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The Bends


Valderrama

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ripeto, non gli ho masi dato l'ascolto che merita per parlare di strutture, composizioni, notevolezze. E' uno di quei cd che ascolto per sentire una canzone e poi mi ritorvo a sentirne altre, ma sempre facendo altro

Così, per dirne una, dico che bulletproof è veramente matura nella concezione e nell'arrangiamento per una band al secondo disco.

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Non posso che darti ragione.

Ho un amico chitarrista il cui livello di spocchia è elevato ai massimi livelli. Praticamente ascolta solo rock (ma rock storico eh, mica perde tempo con gli anni '90 <_< ), metal e qualcosa di jazz, giusto per fare un po' il figo. Una volta gli ho fatto ascoltare qualcosa di elettronica (tra l'altro penso fosse proprio idioteque, ma al momento non mi ricordo), al termine del brano mi ha guardato allibito e mi ha detto: "E' una ca***ta, riuscirei a farla io in 5 minuti".

Istinti omicida che è meglio che non vi dica... :arbitro: :arbitro: :arbitro:

E non penso nemmeno fosse l'unico insulto che si è lasciato scappare nei confronti dei Radiohead. Una volta penso persino che mi abbia detto che Jonny Greenwood è un'idiota, che è stato favorito perchè era il più piccolo e scemenze varie.

Boh, mi ha fatto semplicemente schifo... :angry:

Il solito chitarrista metal italiano per cui esiste solo la tecnica. Nulla di nuovo. Lascialo perdere...

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Street Spirit non ha mai convinto anche me! Non è brutta, ma non è 'sto capolavoro di canzoni che si dice di essere

Però la canzone che davvero non ho mai apprezzato pienamente è di sicuro My Iron Lung. Proprio per come è stata prodotta, troppo confusionaria ed inconcludente.

Per il resto non ho nulla contro quei Radiohead pop-rock. Il salto con Ok computer ha del miracoloso e quest'album non ha paragoni con il resto della produzione Radiohead, però è bello da ascoltare ancora oggi!

d'accordo su tutto.

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E invece, sembrerà strano, ma a me è successo proprio così. Ho scoperto The Bends e Pablo dopo i mostri sacri, e li ho amati da subito, anch'essi, contestualizzandoli senza farmi nessun problema particolare. Sono cose diverse, sound diversi, da collocare nel loro momento, e in quanto tali funzionano egregiamente.

lo stesso per me :ok: io ho conosciuto per bene the bends dopo ok computer e kid a, sono sincera nn ho trovato nessun problema ad ascoltarlo. bullet proof nice dream just the bends high&dry e fake plastic trees non mi stuferanno mai, saranno semplice nella parte compositiva rispetto agli altri album usciti dopo però non mi interessa ogni volta che li sento mi si apre il cuore per quante emozioni mi danno. dopo questa dichiarazione credo che mi fucilerete ma rischio lo stesso: in certe periodi the bends lo preferisco a ok computer :rolleyes:

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Se si parla di giudizi sogettivi si può dire quel che si vuole, se si parla di qualità però non si può che parlare di gran pezzi.

Che provi a scrivere un singolaccio come high&dry chi la denigra...

Che poi il genere non piaccia, non interessi, o il disco in se non abbia aggiunto niente che c'entra?

Per quel che mi riguarda un disco che, da tempo, non ascolto mai, ma quando capita di sentirne qualche pezzo è con gran piacere.

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Avendo ascoltato tutti i dischi dei radiohead nel 2003 (ascoltai anche in rainbows e TKOL e il successivo a TKOL, di cui non ricordo mai il nome :lol: ), ho amato i radiohead non solo perchè han fatto la triade sacra, ma come band versatile e capace di passare da un universo all'altro.

Il fatto che Kid a fosse superiore a the bends, all'epoca non mi interessava: tutti i dischi mi davano grandissime emozioni. Forse un pochino meno nel caso di pablo honey, ma per il resto ero completamente in estasi. :prego:

Se posso dire la mia, certi voti che ho letto sono troppo severi: the bends secondo me è pressoché impeccabile nel suo genere.

Street spirit è di una semplicità e di una espressività disarmante. Spesso nella presunta semplicità sta il vino buono. E poi mi piace troppo il suono di quella chitarra arpeggiata!

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Avendo ascoltato tutti i dischi dei radiohead nel 2003 (ascoltai anche in rainbows e TKOL e il successivo a TKOL, di cui non ricordo mai il nome :lol: ), ho amato i radiohead non solo perchè han fatto la triade sacra, ma come band versatile e capace di passare da un universo all'altro.

Il fatto che Kid a fosse superiore a the bends, all'epoca non mi interessava: tutti i dischi mi davano grandissime emozioni. Forse un pochino meno nel caso di pablo honey, ma per il resto ero completamente in estasi. :prego:

Se posso dire la mia, certi voti che ho letto sono troppo severi: the bends secondo me è pressoché impeccabile nel suo genere.

Street spirit è di una semplicità e di una espressività disarmante. Spesso nella presunta semplicità sta il vino buono. E poi mi piace troppo il suono di quella chitarra arpeggiata!

Condivido pienamente :)

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Condivido anche io, in fondo il punto più interessante di The Bends (non solo, ovviamente) sta anche nel discorso metamusicale: è un disco che emana anni '90 da tutti i pori e quando ascoltato fa rivivere un epoca mai vissuta direttamente (almeno nel mio caso, ma credo di non pochi altri) e riempiendo di nostalgia quelli che invece all'epoca già avevano un età sufficiente per cominciare ad apprezzare un certo tipo di musica.

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Ma che c'ha di così speciale Planet Telex? A me è sempre parsa la cugina mongola di Zooropa, non so perché...

Io quando lo riascolto parto sempre dalla traccia 2... :lol:

Pensa che a me il testo di Planet Telex ricorda Discothèque... :laugh:

Comunque, secondo me è un'intro epica, apriva le porte ai nuovi Radiohead, è potente e carica di energia, un fulmine a ciel sereno, nonchè una delle mie più assidue fornitrici di emozioni dell'intero album, assieme a Nice Dream, High & Dry, Fake Plastic Trees, The Bends,...

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Condivido anche io, in fondo il punto più interessante di The Bends (non solo, ovviamente) sta anche nel discorso metamusicale: è un disco che emana anni '90 da tutti i pori e quando ascoltato fa rivivere un epoca mai vissuta direttamente (almeno nel mio caso, ma credo di non pochi altri) e riempiendo di nostalgia quelli che invece all'epoca già avevano un età sufficiente per cominciare ad apprezzare un certo tipo di musica.

:ok:

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per me anni '90 = OkComputer, così come '00 = KidA.

Sono dischi che catturano davvero l'atmosfera degli anni in cui sono usciti, da qualsiasi punto di vista.

Per quanto mi piaccia TKOL, e per quanto sia interessantissimo da un punto di vista musicale/artistico, non rappresenta più (da un punto di visto emotivo e contenutistico) lo "spirito del tempo", ecco.

Non è un qualcosa di negativo, per carità.

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  • 3 years later...
  • 2 months later...

"It may exude an awkward, sometimes unwelcome nostalgia, but remember that it once offered far, far more than that. Without The Bends, one imagines, Radiohead might never have become what they are."

20 years after its release, Wyndham Wallace writes a personal reflection on his relationship with Radiohead's transformative LP, The Bends.

http://thequietus.com/articles/17361-radiohead-the-bends-review-anniversary

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1.Planet Telex 8
2.The Bends 2
3.High and Dry 2
4.Fake Plastic Trees 7.5
5.Bones 2
6.(Nice Dream) 8
7.Just 1
8 My Iron Lung 6.5
9.Bullet Proof..I Wish I Was 10
10.Black Star 4
11.Sulk 3
12.Street Spirit (Fade Out) 12

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anche io faccio abbastanza fatica ad ascoltarlo adesso (eppure quanto l'ho amato quando è uscito)...

pero' quello che scrive il giornalista è abbastanza innegabile

But what does The Bends mean beyond my own narrow existence? It emerged on the back of an era in which music's tectonic plates had been shifting violently. Shoegaze had roared, then whimpered; the baggy movement had collapsed in a comatose haze of its making; Britpop had gorged itself upon its own noxious legend; and, when The Bends was finally released, even grunge's poster boy, Kurt Cobain, had been dead for a year. Judging from Thom Yorke's DJ sets at Exeter University, the band would have been familiar with all of these movements, shifting from the predominant domestic British sounds of their school days to explore noisier sounds coming in from the US, their common thread a sense of independence and a distaste for the status quo. This kaleidoscopic amalgam of potential inspiration informed everything Radiohead did in those early days, even if it was yet to be distilled to its essence.

e ancora

Becoming Radiohead took time, too: there was much to digest, so much to learn, before they could understand just what this responsibility meant. The Bends is consequently the sound of five men fighting their way out of a tangled web of conflicting convictions and prejudices with an uncommon earnestness, reconciling their tastes and their ambitions, sifting through The Pixies and The Smiths and Dinosaur Jr and The Beatles and Talking Heads and Happy Mondays and Elvis Costello and Tim Buckley. It's the sound of five men taking an exploratory dive into deep waters, finding themselves lost, and still somehow redrawing the map of where it is they should resurface. It wasn't called The Bends for nothing.

Radiohead, of course, would soon leave these copycats trailing, and many of us would travel with them, leaving The Bends behind. In fact, in a sense – especially in the light of what came after –The Bends nowadays sounds a little gauche, as if it's tied to a period of Radioheads' lives, and indeed our own, whose ideals have long since withered. Since then, we have grown wiser with experience, and the cultivated excesses of OK Computer, and the stubborn experimentalism of Kid A and Amnesiac, have underlined the band's insistence that great musicians have a responsibility never to stand still, a reminder of an older generation who challenged themselves to constantly refine their talent and explore new domains with each and every release. The Bends, therefore, is attached to the 'old' Radiohead, a band who, for a while, were compromised by major label practises but who, in overcoming their distaste and disenchantment with the institutions into whose beds they'd unwittingly climbed, surpassed the promise others saw in them. It may exude an awkward, sometimes unwelcome nostalgia, but remember that it once offered far, far more than that. Without The Bends, one imagines, Radiohead might never have become what they are.

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Per me il disco più sopravvalutato della loro carriera, ma se il prodotto non lo stimo concordo su quanto scritto nel pezzo citato da li: è la fase in cui i radiohead sono diventati i radiohead. The bends contiene sia parte di quello che era pablo honey sia parte di quello che ok computer sarebbe stato.

aggiungo: planet telax è il pezzo del disco che preferisco, non ha l'impatto di street spirit ma è più complesso e stratificato e per questo duraturo

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