo piano, con gli altri musicisti intorno a terra che scherzano e bevono, Kostantin esegue una splendida versione di un brano di Tom Waits. E poi gran finale, ultimo pezzo con coda strumentale a cui partecipano tutti, lasciando man mano il palco sulle ultime note. Gli applausi non sono più quelli di circostanza ma quelli di sincero entusiasmo. Per Get Well Soon un disco di cui si è parlato anche troppo poco, uno strano incrocio tra il Patrick Wolf più melodico e gli Arcade Fire più epici, per Dear Reader un bell’esordio e un live convincente. Belle serate, come spesso in questo edificio bolognese, gruppi che vai a vedere le serate di tre anni fa nel locali e ora li trovi magari a fare i sold out o nei migliori festival europei. Potrebbe anche essere il destino futuro di uno (o entrambi) questi gruppi.
  12. Il mio report Questa storia non nasce il 18 Giugno. Nasce il 3 Dicembre, più probabilmente l'uno o il due, perchè il tre era il primo giorno di apertura delle vendite dei biglietti sul circuito ticketone. Una persona, che adoro, mi accoglie nello stesso modo in cui avevo in mente io: "18 Giugno, suonano i Radiohead a Milano. Ci andiamo". 3 Dicembre, 18.44 il biglietto è nelle nostre mani. Da quel giorno passano 6 mesi e quindicini giorni: il 18 giugno diventa una specie di mito, una data, un'epica serata futura che condiziona ogni nostra mossa: è il 18 giugno. Finchè non ci arriviamo. La sera prima, l'Italia vince, piove e i cuori si animano. Non c'è niente davanti come ostacolo: non più l'esame che pareva frenare la nostra partenza alle ore 12, non più un qualche mio turno in ospedale che mi costringerebbe a dare malattia. Sono di riposi, faccio mattina il giorno dopo ma rimuovo l'ostacolo, non mi interessa. Ore 9.05 della mattina, suono il suo campanello. Ore 10 circa, con una pasta in più nello stomaco andiamo. L'impiantoa gpl nuovo della mia macchina sembra dare i suoi frutti e soprattutto, nonostante abbia percorso ben 70km, si dimosterà affidabile. Va là. Alle 13 circa siamo a Milano, in mezzo sosta gpl e sosta cibo. La gente è cortese, una cassiera mi dà 30euro in più di resto: glieli restituisco, pensando che per il karma sarà una bella cosa. Alle 14 circa siamo alla fermata Moscova, linea 2, la più vicina a Parco Sempione: una signora a cui chiediamo indicazioni, dice "Ma...si, siete giusto..però c'è da camminare un bel pò...". 5 Minuti senza fretta dopo siamo davanti al parco: pare a Milano la gente non cammini. Tra le 14 e le 17, attesa, chiacchere, discorsi, risate, messaggi, contatti con il mondo esterno, alla luce di un sole che non mancherà di farsi sentire oggi, io uomo dalla pelle bianca. Poi, il miracolo. Andiamo all'ingresso parco: chiedo ad un tipo della security dove inizia la coda. Mi fa segno: qui. Guardo in basso e sotto il mio stomaco c'è una transenna: siamo i primi. Scopro poi che per i super fanatici c'era un braccialetto con cui entrare mezz'ora prima, consegnato in mattinata. Poco male, siamo i primi e un quarto d'ora dopo dietro di noi è la selva umana: la stessa selva che alle 18:30 corre, come gazzelle inseguite da leoni verso il palco, una volta superati i controlli: la corsa è di sorrisi e capiamo subito che siamo messi benissimo. 6,7 fila, praticamente centrale o giù di lì. Intorno, gente che si droga, gente che beve, gente che chiacchera. Un napoletano racconta di quando vive i Pink Floyd nel 1994, e attacca un pò di pezza. Ha 29 anni, pare simpatico. Alle 19:30 salgono precise la Bat For Lasches: bel disco sulla carta, ottima performance dal vivo: ottima voce, buoni pezzi, buon carisma e due pezzi inediti che spaccano davvero: occhio, il secondo album del gruppo sarà una chicca. 20:50 circa. Radiohead. Boato e The Reckoner. L'aria si fa fitta. The National Anthem scalda il pubblico, che è una pressa umana sudaticcia che canta, applaude e balla con trasporto. Meraviglia dopo meraviglia, il concerto migliora minuto dopo minuto, si capisce che c'è aria da grande live quando parte How to Disapper Completely. Che pezzo. Volevo profondamente Idioteque, penso sia indescrivibile live: ecco, ecco che parte, le dico "reggiti" e il crescendo è maestoso, elettronico, tribale: per due minuti il mondo è 18mila persona che ballano, Thom che si dimena scatenato, ride, danza. Lei dice "Ora posso anche morire". La fine è un boato che non finisce, perchè parte BodySnatchers. Leggendo della serata del 17, mi rendo conto che in questa serata i nostri sono davvero carichi: si divertono, giocano, cercano il pubblico, suonano con puro vivido divertimento e piacere. D'altra parte non c'è l'Italia, non c'è la pioggia. There There. Just, just, in onore della mia compagna di concerto che tanto la desiderava: gliela suonano. Go slowly. Paranoid Android, e viene giù tutto: si ride, si ride, ci si diverte, non si vorrebbe finisse. Finisce, invece, ma tutti portiamo avanti il finale, alla luce di una luna piena e potente che illumina le migliaia di persone che defluiscono. Illumina le strade. La metro. La macchina che si riaccende e scende l'Italia verso casa, parlando, parlando, poi meno, poi lei crolla dalla sonno, e tu rimani tranquillo a guidare, a occhi quasi chiusi ripensando. E poi sono le 3 e 10, quando punti la sveglia del cellulare alle 6.10. Tre ore e poi a lavorare, alle 4 sei pure sveglio per un attimo, ma poi lavori, doppio caffè, e quando rileggi su un forum i commenti sei sul punto di piangere dalla commozione. Un evento, uno show straordinario, una scaletta mostruosa, l'acustica era buona, non so dietro, noi eravamo davanti. Doveva essere un giorno indimenticabile: come ha detto assolutamente di riportare la mia fedelissima, adorabile, stupenda compagna di questa giornata: "Idioteque live è stato uno dei momenti più belli della mia vita"
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