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Un film al giorno Vol. 2


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Come la prima parte mi aveva discretamente esaltato, così la seconda mi ha decisamente deluso: destino che con von Trier non riesca proprio a essere del tutto entusiasta.

Se invece volete vedere un signor film (con l'obbligo della lingua originale) gustatevi questo:

lokce1.jpg

Grande esempio di come fare cinema con pochi mezzi ma tante idee...e con un Tom Hardy da applausi.

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Visto Nymphomaniac Vol Eins und Zwei.

...

Mah.

Il primo non mi aveva fatto impazzire, ma quanto a mise en scène, fotografia e alcune tematiche sviluppate aveva dei punti di interesse.

Il secondo non capisco se sia una presa per il culo o se mi sia sfuggito qualcosa.

La cosa più bella del Vol II per ora è il trailer che c'è alla fine del primo capitolo con i Rammstein sotto.

Von Trier non si è guardato bene dentro quando ha scritto Nymphomaniac. Non posso credere che un uomo maturo abbia partorito una roba così adolescenziale e brufolosa... Peccato, veramente :(

Come la prima parte mi aveva discretamente esaltato, così la seconda mi ha decisamente deluso: destino che con von Trier non riesca proprio a essere del tutto entusiasta.

Posso chiedervi di argomentare un po' le vostre stroncature? In particolare Lacatus, che mi è sembrato il più categorico.
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Stroncatura è una parola grossa, perché l'opera Nymphomaniac nella sua totalità per me è da 7.5.

Anche perché, inconsciamente, faccio l'errore di considerare la parte II un altro film...quando invece è solamente il secondo tempo.

Ciò non toglie che "il primo tempo" mi sia piaciuto molto di più, davvero si sfiora il capolavoro.

SPOILER

C'è un fascino davvero speciale in quel racconto dell'adolescenza, con un mare di momenti bellissimi racchiusi nella loro "sporcizia": la scoperta del pavimento del bagno e quella parentesi in treno che, da un certo punto di vista, racchiude anche qualche nostro sogno erotico. L'ho percepito come vero, reale e pulsante.

Nasce la lussuria, come un fiore in un campo primaverile: uno sbocciare continuo di desideri che hanno però un retrogusto distruttivo e nero.

Con quella vetta assoluta e successiva chiamata "The Little Organ Book".

PS. mediano: all'inferno ci brucerai però, caro Lars, perché non ne posso più delle tue continue citazioni e plagi e dediche tarkovskijane.

Non bastassero alberi e alghe fluttuanti, pure la musica adesso ti metti a "rubacchiare". Fa un certo effetto infatti sentire "Ich ruf' zu dir, Herr Jesu Christ" slegata da Solaris. Dalla levitazione alla penetrazione, cazzo, che coraggio.

Però, va detto, quella lezione di tecnica organistica e di natura amorosa è veramente clamorosa (e picco del film).

Del secondo capitolo, a grandi linee, non mi è piaciuta la sbrodolatura Antichrist-style (pure l'auto-citazione, vabbè) e un generale senso di "stanchezza". L'ho trovato molto più trascinato del primo, e non sono d'accordo con chi considera, come da più parti ho letto, la parte II più "oscura".

Il senso di morte che gravita e scorre sotterraneamente nella parte I, rapporto col padre in primis, supera di gran lunga la corporalità e la catarsi punitiva dell'umiliazione del volume II.

L' "infliggere e l'infliggersi" sono temi sempre radicati nei suoi lavori, ma in questo caso la crescita di Joe, almeno ai miei occhi, si è rivelata molto meno densa della sua formazione.

In conclusione: opera piena di momenti superbi, alternati a cadute evitabili...sì insomma, in due parole: von Trier.

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Stroncatura è una parola grossa, perché l'opera Nymphomaniac nella sua totalità per me è da 7.5.

Anche perché, inconsciamente, faccio l'errore di considerare la parte II un altro film...quando invece è solamente il secondo tempo.

Ciò non toglie che "il primo tempo" mi sia piaciuto molto di più, davvero si sfiora il capolavoro.

SPOILER

C'è un fascino davvero speciale in quel racconto dell'adolescenza, con un mare di momenti bellissimi racchiusi nella loro "sporcizia": la scoperta del pavimento del bagno e quella parentesi in treno che, da un certo punto di vista, racchiude anche qualche nostro sogno erotico. L'ho percepito come vero, reale e pulsante.

Nasce la lussuria, come un fiore in un campo primaverile: uno sbocciare continuo di desideri che hanno però un retrogusto distruttivo e nero.

Con quella vetta assoluta e successiva chiamata "The Little Organ Book".

PS. mediano: all'inferno ci brucerai però, caro Lars, perché non ne posso più delle tue continue citazioni e plagi e dediche tarkovskijane.

Non bastassero alberi e alghe fluttuanti, pure la musica adesso ti metti a "rubacchiare". Fa un certo effetto infatti sentire "Ich ruf' zu dir, Herr Jesu Christ" slegata da Solaris. Dalla levitazione alla penetrazione, cazzo, che coraggio.

Però, va detto, quella lezione di tecnica organistica e di natura amorosa è veramente clamorosa (e picco del film).

Del secondo capitolo, a grandi linee, non mi è piaciuta la sbrodolatura Antichrist-style (pure l'auto-citazione, vabbè) e un generale senso di "stanchezza". L'ho trovato molto più trascinato del primo, e non sono d'accordo con chi considera, come da più parti ho letto, la parte II più "oscura".

Il senso di morte che gravita e scorre sotterraneamente nella parte I, rapporto col padre in primis, supera di gran lunga la corporalità e la catarsi punitiva dell'umiliazione del volume II.

L' "infliggere e l'infliggersi" sono temi sempre radicati nei suoi lavori, ma in questo caso la crescita di Joe, almeno ai miei occhi, si è rivelata molto meno densa della sua formazione.

In conclusione: opera piena di momenti superbi, alternati a cadute evitabili...sì insomma, in due parole: von Trier.

SPOILER

Sottoscrivo in larga parte. Io non faccio l'errore di dividerlo in due parti, probabilmente perchè l'ho visto tutto insieme, ma trovo che il break, il punto di rottura dal punto di vista narrativo e qualitativo sia il Capitolo Otto.

Fino a quel punto Joe è, ed era questo il bello, una persona comune, almeno apparentemente, che vive un (non) dramma psicologico nello scoprirsi lentamente sempre più preda della propria pulsione fino all'apice del capitolo "La chiesa d'oriente e la chiesa d'occidente" in cui la ninfomania è portata all'estremo e si trasforma in masochismo, l'unica "arte" in grado di riportare le parti intime di Joe a vivere dopo anni di silenzio. Il tutto a discapito perfino del figlio, è qui che si consuma, per come la vedo io, la presa di coscienza definitiva.

A un certo punto, improvvisamente e senza una giustificazione narrativa possibile, in maniera, passatemi il termine offensivo per Von Trier, "tarantiniana", lei diventa una malavitosa e la pellicola perde gran parte della sua introspettività per abbracciare un migliaio di tematiche che vanno dal trasfert alla redenzione passando per gelosia, vendetta e messa in ridicolo del sesso maschile.

E' qui che non mi ha convinto, che mi è sembrato autocitazionista, poco sentito e forzato. Concettualmente il cerchio si chiude anche ma molti limiti vengono, a mio giudizio, palesati in maniera abbastanza netta.

Detto da uno che considera Dogville/Manderlay e Melancholia tra i film più belli, coraggiosi e profondi di sempre. Come a dire che di Von Trier sono tutt'altro che un detrattore.

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SPOILER

Sottoscrivo in larga parte. Io non faccio l'errore di dividerlo in due parti, probabilmente perchè l'ho visto tutto insieme, ma trovo che il break, il punto di rottura dal punto di vista narrativo e qualitativo sia il Capitolo Otto.

Fino a quel punto Joe è, ed era questo il bello, una persona comune, almeno apparentemente, che vive un (non) dramma psicologico nello scoprirsi lentamente sempre più preda della propria pulsione fino all'apice del capitolo "La chiesa d'oriente e la chiesa d'occidente" in cui la ninfomania è portata all'estremo e si trasforma in masochismo, l'unica "arte" in grado di riportare le parti intime di Joe a vivere dopo anni di silenzio. Il tutto a discapito perfino del figlio, è qui che si consuma, per come la vedo io, la presa di coscienza definitiva.

A un certo punto, improvvisamente e senza una giustificazione narrativa possibile, in maniera, passatemi il termine offensivo per Von Trier, "tarantiniana", lei diventa una malavitosa e la pellicola perde gran parte della sua introspettività per abbracciare un migliaio di tematiche che vanno dal trasfert alla redenzione passando per gelosia, vendetta e messa in ridicolo del sesso maschile.

E' qui che non mi ha convinto, che mi è sembrato autocitazionista, poco sentito e forzato. Concettualmente il cerchio si chiude anche ma molti limiti vengono, a mio giudizio, palesati in maniera abbastanza netta.

Detto da uno che considera Dogville/Manderlay e Melancholia tra i film più belli, coraggiosi e profondi di sempre. Come a dire che di Von Trier sono tutt'altro che un detrattore.

Quoto in toto. Pur non restando particolarmente affascinato dal modo in cui affronta le tematiche sopracitate nella prima parte (Von Trier mi colpisce sempre molto, faccio fatica a guardarlo con "distacco", e col cavolo che li riguardo i suoi film!), la presenta con una sensibilità e una metodologia a metà tra Lutero e Mann che non sembra voler solo stupire, ma davvero guardi alla decostruzione (anche se hanno un po' rotto le balle di decostruire ormai gli artisti, soprattutto se non sono francesi...) di un modello e di una parte della cosiddetta "normalità" che è sempre un percorso interessante. E lo mette in scena benissimo, ovviamente.

Nella seconda parte la svolta tarantiniana denota alcune cose: mancanza di idee (si può persino pensare che abbia voluto nascondere così un "vicolo cieco" narrativo-psicologico in cui si era cacciato), caduta nella scontatezza (finale), oppure la volontà di fare un po' alla Lynch e voler confessare di aver preso per il culo gli spettatori per tre ore con un po' di divertissement.

Se si rifà a Sade, lo fa male, lo fa in maniera errata (Sade ci costruisce un sistema al di là del bene e del male, mentre il passaggio dal "mi faccio pestare" al "pesto gli altri" secondo me sta in piedi solo con alcune acrobazie logiche).

Secondo me vede tutto troppo dal punto di vista di un uomo (il genere passa del tutto sotto silenzio e anzi, i richiami ad alcune caratteristiche di uomini (violenti e possessivi) e donne (maternità, la madre bacchettona nordica...) sono stereotipati. Mentre in Dogville e Dancer in the Dark, due film enormi, (mi manca Melancholia) tutto ciò aveva una funzione critica, qui mi sembra un limite clamoroso e fuorviante.

Poi boh, l'ho visto in inglese e a volte la Gainsbourg biascica peggio di me, quindi magari mi è sfuggito qualcosa.

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  • 3 weeks later...

le brocche tricolori sono state l'inizio, mi sto decaloghizzando ma ho deciso di farlo con calma, senza spararmelo tutto e subito ma vedendo un episodio tipo ogni 15 giorni, per rifletterci bene e metabolizzare. nel frattempo mi sono visto le due veroniche, e mi sono definitivamente innamorato della jacob :wub:

comunque non provavo tanta gioia "filmica" da anni, dio benedica la grande madre polacchia!

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  • 2 weeks later...

Il%20ventre%20dellarchitetto.jpg

The belly of an architect - Peter Greenaway

Recuperato ieri questo classico, ritenuto da molti un capolavoro.

Partiamo dal presupposto che il mio personale feticismo per la geometria dell'immagine cinematografica, il mio amore per il minimalismo musicale (la colonna sonora è di Wim Mertens) e il fatto che il film sia ambientato nella mia città appannano un po' la mia obiettività riguardo questa visione. Volessimo riassumere le intenzioni stilistiche del regista in maniera superficiale, mi verrebbe da dire che siamo davanti ad un Ejzenstejn in salsa Tarkovskij: Ejzenstejn per la costruzione formale, l'architettura filmica che permette alle parti di comunicare tra loro in maniera organica, di creare significati che non sono inscritti nella sfera dell'inquadratura o nel singolo frammento, ma che piuttosto si generano attraverso l'incontro di questi frammenti con altri, attraverso una dialettica formale, una fitta rete intrecciata di "collegamenti", in pieno stile formalista.

Tarkovskij invece per la lentezza meditativa, che lascia alle inquadrature perfette tutto il tempo di esprimere la loro carica energetica (intendiamoci: le premesse poetiche dei due registi sono totalmente differenti: Tarkovskij è su un altro pianeta).

Il fatto che il protagonista sia un architetto lascia intendere già di per sé che si tratta di un film fortemente metalinguistico. Greenaway viene a Roma, si lascia vivere da Roma, viene parlato da Roma, e questa sua esperienza la ritroviamo pari pari nella successione drammaturgica del film: il protagonista vive e cresce parallelamente al suo autore (o almeno così sembrerebbe). Senza alcun dubbio è stato un piacere immenso vedere l'architettura romana filtrata dall'occhio di Greenaway (e che occhio!). Ovviamente non mi esprimo molto riguardo la storia - come sempre - per non rovinare nulla a chiunque voglia di vederlo.

L'unico problema forse potrebbe essere quello della fruibilità: Greenaway ha un background d'avanguardia (ho visto alcuni suoi corti semplicemente deliranti, anche se molto interessanti), quindi non si può certo dire che Il Ventre dell'Architetto sia un film "per tutti". Diciamo che di sicuro lo consiglierei a Sorrentino, ecco, giusto per fargli capire cosa può creare uno "straniero" a Roma.

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  • 3 weeks later...

non so se ne avete già parlato. Ieri ho visto Under the Skin, con Scarlett Johansson, e mi ha lasciata perplessa (oltre che delusa).

Siccome io non sono un'esperta del settore, ma solo una spettatrice senza tante pretese, vorrei che qualche 'esperto del settore' (tipo Gasba) mi spiegasse questo film.

A parte la fotografia e il suono, a tratti inquietante ma d'effetto, questo film secondo me è un pò una cagata (sorry, non riesco a trovare nessun altro termine). Però allo stesso tempo è come se ne avessi avvertito un certo valore intrinseco, che non sono riuscita a capire neanch'io (da qui il desiderio che qualcuno me ne spiegasse il valore artistico, se ce l'ha).

Più che altro lo pubblicizzano come thriller ... ma dove? in pratica finisce il film e tu ti chiedi "e quindi?"

Insomma, è da mesi che sono alla ricerca di un bel film, e ieri sono incappata in questo :( .. stasera leggo un libro!

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Bhe, 'sto film mi era passato totalmente inosservato (è la prima volta che lo sento), però spulciando in internet ho scoperto che il regista ha girato ben due video dei radiohead, Street Spirit e Karma Police (nonché altri per Blur, Massive Attack, Jamiroquai, ecc.). Insomma ha fatto molti più videoclip che film. Inoltre è l'autore di "Birth io sono sean", altro film che non ho visto ma di cui tutti mi hanno parlato per la sua estenuante - e a quanto pare inutile - lentezza.

Dai comunque cercherò di vederlo, per quanto brutto qualsiasi film con la johansson merita comunque almeno una visione!!

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  • 3 weeks later...

non so se ne avete già parlato. Ieri ho visto Under the Skin, con Scarlett Johansson, e mi ha lasciata perplessa (oltre che delusa).

Siccome io non sono un'esperta del settore, ma solo una spettatrice senza tante pretese, vorrei che qualche 'esperto del settore' (tipo Gasba) mi spiegasse questo film.

A parte la fotografia e il suono, a tratti inquietante ma d'effetto, questo film secondo me è un pò una cagata (sorry, non riesco a trovare nessun altro termine). Però allo stesso tempo è come se ne avessi avvertito un certo valore intrinseco, che non sono riuscita a capire neanch'io (da qui il desiderio che qualcuno me ne spiegasse il valore artistico, se ce l'ha).

Più che altro lo pubblicizzano come thriller ... ma dove? in pratica finisce il film e tu ti chiedi "e quindi?"

Insomma, è da mesi che sono alla ricerca di un bel film, e ieri sono incappata in questo :( .. stasera leggo un libro!

visto alla mostra l'anno scorso e ho avuto la stessa pessima impressione, anzi, io proprio non ci ho trovato alcun valore intrinseco, un film orribile senza via d'uscita!

è tratto da un libro che pare sia anche interessante e ironico ma purtroppo dopo aver visto sta cavolata non ci penso manco per sogno di leggermelo! :D

Bhe, 'sto film mi era passato totalmente inosservato (è la prima volta che lo sento), però spulciando in internet ho scoperto che il regista ha girato ben due video dei radiohead, Street Spirit e Karma Police (nonché altri per Blur, Massive Attack, Jamiroquai, ecc.). Insomma ha fatto molti più videoclip che film. Inoltre è l'autore di "Birth io sono sean", altro film che non ho visto ma di cui tutti mi hanno parlato per la sua estenuante - e a quanto pare inutile - lentezza.

Dai comunque cercherò di vederlo, per quanto brutto qualsiasi film con la johansson merita comunque almeno una visione!!

gasba ti sconsiglio di perdere tempo...ma forse troverai interessanti i vari spogliarelli della protagonista! :D

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  • 2 weeks later...
  • 3 weeks later...

Un altro film che vi sconsiglio vivamente: Transcendence

Uno di quei film in cui incappi dicendoti "dai vabbè, stasera qualcosa di leggero" e ti ritrovi a guardare una storia banale e la peggiore interpretazione di Jonny Deep di sempre.

Nonchè uno dei tanti usi a sproposito di How to Disappear Completely nella colonna sonora di un film

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Non seguendo molto il forum di recente non so se sia già stato segnalato, ma comunque: EVA. film spagnolo sulle righe della serie "Black Mirror" riguardante l'evoluzione nel campo della tecnologia robotica ma con una trama che spazia dal romantico al drammatico... Raccomandato a pieno voti. Uno dei migliori film realizzati di recente secondo mehttp://www.impawards.com/intl/spain/2011/eva.html

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  • 1 month later...

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