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Noel Gallagher


TomThom

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Mi associo anche io ai complimenti per il nuovo lavoro. Un opera coraggiosa è riuscita, ma se non può permetterselo lui di rischiare chi lo deve fare.

È un disco opposto a quello di Liam, un lavoro fatto principalmente di sound, al contrario del fratello che ha puntato sulle canzoni. La title track la mia preferita.

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Ci ho dato due ascolti e sono un po' in difficoltà. Evidente la sua voglia di cambiare, con risultati sicuramente apprezzabili: è un disco che trasuda cura e dettagli da tutte le parti e probabilmente mi ci vorrà un po' per calarmici pienamente. I pezzi interessanti mi sembrano vari, ma è abbastanza significativo (per me) che l'unica canzone capace di prendermi alla gola e di atterrarmi davvero sia una "b-side". Dead in the Water è il solito Noel, siamo d'accordo e qualcuno dirà "che palle"; ma chi aveva bisogno di un Noel diverso? Io no di certo, lui è stato bravo a puntare a qualcosa di nuovo per svecchiarsi e probabilmente trovare nuovi stimoli. Ottimo per lui; ma non è Thom Yorke, né gli Oasis sono mai stati i Radiohead, dai quali ho sempre preteso qualcosa di nuovo o di oltre. Dei Gallagher mi sono sempre bastate la voce e le canzoni, anche nude e crude, senza magheggi di produttori cool che ti rinchiudano dentro uno studio di registrazione allontanandoti dal tuo modus operandi classico. Detto questo, ascolterò con calma perché c'è tanta roba qui dentro.

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1 hour ago, TomThom said:

Ci ho dato due ascolti e sono un po' in difficoltà. Evidente la sua voglia di cambiare, con risultati sicuramente apprezzabili: è un disco che trasuda cura e dettagli da tutte le parti e probabilmente mi ci vorrà un po' per calarmici pienamente. I pezzi interessanti mi sembrano vari, ma è abbastanza significativo (per me) che l'unica canzone capace di prendermi alla gola e di atterrarmi davvero sia una "b-side". Dead in the Water è il solito Noel, siamo d'accordo e qualcuno dirà "che palle"; ma chi aveva bisogno di un Noel diverso? Io no di certo, lui è stato bravo a puntare a qualcosa di nuovo per svecchiarsi e probabilmente trovare nuovi stimoli. Ottimo per lui; ma non è Thom Yorke, né gli Oasis sono mai stati i Radiohead, dai quali ho sempre preteso qualcosa di nuovo o di oltre. Dei Gallagher mi sono sempre bastate la voce e le canzoni, anche nude e crude, senza magheggi di produttori cool che ti rinchiudano dentro uno studio di registrazione allontanandoti dal tuo modus operandi classico. Detto questo, ascolterò con calma perché c'è tanta roba qui dentro.

In linea di massima concordo. L'ho ascoltato dopo aver letto i vostri giudizi ottimi e boh, non mi ha preso per niente. Il primo impatto è: mah.

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Il disco è l'ulteriore passo di Noel nell'uscita da un recinto artistico che il brand Oasis gli aveva costruito intorno, e anche un po' dalle aspettative dei fan verso il suo percorso solista: pezzi midtempo, magari acustici, per riempire i pomeriggi di TomThom. Niente di male se avesse continuato (comfort zone e più vendite), ma molto bene così, a contaminarsi un minimo dopo i 50.

Alla fine è contaminazione, nulla di stravolgente, ma si sente che questa freschezza può regalargli una seconda giovinezza artistica. Questo è il primo passo, un album mostruosamente uptempo, inno alla gioia degli accordi in maggiore e di una produzione cinematica e saporosa, tanto di cappello a David Holmes per averlo convinto a farlo e soprattutto a finirlo! :lol:

Rimarrà il primo passo e spero non l'ultimo, perché robe come It's a Beautiful World, Be Careful What You Wish For, Keep on Reaching e la title track sono Noel al meglio, le Dead in the Water (commoventi di sicuro) non sono mai mancate, e non è ancora il tempo della pensione col pilota automatico per The Chief. 

 

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On 25/11/2017 at 0:00 PM, TomThom said:

Ci ho dato due ascolti e sono un po' in difficoltà. Evidente la sua voglia di cambiare, con risultati sicuramente apprezzabili: è un disco che trasuda cura e dettagli da tutte le parti e probabilmente mi ci vorrà un po' per calarmici pienamente. I pezzi interessanti mi sembrano vari, ma è abbastanza significativo (per me) che l'unica canzone capace di prendermi alla gola e di atterrarmi davvero sia una "b-side". Dead in the Water è il solito Noel, siamo d'accordo e qualcuno dirà "che palle"; ma chi aveva bisogno di un Noel diverso? Io no di certo, lui è stato bravo a puntare a qualcosa di nuovo per svecchiarsi e probabilmente trovare nuovi stimoli. Ottimo per lui; ma non è Thom Yorke, né gli Oasis sono mai stati i Radiohead, dai quali ho sempre preteso qualcosa di nuovo o di oltre. Dei Gallagher mi sono sempre bastate la voce e le canzoni, anche nude e crude, senza magheggi di produttori cool che ti rinchiudano dentro uno studio di registrazione allontanandoti dal tuo modus operandi classico. Detto questo, ascolterò con calma perché c'è tanta roba qui dentro.

E' il TKOL di Noel :presomale: 

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Ehy, ma solo a me She Taught Me How To Fly ha fatto venire in mente un incrocio tra i La Dusseldorf e Viola Valentino? :dance:
...e Black And White Sunshine è perfetta per un duetto impossibile con Michael Stipe e Mike Mills :dance:
...e If Love Is The Law è la sigla di Pollyanna riscritta da Paul McCartney :dance:

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Vedo questo disco come il completamento di un percorso artistico che parte nel 2011. Dopo aver percorso strade sicure con qualche escursione in lidi sconosciuti, Noel approda finalmente in un territorio nuovo, una dimensione che gli appartiene da sempre ma che mai aveva sviluppato con questa convinzione e perseveranza. L'uomo che ha costruito la luna è forse il primo disco pienamente targato Noel Gallagher&HFB, il primo disco in cui davvero si sente un'emancipazione dai riferimenti di sempre.

La scrittura è sempre la sua, e guai se così non fosse, ma stavolta miscela ingredienti che in passato aveva usato solo come decorazione estemporanea senza strutturarci un menu vero e proprio. Le atmosfere notturne di Alone on The Rope, la vena electro-psych di Let Forever Be, la passione per il groove, per la psichedelia che odora di '70 diventano finalmente fondanti e non più toccate marginalmente. Ogni pezzo è un microcosmo di suoni ricercati e stratificati, il tutto proiettato in una dimensione sanamente "ignorante" made in Manchester. E' un disco che vive di contrasti: si passa dalla notte alla policromia, dal cazzeggio di Holy Mountain alla tensione sinistra della title track, dalle chitarre spaziali ai bassi da club. Tutto al posto giusto, o quasi. Per me è un lavoro esaltante.

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Tempo di voti!

 

Fort Knox 7.5

Holy Mountain 4

Keep On Reaching 7.5

It's a Beautiful World 8

She Taught Me How To Fly 7

Be Careful 9

Black&White Sunshine 3

Interlude 8

If Love Is The Law 6.5

The Man Who Built The Moon 9

End Credits 8

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1 hour ago, Lacatus said:

Per i voti aspetto un po'... posso dire che il pezzo che mi intriga di meno è quello che dà il titolo al disco. Non che sia brutto, ma nel contesto leggero di WBTM suona pesante...
Le altre mi piacciono tutte più o meno allo stesso livello :clapclap: 

La title track è un capolavoro. Puzza di dark, azzarderei addirittura di prog.

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