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Giro d'Italia 2012


Fake Plastic Man

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  • 3 months later...

Premesso che trovo ridicolo togliere titoli vinti sul campo perchè "whatever happend, happened" (cit.), qualcuno mi spiegherebbe nel dettaglio la vicenda e sopratutto perchè Pantani lo si considera un martire mentre si gode per le squalifiche degli altri? Brutto giorno per il ciclismo...

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Premesso che trovo ridicolo togliere titoli vinti sul campo perchè "whatever happend, happened" (cit.), qualcuno mi spiegherebbe nel dettaglio la vicenda e sopratutto perchè Pantani lo si considera un martire mentre si gode per le squalifiche degli altri? Brutto giorno per il ciclismo...

Sono d'accordo con te per quanto riguarda il togliere titoli, escluso chiaramente il Tour del 2010 in cui era risultato positivo.

Se devi squalificare qualcuno lo squalifichi ORA 2 anni, troppo facile dargli la punizioncina di perdere un Tour, praticamente, e tutto a posto.

Per quanto riguarda il capitolo Pantani, c'è da considerare che lui non è mai stato trovato positivo ed inoltre la sua vita da quel giorno a Madonna di Campiglio è stata uno dei più grandi esempi di depressione ed abbandono della storia dello sport.

Un'unica cosa (permettimi visto che in genere sono d'accordo con te su tutto :D ), non condivido la tua idea sul fatto che oggi sia un brutto giorno per il ciclismo. Per me, ogni volta che qualcuno che viene beccato a sgarrare viene punito, è un bel giorno.

Non penso che si riuscirà mai a eliminare il doping dallo sport, perché sarebbe come pensare di eliminare gli stronzi dalla vita, ma se permetti quando uno stronzo si prende una palata in faccia io son sempre felice.

Ah, ultima cosa, ciò che più mi ha dato fastidio della faccenda è stata la solita faccia di tolla nell'andare a cercare un colpevole alla positività.

Cioè, praticamente non era ancora venuto fuori lo scandalo che già lui c'aveva la scusa pronta della bistecca avariata che aveva mangiato 2 mesi prima. Assurdo, peggio delle caramelline alla cocaina della nonna di Simoni.

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Sono d'accordo con te per quanto riguarda il togliere titoli, escluso chiaramente il Tour del 2010 in cui era risultato positivo.

Se devi squalificare qualcuno lo squalifichi ORA 2 anni, troppo facile dargli la punizioncina di perdere un Tour, praticamente, e tutto a posto.

Per quanto riguarda il capitolo Pantani, c'è da considerare che lui non è mai stato trovato positivo ed inoltre la sua vita da quel giorno a Madonna di Campiglio è stata uno dei più grandi esempi di depressione ed abbandono della storia dello sport.

Un'unica cosa (permettimi visto che in genere sono d'accordo con te su tutto :D ), non condivido la tua idea sul fatto che oggi sia un brutto giorno per il ciclismo. Per me, ogni volta che qualcuno che viene beccato a sgarrare viene punito, è un bel giorno.

Non penso che si riuscirà mai a eliminare il doping dallo sport, perché sarebbe come pensare di eliminare gli stronzi dalla vita, ma se permetti quando uno stronzo si prende una palata in faccia io son sempre felice.

Ah, ultima cosa, ciò che più mi ha dato fastidio della faccenda è stata la solita faccia di tolla nell'andare a cercare un colpevole alla positività.

Cioè, praticamente non era ancora venuto fuori lo scandalo che già lui c'aveva la scusa pronta della bistecca avariata che aveva mangiato 2 mesi prima. Assurdo, peggio delle caramelline alla cocaina della nonna di Simoni.

Brutto giorno per il ciclismo perchè Contador non è un corridore qualsiasi ma uno dei più forti ciclisti degli utlimi vent'anni e sapere che non è pulito non fa certamente bene a questo sport. Per il resto concordo con te e l'esempio di Pantani era per dire che non è mai una vittoria quando vengono gettate ombre su un grande campione che sia l'idolatrato, da me in primis, Marco o l'antipatico spagnolo.

Per me, ma questa è una regola che vale in generale per qualsiasi sport, i risultato decretati dal campo non devono MAI essere cancellati perchè è falsare un evento che ormai si è consumato. Contador andava squalificato durante quel Tour, dire con due anni di ritardo che ha vinto Schleck è semplicemente ridicolo. Non commento poi la scelta insensata di far decorrere la squalifica ex tunc lasciando di fatto fuori Contador per soli sei inutili mesi :lol: , nè la scellerata decisione di togliergli un Giro che ha vinto senza alcuna ombra. Per me bisognava lasciare allo spagnolo il Giro, al limite non assegnare il Tour 2010 e squalificarlo per almeno 3 anni a partire da ora.

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Premesso che trovo ridicolo togliere titoli vinti sul campo perchè "whatever happend, happened" (cit.), qualcuno mi spiegherebbe nel dettaglio la vicenda e sopratutto perchè Pantani lo si considera un martire mentre si gode per le squalifiche degli altri? Brutto giorno per il ciclismo...

più che altro trovo ridicolo che una squalifica di 2 anni finisca con l'essere "effettiva" solo per 6 mesi.

per quanto riguarda ciclismo&doping il discorso è particolarissimo.

premesso che difficilmente sapremo la verità su certe storie (e soprattutto non pretendo di fare il Lucarelli della situazione), il rapporto ciclismo/doping è qualcosa di veramente assurdo, pieno di contraddizioni, di interessi (sponsor e scommesse in primis) e di connessioni con altri sport (caso Fuentes - limitato al ciclismo ed insabbiato per evitare di far sprofondare per intero il mondo dello sport spagnolo).

per quanto riguarda il discorso martire/goduria per la squalifica provo a sintetizzarti alcune storie tra quelle degli ultimi anni (fermo restando che spesso queste differenze radicali di opinione siano mutuate semplicemente dalla simpatia e dalla storia del corridore piuttosto che da fatti accaduti).

storia n.1: MARCO PANTANI

La storia di Marco Pantani termina il 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio, prima dell'inizio di una tappa del Giro d'Italia che fino a quel momento stava dominando.

Pantani si sottopone al controllo del valore di ematocrito, che non deve superare il 50% (altrimenti sarebbe marmellata e non sangue). La sera prima, allo stesso controllo (ma effettuato dalla sua equipe), il valore risulta 48%, il mattino seguente l'UCI riscontra il 52%: Marco è costretto ad abbandonare la corsa.

Da quel momento comincia un valzer di bugie, di infamate gratuite e di pressioni mediatiche. Non si capisce più nulla, vengono fatte ipotesi di qualsiasi tipo. Ad ogni modo Pantani non viene squalificato ma semplicemente sospeso per 15 giorni, che basteranno a distruggere ed infangare tutta la sua carriera, oltre che, ovviamente, a distruggerlo come persona.

Nel frattempo facciamo un breve riassunto della carriera di questo corridore, arrivato in quel momento al top, amato alla follia da tantissima gente.

Dopo l'esordio nel 1992 nella Carrera riesce nel 1994 ad imporsi in due tappe al Giro d'Italia e si piazza al secondo posto nella classifica generale. Fa letteralmente impazzire i tifosi. In montagna va come un dannato, ci mette l'anima ed è pure "pittoresco".

E' qualcosa che non si vede da parecchio nel ciclismo, dominato ormai dai re delle cronometro come Indurain, ecc...

Nel 1995, mentre prepara il Giro, viene messo sotto da una macchina. Salta la corsa rosa e al tour fatica non poco. Tuttavia ai mondiali riesce a fare bene, strappando un 3° posto dietro ai colossi spagnoli Olano ed Indurain.

L'incidente sembrava superato, forma e morale erano di nuovo al top, ma la se la fortuna stava per riservargli un altro brutto scherzo.

A metà ottobre infatti, durante la Milano-Torino, Pantani viene investito da un SUV che viaggia contromano sul tracciato.

Risultato: gamba sbriciolata e parola "Fine" che si avvicina molto alla parola "carriera".

Ma il Pirata non si arrende e 6 mesi più tardi torna in sella, con la grinta e la cattiveria di chi la sfortuna se la vuole mangiare a colazione.

1996 e 1997 vedono crescere ancora di più la sua popolarità. Acclamato ormai come "il Pirata", per via della consueta bandana che indossa, è nel cuore di tutti i tifosi. Nessuno emoziona quanto lui.

Ma ancora una volta la sfortuna si mette in mezzo. Infatti, durante una discesa in una tappa del Giro, un gatto attraversa la strada, Pantani lo centra in pieno e cade. Arriva lo stesso al traguardo, supportato da tutta la squadra, ma si deve ritirare a causa dei problemi fisici derivati dalla caduta.

Si rimette in sella, si massacra di allenamenti e l'anno dopo si presenta al Giro in forma strepitosa. Lo vince polverizzando lo svizzero Alex Zulle, più forte di lui a cronometro. Ma non basta, perché Marco punta anche il Tour, dove trionfa battendo il cronoman tedesco Jan Ullrich.

Poi arriva il drammatico 1999.

Torniamo dunque al discorso di prima.

Nessuno sa cosa sia successo di preciso quella mattinata, ma ad anni di distanza un paio di certezze le abbiamo:

1. il vero valore di ematocrito di Pantani era inferiore al 50%;

2. un giro di scommesse impressionante su quel Giro d'Italia, cosa che può essere facilmente ricollegata a quel controllo-farsa.

Poi il resto della storia è noto a tutti. La depressione, la perdita di molti tifosi, un ritorno alle gare incolore, la cocaina ed infine la morte in solitaria nel giorno di S. Valentino 2004.

Tutto questo ovviamente ha contribuito alla costruzione del "mito", personaggio che con tutto quello che ha passato ha riscosso la simpatia di tutti.

Con questo dove voglio arrivare? A mio avviso il "mito" di Pantani è nato sia dal fatto che per tutta la sua carriera abbia lottato con la sfortuna, sia dal fatto che abbia mostrato cose fantastiche, sia dal fatto che sia morto in una maniera bruttissima.

Ah, per inciso, non è risultato mai positivo ad un controllo antidoping, è stato semplicemente fermato per 15 giorni quella volta a Madonna di Campiglio (peraltro senza poi squalifiche o altro - e questo, ovviamente, fa pensare che sia stato un semplice giochetto per levarlo di mezzo).

Sintetizzando: persino nel caso fosse stato trovato positivo la gente lo avrebbe adorato lo stesso per quello che ha dato al ciclismo.

storia n.2: LANCE ARMSTRONG

Non la farò lunga come con Pantani, sintetizzerò molto il pensiero.

Armstrong è un campione assoluto. Già da dilettante fa capire che tra i pro farà strada. Tra le prime vittorie da professionista si conta anche il Campionato del Mondo di Oslo 1993. Nel 1996 gli viene diagnosticato un cancro ai testicoli. Riuscirà a vincere la sfida tornando in sella e diventando praticamente imbattibile.

La sua reputazione non è delle migliori. Spesso è accusato di doping, tuttavia non viene mai beccato.

Molti dei controlli che gli vengono fatti si svolgono in modalità sospette, così come sono sospette delle "donazioni" monetarie spontanee all'UCI.

E' testimonial di una delle più grandi multinazionali del mondo (Nike) ed è statunitense (oltretutto gli Stati Uniti sono un mercato abbastanza ghiotto per il ciclismo, vista la scarsa popolarità riscontrata da questo sport finora).

Inoltre, avendo sconfitto il cancro, è un modello da seguire, pertanto la sua immagine praticamente non può essere toccata.

Non è uno sportivo amatissimo, sia perché alimenta molti sospetti, sia perché priva il ciclismo dello spettacolo, massacrando gli avversari a cronometro e non concedendo un centimetro in salita.

Morale: risulta un personaggio odiato, che alcuni inchioderebbero anche nel caso dovesse dimostrarsi pulito al 101%.

Nel caso invece dovesse dimostrarsi tutto tranne che pulito verrebbe comunque trovato un modo per farlo passare come innocente. Lui ha sconfitto il cancro, è americano ed è forse il massimo testimonial di una multinazionale dominante come Nike.

storia n.3: IVAN BASSO

Campionissimo, simbolo dell'impegno, del sacrificio e del rispetto del proprio lavoro.

Il suo nome salta fuori durante l'Operacion Puerto. Ivan non viene mai trovato positivo, tuttavia ammette di aver avuto contatti con il dottor Fuentes e collabora con la giustizia sportiva. Si prende 24 mesi di squalifica anziché 21, invece di uno sconto per la collaborazione rincarano la pena. Assurdo.

Torna alle corse e riesce a vincere un Giro. Nonostante la squalifica è il simbolo del ciclismo "pulito". Ha un sito dove 24 ore su 24 è possibile vedere tutti i suoi dati, una specie di grande fratello del suo fisico.

storia n.4: ALBERTO CONTADOR

Anche lui rischia di morire (aneurisma cerebrale) ma poi si riprende e diventa un campionissimo. In pochi lo amano perché è schivo e perché è spagnolo (non tanto perché sia spagnolo quanto perché difeso in maniera ridicola dalla Federazione Spagnola). Ogni volta che salta fuori un'accusa di doping nei suoi confronti è pronta una scusa ai limiti del ridicolo.

storia n.5: RICCARDO RICCO'

Link

storia n.6: BJARNE RIIS

Vincitore del Tour de France 1996. Livello di ematocrito sempre intorno al 56%.

Ha ammesso, nel 2007, di aver fatto uso di EPO dal 1993 al 1998 e di essere pronto a restituire la maglia gialla.

Ovviamente tutta questa farsa è stata ben organizzata dal danese, che ha ammesso ciò solamente una volta passati 10 anni dalla vittoria. Ergo il reato è caduto in prescrizione e a Riis è rimasta la vittoria al Tour.

Finito qua? No, attualmente è direttore sportivo di una delle più importanti squadre di ciclismo e nessuno ha mai pensato di allontanarlo dal mondo delle due ruote.

Anzi, è ammirato e stimato pur essendo losco all'infinito.

Tutto ciò per dire che il ciclismo è un mondo assurdo che vive tra le generalizzazioni in stile "eh ma lì si dopano tutti", le contraddizioni (gente pulita che sconta pene, gente sporca che ha ruoli rilevanti), la voglia di trovare colpevoli a tutti i costi (operazioni di polizia condotte in modi allucinanti) e degli interessi allucinanti (sponsor, federazioni, scommesse).

:faniente:

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' timestamp='1328557958' post='517796']

Ah, per inciso, non è risultato mai positivo ad un controllo antidoping, è stato semplicemente fermato per 15 giorni quella volta a Madonna di Campiglio (peraltro senza poi squalifiche o altro - e questo, ovviamente, fa pensare che sia stato un semplice giochetto per levarlo di mezzo).

Famosa al riguardo la lettera di Vallanzasca alla madre di Pantani: "Hai qualche milione da buttare?... Se si, puntalo sul vincitore del Giro!... Non so chi vincerà... ma sicuramente non sarà Pantani!"

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' timestamp='1328557958' post='517796']

più che altro trovo ridicolo che una squalifica di 2 anni finisca con l'essere "effettiva" solo per 6 mesi.

per quanto riguarda ciclismo&doping il discorso è particolarissimo.

premesso che difficilmente sapremo la verità su certe storie (e soprattutto non pretendo di fare il Lucarelli della situazione), il rapporto ciclismo/doping è qualcosa di veramente assurdo, pieno di contraddizioni, di interessi (sponsor e scommesse in primis) e di connessioni con altri sport (caso Fuentes - limitato al ciclismo ed insabbiato per evitare di far sprofondare per intero il mondo dello sport spagnolo).

per quanto riguarda il discorso martire/goduria per la squalifica provo a sintetizzarti alcune storie tra quelle degli ultimi anni (fermo restando che spesso queste differenze radicali di opinione siano mutuate semplicemente dalla simpatia e dalla storia del corridore piuttosto che da fatti accaduti).

storia n.1: MARCO PANTANI

La storia di Marco Pantani termina il 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio, prima dell'inizio di una tappa del Giro d'Italia che fino a quel momento stava dominando.

Pantani si sottopone al controllo del valore di ematocrito, che non deve superare il 50% (altrimenti sarebbe marmellata e non sangue). La sera prima, allo stesso controllo (ma effettuato dalla sua equipe), il valore risulta 48%, il mattino seguente l'UCI riscontra il 52%: Marco è costretto ad abbandonare la corsa.

Da quel momento comincia un valzer di bugie, di infamate gratuite e di pressioni mediatiche. Non si capisce più nulla, vengono fatte ipotesi di qualsiasi tipo. Ad ogni modo Pantani non viene squalificato ma semplicemente sospeso per 15 giorni, che basteranno a distruggere ed infangare tutta la sua carriera, oltre che, ovviamente, a distruggerlo come persona.

Nel frattempo facciamo un breve riassunto della carriera di questo corridore, arrivato in quel momento al top, amato alla follia da tantissima gente.

Dopo l'esordio nel 1992 nella Carrera riesce nel 1994 ad imporsi in due tappe al Giro d'Italia e si piazza al secondo posto nella classifica generale. Fa letteralmente impazzire i tifosi. In montagna va come un dannato, ci mette l'anima ed è pure "pittoresco".

E' qualcosa che non si vede da parecchio nel ciclismo, dominato ormai dai re delle cronometro come Indurain, ecc...

Nel 1995, mentre prepara il Giro, viene messo sotto da una macchina. Salta la corsa rosa e al tour fatica non poco. Tuttavia ai mondiali riesce a fare bene, strappando un 3° posto dietro ai colossi spagnoli Olano ed Indurain.

L'incidente sembrava superato, forma e morale erano di nuovo al top, ma la se la fortuna stava per riservargli un altro brutto scherzo.

A metà ottobre infatti, durante la Milano-Torino, Pantani viene investito da un SUV che viaggia contromano sul tracciato.

Risultato: gamba sbriciolata e parola "Fine" che si avvicina molto alla parola "carriera".

Ma il Pirata non si arrende e 6 mesi più tardi torna in sella, con la grinta e la cattiveria di chi la sfortuna se la vuole mangiare a colazione.

1996 e 1997 vedono crescere ancora di più la sua popolarità. Acclamato ormai come "il Pirata", per via della consueta bandana che indossa, è nel cuore di tutti i tifosi. Nessuno emoziona quanto lui.

Ma ancora una volta la sfortuna si mette in mezzo. Infatti, durante una discesa in una tappa del Giro, un gatto attraversa la strada, Pantani lo centra in pieno e cade. Arriva lo stesso al traguardo, supportato da tutta la squadra, ma si deve ritirare a causa dei problemi fisici derivati dalla caduta.

Si rimette in sella, si massacra di allenamenti e l'anno dopo si presenta al Giro in forma strepitosa. Lo vince polverizzando lo svizzero Alex Zulle, più forte di lui a cronometro. Ma non basta, perché Marco punta anche il Tour, dove trionfa battendo il cronoman tedesco Jan Ullrich.

Poi arriva il drammatico 1999.

Torniamo dunque al discorso di prima.

Nessuno sa cosa sia successo di preciso quella mattinata, ma ad anni di distanza un paio di certezze le abbiamo:

1. il vero valore di ematocrito di Pantani era inferiore al 50%;

2. un giro di scommesse impressionante su quel Giro d'Italia, cosa che può essere facilmente ricollegata a quel controllo-farsa.

Poi il resto della storia è noto a tutti. La depressione, la perdita di molti tifosi, un ritorno alle gare incolore, la cocaina ed infine la morte in solitaria nel giorno di S. Valentino 2004.

Tutto questo ovviamente ha contribuito alla costruzione del "mito", personaggio che con tutto quello che ha passato ha riscosso la simpatia di tutti.

Con questo dove voglio arrivare? A mio avviso il "mito" di Pantani è nato sia dal fatto che per tutta la sua carriera abbia lottato con la sfortuna, sia dal fatto che abbia mostrato cose fantastiche, sia dal fatto che sia morto in una maniera bruttissima.

Ah, per inciso, non è risultato mai positivo ad un controllo antidoping, è stato semplicemente fermato per 15 giorni quella volta a Madonna di Campiglio (peraltro senza poi squalifiche o altro - e questo, ovviamente, fa pensare che sia stato un semplice giochetto per levarlo di mezzo).

Sintetizzando: persino nel caso fosse stato trovato positivo la gente lo avrebbe adorato lo stesso per quello che ha dato al ciclismo.

storia n.2: LANCE ARMSTRONG

Non la farò lunga come con Pantani, sintetizzerò molto il pensiero.

Armstrong è un campione assoluto. Già da dilettante fa capire che tra i pro farà strada. Tra le prime vittorie da professionista si conta anche il Campionato del Mondo di Oslo 1993. Nel 1996 gli viene diagnosticato un cancro ai testicoli. Riuscirà a vincere la sfida tornando in sella e diventando praticamente imbattibile.

La sua reputazione non è delle migliori. Spesso è accusato di doping, tuttavia non viene mai beccato.

Molti dei controlli che gli vengono fatti si svolgono in modalità sospette, così come sono sospette delle "donazioni" monetarie spontanee all'UCI.

E' testimonial di una delle più grandi multinazionali del mondo (Nike) ed è statunitense (oltretutto gli Stati Uniti sono un mercato abbastanza ghiotto per il ciclismo, vista la scarsa popolarità riscontrata da questo sport finora).

Inoltre, avendo sconfitto il cancro, è un modello da seguire, pertanto la sua immagine praticamente non può essere toccata.

Non è uno sportivo amatissimo, sia perché alimenta molti sospetti, sia perché priva il ciclismo dello spettacolo, massacrando gli avversari a cronometro e non concedendo un centimetro in salita.

Morale: risulta un personaggio odiato, che alcuni inchioderebbero anche nel caso dovesse dimostrarsi pulito al 101%.

Nel caso invece dovesse dimostrarsi tutto tranne che pulito verrebbe comunque trovato un modo per farlo passare come innocente. Lui ha sconfitto il cancro, è americano ed è forse il massimo testimonial di una multinazionale dominante come Nike.

storia n.3: IVAN BASSO

Campionissimo, simbolo dell'impegno, del sacrificio e del rispetto del proprio lavoro.

Il suo nome salta fuori durante l'Operacion Puerto. Ivan non viene mai trovato positivo, tuttavia ammette di aver avuto contatti con il dottor Fuentes e collabora con la giustizia sportiva. Si prende 24 mesi di squalifica anziché 21, invece di uno sconto per la collaborazione rincarano la pena. Assurdo.

Torna alle corse e riesce a vincere un Giro. Nonostante la squalifica è il simbolo del ciclismo "pulito". Ha un sito dove 24 ore su 24 è possibile vedere tutti i suoi dati, una specie di grande fratello del suo fisico.

storia n.4: ALBERTO CONTADOR

Anche lui rischia di morire (aneurisma cerebrale) ma poi si riprende e diventa un campionissimo. In pochi lo amano perché è schivo e perché è spagnolo (non tanto perché sia spagnolo quanto perché difeso in maniera ridicola dalla Federazione Spagnola). Ogni volta che salta fuori un'accusa di doping nei suoi confronti è pronta una scusa ai limiti del ridicolo.

storia n.5: RICCARDO RICCO'

Link

storia n.6: BJARNE RIIS

Vincitore del Tour de France 1996. Livello di ematocrito sempre intorno al 56%.

Ha ammesso, nel 2007, di aver fatto uso di EPO dal 1993 al 1998 e di essere pronto a restituire la maglia gialla.

Ovviamente tutta questa farsa è stata ben organizzata dal danese, che ha ammesso ciò solamente una volta passati 10 anni dalla vittoria. Ergo il reato è caduto in prescrizione e a Riis è rimasta la vittoria al Tour.

Finito qua? No, attualmente è direttore sportivo di una delle più importanti squadre di ciclismo e nessuno ha mai pensato di allontanarlo dal mondo delle due ruote.

Anzi, è ammirato e stimato pur essendo losco all'infinito.

Tutto ciò per dire che il ciclismo è un mondo assurdo che vive tra le generalizzazioni in stile "eh ma lì si dopano tutti", le contraddizioni (gente pulita che sconta pene, gente sporca che ha ruoli rilevanti), la voglia di trovare colpevoli a tutti i costi (operazioni di polizia condotte in modi allucinanti) e degli interessi allucinanti (sponsor, federazioni, scommesse).

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Bel post Max, la vicenda di Pantani è davvero inquietante, a distanza di oltre dieci anni resta una pagina buia della storia sportiva italiana. Alcune vicende le ignoravo completamente (Riis ad esempio) e confermano il fatto che il ciclismo è veramente uno sport controverso e complicato. Certo che anche la vicenda Basso 2%20%2819%29.gif

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' timestamp='1328557958' post='517796']

Tutto ciò per dire che il ciclismo è un mondo assurdo che vive tra le generalizzazioni in stile "eh ma lì si dopano tutti", le contraddizioni (gente pulita che sconta pene, gente sporca che ha ruoli rilevanti), la voglia di trovare colpevoli a tutti i costi (operazioni di polizia condotte in modi allucinanti) e degli interessi allucinanti (sponsor, federazioni, scommesse).

Max, tutto il tuo post sarebbe da stampare, pubblicare, leggere e rileggere ai nipoti, ma soprattutto questo passaggio e il link sulla storia di Riccò sono da 110 e lode! :prego:

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ma infatti umanamente parlando,guardando a casa nostra il povero pantani,sono da compatire queste persone...che poi possa star simpatico o no un corridore per le sue "imprese"ci può stare ma non mi dite che c'è qualcuno pulito...figa simoni ha corso quasi fino a 40anni...e non è un calciatore che è passato da attaccante a mediano eh.

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ma infatti umanamente parlando,guardando a casa nostra il povero pantani,sono da compatire queste persone...che poi possa star simpatico o no un corridore per le sue "imprese"ci può stare ma non mi dite che c'è qualcuno pulito...figa simoni ha corso quasi fino a 40anni...e non è un calciatore che è passato da attaccante a mediano eh.

Simoni ha corso fino a 39 anni ma negli ultimi 3 praticamente andava in retromarcia. l'età non è connessa con il doping, lo sport ci insegna che ci sono tantissime storie di atleti che vanno sopra la soglia dell'età media.

nel ciclismo ovviamente ce ne sono meno, però quelle che ci sono non possono essere bollate preventivamente come storie di doping.

è uno sport di fondo, quindi già "l'età agonistica" è spostata verso l'alto. non vedrai mai gente di 18/20 anni spadroneggiare nel ciclismo come invece succede in altri sport, mentre vedrai che l'età della maturità è attestata intorno ai 30, quando in altri sport a 30 anni se già in fase discendente.

poi obiettivamente gente come Simoni, Noé, Voigt, che è andata ben oltre i 35/36 non ha vinto nemmeno il Giro del proprio giardino :laugh:

anche perché non c'è molta convenienza a doparsi per arrivare 69esimo al Giro d'Italia :prego:

Purtroppo quando mi vien da pensare alla Spagna vincente in fin troppi sport negli ultimi anni penso sempre a male. Maledetto Fuentes...

occhio però a non attribuire tutti i "meriti" al doping. per esempio la Spagna negli ultimi anni ha fatto cose eccellenti negli sport di squadra grazie ad una fantastica programmazione. guarda solo il basket spagnolo quante meraviglie ha sfornato. questo perché in Spagna vengono valorizzati i giovani (Rubio in prima squadra a 15 anni, Fernandez a 16, ecc...), anche dalle leggi sportive (limite stranieri, obbligo di giovani in squadra, ecc...).

quindi a volte è anche merito del movimento sportivo.

certo lo spettro del dr. Fuentes fa paura, anche perché a quanto pare non era l'unico e gli sport coinvolti non sarebbero solo ciclismo (che ha pagato per tutti), tennis, atletica e calcio.

si parla anche di vera e propria farsa delle olimpiadi di Barcellona 1992.

quindi forse non è un caso che il medagliere delle olimpiadi di quel periodo sia il seguente:

1988 Seul: 1 oro, 1 argento, 2 bronzi

1992 Barcellona: 13 ori, 7 argenti, 2 bronzi

1996 Atlanta: 5 ori, 6 argenti, 6 bronzi

:faniente:

ah, giusto, dimenticavo: che fine ha fatto il dr. Fuentes?

qualcuno pensa stia marcendo in galera, altri pensano che stia ancora ricevendo 150 frustate ogni giorno per i crimini commessi, altri ancora lo ipotizzano in aula per mille processi, ecc...

niente di tutto questo.

non solo Eufemiano Fuentes è un cittadino libero, ma è anche MEDICO della squadra di calcio del suo paese che milita in terza divisione spagnola.

fa anche una gran bella vita, perché qualcuno per non fargli aprire bocca sugli altri sport l'ha letteralmente ricoperto di soldi.

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no vabbè max,simoni ha vinto 2 giri eh...e me lo ricordo quando aveva 30 anni,sembrava un treno a vapore in salita...

il fatto è che non ce n'è uno pulito.

a me sinceramente non fa ne caldo ne freddo,in fondo mi spiace perchè è un bello sport.

ci sarà poi l'inculata agli schleck e compagnia bella,perchè nella storia,non esiste uno che avesse vinto tanto senza bombe.

adirittura miguelòn era coinvolto in qualche casino all'epoca.

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' timestamp='1328557958' post='517796']

storia n.2: LANCE ARMSTRONG

Non la farò lunga come con Pantani, sintetizzerò molto il pensiero.

Armstrong è un campione assoluto. Già da dilettante fa capire che tra i pro farà strada. Tra le prime vittorie da professionista si conta anche il Campionato del Mondo di Oslo 1993. Nel 1996 gli viene diagnosticato un cancro ai testicoli. Riuscirà a vincere la sfida tornando in sella e diventando praticamente imbattibile.

La sua reputazione non è delle migliori. Spesso è accusato di doping, tuttavia non viene mai beccato.

Molti dei controlli che gli vengono fatti si svolgono in modalità sospette, così come sono sospette delle "donazioni" monetarie spontanee all'UCI.

E' testimonial di una delle più grandi multinazionali del mondo (Nike) ed è statunitense (oltretutto gli Stati Uniti sono un mercato abbastanza ghiotto per il ciclismo, vista la scarsa popolarità riscontrata da questo sport finora).

Inoltre, avendo sconfitto il cancro, è un modello da seguire, pertanto la sua immagine praticamente non può essere toccata.

Non è uno sportivo amatissimo, sia perché alimenta molti sospetti, sia perché priva il ciclismo dello spettacolo, massacrando gli avversari a cronometro e non concedendo un centimetro in salita.

Morale: risulta un personaggio odiato, che alcuni inchioderebbero anche nel caso dovesse dimostrarsi pulito al 101%.

Nel caso invece dovesse dimostrarsi tutto tranne che pulito verrebbe comunque trovato un modo per farlo passare come innocente. Lui ha sconfitto il cancro, è americano ed è forse il massimo testimonial di una multinazionale dominante come Nike.

Inoltre sul caso Armstrong ci sono anche le confessioni di due suoi compagni di squadra all'epoca alla US Postal, che dichiarano la vicinanza di Lance ad un medico accusato di frode sportiva e doping. Per non parlare poi dell'oscura amicizia del Texano con l'allora presidente G.W.Bush. Non tanto in quanto amico di un presidente americano ma in quanto amico di un personaggio di spicco della massoneria americana :ph34r:

Beh l'ultimo è un pensiero mio da buon comunista 2%20%285%29.gif

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no vabbè max,simoni ha vinto 2 giri eh...e me lo ricordo quando aveva 30 anni,sembrava un treno a vapore in salita...

il fatto è che non ce n'è uno pulito.

a me sinceramente non fa ne caldo ne freddo,in fondo mi spiace perchè è un bello sport.

sì, ma li ha vinti rispettivamente a 30 e 32 anni, non a 40.

che poi fosse sporco quanto le fogne di Calcutta è un altro discorso, non correlato con il fatto che sia arrivato a correre fino a 39 anni.

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geniale sentenza senza senso :prego:

in pratica gli hanno tolto il terzo posto al tour de france 2005, una tappa al Giro 2006 e una tappa al Giro di Svizzera dello stesso anno.

per inciso, questo sanno che è dopato almeno dal 2000 (se non addirittura dal 1996), ma non intervengono per non ledere l'immagine di Deutsche Telekom (prima) e T-Mobile (dopo).

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per inciso, questo sanno che è dopato almeno dal 2000 (se non addirittura dal 1996), ma non intervengono per non ledere l'immagine di Deutsche Telekom (prima) e T-Mobile (dopo).

si vedeva che era dopato dal fatto che non si alzava sui pedali neanche per togliersi le mutande dal culo

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si vedeva che era dopato dal fatto che non si alzava sui pedali neanche per togliersi le mutande dal culo

beh oddio, quella in realtà è tecnica.

pedalare sempre seduto significa avere un dispendio energetico nettamente inferiore rispetto a chi si alza sui pedali.

certo così facendo non puoi scattare, puoi al massimo allungare, ma infatti Ullrich in montagna non ha praticamente mai effettuato scatti, solo questi micidiali allunghi portati con frequenza di pedalata molto alta (Armstrong correva in maniera simile).

la cosa sospetta era che riuscisse sempre a stare dietro a tutti, ogni giorno, senza far fatica (oltre poi a rifilargli grandi minuti nelle cronometro).

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