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A Moon Shaped Pool


Lacatus

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10 minutes ago, @li said:

Sarà ma mi pare che nei primi mesi tanti brancolassero tra il divorce album e altre teorie strampalate mentre ora vedo che l'elemento dell'autoriflessione (che io ho supportato dall'inizio) sta trovando consensi.

credevo parlassi a livello musicale

Io i testi di thom penso di non averli mai letti:D

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  • 2 weeks later...

Il tema del passare del tempo, della memoria umana e artistica oramai parrebbe quello centrale del disco...

 

La triste notizia recente non fa che dare credito a questa ipotesi, cosi come la morte del padre di Nigel durante le sessions..

E' cosi Shaped Pool ha finito per essere una riflessione sulla vita, la morte, sia fisica che artistica. Il che potrebbe anche spiegare il disco disomogeneo e l'inserimento di tante vecchie fan favourites.

Ma parrebbe un disco non rassegnato, ma direi consapevole, da qui il suo tono perlaceo e quasi onirico. 

 

 

ps. Non che i Radiohead siano morti artisticamente, ma probabilmente era quella l'idea. 

 

 

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Era quella l'idea di chi il disco non l'ha capito. Che sia questa terribile notizia a farlo vedere sotto altra luce è veramente triste perché la forza devastante del primo ascolto addirittura "disturbante" di Daydreaming io ce l'ho ancora ben presente.

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Io dal mio l'ho visto spesso come disco senile, ma non lo intendevo negativamente. 

Era e rimane per me un disco nato vecchio, ma nel senso proprio di Radiohead che mettono in musica una nuova fase della loro vita (so' vecchi. E gli capitano cose da vecchi).

In questo senso hanno fatto forse una doppia riflessione sulla memoria umana e l'hanno legata a quella artistica, mettendosi in pace con se stessi e accentandosi per quello che sono - recuperando i vecchi brani, mettendone insieme altri più o meno affini ecc. 

Su pitchfork devo ammettere che la misero già benissimo dicendo: Dopo anni passati a spiazzarci in ogni modo, finalmente i Radiohead ci lasciano entrare nel loro mondo nella maniera più semplice e diretta. 

 

Poi è ovvio che ogni fan viva questa cosa a modo suo (a seconda dei suoi gusti ma anche dell'età..) e ci sarà sempre chi si interfaccia meglio con altro (io). Ma il fatto di poter avere una linea di continuità in un lavoro cosi disomogeno fa comunque piacere (nel dispiacere di sapere come sia funerea questa linea di continuità). 

 

Poi, magari sono pippe eh. 

 

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pippe o nn pippe io sono mesi che dico che siete stati troppo occupati a smembrare questo disco per vedere dove c'erano "falle" nella tracklist, per vedere dove nn era innovativo, per vedere quanti pezzi "davvero nuovi" c'erano e vi siete "persi" quello che il disco voleva comunicare (la riflessione sulla vita, la disperazione rassegnata e molti altri significati davvero tanto profondi). Decks Dark, anche, che per molti motivi ha segnato, per quanto mi riguarda, questo 2016 dice moltissimo.

Pero' adesso tutti questi discorsi hanno senso fino a un certo punto. Il mio pensiero e' a Thom e soprattutto ai due ragazzini di 12 e 15 anni che dovranno affrontare una cosa troppo grande anche per un adulto (this goes beyond me, beyond you....). Mi dispiace davvero tantissimo :( 

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27 minutes ago, @li said:

Era quella l'idea di chi il disco non l'ha capito. Che sia questa terribile notizia a farlo vedere sotto altra luce è veramente triste perché la forza devastante del primo ascolto addirittura "disturbante" di Daydreaming io ce l'ho ancora ben presente.

Io Daydreaming e True Love Waits le ho viste sempre sotto quella luce, fin dal primo ascolto e infatti le ho sempre evitate, perché mi lasciavano sgomento: non riuscivo ad accettare il fatto che Thom, dal nulla, fosse cascato in un mood luttuoso. Ora lo accetto, perché quel nulla era in realtà qualcosa, qualcosa di molto serio ed effettivamente luttuoso: la malattia di Rachel.
Le ho riascoltate entrambe, di fila, in macchina, con la pioggia (e, ironia, lo scirocco che soffiava sui rami con le ultime foglie gialle e marron), provando sollievo.
Thom ha lanciato un messaggio di umanità incredibile.

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10 minutes ago, @li said:

pippe o nn pippe io sono mesi che dico che siete stati troppo occupati a smembrare questo disco per vedere dove c'erano "falle" nella tracklist, per vedere dove nn era innovativo, per vedere quanti pezzi "davvero nuovi" c'erano e vi siete "persi" quello che il disco voleva comunicare (la riflessione sulla vita, la disperazione rassegnata e molti altri significati davvero tanto profondi). Decks Dark, anche, che per molti motivi ha segnato, per quanto mi riguarda, questo 2016 dice moltissimo.

eh scusami @li, ognuno ascolta i dischi a suo modo eh, mica ci vuole na patente. 

E pensare che ci sia un modo giusto e uno sbagliato un po' mi fa specie, è una questione di cosa si cerca in un disco, mica di avere ragione dai. 

A me fa piacere che ci sia un possibile fil rouge in AMSP, perchè di solito li cerco nei dischi, però questo non toglie che mi tengo certe riserve musicali e concettuali.

Posto che io sto disco non l'ho mai stroncato, l'ho ritenuto buono fin dall'inizio, pur non pensando sia un capolavoro assoluto e pur pensando che abbia dei difetti.  

Non vedo perchè non dovrei dirlo, se penso che sia "solo" un buon/ottimo disco. 

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nn è che ci sia un modo giusto e uno sbagliato e nn voglio certo insegnare niente a nessuno.

io ho generalmente ancora molta "fiducia" sulle scelte di questa band e sono ancora certa che le decisioni (anche artistiche) che prendono siano dettate da un motivo (anche se a volte magari nn è immediato). Anzi, apprezzo ancora di piu', la scelta di voler "sussurrare" anziche' "urlare" certe emozioni...

 

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28 minutes ago, Wanderer said:

Io dal mio l'ho visto spesso come disco senile, ma non lo intendevo negativamente. 

Era e rimane per me un disco nato vecchio, ma nel senso proprio di Radiohead che mettono in musica una nuova fase della loro vita (so' vecchi. E gli capitano cose da vecchi).

In questo senso hanno fatto forse una doppia riflessione sulla memoria umana e l'hanno legata a quella artistica, mettendosi in pace con se stessi e accentandosi per quello che sono - recuperando i vecchi brani, mettendone insieme altri più o meno affini ecc. 

Su pitchfork devo ammettere che la misero già benissimo dicendo: Dopo anni passati a spiazzarci in ogni modo, finalmente i Radiohead ci lasciano entrare nel loro mondo nella maniera più semplice e diretta. 

 

Poi è ovvio che ogni fan viva questa cosa a modo suo (a seconda dei suoi gusti ma anche dell'età..) e ci sarà sempre chi si interfaccia meglio con altro (io). Ma il fatto di poter avere una linea di continuità in un lavoro cosi disomogeno fa comunque piacere (nel dispiacere di sapere come sia funerea questa linea di continuità). 

 

Poi, magari sono pippe eh. 

 

D'accordissimo.

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Tra l'altro il livello potrebbe essere triplice. 

L'assenza fisica (e abbiamo detto), ma anche quella più propriamente sociale (BTW, The Numbers, Tinker).

Poi quella artistica che permea il tutto. 

 

E' chiaro che la sua languidità e pacatezza deriva da una sua voluta senilità, non vedo un grande slancio ad abbracciare nuovi mondi (come poteva essere tkol nella sua riflessione zen sulla natura e l'uomo), ma quasi una pacata presa di coscienza. Insomma, un atterraggio dopo le fluttuazioni tkoliane. 

Certo che in 6 anni ne è passata di acqua sotto i ponti. Vedremo se e come vorranno continuare, boh. 

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5 minutes ago, notlivingjustkillingtime said:

Adesso sappiamo con chiarezza cosa sono il loudest sound you've ever heard, il Ful Stop, la Moon Shaped Pool, la conta di Tinker Tailor.

Riuscivo ad annusarla un po', la Morte.

Brividi.

Io me ne accorsi immediatamente, paragonando Daydreaming a Lazarus di Bowie.

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