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Suffragio universale. È poi così giusto?


holden

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E va bene l'ironia, l'autoironia e tutto quel cazzo che volete, tutto! Ma sui calzini con i sandali si è superato il limite.

Il sandalo è semplicemente una scarpa estiva più intelligente delle altre e, come tale, va evidentemente usato col calzino che, comunque, fa sempre molto ricercatorone.

Inoltre, vorrei inserire nella lista tutti coloro i quali non hanno prima verificato che i vincoli posti per gli attuali votantes lasciano perfettamente compatibili gli attuali votati.

Infine, almeno una pausa di un giro la darei a tutti gli autori che sentono la necessità di "introdurre" i propri libri.

Che teneri, addolciti dal tempo che passa!

Edited by gilbertstrang
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In Campania sta letteralmente per sperma, più colloquialmente sta ad indicare faccia tosta (Es. "Che sfaccimm!" ). Per altre fonti o un uso più dettagliato qui.

Esatto. Inoltre "sfaccimma" e "spaccimma" son due varianti, possono essere entrambe usate senza esser biasimati da un qualsivoglia grammar-nazi partenopeo.

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Infine, almeno una pausa di un giro la darei a tutti gli autori che sentono la necessità di "introdurre" i propri libri.

Che teneri, addolciti dal tempo che passa!

ogni riferimento è puramente casuale...

ho pure fatto risorgere il dea - oltre a me medesimo autointroducentepermancanzadivolenterosointruder.

(ma almeno, introduzione a parte, hai trovato spunti interessanti?).

(pensa che l'introduzione l'ho aggiunta perché mi sembrava troppo frusto...).

Edited by holden
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ogni riferimento è puramente casuale...

ho pure fatto risorgere il dea - oltre a me medesimo autointroducentepermancanzadivolenterosointruder.

(ma almeno, introduzione a parte, hai trovato spunti interessanti?).

(pensa che l'introduzione l'ho aggiunta perché mi sembrava troppo frusto...).

Sinceramente, prima di questo tuo commento avevo letto solo l'introduzione e le prime 3-4.

Fino a lì e prescindendo da quello che spiega l'introduzione, mi ero fatto l'idea che la principale fonte d'ispirazione fosse una turbolenza esistenziale, con l'odore di piccolo mondo borghese ingioellato che inizia a mostrare le prime crepe, odore di radon direbbe quel ciarlatano di Giuliani per rimanere nella metafora del titolo.

In fondo, mi ero fatto il classico filmino meta-gossip.

Ma da autore di post che sa il fatto suo, quale evidentemente tu sei, con le righe che quoto mi hai punto nell'orgoglio e testé acquisterò il pdf...

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Beh, il mio amico non è un idiota...

Quindi noi donne siamo idiote che d'estate usiamo i sandali senza calzini :ventre:

Ma io non conosco il tuo amico e non mi sognerei di dare lui dell'idiota. Ciononostante usare i sandali senza calzino in estate rimane da idioti.

Giacchè hai tirato fuori l'argomento, confermo che i piedi delle donne in estate siano da tenere alla giusta distanza, quasi quanto le loro ovaie e per lo stesso motivo. A meno che non siano piacevolmente innaffiati da acqua di mare...

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Ma io non conosco il tuo amico e non mi sognerei di dare lui dell'idiota. Ciononostante usare i sandali senza calzino in estate rimane da idioti.

Giacchè hai tirato fuori l'argomento, confermo che i piedi delle donne in estate siano da tenere alla giusta distanza, quasi quanto le loro ovaie e per lo stesso motivo. A meno che non siano piacevolmente innaffiati da acqua di mare...

Ahahahah..che schizzinoso!!!!

.... a noi donne l'estate piace anche e soprattutto perchè possiamo sfoggiare i nostri innumerevoli sandali :D

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Sinceramente, prima di questo tuo commento avevo letto solo l'introduzione e le prime 3-4.

Fino a lì e prescindendo da quello che spiega l'introduzione, mi ero fatto l'idea che la principale fonte d'ispirazione fosse una turbolenza esistenziale, con l'odore di piccolo mondo borghese ingioellato che inizia a mostrare le prime crepe, odore di radon direbbe quel ciarlatano di Giuliani per rimanere nella metafora del titolo.

In fondo, mi ero fatto il classico filmino meta-gossip.

Ma da autore di post che sa il fatto suo, quale evidentemente tu sei, con le righe che quoto mi hai punto nell'orgoglio e testé acquisterò il pdf...

è in lettura gratuita. non acquistarlo.

(un tuo parere nudo e crudo mi farebbe piacere).

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è in lettura gratuita. non acquistarlo.

(un tuo parere nudo e crudo mi farebbe piacere).

Se vuoi un solo parere nudo e crudo devo dire che, nella frazione che ho letto e su cui ho riflettuto, mi sembra proprio un bel lavoro, semplice e pulito, qualche volta ovvio ma assolutamente non banale.

D'altronde, sperando che possa servirti, provo ad aggiungere qualche parola in più.

Il tempo che ho (avuto) è poco mi lancio in qualche considerazione piuttosto libera e priva di struttura coerente e unitaria.

Qualche pezzo meno circostanziato (appunti generali presi mentre leggevo: probabilmente se questa dovesse diventare una recensione molti di questi finirebbero cassati; prendili come un work in progress del lettore, non del recensore!)

Esiste un incanutimento inquadrabile nell'intera sequenza di poesie?

Un libro di poesie, ancor di più se associate ad immagini scelte e, presumo, scattate dallo stesso autore voglio paragonarlo ad una successione, a differenza di un romanzo che può esser visto come una funzione in uno spazio compatto.

Ancor più se le poesie sono state scritte nello stesso momento e non sono una raccolta frutto di idee affiorate nei decenni.

In una struttura del genere, più complicata, la natura del messaggio si ha nell'idea di comportamento al limite che suggeriscono, non nella completezza propria dei caratteri e delle parole e della continuità delle vicende hce in quello spazio si spiegano.

Al di là di aspetti legati alla quantità di se stesso messa a nudo in un libro di poesie, maggiore di quella di un romanzo, le poesie danno nella loro sequenza un senso di ritmo, di scosse e qui ritorna il concetto di successione.

E' molto più arduo trasmettere attraverso la successione, interrotta ma che si suggerisce infinita, asintotica, l'idea. Forse si trasmette il singulto, ma è un percorso ad ostacoli per il lettore, non è un video dall'elicottero.

Il viaggio, però, non mi torna. Perchè il viaggio raccontato con lo stesso ritmo, attraverso la pulsazione?

Vuole trasmettere maggior fisicità nelle emozioni?

Se è così, perdona la tautologia, le parole non riescono a mascherarlo.

Continua a ronzarmi nella testa l'idea che la seconda parte sia un espediente non della penna ma della psiche.

Ma ho letto ancora pochi pezzi.

Qualche pezzo più circostanziato (mi perdoni Feynman da lassù per aver preso indebitamente spunto dal titolo dei suoi celebri "pezzi"...)

La citazione di Godot è più che ovvia, quasi banale perchè abusata.

Però in quel punto è efficace: forse trasmette la banalità della speranza o dell'assenza del tragico?

E, comunque, la stessa banalità decritta (decrpta?) per me un'ansia legata ai tentativi di procreazione della coppia.

La foto mi sembra voglia evocare l'immagine delle ecografie pre natali che ne hanno tutti i non ancora genitori.

Ottima scelta di alcuni termini chiave che non potevano essere selezionati meglio: superstizione,

Mi è piaciuta la figura retorica (non saprei darle un nome) de "Il mare di primavera" quando usi la locuzione "spogli d'estate" per rendere ambiguità tra il paradosso del complemento di tempo e il senso compiuto del complemento di specificazione. Il resto della poesia non mi ha particolarmente sollecitato.

Notevole l'idea fotografica del campo santo (tutti con un dolore da portar via?)

Molto semplice e diretta Generazione-X?, colpisce bene nel segno anche se dopo le prime tre strofe la conclusione è telefonata.

Ancora una volta, ottima la scelta dell'immagine, e per il simbolo evocativo della quasi salute in cui viviamo, e per l'accostamento di geometrie con la torre del castello.

Idiosincrasie è meritevole il brano ma la foto è inadeguata, troppo violenta rispetto alla morbidezza del testo. Più da shock anafilattico che da idiosincrasia...

Red zone mi sembra un tentativo di mettere in ridicolo un mini cataclisma interiore, del tipo di una sbandata per una diciottenne direi :D

Ma il tutto è solo condizionato dalla scelta della foto, con quell'errore ortografico ridicolo, quasi comico nel suo riecheggiare romanesco, messo a contrastare con la serietà del pericolo e la concretezza del messaggio.

Mi piace pensare che sia voluto un certo gioco di ambiguità nel refrain che dà titolo alla prima parte, ambiguità tra sostantivo plurale e terza persona dell'imperativo a rappresentare l'equilibrio precario del dopo scossa.

Terremoto/1 mi comunica l'idea di una placenta rotta, mi dà l'idea della volontà di trasmettere di un messaggio specifico e non universale.

L'immagine infatti è intima e personale, familiare direi.

Terremoto/2 è un'ottima idea. Sarebbe un bel testo declamato da Max Collini e arrangiato da Enrico Fontanelli.

Pochi gradi dalla fine

Io la percepisco come sovradimensionata rispetto a ciò che è accaduto. Manifesta un gran fifa, altroché.

In ciò non intendendo ridicolizzare il trauma che sicuramente avete vissuto, ma sospettando che ci sia la necessità interiore di manifestare platealmente ciò che pulsa all'interno un po' forzandone l'occasione.

Rimanendo ad un piano più oggettivo, quel contenuto mi stimola di più il senso di critica che quello di solidarietà: forse è proprio la colpa di chi è "lontano" ciò che vorrebbe denunciare la poesia? Le tre guglie sono obiettivamente poca roba (per giustificare una tale persistenza dell'emozione), ma l'immagine nello specchio che rimane a colori mi sembra una chiara denuncia all'intrusione curiosa delle telecamere... Avrei bisogno di pensarci un po' di più.

Edited by gilbertstrang
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Se vuoi un solo parere nudo e crudo devo dire che, nella frazione che ho letto e su cui ho riflettuto, mi sembra proprio un bel lavoro, semplice e pulito, qualche volta ovvio ma assolutamente non banale. D'altronde, sperando che possa servirti, provo ad aggiungere qualche parola in più. Il tempo che ho (avuto) è poco mi lancio in qualche considerazione piuttosto libera e priva di struttura coerente e unitaria. Qualche pezzo meno circostanziato (appunti generali presi mentre leggevo: probabilmente se questa dovesse diventare una recensione molti di questi finirebbero cassati; prendili come un work in progress del lettore, non del recensore!) Esiste un incanutimento inquadrabile nell'intera sequenza di poesie? Un libro di poesie, ancor di più se associate ad immagini scelte e, presumo, scattate dallo stesso autore voglio paragonarlo ad una successione, a differenza di un romanzo che può esser visto come una funzione in uno spazio compatto. Ancor più se le poesie sono state scritte nello stesso momento e non sono una raccolta frutto di idee affiorate nei decenni. In una struttura del genere, più complicata, la natura del messaggio si ha nell'idea di comportamento al limite che suggeriscono, non nella completezza propria dei caratteri e delle parole e della continuità delle vicende hce in quello spazio si spiegano. Al di là di aspetti legati alla quantità di se stesso messa a nudo in un libro di poesie, maggiore di quella di un romanzo, le poesie danno nella loro sequenza un senso di ritmo, di scosse e qui ritorna il concetto di successione. E' molto più arduo trasmettere attraverso la successione, interrotta ma che si suggerisce infinita, asintotica, l'idea. Forse si trasmette il singulto, ma è un percorso ad ostacoli per il lettore, non è un video dall'elicottero. Il viaggio, però, non mi torna. Perchè il viaggio raccontato con lo stesso ritmo, attraverso la pulsazione? Vuole trasmettere maggior fisicità nelle emozioni? Se è così, perdona la tautologia, le parole non riescono a mascherarlo. Continua a ronzarmi nella testa l'idea che la seconda parte sia un espediente non della penna ma della psiche. Ma ho letto ancora pochi pezzi. Qualche pezzo più circostanziato (mi perdoni Feynman da lassù per aver preso indebitamente spunto dal titolo dei suoi celebri "pezzi"...) La citazione di Godot è più che ovvia, quasi banale perchè abusata. Però in quel punto è efficace: forse trasmette la banalità della speranza o dell'assenza del tragico? E, comunque, la stessa banalità decritta (decrpta?) per me un'ansia legata ai tentativi di procreazione della coppia. La foto mi sembra voglia evocare l'immagine delle ecografie pre natali che ne hanno tutti i non ancora genitori. Ottima scelta di alcuni termini chiave che non potevano essere selezionati meglio: superstizione, Mi è piaciuta la figura retorica (non saprei darle un nome) de "Il mare di primavera" quando usi la locuzione "spogli d'estate" per rendere ambiguità tra il paradosso del complemento di tempo e il senso compiuto del complemento di specificazione. Il resto della poesia non mi ha particolarmente sollecitato. Notevole l'idea fotografica del campo santo (tutti con un dolore da portar via?) Molto semplice e diretta Generazione-X?, colpisce bene nel segno anche se dopo le prime tre strofe la conclusione è telefonata. Ancora una volta, ottima la scelta dell'immagine, e per il simbolo evocativo della quasi salute in cui viviamo, e per l'accostamento di geometrie con la torre del castello. Idiosincrasie è meritevole il brano ma la foto è inadeguata, troppo violenta rispetto alla morbidezza del testo. Più da shock anafilattico che da idiosincrasia... Red zone mi sembra un tentativo di mettere in ridicolo un mini cataclisma interiore, del tipo di una sbandata per una diciottenne direi :D Ma il tutto è solo condizionato dalla scelta della foto, con quell'errore ortografico ridicolo, quasi comico nel suo riecheggiare romanesco, messo a contrastare con la serietà del pericolo e la concretezza del messaggio. Mi piace pensare che sia voluto un certo gioco di ambiguità nel refrain che dà titolo alla prima parte, ambiguità tra sostantivo plurale e terza persona dell'imperativo a rappresentare l'equilibrio precario del dopo scossa. Terremoto/1 mi comunica l'idea di una placenta rotta, mi dà l'idea della volontà di trasmettere di un messaggio specifico e non universale. L'immagine infatti è intima e personale, familiare direi. Terremoto/2 è un'ottima idea. Sarebbe un bel testo declamato da Max Collini e arrangiato da Enrico Fontanelli. Pochi gradi dalla fine Io la percepisco come sovradimensionata rispetto a ciò che è accaduto. Manifesta un gran fifa, altroché. In ciò non intendendo ridicolizzare il trauma che sicuramente avete vissuto, ma sospettando che ci sia la necessità interiore di manifestare platealmente ciò che pulsa all'interno un po' forzandone l'occasione. Rimanendo ad un piano più oggettivo, quel contenuto mi stimola di più il senso di critica che quello di solidarietà: forse è proprio la colpa di chi è "lontano" ciò che vorrebbe denunciare la poesia? Le tre guglie sono obiettivamente poca roba (per giustificare una tale persistenza dell'emozione), ma l'immagine nello specchio che rimane a colori mi sembra una chiara denuncia all'intrusione curiosa delle telecamere... Avrei bisogno di pensarci un po' di più.

wow, che recensione circostanziata! grazie, anzitutto per averci riflettuto. finora ho sentito pareri di colleghi umanisti e amici, i quali (pareri) andavano dal piuttosto al decisamente entusiasti - forse per colpa della "fifa" o incanutimento esistenziale indotto...

alcune precisazioni disordinate, ma di metodo - il merito delle tue riflessioni dipendendo anche dal gusto, dalla tua sensibilità.

gli scatti sono tutti miei, tranne quello di "idiosincrasie" - "postprodotto" però da me - che mi ritrae di spalle con maglietta radioheaddiana (accostamento non voluto, casuale ) mentre fotografo.

gli accostamenti scatti-scritti, come ho riportato nell'autointroduzione (necessaria appunto per precisare questo aspetto) non sono sempre autoevidenti (anche al sottoscritto), ma anche irriflessi, istintivi, emotivi... ancora in fase di assestarsi. in breve, il rapporto foto-testo è di natura prismatica, polimorfa, quindi non sempre scontata - per questo dico che potrebbe anche essere un "passatempo" trovare relazioni, pure soggettive.

Godot: anche a me pareva banale, ma era l'unico modo "universalmente" conosciuto - e secondo me efficace - per veicolare una sensazione/speranza.

il viaggio: essendo contemporaneo al sisma e iniziato il giorno della seconda tremenda scossa [quella del 29 maggio, più lontana geograficamente da casa mia (la prima del 20 maggio era a 5 km dal mio lettuccio), ma più devastante negli effetti], risente degli umori e dei tremori (leggi stile) della prima parte. è un continuum, anche se la cornice è affatto diversa.di certo è stato parzialmente liberatorio.

hai colto perfettamente l'accostamento in "mare di primavera".

le 3 guglie cadute, per poca cosa che siano, volevano tradurre il senso dell'abbandono anche religioso (trinità, virtù teologali...).

pochi gradi dalla fine:non so se risulti sovradimensionata, forse risente della "fifa" oggettiva che essendo ancora palpabile non permette quella necessaria lontananza emotiva per traSdurre il senso della perdita delle certezze/superstizioni - da noi, diceva luogo comune, non potevano verificarsi terremoti di quella entità, grazie alla conformazione geologica particolare (sabbia, anche nei cervelli).

il fastidio per l'aspetto mediatico, che iperrealizza (e quindi annulla l'evento) mi fa piacere sia stato colto. credevo non emergesse abbastanza, perché il riferimento diretto, nei testi, è minimo.

penso che uno (o forse l'unico) dei "punti di forza" del libro sia l'eterogeneità delle forme letterarie (poesia, prosa, aforisma, prosimetro, microsaggio,parodia, paranoia...) e anche dei toni linguistici (cfr. ad es. Goldrake e Pochi gradi dalla fine), perché lo rende snello alla lettura e non serioso - nonostante le tematiche talvolta un po' plumbee.

mi irrita poi il fatto che, se letto in uno schermo eccessivamente grande - tipo il mio da 21,5 pollici -, le foto risultano pixelate - per via del necessario ridimensionamento richiesto dal sito. in questo senso, il cartaceo è decisamente meglio - a parte il costo, in gran parte imposto dal gruppo l'Espresso.

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Se vuoi un solo parere nudo e crudo devo dire che, nella frazione che ho letto e su cui ho riflettuto, mi sembra proprio un bel lavoro, semplice e pulito, qualche volta ovvio ma assolutamente non banale.

D'altronde, sperando che possa servirti, provo ad aggiungere qualche parola in più.

Il tempo che ho (avuto) è poco mi lancio in qualche considerazione piuttosto libera e priva di struttura coerente e unitaria.

Qualche pezzo meno circostanziato (appunti generali presi mentre leggevo: probabilmente se questa dovesse diventare una recensione molti di questi finirebbero cassati; prendili come un work in progress del lettore, non del recensore!)

Esiste un incanutimento inquadrabile nell'intera sequenza di poesie?

Un libro di poesie, ancor di più se associate ad immagini scelte e, presumo, scattate dallo stesso autore voglio paragonarlo ad una successione, a differenza di un romanzo che può esser visto come una funzione in uno spazio compatto.

Ancor più se le poesie sono state scritte nello stesso momento e non sono una raccolta frutto di idee affiorate nei decenni.

In una struttura del genere, più complicata, la natura del messaggio si ha nell'idea di comportamento al limite che suggeriscono, non nella completezza propria dei caratteri e delle parole e della continuità delle vicende hce in quello spazio si spiegano.

Al di là di aspetti legati alla quantità di se stesso messa a nudo in un libro di poesie, maggiore di quella di un romanzo, le poesie danno nella loro sequenza un senso di ritmo, di scosse e qui ritorna il concetto di successione.

E' molto più arduo trasmettere attraverso la successione, interrotta ma che si suggerisce infinita, asintotica, l'idea. Forse si trasmette il singulto, ma è un percorso ad ostacoli per il lettore, non è un video dall'elicottero.

Il viaggio, però, non mi torna. Perchè il viaggio raccontato con lo stesso ritmo, attraverso la pulsazione?

Vuole trasmettere maggior fisicità nelle emozioni?

Se è così, perdona la tautologia, le parole non riescono a mascherarlo.

Continua a ronzarmi nella testa l'idea che la seconda parte sia un espediente non della penna ma della psiche.

Ma ho letto ancora pochi pezzi.

Qualche pezzo più circostanziato (mi perdoni Feynman da lassù per aver preso indebitamente spunto dal titolo dei suoi celebri "pezzi"...)

La citazione di Godot è più che ovvia, quasi banale perchè abusata.

Però in quel punto è efficace: forse trasmette la banalità della speranza o dell'assenza del tragico?

E, comunque, la stessa banalità decritta (decrpta?) per me un'ansia legata ai tentativi di procreazione della coppia.

La foto mi sembra voglia evocare l'immagine delle ecografie pre natali che ne hanno tutti i non ancora genitori.

Ottima scelta di alcuni termini chiave che non potevano essere selezionati meglio: superstizione,

Mi è piaciuta la figura retorica (non saprei darle un nome) de "Il mare di primavera" quando usi la locuzione "spogli d'estate" per rendere ambiguità tra il paradosso del complemento di tempo e il senso compiuto del complemento di specificazione. Il resto della poesia non mi ha particolarmente sollecitato.

Notevole l'idea fotografica del campo santo (tutti con un dolore da portar via?)

Molto semplice e diretta Generazione-X?, colpisce bene nel segno anche se dopo le prime tre strofe la conclusione è telefonata.

Ancora una volta, ottima la scelta dell'immagine, e per il simbolo evocativo della quasi salute in cui viviamo, e per l'accostamento di geometrie con la torre del castello.

Idiosincrasie è meritevole il brano ma la foto è inadeguata, troppo violenta rispetto alla morbidezza del testo. Più da shock anafilattico che da idiosincrasia...

Red zone mi sembra un tentativo di mettere in ridicolo un mini cataclisma interiore, del tipo di una sbandata per una diciottenne direi :D

Ma il tutto è solo condizionato dalla scelta della foto, con quell'errore ortografico ridicolo, quasi comico nel suo riecheggiare romanesco, messo a contrastare con la serietà del pericolo e la concretezza del messaggio.

Mi piace pensare che sia voluto un certo gioco di ambiguità nel refrain che dà titolo alla prima parte, ambiguità tra sostantivo plurale e terza persona dell'imperativo a rappresentare l'equilibrio precario del dopo scossa.

Terremoto/1 mi comunica l'idea di una placenta rotta, mi dà l'idea della volontà di trasmettere di un messaggio specifico e non universale.

L'immagine infatti è intima e personale, familiare direi.

Terremoto/2 è un'ottima idea. Sarebbe un bel testo declamato da Max Collini e arrangiato da Enrico Fontanelli.

Pochi gradi dalla fine

Io la percepisco come sovradimensionata rispetto a ciò che è accaduto. Manifesta un gran fifa, altroché.

In ciò non intendendo ridicolizzare il trauma che sicuramente avete vissuto, ma sospettando che ci sia la necessità interiore di manifestare platealmente ciò che pulsa all'interno un po' forzandone l'occasione.

Rimanendo ad un piano più oggettivo, quel contenuto mi stimola di più il senso di critica che quello di solidarietà: forse è proprio la colpa di chi è "lontano" ciò che vorrebbe denunciare la poesia? Le tre guglie sono obiettivamente poca roba (per giustificare una tale persistenza dell'emozione), ma l'immagine nello specchio che rimane a colori mi sembra una chiara denuncia all'intrusione curiosa delle telecamere... Avrei bisogno di pensarci un po' di più.

wow, che recensione circostanziata! grazie, anzitutto per averci riflettuto. finora ho sentito pareri di colleghi umanisti e amici, i quali (pareri) andavano dal piuttosto al decisamente entusiasti - forse per colpa della "fifa" o incanutimento esistenziale indotto...

alcune precisazioni disordinate, ma di metodo - il merito delle tue riflessioni dipendendo anche dal gusto, dalla tua sensibilità.

gli scatti sono tutti miei, tranne quello di "idiosincrasie" - "postprodotto" però da me - che mi ritrae di spalle con maglietta radioheaddiana (accostamento non voluto, casuale ) mentre fotografo.

gli accostamenti scatti-scritti, come ho riportato nell'autointroduzione (necessaria appunto per precisare questo aspetto) non sono sempre autoevidenti (anche al sottoscritto), ma anche irriflessi, istintivi, emotivi... ancora in fase di assestarsi. in breve, il rapporto foto-testo è di natura prismatica, polimorfa, quindi non sempre scontata - per questo dico che potrebbe anche essere un "passatempo" trovare relazioni, pure soggettive.

Godot: anche a me pareva banale, ma era l'unico modo "universalmente" conosciuto - e secondo me efficace - per veicolare una sensazione/speranza.

il viaggio: essendo contemporaneo al sisma e iniziato il giorno della seconda tremenda scossa [quella del 29 maggio, più lontana geograficamente da casa mia (la prima del 20 maggio era a 5 km dal mio lettuccio), ma più devastante negli effetti], risente degli umori e dei tremori (leggi stile) della prima parte. è un continuum, anche se la cornice è affatto diversa.di certo è stato parzialmente liberatorio.

hai colto perfettamente l'accostamento in "mare di primavera".

le 3 guglie cadute, per poca cosa che siano, volevano tradurre il senso dell'abbandono anche religioso (trinità, virtù teologali...).

pochi gradi dalla fine:non so se risulti sovradimensionata, forse risente della "fifa" oggettiva che essendo ancora palpabile non permette quella necessaria lontananza emotiva per traSdurre il senso della perdita delle certezze/superstizioni - da noi, diceva luogo comune, non potevano verificarsi terremoti di quella entità, grazie alla conformazione geologica particolare (sabbia, anche nei cervelli).

il fastidio per l'aspetto mediatico, che iperrealizza (e quindi annulla l'evento) mi fa piacere sia stato colto. credevo non emergesse abbastanza, perché il riferimento diretto, nei testi, è minimo.

penso che uno (o forse l'unico) dei "punti di forza" del libro sia l'eterogeneità delle forme letterarie (poesia, prosa, aforisma, prosimetro, microsaggio,parodia, paranoia...) e anche dei toni linguistici (cfr. ad es. Goldrake e Pochi gradi dalla fine), perché lo rende snello alla lettura e non serioso - nonostante le tematiche talvolta un po' plumbee.

il punto debole, è che se letto in uno schermo eccessivamente grande, le foto risultano pixelate - per via del necessario ridimensionamento richiesto dal sito. in questo senso, il libro è decisamente meglio - a parte il costo.

mi fate un bignamino?

comunque, stando a quanto affermato da spinningplate all'inizio di questa pagina, io avrei perso il diritto di voto per due dei tre punti da lui elencati.

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