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[Monografia] Federico Fellini


Gasba

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Federico Fellini

fellini.jpg

Filmografia:

Luci del varietà, co-regia di Alberto Lattuada (1950)

Lo sceicco bianco (1952)

I vitelloni (1953)

L'amore in città (1953), episodio Agenzia matrimoniale

La strada (1954)

Il bidone (1955)

Le notti di Cabiria (1957)

La dolce vita (1960)

Boccaccio '70 (1962), episodio Le tentazioni del dottor Antonio

8½ (1963)

Giulietta degli spiriti (1965)

Tre passi nel delirio (1968), episodio Toby Dammit

Fellini Satyricon (1969)

Block-notes di un regista (1969), documentario per la televisione

I clowns (1970)

Roma (1972)

Amarcord (1973)

Il Casanova di Federico Fellini (1976)

Prova d'orchestra (1979)

La città delle donne (1980)

E la nave va (1983)

Ginger e Fred (1985)

Intervista (1987)

La voce della Luna (1990)

________________________________

Questa intera creazione è essenzialmente soggettiva, e il sogno è il teatro dove il sognatore è allo stesso tempo sia la scena, l’attore, il suggeritore, il direttore di scena, il manager, l’autore, il pubblico e il critico.

C.G. Jung

A 20 anni dalla sua morte, credo sia dovuto dedicare un topic monografico a questo maestro indiscusso del cinema.

Personalmente lo ritengo uno dei migliori cineasti mai esistiti, e di conseguenza potrò apparire un po’ di parte e poco obiettivo.

La critica accademica normalmente si divide davanti a Fellini: alcuni lo considerano semplicemente un genio indiscusso; altri – la critica di stampo formalista/strutturalista – molto spesso quasi lo ignorano. Ho letto molti saggi critici di questo genere, e vengono dedicati (giustamente) capitoli e capitoli a un antonioni, a un godard, a un rivette, ma nemmeno una riga a fellini, e questo perché si è distaccato radicalmente dai principi base del neorealismo e del cinema veirtà. Ma come lui stesso disse in una bella intervista, “il cinema verità non mi riguarda, io sono per il cinema bugia”. Qui sta il nodo della sua poetica. I suoi contemporanei scendevano in strada, scolpivano la realtà secondo processi formali sempre più intellettuali; lui invece preferiva il teatri di posa, la scenografia, la finzione pura.

Il suo è cinema del sogno, della psiche profonda. Il suo pensiero è stato fortemente influenzato da Jung (ecco il perché della citazione qui sopra), psicoanalista (filosofo?) che personalmente consiglierei a tutti di approfondire. Ha sicuramente letto molto di questo autore, tant’è che in uno dei suoi sogni (documentati nel suo mastodontico “libro dei sogni”), dice di aver sognato una volta “un grande libro di jung”. Ma non serve andare a spulciare i suoi sogni per rendersene conto, poiché i suoi film parlano chiaro al riguardo.

Cinema degli archetipi, di simbolismo antichissimo: i suoi film sono letteralmente impregnati di intrecci millenari. Il bambino divino, la grande madre, il sacrificio, la rinascita: uno ad uno questi grandi temi collettivi si coagulano all’interno della sua psiche, e attraverso il canale magico del cinema vengono concretizzati, fatti materia. Il poeta si fa portavoce di un flusso che scorre ininterrotto dall’inizio dei tempi. L’archetipo, che di per sé è una “forma vuota”, attingibile da chiunque, si riempie di residui personali della vita del regista, e dà vita al simbolo. Ne esce fuori un cinema totalmente mescolato con la vita privata, l’estrema comunione di personale e collettivo, in piena tradizione renoiriana (benché quest’ultimo propendesse per un razionalismo ed un realismo troppo lontani da fellini).

Personalmente, nonostante ami molti dei suoi film, penso che in particolare 8 ½ sia una delle vette più alte del cinema di ogni tempo.

Voi che ne pensate? Troppo sopravvalutato? Troppe ciccione nei suoi film? Dite, dite…

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Non è uno dei miei registi preferiti, lo trovo troppo "indulgente" :D

No, scherzi a parte, non è davvero tra i miei preferiti. E' lontano dalla mia poetica (se fossi regista io girerei film alla Tarkovskij o Antonioni) e gli invidio tantissimo questa sua capacità di volare leggero... veramente gliela invidio. Quando guardo i suoi film mi sento un blocco di piombo che guarda un palloncino di elio sospinto dalla brezza...

Insomma guardare film di Fellini mi fa sentire un po' incompleto... Per cui non lo frequento tantissimo.

Credo che i suoi film che mi hanno più colpito siano Ginger E Fred (corrosivo attacco alla televisione all'epoca degli albori della Mediaset), e Prova D'Orchestra (veramente inquietante e oscura metafora del rapporto tra società e Potere, quasi pasoliniano).

Se volete si può approfondire il discorso...

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  • 6 years later...

E niente, ci tenevo ad omaggiare questo gigante. Non penso di voler aggiungere altro rispetto a quanto dissi 7 anni fa in questo affollatissimo thread.

Unico appunto: vedere mediaset che omaggia Fellini, inaugurando anche un nuovo canale dedicato al cinema italiano, è l'apogeo della contraddizione. Vedere il monologo di Steiner ne la dolce vita castrato dalla pubblicità del grande fratello fa venire da piangere. "Cosa vedranno i miei figli domani?"

Che ora l'industria mediaset si foraggi dei grandi successi del maestro, sta ad indicare non solo che loro hanno vinto, ma che possono anche infierire a piacimento.
 

 

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On 10/30/2013 at 10:15 PM, Gasba said:

Federico Fellini

fellini.jpg

Filmografia:

Luci del varietà, co-regia di Alberto Lattuada (1950)

Lo sceicco bianco (1952)

I vitelloni (1953)

L'amore in città (1953), episodio Agenzia matrimoniale

La strada (1954)

Il bidone (1955)

Le notti di Cabiria (1957)

La dolce vita (1960)

Boccaccio '70 (1962), episodio Le tentazioni del dottor Antonio

8½ (1963)

Giulietta degli spiriti (1965)

Tre passi nel delirio (1968), episodio Toby Dammit

Fellini Satyricon (1969)

Block-notes di un regista (1969), documentario per la televisione

I clowns (1970)

Roma (1972)

Amarcord (1973)

Il Casanova di Federico Fellini (1976)

Prova d'orchestra (1979)

La città delle donne (1980)

E la nave va (1983)

Ginger e Fred (1985)

Intervista (1987)

La voce della Luna (1990)

________________________________

Questa intera creazione è essenzialmente soggettiva, e il sogno è il teatro dove il sognatore è allo stesso tempo sia la scena, l’attore, il suggeritore, il direttore di scena, il manager, l’autore, il pubblico e il critico.

C.G. Jung

A 20 anni dalla sua morte, credo sia dovuto dedicare un topic monografico a questo maestro indiscusso del cinema.

Personalmente lo ritengo uno dei migliori cineasti mai esistiti, e di conseguenza potrò apparire un po’ di parte e poco obiettivo.

La critica accademica normalmente si divide davanti a Fellini: alcuni lo considerano semplicemente un genio indiscusso; altri – la critica di stampo formalista/strutturalista – molto spesso quasi lo ignorano. Ho letto molti saggi critici di questo genere, e vengono dedicati (giustamente) capitoli e capitoli a un antonioni, a un godard, a un rivette, ma nemmeno una riga a fellini, e questo perché si è distaccato radicalmente dai principi base del neorealismo e del cinema veirtà. Ma come lui stesso disse in una bella intervista, “il cinema verità non mi riguarda, io sono per il cinema bugia”. Qui sta il nodo della sua poetica. I suoi contemporanei scendevano in strada, scolpivano la realtà secondo processi formali sempre più intellettuali; lui invece preferiva il teatri di posa, la scenografia, la finzione pura.

Il suo è cinema del sogno, della psiche profonda. Il suo pensiero è stato fortemente influenzato da Jung (ecco il perché della citazione qui sopra), psicoanalista (filosofo?) che personalmente consiglierei a tutti di approfondire. Ha sicuramente letto molto di questo autore, tant’è che in uno dei suoi sogni (documentati nel suo mastodontico “libro dei sogni”), dice di aver sognato una volta “un grande libro di jung”. Ma non serve andare a spulciare i suoi sogni per rendersene conto, poiché i suoi film parlano chiaro al riguardo.

Cinema degli archetipi, di simbolismo antichissimo: i suoi film sono letteralmente impregnati di intrecci millenari. Il bambino divino, la grande madre, il sacrificio, la rinascita: uno ad uno questi grandi temi collettivi si coagulano all’interno della sua psiche, e attraverso il canale magico del cinema vengono concretizzati, fatti materia. Il poeta si fa portavoce di un flusso che scorre ininterrotto dall’inizio dei tempi. L’archetipo, che di per sé è una “forma vuota”, attingibile da chiunque, si riempie di residui personali della vita del regista, e dà vita al simbolo. Ne esce fuori un cinema totalmente mescolato con la vita privata, l’estrema comunione di personale e collettivo, in piena tradizione renoiriana (benché quest’ultimo propendesse per un razionalismo ed un realismo troppo lontani da fellini).

Personalmente, nonostante ami molti dei suoi film, penso che in particolare 8 ½ sia una delle vette più alte del cinema di ogni tempo.

Voi che ne pensate? Troppo sopravvalutato? Troppe ciccione nei suoi film? Dite, dite…

Grazie Gasba. Fellini , un gigante..

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On 1/24/2020 at 10:19 AM, franz k said:

Grazie Gasba. Fellini , un gigante..

Già, tra l'altro scopro ora che è vera la leggenda secondo cui avrebbe assunto LSD. A quanto pare pochi giorni prima delle riprese di Giulietta degli spiriti, sotto prescrizione/supervisione del proprio psicanalista (rigorosamente junghiano).

 

On 10/31/2013 at 10:47 AM, Lacatus said:

E' lontano dalla mia poetica (se fossi regista io girerei film alla Tarkovskij o Antonioni) e gli invidio tantissimo questa sua capacità di volare leggero... veramente gliela invidio. Quando guardo i suoi film mi sento un blocco di piombo che guarda un palloncino di elio sospinto dalla brezza...

Mi ricordi quello che disse Pasolini con la bocca di Orson Welles nel cortometraggio più bello mai fatto, "La ricotta":
 


"Egli danza... Egli danza."

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