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James Blake


kid_max

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4 minutes ago, TomThom said:

Ma per me è il contrario: il Blake del 2019 è uno che tenta di rimasticare cose già esistenti (ovviamente a modo suo e con una certa grazia, non gli si potrà mai dire "tamarro"), mentre paradossalmente prima era più originale e unico. Sta percorrendo il percorso contrario dei Radiohead: era partito con Kid A (l'esordio) e questo è il suo Pablo Honey.

Madonna così male è messo 'sto disco?

:laugh:

 

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8 minutes ago, TomThom said:

Ma per me è il contrario: il Blake del 2019 è uno che tenta di rimasticare cose già esistenti (ovviamente a modo suo e con una certa grazia, non gli si potrà mai dire "tamarro"), mentre paradossalmente prima era più originale e unico. Sta percorrendo il percorso contrario dei Radiohead: era partito con Kid A (l'esordio) e questo è il suo Pablo Honey.

Non c'è nulla di paradossale: Blake non ha mai fatto lo sforzo di essere "nuovo" o "diverso". Il fatto che lo appaia nel primo album deriva più semplicemente dal fatto che la dubstep, di cui ha cavalcato l'onda del momento, non aveva mai avuto nulla a che fare con il soul prima di lui. Discorso diverso va fatto con la scena hip-hop che ricalca oggi, che rende ovvio l'apparire dell'ultimo album come un qualcosa di già sentito.

edit: mai al mondo si potrebbe dire neppure di questo ultimo LP che sia "tamarro".

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1 minute ago, modifiedbear said:

Non c'è nulla di paradossale: Blake non ha mai fatto lo sforzo di essere "nuovo" o "diverso". Il fatto che lo appaia nel primo album deriva più semplicemente dal fatto che la dubstep, di cui ha cavalcato l'onda del momento, non aveva mai avuto nulla a che fare con il soul prima di lui. Discorso diverso va fatto con la scena hip-hop che ricalca oggi, che rende ovvio l'apparire dell'ultimo album come un qualcosa di già sentito.

edit: mai al mondo si potrebbe dire neppure di questo ultimo LP che sia "tamarro".

Il fatto è proprio questo, non ce l'ho mai visto come uno che "cavalca il momento"; per me è (era?) uno dei pochi cavalli di razza pura esistenti di questo decennio.

La mia delusione ricade probabilmente lì, nel vedere un talento immane buttarsi a capofitto nel versante più commercial e spuntare in cima ai classificoni di Spotify, perdendo buona parte della propria unicità. Ma è una cosa fisiologica, ci sta e giustamente ogni artista fa quello che vuole e che sente: è la stessa paura che nutro per il futuro di Bon Iver, featuring e frequentazioni nigga portano complicazioni.

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Di Blake conoscevo quasi nulla;l'ho visto nel 2016 a Monza, al concerto dei Radiohead: SDENG!

Mi ha stregato il suo modo di stare sul palco...ad un certo punto  mi sembrava facesse l'amore con la musica, in qualche modo ti senti trascinare lì.

Sono sensazioni ma quando un artista ti regala qualcosa del genere...

Assume Form a me piace, delle collaborazioni secondo me spicca Barefoot In The Park.

Tra 3 mesi cambierò probabilmente idea, datemi tempo.

 

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1 hour ago, Gasba said:

La trap rimane comunque inascoltabile, con o senza Blake.

Invece no; come fenomeno sarebbe in realtà interessantissimo da studiare, dico sul serio.
Al di là della facciata di coglionaggine incredibile sfoggiata senza ritegno da un buon gruppo di pagliacci adolescenti d'oggi, il fatto che la trap sia riuscita ad attirare a sé e sia ascoltata (e non necessariamente suonata) addirittura da un nutrito gruppo di musicisti di un certo calibro appartenenti agli ambienti più disparati, dovrebbe dare perlomeno di che pensare.
Io stesso mi ci sono avvicinato tappandomi 10 nasi e con una certa dose di vergogna intellettuale, ma francamente ora ne sono sicuro: c'è qualcosa di incredibile in questo nuovo gusto per l'osceno (perché la trap è effettivamente qualcosa di greve) che dev'essere assolutamente approfondito, c'è qualcosa che riesce ad elevare la trap dallo status di spazzatura.

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Io lo trovo un lavoro vario e ispirato. Ci sono le parti che ti impediscono di stare fermo (Mile High, Tell Them, Where's the catch?:copula:) e le parti più lente e "romantiche" (Assume Form, I'll come too, Lullaby for my insomniac, Into the red). Il tutto sapientemente dosato, veramente un'altalena di emozioni con nessun pezzo che possa definirsi inadeguato e svariati pezzoni. Allo stato attuale è promosso oltre ogni dubbio. 

Per quanto riguarda la trap non so nemmeno che cosa sia, cosa la definisca. Io ascolto il pezzo, se mi piace è promosso, se mi fa schifo è bocciato (dal punto di vista del ritmo, dei suoni, delle melodie). Non lo dico per essere snob eh, lo dico seriamente: non ho idea di cosa intendiate per trap.

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2 hours ago, modifiedbear said:

Invece no; come fenomeno sarebbe in realtà interessantissimo da studiare, dico sul serio.
Al di là della facciata di coglionaggine incredibile sfoggiata senza ritegno da un buon gruppo di pagliacci adolescenti d'oggi, il fatto che la trap sia riuscita ad attirare a sé e sia ascoltata (e non necessariamente suonata) addirittura da un nutrito gruppo di musicisti di un certo calibro appartenenti agli ambienti più disparati, dovrebbe dare perlomeno di che pensare.
Io stesso mi ci sono avvicinato tappandomi 10 nasi e con una certa dose di vergogna intellettuale, ma francamente ora ne sono sicuro: c'è qualcosa di incredibile in questo nuovo gusto per l'osceno (perché la trap è effettivamente qualcosa di greve) che dev'essere assolutamente approfondito, c'è qualcosa che riesce ad elevare la trap dallo status di spazzatura.

Come fenomeno è interessante infatti. è musicalmente che sono allergico (e davvero non capisco come possa risuonare in tutte le macchine che passano).
Non so se magari hai qualche disco che possa farmi cambiare idea, ma da quel che ho ascoltato la cifra stilistica mi sembra chiara, a prescindere dalla fattura tecnica che può oscillare dall'imbarazzante al pregiatissimo (come nel caso di Blake).
L'idea che mi sono fatto (quantomeno in ambito italico) è che sembra il naturale specchio dei millennials, della generazione youtube, tutto l'opposto della simultaneità che caratterizza ad esempio l'hip hop. Mentre l'hip hop si basa tutto sull'abilità poetico-linguistica e dà il suo meglio dal vivo (io trovo bellissimo ad esempio il freestyle), la trap invece è lo specchio dello schermo, della manipolazione - basta pensare all'abuso dell'autotune che rende praticamente ogni voce identica all'altra, come sui social. Il target è una generazione alla ricerca di uno straccio d'identità, che cerca di differenziarsi dal passato codificando il proprio genere (la trap appunto), la propria droga (la codeina), il proprio credo (un'acritica rassegnazione all'omologazione), ecc. Non ci vedo un gusto dell'osceno perché è tutto così squallidamente "in scena", è tutto codificato, si cerca costantemente di riempire uno spazio vuoto non con sé stessi ma con l'immagine di sé stessi. Si può quasi dire che la trap sta alla musica come il selfie sta alla fotografia.

Sul perché possa piacere ai grandi artisti, non saprei. Per me è una reazione chimica allergica, quelle sonorità suonano nel mio cervello come il rumore assordante di Decks Dark.

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Ancora in attesa di capirci qualcosa di "mio" del disco (per ora è messo da parte), stamani risveglio brusco: una tempesta di neve fuori, e dentro al computer due recensioni che il Giacomo Blacchio lo stroncano di brutto – ma scritte, perlomeno, da chi hip-pop, mainstream e trap se li mangia a colazione.

Per Pitchfork è un 5.8 con testi snocciolati e poca pietà.

Per Soundwall è peggio: "una cagata pazzesca".
La recensione non è disinteressante:
https://www.soundwall.it/james-blake-e-bravo-perche-la-musica-di-oggi-e-un-po-moscia/

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Certo, perché solo chi mastica trap e hip-hop a colazione "può permettersi" di dire che il disco è una mezza merdata. Lol, scusa se mi sono permesso di intervenire, non pensavo tu vivessi coi ragazzi del ghetto.

Non ci vuole una laurea in buongusto per percepire che, a parte rari episodi, sembra la confessione musicata di un 15enne in piena crisi ormonale ed è zuccheroso e appiccicoso oltre ogni limite. Era @pandroid che parlava di In Rainbows come del disco che i Radiohead hanno fatto per le ragazzine, mi pare; mai stato d'accordo con la tua affermazione, caro Andrè, ma ecco, Assume Form è proprio un disco per ragazzine alla moda. Peccato solo abbia messo in coda all'album due delle tracce più belle che abbia mai scritto, talmente superiori ai dieci pezzi precedenti (ad eccezione di Into the Red, altra meraviglia) che l'effetto è a dir poco straniante. Bocciato, ma quelle tre perle resteranno.

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Che per giudicare un lavoro sarebbe onesto conoscerne l'estetica e l'intorno mi parrebbe la base; a basarsi su semplici percezioni possiamo lasciare la società dell'opinione. A fare di tutta l'erba un fascio e di tutto un genere una "roba da ragazzini senza identità" si rischia di fare quelli che "radiohead è musica per depressi". Che poi il disco sia una cacata laccata è un altro discorso ancora, e ci può stare per mille e più ragioni. Ma recensire un'opera prescindendo dal genere e gattonando sul proprio basico gusto personale non è un granché.

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Sono d'accordo con le vostre scelte dei tre brani migliori di questo disco che spiccano un po' sopra il resto. Non capisco quei commenti che sembrano di scaturire da una specie di razzismo musicale contro Hip Hop o altri stili da neri. Ho anch'io qualche perplessità sulle collaborazioni ma non tanto per la qualità ma più per il fatto che non sembrano coesi con gli altri pezzi. Tra gli altri pezzi mi piace molto anche Assume Form ed Are You In Love. Quest'ultimo mi sta facendo iniziare ad apprezzare anche i pezzi più "sdolcinati" tra cui Power On mi piace abbastanza. In ogni caso voglio dargli ancora un po' di tempo prima di dare un giudizio definitivo. Il fatto che dico questo dopo tantissimi ascolti lo prendo come un buon segno che comunque c'è del profondo in quest opera che al primo sguardo sembra più superficiale.

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45 minutes ago, Billy Beach said:

Sono d'accordo con le vostre scelte dei tre brani migliori di questo disco che spiccano un po' sopra il resto. Non capisco quei commenti che sembrano di scaturire da una specie di razzismo musicale contro Hip Hop o altri stili da neri. Ho anch'io qualche perplessità sulle collaborazioni ma non tanto per la qualità ma più per il fatto che non sembrano coesi con gli altri pezzi. Tra gli altri pezzi mi piace molto anche Assume Form ed Are You In Love. Quest'ultimo mi sta facendo iniziare ad apprezzare anche i pezzi più "sdolcinati" tra cui Power On mi piace abbastanza. In ogni caso voglio dargli ancora un po' di tempo prima di dare un giudizio definitivo. Il fatto che dico questo dopo tantissimi ascolti lo prendo come un buon segno che comunque c'è del profondo in quest opera che al primo sguardo sembra più superficiale.

@TomThom è più o meno quello che ti dicevo ieri.

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Per quelle che sono le mie aspettative su Blake, al primo ascolto mi ha abbastanza deluso.
So che gli ascolti ed il tempo mi daranno un giudizio più a fuoco ed onesto, ma ad ora posso dire che ho sentito mancare (più di tutto) l'elettronica ed i picchi verso l'alto che caratterizzavano i lavori del passato.

A sentire in giro sembra che questo Assume Form sia più "immediato" o "facile" da comprendere rispetto al suo predecessore (ho amato Colour In Anything sin dal primo ascolto): anche questo mi fa strano ma è il bello della musica, ognuno ha la sua sensibilità ed il proprio gusto critico...

Pezzi top per ora: Mile High, Where's the Catch, Into the red

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9 minutes ago, Gasba said:

disse un fan di thom yorke

Lo so hai ragione, ma mi sa che Thom è un'eccezione nei miei gusti infatti. Poi dopo aver visto James dal vivo fare tutte quelle smorfie depresse mentre cantava era davvero troppo (almeno Thom si muove fa qualcosa), mi fermo qua che mi vergogno un po' di dare così poco spunto tecnico alla discussione, ma tant'è

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a me TCIA ha fatto cagare. questo l´ho ascoltato ancora poco, e gli daró qualche altro ascolto solo perché é blake. ma, per dirlo in albionico, mi sembra the last nail in his coffin :(

che cazzo, i primi lavori (soprattutto gli EP) mi avevano fatto volare. ricordo ancora in maniera vivida i brividi del primo ascolto di Enough Thunder. e dal vivo é un mostro. peró questa piega che ha preso proprio non la capisco.

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1 hour ago, MyIronAlien said:

Lo so hai ragione, ma mi sa che Thom è un'eccezione nei miei gusti infatti. Poi dopo aver visto James dal vivo fare tutte quelle smorfie depresse mentre cantava era davvero troppo (almeno Thom si muove fa qualcosa), mi fermo qua che mi vergogno un po' di dare così poco spunto tecnico alla discussione, ma tant'è

Non occorrono referenze per scrivere su scatter. O almeno credo, non ho mai letto il regolamento.

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On 1/22/2019 at 10:38 AM, TomThom said:

Era @pandroid che parlava di In Rainbows come del disco che i Radiohead hanno fatto per le ragazzine, mi pare; mai stato d'accordo con la tua affermazione, caro Andrè, ma ecco, Assume Form è proprio un disco per ragazzine alla moda.

Questa cosa me la porterò fin nella tomba. :lol: Negli anni ho un po' smussato il giudizio, fermo restando che dentro In Rainbows ci sono delle scelte che reputo incomprensibilmente ruffiane.

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