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Battisti - Panella


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Diciamo che il capolavoro del periodo bianco di Battisti è proprio Don giovanni. Quando Lucio incontra Panella, ha un solo obiettivo, quello di distruggere il pop alle fondamenta. Una sorta di destrutturazione, in poche parole. In Don giovanni, c'è un equilibrio che negli altri lavori non c'è. L'apparenza, è dominato da suoni sintetici e pianoforte, meno romantico e sontuoso del precendente, ma ancora sorprendente per me, canzoni come Specchi opposti, oppure Per altri motivi, Dalle prime battute, sono bellissime. La sposa occidentale, è segnato ancora dal progetto dell'anti-canzone, e ebbe anche un buon successo quando uscì. La canzone omonima, ebbe anche diversi passaggi radiofonici. è il mio preferito dopo Don giovanni. Purtroppo mi devo fermare qui, che devo ancora ascoltare gli ultimi due :unsure:

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da morire, a differenza del resto del disco che mi piace un po' meno..

allora per il momento ascolta, come canzoni, le tre title track "Don Giovanni", "La Sposa Occidentale" e "Hegel", poi proseguiamo il discorso :P

Queste sono secondo me le più "accessibili", per farsi un'idea degli ultimi 5 dischi. Come ho detto in un altro thread, "L'Apparenza" e "C.S.A.R." sono ancora ascolti piuttosto impervi per me.

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  • 2 weeks later...

Ho ascoltato C.S.A.R. è un lavoro molto ritmato e con atmosfere affascinanti, simbolo che davvero Battisti, nel periodo bianco stava in qualche modo anticipando i tempi.Dub, funky, e addirittura rap nell'ultima traccia. Panella, questa volta, usa un vocabolario urbano...metropolitano (la metro eccetera).

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  • 1 year later...

up!

Dallo scorso ottobre, quando mentre mi trovavo a Roma mi apparve in sogno Battisti, sono entrato nel circolo di Battisti-Panella.

Ho approffondito tutto l'approfondibile, ma continuamente spuntano stimoli nuovi riguardo alla produzione aurea di quel periodo (per esempio il bellissimo disco di Adriano Pappalardo Oh Era Ora! con testi firmati Pasquale Panella e produzione, arrangiamenti (e musiche?) di Lucio)

In questi giorni mi sono ascoltato per intero Hegel, CSAR, La Sposa Occidentale e oggi di nuovo Hegel, che considero la punta massima del sodalizio fra i due.

Rimane tuttora un mistero il perchè la critica stroncò questi capolavori che, detto tra noi, sono persino dischi orecchiabili e non "difficili" come spesso viene detto. Prendiamo ad esempio Hegel: Almeno L'Inizio ha un incedere eurodance tipicamente '90s con melodie battistiane D.O.C. (sentite quando canta "che cosa avresti fatto per sentirti un pò più sola"). Stesso vale per la title-track, il cui incipit "ricordo il suo bel nome Hegel Tubinga ed io avrei masticato la sua tuta da ginnastica" è la quintessenza della classica melodia battistiana, potrebbe essere uscita dal disco Io Tu Noi Tutti (quello di Sì, Viaggiare...scritto con Mogol). La terza traccia, Tubinga, fa di più: prende una melodia tipcamente latina La Bamba) e la sciorina in tutti i modi possibili: orecchiabilissima e originalissima! Dopo la fredda La Bellezza Riunita arriva La Moda Nel Respiro, che dopo un inizio stile Simply Red prende quota con armonie inaspettate eppure naturalissime. E quindi il trittico finale: Stanze Come Questa è uno dei brani più belli dell'intera produzione Battisti-Panella, una rilettura in chiave jungle de Il Nostro Caro Angelo) che si snoda sul basso e una inaspettato connubbio di chitarra acustica e cori che rievocano lo spettro del Lucio degli anni '70, anche se le parole, agli antipodi dello stile Mogol, ("ci sono posti al mondo dai quali non c'è fuga.") danno al brano un piglio minaccioso, vicino a certe cose del precedente album CSAR (1992). Per niente minacciosa invece Estetica: un brano dolcissimo, una melodia quasi sanremese tuttavia per nulla banale: incredibile come nessuno si sia accorto di questa gemma, che sembra messa lì come commiato, come sipario, come happy ending. Ma Battisti-Panella decide di stupire col colpo finale: quando ormai tutti i muscoli sono rilassati parte un vorticoso beat lanciato a velocità missilistiche e sul quale sboccia il falsetto tipico battistiano: è La Voce Del Viso, un altro brano orecchiabilissimo tuttavia impossibile da cantare, ma appunto perchè orecchiabile perfetto da canticchiare e impossibile da schiodare dalla testa.

Sono quindi giunto a questa conclusione: la critica lo stroncò perchè Lucio semplicemente non apppariva più e non si faceva più intervistare. Gli hanno fatto un grandissimo favore, perchè lui cercava proprio questo: "d'altronde d'altro canto a volte essere nemici facilita: piacersi è così inutile"

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letto solo ora.

che dire, di certo non l'avevo mai ascoltato con troppa attenzione il battisti di questo periodo (a differenza, come ben sai, del periodo anima latina, amore non amore, il nostro caro angelo etc).

però mi hai messo la pulce nel culetto, ora sono curioso. approfondirò già da domani. bravo nic.

(su pappalardo ancora mi riservo però :lol: )

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La voce del viso è incredibile, sia per il falsetto sia per il beat a velocità missilistiche :laugh:

Diciamo che seguo battisti più o meno dal settembre '98 quando è morto (è brutto da dire ma la sua morte mi ha dato la vita dal punto di vista musicale).

Allora l'argomento ultimo battisti era tabù e veniva relegato a tre minuti degli specialoni di Mollica, Limiti e altri con frasi tipo "Battisti nell'ultimo periodo soleva dire che non gli venivano più fuori delle canzoni come quelle del passato", quando era evidente che Battisti non voleva più farle quelle canzoni e stava solo prendendo per il sedere i vari Boncompagni e Dik Dik di turno. E io ci credevo, del resto avevo 14 anni...per cui ho passato 6 anni circa a masticare solo il battisti mogoliano...

Col tempo, diciamo dagli anni '00 inoltrati, il Tg2 ha iniziato a dedicare spazio a Panella e alle opere dell'ultimo battisti, in modo lungimirante, e c'è stata una rivalutazione parziale che mi ha spinto all'ascolto del battisti panelliano. Mi ricordo che rimasi sconvolto ma che nello stesso tempo avevo voglia di riascoltarmi quei dischi in continuazione: mi avevano rapito. Avevo 20-21 anni circa

Consiglio il libro di Ivano Rebustini: "Specchi Opposti" edito da Arcana che si concentra su E già e i dischi di Panella, più da un punto di vista testuale che da un punto di vista musicale.

Se si vuole analizzare il battisti dal punto di vista musicale si deve leggere il saggio corposo di Luciano Ceri - Lucio Battisti: Pensieri e Parole (una discografia commentata). Descrive sia i dischi con Mogol che quelli con Panella con molti dettagli sulle tecniche impiegate.

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Sono quindi giunto a questa conclusione: la critica lo stroncò perchè Lucio semplicemente non apppariva più e non si faceva più intervistare. Gli hanno fatto un grandissimo favore, perchè lui cercava proprio questo: "d'altronde d'altro canto a volte essere nemici facilita: piacersi è così inutile"

Secondo me è il mix di quello che tu dici e il fatto che i dischi con Panella (soprattutto gli ultimi 4 bianchi, don giovanni è sì un disco bianco ma meno estremo nelle scelte) apparivano come divertissement intellettuali apparentemente privi di sentimento.

Mi ha sempre fatto sorridere questo botta e risposta:

Petruccio Montalbetti: Perché non si capisce più niente nei tuoi dischi?

Lucio Battisti: I miei LP costano come quelli di Venditti ma io nei miei ci metto il cuore: siccome non costano di più non ci metto più le emozioni. :bava:

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letto solo ora.

che dire, di certo non l'avevo mai ascoltato con troppa attenzione il battisti di questo periodo (a differenza, come ben sai, del periodo anima latina, amore non amore, il nostro caro angelo etc).

però mi hai messo la pulce nel culetto, ora sono curioso. approfondirò già da domani. bravo nic.

(su pappalardo ancora mi riservo però :lol: )

Fidati, quell'album di Pappalardo è davvero bello. ;)

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Col tempo, diciamo dagli anni '00 inoltrati, il Tg2 ha iniziato a dedicare spazio a Panella e alle opere dell'ultimo battisti, in modo lungimirante, e c'è stata una rivalutazione parziale che mi ha spinto all'ascolto del battisti panelliano. Mi ricordo che rimasi sconvolto ma che nello stesso tempo avevo voglia di riascoltarmi quei dischi in continuazione: mi avevano rapito. Avevo 20-21 anni circa

Pensa che una volta fecero uno speciale proprio solo su Battisti-Panella dove si toccò anche l'argomento Pappalardo-Battisti-Panella e trasmisero uno spezzone di un esibizione a Mr.Fantasy del brano Signorina! Putroppo non sono riuscito a trovarlo su youtube.

Comunque il brano in questione è questo

http://www.youtube.com/watch?v=Ziw4faGAD4E

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Battisti rappresenta per me una sorta di ponte tra 2 determinati modi di percepire la musica,nn che uno non possa rispecchiarsi in entrambe le versioni, ma di certo una sara' predominante sull'altra.

Personalmente adoro il periodo Battisti/Mogol per la freschezza e la potenza sonora/emotiva dei brani prodotti ("l'intro di acqua azzurra acqua chiara" spacca!).Non sopporto invece la maggior parte delle realizzazioni Battisti/Pannella, per la forzata intellettualita' delle canzoni e la mancanza di impatto emotivo che i dischi "bianchi" esercitano su di me.Non butto via e non mi permetto di dare pessimi agettivi a tali lavori...ma su di me non hanno alcun impatto...come non ha alcun impatto la musica proiettata alla sperimentazione forzata ed alla decomposizione melodica.La musica viscerale per quanto "semplice" (mi chiedo il perche' l'interpretazione non venga mai valutata...) del periodo Battisti/Mogol e' traccia indelebile nel mio DNA di ascoltatore.

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L'altra volta ascoltai per la centesima volta Il nostro caro angelo.

Per me un album immenso ( insieme a Anima Latina, il lato più ostico ed estremo di Battisti secondo me ).

L'unica pecca de Il nostro caro angelo sono Le Allettanti Promesse e parte di Questo Inferno Rosa, per il resto ci stanno tracce con picchi altissimi ma roba da 9.5/10.0

La collina dei ciliegi è immortale e il nostro caro angelo che ha un basso granitico che stende un ritmo che scava.

Ma è un canto brasileiro è geniale ed ha una struttura che qualunque artista italiano si sogna.

La canzone della terra, cos'è Thom Yorke, per fare Give Up The Ghost hai per caso ascoltato questa togliendo le percussioni ( che sarebbe stata GUTG con delle percussioni me lo sono sempre chiesto ).

La malinconia di Io gli ho detto no o il groove lisergico manco tanto nascosto di Prendi fra le mani la testa.

Roba grossa st'album ragazzi..

Invece Laca, vedo che tu forse esalti troppo, l'avrò letto da qualche parte, E Già, che trovo un esperimento poco riuscito e poco originale.

Gli album bianchi invece, hai detto, che poi alla fine sono orecchiabili, per me invece sono complicati, di marmo, impenetrabili...ma non per questo brutti, anzi. Sono geniali per l'80% delle produzioni, anche se come ogni album Battistiano che si rispetti c'è sempre la cacatona in ogni album...

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Invece Laca, vedo che tu forse esalti troppo, l'avrò letto da qualche parte, E Già, che trovo un esperimento poco riuscito e poco originale.

Gli album bianchi invece, hai detto, che poi alla fine sono orecchiabili, per me invece sono complicati, di marmo, impenetrabili...ma non per questo brutti, anzi. Sono geniali per l'80% delle produzioni, anche se come ogni album Battistiano che si rispetti c'è sempre la cacatona in ogni album...

Il prossimo post sarà proprio su E Già...

Secodno me e anche secondo i collaboratori più stretti di Battisti di quel periodo quell'album non è stato capito a sufficienza.

Comunque non ci vedo nulla di male a dire che i dischi di Battisti-Panella sono "brutti". Qualcuno pensa che le Damoiselles D'Avignon di Picasso siano belle? ;-) Bisogna cambiare la prospettiva con la quale si approcciano quei dischi.

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L'altra volta ascoltai per la centesima volta Il nostro caro angelo.

Per me un album immenso ( insieme a Anima Latina, il lato più ostico ed estremo di Battisti secondo me ).

L'unica pecca de Il nostro caro angelo sono Le Allettanti Promesse e parte di Questo Inferno Rosa, per il resto ci stanno tracce con picchi altissimi ma roba da 9.5/10.0

Invece Laca, vedo che tu forse esalti troppo, l'avrò letto da qualche parte, E Già, che trovo un esperimento poco riuscito e poco originale.

come ogni album Battistiano che si rispetti c'è sempre la cacatona in ogni album...

Il Nostro Caro Angelo è un disco veramente tosto, sia a livello di testi (tra i migliori scritti da Mogol), sia a livello di musiche. Tra l'altro come tecnico del suono c'era John Leckie mi pare. Quest'inferno rosa è un pezzone dall'inizio alla fine altro che!

Su Eh Già si può discutere sul fatto che sia un esperimento più o meno riuscito, ma sul fatto del poco originale dissento. Di dischi fatti in quel modo all'epoca ne senti pochissimi. Io l'ho riascoltato settimana scorsa dopo qualche anno e mi ha spiazzato per il tessuto sonoro. Non un disco di transizione ma un esperimento sonoro compiuto. Tra l'altro è un disco che si ascolta con piacere, non è lungo e di pezzi lunghi ce ne sono ben pochi.

Quel disco inoltre è stato usato dai media come arma contro la strega che ha scritto i testi, ovvero la moglie. Astenendomi dal giudizio sulla vita privata della coppia battisti, devo dire che i testi si sposano bene con il cambio di direzione voluto da Lucio. "Scrivi il tuo nome su qualcosa che vale, mostra a te stesso che non sei un vegetale ihhih"

Sulle cacatone negli album di Lucio, boh nei dischi bianchi proprio non ne sento. In alcuni dischi forse, ma a me non danno assolutamente fastidio, anzi...ma ammetto di essere di parte.

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Cominciamo a parlare di E Già...

1) Io non ho capito cosa non piace di E Già ai detrattori di E Già.

Principles l'ha definito "un'esprimento poco originale": vorrei il nome, il cognome, l'indirizzo, il numero di telefono e il codie fiscale di un qualunque cantautore italiano che ha fatto un disco in cui l'unico strumento "reale" (cioè non sintetizzato) è la voce, prima (e dopo!) il 1982.

Dal punto di vista di approccio per me E Già è l'equivalente di Fetus nella discorafia di Battisti. Sul libro "Tecnica Mista Su Tappeto" Franco Battiato spiega che Fetus è la documentazione sonora di un suo processo interiore che convolgeva stati d'ebbrezza indotti dagli allucinogeni, risveglio spirituale e sperimentazione della sintesi dei suoni con il synth VCS3. E Già è praticamente la stessa cosa (fatta eccezzione per l'LSD): Lucio Battisti ha semplicemente documentato a livello sonoro un processo di cambiamento iniziato col divorzio da Mogol che è stato visto come un'ooprtunità di cambiamento piuttosto che come una perdita o un fattore negativo: da questa predisposizione mentale Battisti ha deciso di concepire delle canzoni che prima di tutto sono "disegni di suono": se ci fate caso infatti le musiche sono molto diverse da quello fatto fino a quel momento con Mogol, le canzoni sono armonicamente piatte e melodicamente modali ed infantili, mentre è preponderante il lavoro sui giochi ritmici affidato alla drum machines, tanto che sono arrivato a pensare che le composizioni di E Già sono nate direttamente sul sintetizzatore non prima alla chitarra/piano e poi arrangiate per i synth (come accadeva con Mogol e accadrà con Don Giovanni e gli altri album panelliani).

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Il Battisti dell'era Panella non può piacere ai fan di vecchia data solamente per "colpa" dei testi del Pasquale.

Provate a piazzare una filastrocca di Mogol sulla base di una La Bellezza Riunita, per esempio...Comunque tanto rispetto per l'era bianca. Madonnina.

non ne sarei sicuro...l'interpretazione e l'approccio stesso di Battisti sono cambiati in maniera radicale nel periodo dei dischi bianchi...

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non ne sarei sicuro...l'interpretazione e l'approccio stesso di Battisti sono cambiati in maniera radicale nel periodo dei dischi bianchi...

Sì, è evidente il cambio di approccio e l'adattarsi alle metriche di Panella, ma io intendevo porre la questione da un punto di vista puramente letterario/di fonetica. "Ricordo il suo bel nome Hegel Tubinga ed io avrei masticato la sua tuta da ginnastica" non è esattamente come cantare "A te che sei il mio presente a te nella mia mente e come uccelli leggeri fuggon tutti i miei pensieri...", indipendentemente dal tipo di base musicale che ci sta sotto.

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Sì, è evidente il cambio di approccio e l'adattarsi alle metriche di Panella, ma io intendevo porre la questione da un punto di vista puramente letterario/di fonetica. "Ricordo il suo bel nome Hegel Tubinga ed io avrei masticato la sua tuta da ginnastica" non è esattamente come cantare "A te che sei il mio presente a te nella mia mente e come uccelli leggeri fuggon tutti i miei pensieri...", indipendentemente dal tipo di base musicale che ci sta sotto.

Sono d'accordissimo con TomThom. In italia siamo malati di cantautorato. Ci piace tanto il cantautore che sta su un piedistallo e ci dice come va il mondo, ci piace tanto il cantastorie che narra degli amori, siamo fissati col testo (credo sia un retaggio antico, di quando si andava a sentire Verdi e Puccini col libretto...). Semmai nelle nostre scuole controllate dai comunisti si fosse insegnato seriamente Marinetti, forse la gente avrebbe appprezzato di più i testi di Pasquale Panella. E' una questione culturale italiana.

Credo che le melodie del Battisti bianco non fossero così distanti da quelle del Battisti-Mogol. L'unico disco veramente strano in questo senso rimne E Già, che fu un esperimento totale: tanto per essere chiari Don Giovanni e Hegel per me sono più simili a Battisti-Mogol che a E Già. Come ho provato a dimostrare in quel post di qualche giorno fa, se le strutture bizzarre di Hegel fossero state fatte quadrare un pò di più avremmo avuto un disco orecchiabilissimo perchè le musiche (lasciamo da parte i testi, per un attimo, suvvia) di Hegel sono orecchiabilissime e cantabilissime.

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