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La Crisi Economica Mondiale


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I tempi dei mercati finanziari sono frenetici (gli analisti finanziari sono quasi tutti schizzati, garantisco), inconciliabili con i tempi lunghi degli Stati e dei processi sociali. Per rimettere in sesto uno stato oberato dai debiti ci vuole tempo. Stessa cosa per le aziende, la cui capitalizzazione di Borsa ora non è una valutazione congrua del loro patrimonio. I mercati dovrebbero concedere tempo, ma i mercati sono schizofrenici e cravattari per natura! Per cui non c'è soluzione...o si combatte contro i mercati o bisogna rassegnarsi. Io sono nato liberista ma mi sono reso conto che il liberismo senza regole distrugge il mondo. Sto vedendo e leggendo troppe porcate...

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I tempi dei mercati finanziari sono frenetici (gli analisti finanziari sono quasi tutti schizzati, garantisco), inconciliabili con i tempi lunghi degli Stati e dei processi sociali. Per rimettere in sesto uno stato oberato dai debiti ci vuole tempo. Stessa cosa per le aziende, la cui capitalizzazione di Borsa ora non è una valutazione congrua del loro patrimonio. I mercati dovrebbero concedere tempo, ma i mercati sono schizofrenici e cravattari per natura! Per cui non c'è soluzione...o si combatte contro i mercati o bisogna rassegnarsi. Io sono nato liberista ma mi sono reso conto che il liberismo senza regole distrugge il mondo. Sto vedendo e leggendo troppe porcate...

tu cosa mi consigli di fare? ho poco meno di un mese di tempo per scegliere... studiare altri 2 anni mentre nel frattempo tutto finisce di crollare o iniziare a mettermi in proprio (coltivare/allevare) anticipando il ridimensionamento di stile di vita che sarà inevitabile nel caso di un crollo?

cioè da quello che leggo qui i prossimi mesi, specialmente in Italia, saranno durissimi...noi, dico la nostra generazione, non ha nemmeno la minima idea di che cosa sia un ridimensionamento dello stile di vita: se ci saranno altri licenziamenti di massa, tagli degli stipendi dei dipendenti pubblici e delle pensioni, abolizione della tredicesima, eccetera, insomma, se dichiareranno l'Italia FALLITA, chi vorrà continuare a campare qui dovrà reinventarsi un'attività.

ieri notte, parlando con gli amici ho fatto un'esempio: a noi trentenni ci hanno preparati per una vita (la scuola, l'università, eccetera) a un mondo che probabilmente non sarà il mondo che vivremo: è come se per 30 anni ci avessero allenato a fare il salto con l'asta e poi si scopre che invece dobbiamo correre i 100 metri piani. io temo che terminare gli studi per me significhi perseverare nel salto con l'asta, con la consapevolezza che nella vita dovrò fare i 100 metri piani. capito il concetto?

scusate se mi sono dilungato.

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No è chiarissimo il concetto.

Beh è probabile che si andrà avanti ancora per qualche anno così (per risanare ci vuole tempo), però non me la sentirei di dirti molla tutto e mettiti in proprio. Sarebbe un tarparsi le ali forse eccessivo, anche perchè per ridimensionamento non intendo il ritorno al baratto 2%20%285%29.gif Vale la pena comunque tentare...bisognerà forse avere più faccia tosta di prima, ma ce la si può fare.

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No è chiarissimo il concetto. Beh è probabile che si andrà avanti ancora per qualche anno così (per risanare ci vuole tempo), però non me la sentirei di dirti molla tutto e mettiti in proprio. Sarebbe un tarparsi le ali forse eccessivo, anche perchè per ridimensionamento non intendo il ritorno al baratto 2%20%285%29.gif Vale la pena comunque tentare...bisognerà forse avere più faccia tosta di prima, ma ce la si può fare.

Quindi tu sei ottimista... mi pare di capire che secondo te da questa situazione si uscirà in maniera positiva, seppur fra qualche anno... Speriamo bene.

Per il resto son d'accordissimo con te: il liberismo va bocciato. Il problema è che ancora non si intravede all'orizzonte qualcuno che guidi la nuova fase. Ieri anche in un approfondimento su LA7 si parlava di questa crisi finanziaria in termini di guerra e di ritorno a una forma aggiornata di statalismo come possibile via d'uscita. Secondo un mio amico l'UE dovrebbe attuare una politica economica comune al più presto, specialmente in materia di tassazione. Voi che ne pensate?

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sarò sincero: alla luce di questi discorsi, mi sta passando la voglia di iscrivermi alla laurea magistrale. dovrei mettermi a fare il coltivatore o l'allevatore. :cervo:

Io sono imbranatissimo, ma se apri un agriturismo in Corsica count me in!

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tu cosa mi consigli di fare? ho poco meno di un mese di tempo per scegliere... studiare altri 2 anni mentre nel frattempo tutto finisce di crollare o iniziare a mettermi in proprio (coltivare/allevare) anticipando il ridimensionamento di stile di vita che sarà inevitabile nel caso di un crollo?

cioè da quello che leggo qui i prossimi mesi, specialmente in Italia, saranno durissimi...noi, dico la nostra generazione, non ha nemmeno la minima idea di che cosa sia un ridimensionamento dello stile di vita: se ci saranno altri licenziamenti di massa, tagli degli stipendi dei dipendenti pubblici e delle pensioni, abolizione della tredicesima, eccetera, insomma, se dichiareranno l'Italia FALLITA, chi vorrà continuare a campare qui dovrà reinventarsi un'attività.

ieri notte, parlando con gli amici ho fatto un'esempio: a noi trentenni ci hanno preparati per una vita (la scuola, l'università, eccetera) a un mondo che probabilmente non sarà il mondo che vivremo: è come se per 30 anni ci avessero allenato a fare il salto con l'asta e poi si scopre che invece dobbiamo correre i 100 metri piani. io temo che terminare gli studi per me significhi perseverare nel salto con l'asta, con la consapevolezza che nella vita dovrò fare i 100 metri piani. capito il concetto?

scusate se mi sono dilungato.

lac in cosa faresti la specialistica a bologna?

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DAMS

capisci...le prospettive son quelle che sono...

E lo faresti con una precisa idea sul 'dopo', o semplicemente per avere un pezzo di carta?

(nel secondo caso, ti consiglierei di prendere in seria considerazione l'idea di fare l'allevatore/coltivatore. Ma in fondo anche nel primo, insomma)

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E lo faresti con una precisa idea sul 'dopo', o semplicemente per avere un pezzo di carta?

(nel secondo caso, ti consiglierei di prendere in seria considerazione l'idea di fare l'allevatore/coltivatore. Ma in fondo anche nel primo, insomma)

Beh chiaramente. Se lo farò non sarà per il pezzo di carta ma per ottenere gli strumenti che la triennale non ha saputo darmi e che (si spera!) mi darà dalla magistrale. Ovviamente non ho più 19 anni e so già che una volta che inizierò mi saprò rendere conto se mi stanno fregando di nuovo o se veramente mi daranno strumenti in mano...

Lac, io ti voglio bene, ma il DAMS non è una laurea. Lo so, ora partirà una rissa senza precedenti.

Dipende da ateneo ad ateneo. Io ho spulciato tutti i programmi di ogni magistrale DAMS italiana ed è venuto fuori quella più seria è quella di Bologna. Poi ci sarebbe la magistrale DAMS di Gorizia che però è orientata al restauro e la preservazione degli audiovisivi (la conosco bene perché nel 2010 ci ho fatto un master) e quella di Imperia (che è una figata, ma non ti fanno entrare se non conosci il francese). Infine ci sono poi altre magistrali DAMS (Torino, Padova, Firenze, Pisa) che appartengono alla classe che dici tu: non sono lauree.

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A tal proposito, quali progetti avresti per il dopo, e quali strumenti pensi possa darti il DAMS che tu non abbia già, o che non sia in grado di ricavarti 'da solo'?

Beh qui entriamo parecchio nello specifico...provo ad essere sintetico e chiaro. Premetto che con il master a Gorizia mi sono fatto un background nell'ambito gestione-conservazione-restauro degli audiovisivi, ambito che però non da soddisfazioni in quanto per nulla spendibile sul mercato (originariamente noi del master avremmo dovuto operare presso un centro di restauro voluto da Renato Soru quando era governatore, ma che è stato abbandonato dalla nuova Giunta Regionale, di colore politico opposto a quello di Soru, ecco perché mi trovo "a zonzo"). Per questo motivo sono interessato più all'ambito editoria/produzione che è curato, credo, abbastanza bene sì a Bologna. C'è da dire anche che con la laurea magistrale avrei la possibilità di accedere a master di II livello.

Il problema è che se la situazione continua così, se ci sarà un tracollo dell'euro e dell'Europa (che comporterà licenziamenti di massa, dimezzamenti degli stipendi e quindi decrescita reale, disordine sociale, eccetera) tutta questa preparazione va a farsi fottere...e questo per TUTTI, mica solo per i laureati al DAMS :D Cioè come ho fatto l'esempio è come se per 30 anni ci avessero preparato a fare il salto con l'asta e invece ora scopriamo che nella vita, nel mondo di oggi, si devono fare i 100 metri piani.

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Se avessi qualche anno di meno, ti consiglierei di scappare all'estero, ma capisco che a 32 (minimo) anni non sarà la prospettiva più attraente!

(Fermo restando che - come Pan - condivido non pochi dubbi sul DAMS inteso come laurea!)

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Se avessi qualche anno di meno, ti consiglierei di scappare all'estero, ma capisco che a 32 (minimo) anni non sarà la prospettiva più attraente!

(Fermo restando che - come Pan - condivido non pochi dubbi sul DAMS inteso come laurea!)

Mah... mi sembra che sul DAMS avete parecchi pregiudizi. Proprio oggi ho visto a RAI 1 un servizio su un ragazzo e una ragazza, ingegneri informatici, che hanno deciso di fare un'altra scelta e ora si sono fatti un'azienda di allevamento di capre. E stanno bene così. Insomma: se ci sarà questo tracollo dell'Euro, non ci sarà molta differenza tra DAMS e Scienze e Tecnologie De Sto' Cazzo o tra Italia ed estero (a meno che l'estero non si chiami Australia): i licenziamenti di massa, la macelleria sociale, il ridimensionamento dello stile di vita, riguarderanno tutti, indiscriminatamente. C'è il rischio che il mondo per cui ci hanno preparati a vivere non esisterà più.

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Mah... mi sembra che sul DAMS avete parecchi pregiudizi. Proprio oggi ho visto a RAI 1 un servizio su un ragazzo e una ragazza, ingegneri informatici, che hanno deciso di fare un'altra scelta e ora si sono fatti un'azienda di allevamento di capre. E stanno bene così. Insomma: se ci sarà questo tracollo dell'Euro, non ci sarà molta differenza tra DAMS e Scienze e Tecnologie De Sto' Cazzo o tra Italia ed estero (a meno che l'estero non si chiami Australia): i licenziamenti di massa, la macelleria sociale, il ridimensionamento dello stile di vita, riguarderanno tutti, indiscriminatamente. C'è il rischio che il mondo per cui ci hanno preparati a vivere non esisterà più.

In realtà il mio discorso è più ampio, e riguarda una mia opinione su come ci siano troppi corsi di laurea che svalutano il prestigio e l'utilità dell'istituzione stessa dell'università: molte cose sotto questo nome, a mio avviso, dovrebbero essere trasformate in diplomi, avviamento, e così via.

Per usare le tue parole, ci sono troppe 'scienze e tecnologie di 'sto cazzo' di valore sempre minore.

(poi, in generale, coltivo grande diffidenza verso tutti coloro che nella propria vita hanno come obiettivo il produrre denaro, ma questo è un altro discorso :) )

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OT enorme.

Per come la vedo io il valore della laurea è stato distrutto negli ultimi anni (post '68) dal proliferare selvaggio di atenei come la Korè di Enna e di corsi di laurea come Scienze della Pace che formalmente tengono la stessa classe di laurea di Giurisprudenza: gente che ha studiato fuffa per anni e poi, una volta entrata nel mondo della ricerca del lavoro, gli ridono in faccia, per poi lamentarsi che la laurea non serve a una minchia. La percentuale di disoccupati post laurea è aumentata esponenzialmente anche e sopratutto per questo fenomeno demenziale: per non lasciare nessuno indietro, e dare la possibilità al pastore ennese di prendersi la sua lauretta ridicola in Giurisprudenza che una volta laureato farebbe fatica a passare tre esami in atenei seri come Padova e Bologna, si sono azzoppati tutti.

Il DAMS non fa eccezione. Ammesso e concesso che Bologna e Gorizia e Imperia sian corsi fighi, (ma con una propensione più professionale che "scientifica", per dire, se faccio cinque anni dal babbo della mia morosa che mi insegna a usare il tornio e lavorare il ferro non è che son laureato di artigianato o Scienze del Fabbro: con certi corsi di laurea come Scienze della Comunicazione e DAMS e Scienze Motorie e via bellamente coglionando si) ma nei restanti 58 atenei italiani ti fan studiare per anni CAGATE PAZZESCHE per regalarti un titolo che poi, nel pratico, non serve a niente, perchè è niente che hai studiato, e lo so per certo che uno dei miei migliori amici fa il DAMS, prima a Palermo e ora Roma Tre.

Personalmente, per salvare il valore della laurea, inizierei a chiudere un bordello di atenei, mantenendo o accorpando quelli più produttivi, importanti e prestigiosi (Padova, Bologna, Siena, la Sapienza) e quelli strategici (tipo, Palermo e Catania fusi in un unico ateneo siciliano, Napoli, Sassari, UniCal) e dimezzerei di brutto i corsi di laurea, anche col rischio di tenere aperto un ateneo per un singolo corso di laurea (per dire, Sassari aperta con solo Giurisprudenza), e toglierei la denominazione "laurea" a tutti i corsi che sembran più corsi di formazione professionale che corsi di studio, di scienza, che sia dura come Fisica o Ingegneria o Matematica etc. o "molle" (definizione non mia) come Giurisprudenza, Lettere o Economia etc.

/OT enorme

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OT enorme.

Per come la vedo io il valore della laurea è stato distrutto negli ultimi anni (post '68) dal proliferare selvaggio di atenei come la Korè di Enna e di corsi di laurea come Scienze della Pace che formalmente tengono la stessa classe di laurea di Giurisprudenza: gente che ha studiato fuffa per anni e poi, una volta entrata nel mondo della ricerca del lavoro, gli ridono in faccia, per poi lamentarsi che la laurea non serve a una minchia. La percentuale di disoccupati post laurea è aumentata esponenzialmente anche e sopratutto per questo fenomeno demenziale: per non lasciare nessuno indietro, e dare la possibilità al pastore ennese di prendersi la sua lauretta ridicola in Giurisprudenza che una volta laureato farebbe fatica a passare tre esami in atenei seri come Padova e Bologna, si sono azzoppati tutti.

Il DAMS non fa eccezione. Ammesso e concesso che Bologna e Gorizia e Imperia sian corsi fighi, (ma con una propensione più professionale che "scientifica", per dire, se faccio cinque anni dal babbo della mia morosa che mi insegna a usare il tornio e lavorare il ferro non è che son laureato di artigianato o Scienze del Fabbro: con certi corsi di laurea come Scienze della Comunicazione e DAMS e Scienze Motorie e via bellamente coglionando si) ma nei restanti 58 atenei italiani ti fan studiare per anni CAGATE PAZZESCHE per regalarti un titolo che poi, nel pratico, non serve a niente, perchè è niente che hai studiato, e lo so per certo che uno dei miei migliori amici fa il DAMS, prima a Palermo e ora Roma Tre.

Personalmente, per salvare il valore della laurea, inizierei a chiudere un bordello di atenei, mantenendo o accorpando quelli più produttivi, importanti e prestigiosi (Padova, Bologna, Siena, la Sapienza) e quelli strategici (tipo, Palermo e Catania fusi in un unico ateneo siciliano, Napoli, Sassari, UniCal) e dimezzerei di brutto i corsi di laurea, anche col rischio di tenere aperto un ateneo per un singolo corso di laurea (per dire, Sassari aperta con solo Giurisprudenza), e toglierei la denominazione "laurea" a tutti i corsi che sembran più corsi di formazione professionale che corsi di studio, di scienza, che sia dura come Fisica o Ingegneria o Matematica etc. o "molle" (definizione non mia) come Giurisprudenza, Lettere o Economia etc.

/OT enorme

quoterrimo.

E aggiungo che uno dei problemi più grossi, a mio modo di vedere, è un'errata interpretazione del diritto allo studio che abbiamo qui in Italia.

Per quanto mi riguarda tutti, a prescindere dalla condizione sociale, dovrebbero (grazie all'aiuto di borse statali, in caso) poter provare qualunque corso di studio, ma questo non dovrebbe implicare l'automatica garanzia del raggiungimento dello stesso, nel caso uno sia una zappa rara.

Nelle università italiane invece il famoso 'pezzo di carta' è spesso solo questione di tempo: si vedono in giro certi esempi di lauree prese per inerzia -perché, alla decima volta che ti presenti a un esame, una buona parte dei professori si stanca di vedere contro la tua faccia e ti tira in fronte un 18 - che fanno rabbrividire, davvero, prese in una decina d'anni, con tesi ridicole e medie infime.

Per quanto mi riguarda, bisognerebbe a tutti i costi invertire questa tendenza, incentivando (e.g., tramite detassazione) gli studenti a rimanere in corso, e al contrario rendere estremamente non conveniente l'andare fuori corso (potenziando al contempo strumenti -quali il part-time e il congelamento degli studi -pensati per gli studenti-lavoratori).

In questo modo, a prescindere da chi tu sia, se vedi che dopo il quinto anno di triennale hai ancora dato meno della metà degli esami, magari capisci che non sei proprio portato (il che non è che debba essere per forza un male), e ci fai un pensierino sullo sprecare altrettanto tempo.

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Concordo appieno con Enrico e Pan. Io mi son laureato in Storia contemporanea a Bologna con lode e senza ritardi, studiando molto meno che alle superiori, e non sono sicuramente un genio. Molti del forum possono testimoniarlo.

Semplicemente, molte lauree sono fatte per far laureare la gente, facendo così pagare le tasse e tirare avanti la baracca universitaria. I miei amici che studian Ingegneria meccanica a Modena _ ma ci sono archeologhe qui che sono in una situazione simile, per dire che non è che sia un discorso che vale solo per le materie scientifiche _ a volte non vedono il sole per settimane per preparare esami, e quando escono dall'Università in pratica posson lavorare come meccanici alla Ferrari (in diversi casi accade davvero). Mica pippe.

Da noi _ ma non è che in Spagna, e nemmeno in Francia, sia diversissimo _ però quando si finisce l'università, ecco che l'impreparazione emerge prepotentemente. Parlo per Lettere, eh.

Il diritto allo studio non è un diritto alla laurea. Non deve esserlo.

P.s. Per il Dams, mi spiace per Lac, ma concordo con lo Stato sociale...comunque se sei bravo il lavoro puoi inventartelo e trovartelo comunque passando di lì: solo, non pensare di imparare a farlo all'università...

P.p.s. Voglio tornare all'università. "Il lavoro debilita l'uomo"...

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consiglio da amico: lac lascia stare

piuttosto puoi fare questa: è una laurea a numero chiuso, in lingua inglese, facente parte della facoltà di economia

anche li pieno di indie fighette

http://corsi.unibo.i...es/default.aspx

buttaci un occhio

niente male, Pet

il discorso che facevo io però era un altro, si parlava di CRISI: l'Europa è sotto attacco, siamo in guerra, guerra finanziaria; è mooooolto probabile che perderemo e la sconfitta significherà un ridimensionamento dei nostri stili di vita, dei consumi, eccetera: licenziamenti, macelleria sociale, e chi più ne ha più ne metta (la Merkel ha paventato un rigurgito nazi-fascista, Sarkozy prima di cedere il posto a Hollande ha addirittura parlato di rischio di una guerra civile europea, mica bruscolini...). Per cui mi chiedo: ha senso in questo contesto storico optare per il proseguo degli studi universitari? (siano essi DAMS, GIOCA, Ingegneria Informatica, Giurisprudenza, ecc...)

Noi europei non possiamo dire "lo stile di vita Europeo non è negoziabile", come invece dicono gli USA fin dai tempi di Bush senior, perché non esiste un esercito europeo che imponga il volere della nazione (nazione?) europea in campo internazionale. Insomma, a meno che non ci sia un miracolo, siamo finiti: dimentichiamoci la prima parte della nostra vita, gli anni '80, 90 e 2000, perché molto probabilmente non sarà quello il mondo in cui vivremo.

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niente male, Pet

il discorso che facevo io però era un altro, si parlava di CRISI: l'Europa è sotto attacco, siamo in guerra, guerra finanziaria; è mooooolto probabile che perderemo e la sconfitta significherà un ridimensionamento dei nostri stili di vita, dei consumi, eccetera: licenziamenti, macelleria sociale, e chi più ne ha più ne metta (la Merkel ha paventato un rigurgito nazi-fascista, Sarkozy prima di cedere il posto a Hollande ha addirittura parlato di rischio di una guerra civile europea, mica bruscolini...). Per cui mi chiedo: ha senso in questo contesto storico optare per il proseguo degli studi universitari? (siano essi DAMS, GIOCA, Ingegneria Informatica, Giurisprudenza, ecc...)

Noi europei non possiamo dire "lo stile di vita Europeo non è negoziabile", come invece dicono gli USA fin dai tempi di Bush senior, perché non esiste un esercito europeo che imponga il volere della nazione (nazione?) europea in campo internazionale. Insomma, a meno che non ci sia un miracolo, siamo finiti: dimentichiamoci la prima parte della nostra vita, gli anni '80, 90 e 2000, perché molto probabilmente non sarà quello il mondo in cui vivremo.

mah io comunque penserei prima a capire o intuire quale sarà il mio futuro piuttosto che quello della società, un sano egoismo non guasta. E' chiaro che con alcune lauree hai un po' più di possibilità, poche ma ce le hai (e il DAMS non è tra queste, credo sia innegabile). Percorso di studi, fortuna e determinazione a mille, questi sono i tre criteri.

A occhio e croce mi sembra che fare una magistrale al DAMS significhi accettare una bella dose di rischio disoccupazione. Poi magari avrò torto...vedremo.

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