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Strategia commerciale Thom


Lacatus

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15 minutes ago, LiveAirSpace said:

ma indipendentemente dai dettagli della storia (che non mi vado a cercare) e' ridicolo attaccare prima qualcosa/qualcuno e poi passare dalla loro parte. Si chiama voltafaccia e basta.

La storia del Pay What You Want io lo sempre considerato con un esperimento una tantum che hanno voluto fare, considerato cosi' dall'inizio, e mi pare l'abbia detto anche Ed in un'intervista.

secondo me si chiama "cambiare idea" ed è lecitissimo, in generale, ma soprattutto se cambiano le condizioni (cfr accordo Beggars/Servizi Streaming agan).

Di Bit Torrent peraltro Thom aveva detto esattamente lo stesso nella "presentazione" di TMB:  è un esperimento.

 

“As an experiment…” began last week’s letter from Radiohead frontman Thom Yorke and producer Nigel Godrich, announcing Tomorrow’s Modern Boxes, Yorke’s first solo album in eight years. The “experiment” was designed to solve the same problem the music industry has been grappling with since the heyday of Shawn Fanning—how to convince the digital world to pay for music. And the means were, if not exactly original, unique for an artist of Yorke’s size: a payment system managed by a version of the file-sharing software BitTorrent, which relies on users sharing small pieces of a file in order to circulate a shared whole. “If it works well it could be an effective way of handing some control of internet commerce back to people who are creating the work,”

 

ricordo che in interviste successive BitTorrent era stato valutato troppo "complicato" per l'utente medio che voleva scaricarsi il disco e cosi, in corsa erano passati a BandCamp, salvo, evidentemente giudicare inadeguato anche questo.

comunque senza farla troppo lunga il motivo dello "scontro" con Spotify erano le commissioni basse pagate agli artisti, punto che si è risolto con l'accordo Beggars-XL/Spotify/Apple Music che garantisce delle commissioni adeguate non solo ai Radiohead ma a tutti gli artisti dello stesso rooster. Non sono particolari proprio da poco e anzi hanno ottenuto quello per cui avevano "lottato".
Poi possiamo fermarci anche all' "eh ma lui aveva detto cosi" ignorando tutto quello che è successo nel frattempo ma nn è proprio corretto.

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9 minutes ago, @li said:

comunque senza farla troppo lunga il motivo dello "scontro" con Spotify erano le commissioni basse pagate agli artisti, punto che si è risolto con l'accordo Beggars-XL/Spotify/Apple Music che garantisce delle commissioni adeguate non solo ai Radiohead ma a tutti gli artisti dello stesso rooster. Non sono particolari proprio da poco e anzi hanno ottenuto quello per cui avevano "lottato".
Poi possiamo fermarci anche all' "eh ma lui aveva detto cosi" ignorando tutto quello che è successo nel frattempo ma nn è proprio corretto.

ah quindi la cosa che e' cambiata nel sistema Spotify e' che gli da piu' soldi, quindi "lottavano" per avere piu' soldi (loro e i disgraziati artisti minori chiamati piu' volte in causa per farsi paladini della giustizia per i piu' deboli)
quindi ha ragione clack

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3 minutes ago, LiveAirSpace said:

ah quindi la cosa che e' cambiata nel sistema Spotify e' che gli da piu' soldi, quindi "lottavano" per avere piu' soldi (loro e i disgraziati artisti minori chiamati piu' volte in causa per farsi paladini della giustizia per i piu' deboli)
quindi ha ragione clack

quindi era quello che avevano cercato di fare sia con In Rainbows e con Bit Torrent e l'hanno (parzialmente) ottenuto. Farsi pagare loro e soprattutto far pagare nel modo giusto gli artisti emergenti che ne hanno certamente piu bisogno dei Radiohead.

Se no a cosa doveva servire di grazia? Giusto a fare un po' di casino? :D 

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5 minutes ago, @li said:

quindi era quello che avevano cercato di fare sia con In Rainbows e con Bit Torrent e l'hanno (parzialmente) ottenuto. Farsi pagare loro e soprattutto far pagare nel modo giusto gli artisti emergenti che ne hanno certamente piu bisogno dei Radiohead.

Se no a cosa doveva servire di grazia? Giusto a fare un po' di casino? :D 

vabbe' Thom Yorke e' Dio.

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31 minutes ago, @li said:

In ogni caso, opinione mia, star fuori dai servizi di streaming nel 2017 sarebbe un suicidio

Già. Per questo penso che a breve The Eraser, Amok e Tomorrow's Modern Boxes sbarcheranno su Spotify. La scomparsa dell'account di Thom Yorke su Bandcamp è un indizio fortissimo in tal senso. 

Inoltre è possibile che questo autunno/inverno esca qualcosa di nuovo by Thom (ci sono in ballo Impossible Knots, Not The News e Traffic, ma anche Suspiria...)

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11 minutes ago, LiveAirSpace said:

vabbe' Thom Yorke e' Dio.

No figurati è diventato improvvisamente un coglione perché ha chiuso l'account Bandcamp allora.

@Lacatus tutto può essere: semplicemente Bandcamp è una piattaforma di nicchia adatta a band alle prime armi soprattutto, non certo a band di un certo calibro (chi c'è di "famoso" su Bandcamp?). Per me è stato chiuso perché inutile...La gente su Bandcamp cerca nomi nuovi mica Thom Yorke.

E non escludo che la discografia di Thom e Atomi vada su streaming (del resto è "by XL" anche quella no?).

comunque chiedo l'aiuto da casa di @CutToShreds :P

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Just now, @li said:

No figurati è diventato improvvisamente un coglione perché ha chiuso l'account Bandcamp allora.

@Lacatus tutto può essere: semplicemente Bandcamp è una piattaforma di nicchia adatta a band alle prime armi soprattutto, non certo a band di un certo calibro (chi c'è di "famoso" su Bandcamp?). Per me è stato chiuso perché inutile... e non escludo che la discografia di Thom e Atomi vada su streaming (del resto è "by XL" anche quella no?).

comunque chiedo l'aiuto da casa di @CutToShreds :P

no, semplicemente c'e' a chi piace incondizionatamente e chi invece vede nel suo modo di fare delle contraddizioni.
ha ragione wanderer a dire che sappiamo troppo poco della vicenda, e non della vicenda intesa come fatti e accordi vari fra Spotify e case discografiche, ma come vicenda vissuta da Thom e delle sue reali motivazioni

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Comunque non pensate che bandcamp sia una piattaforma cosi piccola eh.;) Ormai tanta gente c'è anche non da poco, certo più "alternativi"

Su Yorke, credo che appunto sapendone cosi poco la si possa leggere un po' come la si vuole; chi lo vedrà come un tradimento chi invece lo vedrà come positivo cambiare..

Ogni cosa ha diversi lati, se non si sanno i motivi è tutto interpretabile:P

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Secondo me si sa abbastanza invece e le dichiarazioni di XL nonché i dettagli della "battaglia legale" con Spotify et al sono di dominio pubblico: a me interessava capire sono andata a leggere e mi hanno convinto. Personalmente nn credo ci siano altre motivazioni oltre a queste. That's it.

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Comunque diciamo che non è una questione che mi toglie il sonno, ecco...:baguette:

 

Ma si deve dire pure che se il problema erano i soldi loro, se hanno avuto un accordo migliore (essendo sotto xl) fanno bene ad andare, se invece lo facevano  - come sembrava - anche per i piccoli artisti, beh qualche critica ci sta. Perchè o è per una cosa o è per l'altra...

 

Poi coi principi non ce se ne fa niente eh chiaro, ma era bello che si interessassero alla cosa. 

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59 minutes ago, @li said:

Secondo me si sa abbastanza e le dichiarazioni di XL nonché i dettagli della "battaglia legale" con Spotify et al sono di dominio pubblico: a me interessava capire sono andata a leggere e mi hanno convinto. That's it.

 

54 minutes ago, Wanderer said:

Comunque diciamo che non è una questione che mi toglie il sonno, ecco...:baguette:

 

comunque diciamo che se il problema erano i soldi loro, se hanno avuto un accordo migliore (essendo sotto xl) fanno bene ad andare, se invece lo facevano  - come sembrava - anche per i piccoli artisti, beh qualche critica ci sta. Perchè o è per una cosa o è per l'altra...

 

Poi coi principi non ce se ne fa niente eh chiaro. 

Esiste anche l'opzione intermedia (che poi è quella che è accaduta) e cioè XL (nn Thom o i Radiohead) ha strappato un accordo vantaggioso per TUTTO il suo gruppo (che di nomi famosi ha appunto solo il quintetto di Oxford e Adele). Ma domanda, secondo voi Spotify è scesa a compromessi per avere i diritti dei Radiohead e di Adele o di Pinco Pallino che pubblica per Beggars (e che oggi per ogni canzone mandata in play prende quanto prevede l'accordo). E allora nn hanno ottenuto quello che volevano? 

 

Tra l'altro vale la pena di ricordare che i Radiohead sono in 5 e che l'unico che su Spotify per ora almeno nn c'è e' proprio l' "incoerente Thom Yorke".

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1 hour ago, @li said:

Tra l'altro vale la pena di ricordare che i Radiohead sono in 5 e che l'unico che su Spotify per ora almeno nn c'è e' proprio l' "incoerente Thom Yorke".

io lo prendo in giro, ma si scherza su... 
a me va benissimo che ci siano Amok e Tomorrow's Modern Boxes su spotify, così possono fare degnamente la playist degli anni '10 B)

l'importante soprattutto è che riprenda a fare buona musica, non mi interessa su quale piattaforma

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1 hour ago, frasky said:

Ammetto di essermi perso qualcunque dichiarazione ufficiale in merito a nuovi accordi con Spotify, e ammetto che non pensavo di essermeli persi :D

Se hanno ottenuto un risultato è tutto diverso, andrò a leggermi online 

Ecco frasky grazie dell'intervento. 

Anche io nn ci perdo il sonno ma l'argomento (indipendentemente da Thom Yorke) mi interessa parecchio quindi sono abbastanza informata. Mi da noia pertanto leggere giudizi sommari basati sul nulla (questo in generale su qualsiasi tema devo dire :P ).

Il modo per fare tanti soldi nel mondo della musica attuale non è certo Spotify (che da' comunque guadagni molto bassi ma che serve invece tanto alla visibilità al contrario di Bandcamp o BitTorrent) ma sono i live con le prevendite a pagamento, le early entry a peso d'oro, i biglietti a prezzi a tre cifre, il fan club a pagamento: tutte cose che i nostri non fanno quindi mi sembra davvero ingiusto accusarli di fare gli "squali" per aver accettato lo streaming. E le dichiarazioni anti Spotify di Thom erano del 2013... diciamo che sono successe un po' di cose nel frattempo. 

Lac as I said penso che comunque sia solo questione di tempo :)

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38 minutes ago, @li said:

Ecco frasky grazie dell'intervento. 

Anche io nn ci perdo il sonno ma l'argomento (indipendentemente da Thom Yorke) mi interessa parecchio quindi sono abbastanza informata. Mi da noia pertanto leggere giudizi sommari basati sul nulla (questo in generale su qualsiasi argomento devo dire :P ).

Il modo per fare tanti soldi nel mondo della musica attuale non è certo Spotify (che da comunque guadagni molto bassi ma che serve invece tanto alla visibilità al contrario di Bandcamp o BitTorrent) ma sono i live con le prevendite a pagamento, le early entry a peso d'oro, i biglietti a prezzi a tre cifre, il fan club a pagamento: tutte cose che i nostri non fanno quindi mi sembra davvero ingiusto accusarli di fare gli "squali" per aver accettato lo streaming. E le dichiarazioni anti Spotify di Thom erano del 2013... diciamo che sono successe un po' di cose nel frattempo. 

Lac as I said penso che comunque sia solo questione di tempo :)

Quoto anche le virgole 

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1 hour ago, @li said:

Ecco frasky grazie dell'intervento. 

Anche io nn ci perdo il sonno ma l'argomento (indipendentemente da Thom Yorke) mi interessa parecchio quindi sono abbastanza informata. Mi da noia pertanto leggere giudizi sommari basati sul nulla (questo in generale su qualsiasi tema devo dire :P ).

Il modo per fare tanti soldi nel mondo della musica attuale non è certo Spotify (che da' comunque guadagni molto bassi ma che serve invece tanto alla visibilità al contrario di Bandcamp o BitTorrent) ma sono i live con le prevendite a pagamento, le early entry a peso d'oro, i biglietti a prezzi a tre cifre, il fan club a pagamento: tutte cose che i nostri non fanno quindi mi sembra davvero ingiusto accusarli di fare gli "squali" per aver accettato lo streaming. E le dichiarazioni anti Spotify di Thom erano del 2013... diciamo che sono successe un po' di cose nel frattempo. 

 

però sinceramente non vedo perchè una cosa (non mettere varie cazzate nei biglietti dei concerti) debba escludere l'altra (essere contro spotify)...sono due piani diversi della stessa cosa; almeno io la vedo cosi. Ovvero come "ti vendi"

I radiohead non hanno bisogno di soldi, ovviamente, la questione spotify era una presentare il problema, e han fatto bene a farlo; però se volevano dire "Ah, guarda che non è per me, ma è per i tanti che non sono come me che da sta cosa ci perdono", han fatto bene ma poi mi chiedo perchè proprio mettersi di spalle cosi all'improvviso. Avranno sicuramente trovato un accordo soddisfacente e questo non è una colpa, ma appunto, non lo facevano per soldi prima (stiam parlando dei radiohead..) e non lo fan per soldi ora...

E se non lo fan per soldi, forse, detto da uno che è esterno e non ne sa molto, forse bisognava pensarci su un secondo, almeno a livello di immagine pubblica. Poi oh sicuro c'han pensato e se ne sono sbattuti, ma la percezione pubblica quella rimane.

Poi ripeto, sicneramente a me frega il giusto, però mi faceva piacere il loro prendere posizioone su una cosa che non trovo molto corretta. 

Posto che è tutta un ipotesi, finchè non sapremo i motivi veri. 

 

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18 minutes ago, Wanderer said:

però sinceramente non vedo perchè una cosa (non mettere varie cazzate nei biglietti dei concerti) debba escludere l'altra (essere contro spotify)...sono due piani diversi della stessa cosa; almeno io la vedo cosi. Ovvero come "ti vendi"

I radiohead non hanno bisogno di soldi, ovviamente, la questione spotify era una presentare il problema, e han fatto bene a farlo; però se volevano dire "Ah, guarda che non è per me, ma è per i tanti che non sono come me che da sta cosa ci perdono", han fatto bene ma poi mi chiedo perchè proprio mettersi di spalle cosi all'improvviso. Avranno sicuramente trovato un accordo soddisfacente e questo non è una colpa, ma appunto, non lo facevano per soldi prima (stiam parlando dei radiohead..) e non lo fan per soldi ora...

E se non lo fan per soldi, forse, detto da uno che è esterno e non ne sa molto, forse bisognava pensarci su un secondo, almeno a livello di immagine pubblica. Poi oh sicuro c'han pensato e se ne sono sbattuti, ma la percezione pubblica quella rimane.

Poi ripeto, sicneramente a me frega il giusto, però mi faceva piacere il loro prendere posizioone su una cosa che non trovo molto corretta. 

Posto che è tutta un ipotesi, finchè non sapremo i motivi veri. 

 

vero wandy ma mi piacerebbe che qualcuno mi dimostrasse che è cosi (e cioe' che l'han fatto per soldi, o per vantaggio loro "tradendosi" per interesse)... e allora possiamo discuterne.


io ho portato le mie tesi (che posso "documentare" senza problemi) e che dimostrano il contrario, ma nn ho sentito "antitesi" se non provocazioni non motivate da fatti....

se mi portate i fatti sono qui ad ascoltarli :)

Ho citato la questione biglietti proprio perche' fa parte del "come ti vendi" e, dal momento che è molto piu redditizia dello streaming, secondo me dimostra che una certa loro "etica" e' assolutamente ancora viva (e qui la si da per scontata mentre è ormai un'eccezione a un'enorme regola come ben sai).

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Provo a spiegare un po' di cose. Lo dico senza polemica, ma noto una grande confusione. Non mi sorprende, perché la confusione ha sempre accompagnato questa questione, dato che non è del tutto lineare. 

La cosa ironica è che dal 2013 al 2017 non è cambiato NIENTE nel modello di pagamento dei servizi in Streaming. Molti artisti/giornalisti hanno parlato senza capire il problema citando cifre spesso sbagliate ("Spotify paga $0.00001" - no) o senza contesto ("Spotify paga $0.007 per ascolto" - in media corretto ma non funziona così). Quello che è vero è che per un artista emergente oggi è dura vivere solo di musica registrata, senza live, ma la colpa è della pirateria che ha fatto perdere all'industria musicale oltre metà del valore dal 2000 a oggi, non certo di Spotify.

La grande differenza rispetto a 4 anni fa è che Spotify ha quintuplicato il numero di abbonati, Apple ha finalmente lanciato un servizio di streaming e raggiunto quasi 30M di abbonati e - grazie allo streaming - l'industria della musica registrata è tornata a crescere dopo anni di declino.

Spotify ha sempre pagato lo stesso tot a chi detiene i diritti del master (ossia le case discografiche che rappresentano l'artista) e diritti "mechanical" (ossia i publishers che rappresentano gli autori) - per semplicità diciamo il 70% in totale, anche se è più complicato di così. Una percentuale altissima, e che cresce proporzionalmente al fatturato. In altre parole, un modello di business orribile. Certo, Spotify tiene il restante 30%, ma è un retailer e ha costi di personale, tecnologia, marketing, ecc.. Al momento e per il futuro a breve perde un sacco di soldi, perché i costi delle royalties ai detentori dei diritti sono insostenibilmente alti e non ci sono economie di scala. Quando negli anni 90 compravate un CD da Feltrinelli, era la stessa cosa (a margini migliori per il retailer). Nessuno si lamentava, e giustamente - perché non c'è niente di scandaloso.

Il problema, che ha generato tutta questa confusione, è: 1) le royalties basse, 15-20%, che le case discografiche major pagano agli artisti su quello che ricevono da Spotify - secondo un modello di business vecchio legato a servizi di marketing/distribuzione obsoleti; 2) il fatto che il modello di business della musica registrata è cambiato dall'acquisto (pagamento quando l'album esce) al consumo (pagamento durante la vita dell'album), e qualsiasi confronto col passato è sbagliato a livello concettuale.

Spotify non ha alcuna colpa per entrambe le cose. Molti artisti nel 2012-2014 non avevano capito granché della situazione, incluso il nostro amato Thom. La sua uscita nel 2013 contro Spotify non aveva alcun senso. (Quella successiva su YouTube aveva più fondamento, ma è un altro discorso). Da persona intelligente qual è, si è ravveduto. Il motivo del "voltagabbana" è fondamentalmente questo.

Contemporaneamente, la Beggars ha acquistato i diritti dei primi 6 album dalla Parlophone, oggi posseduta da Warner Music Group. Quindi Thom si sente più a suo agio nei rapporti con la casa discografica che gestisce i gioielli del passasto, e Beggars paga royalties agli artisti più eque per i servizi che una casa discografica offre nel 2017 (anche se anche loro hanno dovuto rivederle al ribasso per sopravvivere). Per chiarire, nel 2017 c'e' stato un rinnovo della licenza tra Beggars e Spotify, ma non a condizioni economiche sostanzialmente diverse.

In conclusione: il problema non è mai stato Spotify. Un artista ha il bisogno vitale di diffondere la propria musica dove il pubblico ascolta. E oggi oltre 100M di persone ascoltano su streaming pagando. Opporsi a questo è stupido, e i nostri non lo sono.

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Grazie della spiegazione: aspettavo il tuo intervento con curiosità. E grazie di aver chiarito alcuni punti. Quello a cui mi riferivo io è appunto che Beggars paga percentuali più alte (ma avevo erroneamente (?) capito che fosse riuscita anche a ottenere "di più" da Spotify e Apple per poterlo fare). È sbagliato quindi? 

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4 minutes ago, @li said:

Grazie del chiarimento: aspettavo il tuo intervento con curiosità. E grazie di aver chiarito alcuni punti. Quello a cui mi riferivo io è appunto che Beggars paga percentuali più alte (ma avevo erroneamente (?) capito che fosse riuscita anche a ottenere "di più" da Spotify e Apple per poterlo fare). È sbagliato quindi? 

Apple/Spotify --(1)--> Beggars (tramite contratto con l'aggregatore Merlin) --(2)--> artisti

Il passaggio (1) è fondamentalmente standardizzato nell'industria. Ci sono delle differenze nei contratti di licensing che Spotify ha con, per esempio, Sony e quello con Beggars, ma non sono sostanziali. 

Il passaggio (2) è quello su cui Beggars ha fatto molto rumore, giustamente. In un mondo in cui la casa discografica non deve stampare (quasi) più cd e in cui distribuire digitalmente costa pochissimo, in cui il marketing si può fare online in modo più efficiente, una royalty del 15% a un artista è bassissima. Ma è tutto il modello della casa discografica che oggi traballa. Beggars ha offerto royalties del 50% per qualche anno, poi si sono accorti che erano troppo alte e le hanno diminuite. Ma sono comunque molto migliori che il 15%.

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