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Anni '10 -fine primo tempo-


Lacatus

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Beh questo è un pro, no?

No.

Dovremmo rallegrarci di un I-Pod che va da Frank Ocean a Miles Davis, ok, ma quando al possessore chiedo quale disco di Davis fa uscire di testa e lui risponde che boh, mi piace ascoltare in modalità Shuffle mentre sono in bus o altri posti perché sai com'è, poi lui fa atmosfera ecco, lì comprendi che non ha mai sentito un cazzo di Davis, però poi pensano di poter avere una opinione a riguardo.

La musica non ha mai contato così poco come in quest'ultimi anni, e solo intonaco per le orecchie.

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No.

Dovremmo rallegrarci di un I-Pod che va da Frank Ocean a Miles Davis, ok, ma quando al possessore chiedo quale disco di Davis fa uscire di testa e lui risponde che boh, mi piace ascoltare in modalità Shuffle mentre sono in bus o altri posti perché sai com'è, poi lui fa atmosfera ecco, lì comprendi che non ha mai sentito un cazzo di Davis, però poi pensano di poter avere una opinione a riguardo.

La musica non ha mai contato così poco come in quest'ultimi anni, e solo intonaco per le orecchie.

Te sei un tipo interessante...

Finalmente qualche new entry cazzuta in questo forum.

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No.

Dovremmo rallegrarci di un I-Pod che va da Frank Ocean a Miles Davis, ok, ma quando al possessore chiedo quale disco di Davis fa uscire di testa e lui risponde che boh, mi piace ascoltare in modalità Shuffle mentre sono in bus o altri posti perché sai com'è, poi lui fa atmosfera ecco, lì comprendi che non ha mai sentito un cazzo di Davis, però poi pensano di poter avere una opinione a riguardo.

La musica non ha mai contato così poco come in quest'ultimi anni, e solo intonaco per le orecchie.

applausi.

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Generalizzazioni ad minchiam, invece.

Lo stesso discorso si poteva fare anche una volta, quando esteti cazzari della puntina accumulavano vinili solo per il piacere onanistico della collezione: ma poi magari di quei dischi non ne sentivano manco uno, faceva solo figo mostrarli.

Per dire che il coglioncello di turno lo si poteva trovare anche negli anni Settanta e Ottanta, non solo nel mondo dei nativi-digitali mongoli d'oggi.

Ci sono anche ragazzetti con librerie iTunes sterminate che ascoltano gli album nella giusta sequenza, non random. Dio o chi per lui benedica L'INTERNETTE per aver liberalizzato la possibilità di esplorare il mondo delle sette note a proprio piacimento.

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Ci sono anche ragazzetti con librerie iTunes sterminate che ascoltano gli album nella giusta sequenza, non random.

Questo mi rincuora molto, erano proprio le parole che volevo leggere in modo da andare a dormire tranquillo stasera.

Il collezionista è una categoria a parte, diciamo che tendenzialmente a loro interessa solo farti vedere il pezzo introvabile che hanno in collezione, non parlare di musica. Conosco una persona che va fiera del proprio vinile di Sabrina Salerno, e io lo invidio molto.

L'internet piace anche a me, un bacione.

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La musica conta in modo diverso, perché appunto è cambiata quella lotta tra gli alternativi (fonte del cambiamento) e il resto (lo status quo da scuotere se non da ribaltare) che faceva da megafono ai profondi disagi e cambiamenti sociali. Da lotta è passata ad essere uno snobismo, coi risvolti negativi del caso.

Però ecco, senza internet (a chi scrive "l'internet" darei un kid_max giocattolo in testa) sarebbero discorsi fattibili con cognizione di causa solo da collezionisti abbienti, pensandoci nulla sarebbe più reazionario e noioso. Per fortuna non è affatto così.

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Che poi dire "guarda questi hipsters pieni di roba sull'iPod, la musica non conta più niente" è un po' come quelli ad inizio secolo scorso che dicevano "guarda questi qui con i loro giradischi, ai miei tempi la musica si ascoltava solo dal vivo, la musica non conta più niente".

Con questo non vorrei sbilanciarmi ma dire semplicemente che la fruizione della musica (per non allargarmi oltre) è cambiata costantemente, è un fatto contingente.

Poi è chiaro che se davanti hai un coglione che si dice appassionato di, chessò, trip-hop e non ha mai ascoltato Dummy lo mandi affanculo e si chiude lì la questione. Senza internet chissà se Dummy lo avrei mai scoperto, ad esempio (non per dire che sono un esperto di trip-hop eh).

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Le scaruffate le ascoltano in pochi anche con internet, dai. Specie i Red Crayola, il Beefheart e il resto della banda.

Comunque io non criticavo affatto la funzione del web, almeno forse l'impressione è che l'avrei attaccata indirettamente ma, no, parlavo semplicemente di come molti ascoltatori giovanissimi e non non dimostrano attaccamento per ciò che ascoltano, ho anche conoscenze di persone che ordinano tanti dischi, specie grazie a internet, li comprano e dopo due settimane non ne parlano più, compulsione totale e via.

Magari erano robe che esistevano già nel 1965, nel paleolitico e che ho scoperto l'acqua calda, e allora va bene bravo grazie arrivederci, ma ci sono arrivato recentemente.

Esempio a cazzo ma anche no: L'ultima volta che ho visto i Radiohead.

Ho passato un po' di tempo che mi rimaneva prima del concerto a chiedermi che cazzo ci faceva lì la metà della gente che intravedevo alle Cascine, gente mai vista prima, che impazziva su Lotus Flower e mandava in vacca non dico Planet Telex, ma pure roba di In Rainbows. Sono sicuro che la stessa gente non impazzirebbe più in quel modo la prossima volta che si ripresenterà quella canzone, alla stessa situazione.

Anche nei giudizi ai dischi spesso, tra recensori vari e non, si nota alti gradi di trascuratezza, roba che è lontana dal rispecchiare un minimo il disco.

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È lo stesso discorso che si facava a inizio '900 con la fotografia, nell'800 con la nascita delle case editrici popolari, nel '700 con i giornali e la politica, nel '500 con la libertà di religione (Bibbia, Gutenberg, Lutero).

Ha i suoi lati negativi, perché diventando una cosa "accessibile a tutti", diventa anche scontata e banale. Allo stesso tempo, si aprono sterminate possibilitò per milioni di persone che da questi movimenti, creazioni, idee, probabilmente ne sarebbero state tagliate fuori solo per una forma di determinismo geografico.

Si va sempre più nella direzione in cui il potere - di scelta e quindi politico anche se frammentato, se esteso a milioni di persone - è sempre più nell'individuo da un lato, dall'altro si è bombardati da ogni forma di stimolazione, arte, rumore, pagine e diventa sempre più difficile capire cosa meriti di "lasciare il segno" e cosa no.

Più che dialettica marxista, sembra un processo hegeliano, di superamento tramite opposti in un certo senso.

In ogni caso, come il Don Raffaé di De André, LUI "mi spiega che penz' e bevimm'u cafè.

http://www.filosofico.net/esteticabenjaminnnn.htm

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Esempio a cazzo ma anche no: L'ultima volta che ho visto i Radiohead.

Ho passato un po' di tempo che mi rimaneva prima del concerto a chiedermi che cazzo ci faceva lì la metà della gente che intravedevo alle Cascine, gente mai vista prima, che impazziva su Lotus Flower e mandava in vacca non dico Planet Telex, ma pure roba di In Rainbows. Sono sicuro che la stessa gente non impazzirebbe più in quel modo la prossima volta che si ripresenterà quella canzone, alla stessa situazione.

Anche io Cascine :) Vero. I momenti di entusiasmo furono per Lotus Flower e i singoloni commerciali (apice raggiungo con Karma Police con l'imbarazzante karaoke). Freddezza totale per tutto il resto, compreso TKOL.

Il tutto mentre loro snocciolavano quella che, a detta di chi li ha visti 10 se non 20 volte, resta una delle loro migliori esibizioni in assoluto. Tra l'altro con un setlist della Madonna

http://citizeninsane.eu/2012-09-23.html

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per me il "problema" è la fase di transizione in cui anche, se sono passati gia' 20 anni, ci troviamo dall'avvento di Napster in poi.

Siamo stati tutti, almeno a tratti, travolti da una certa "bulimia musicale" che ci ha fatto godere meno delle cose che ascoltavamo.
Passata, e per molti lo è gia' giustamente, la sbornia della novita' del tutto-e-subito secondo me si tornera, almeno tra gli amatori veri, a un certo equilibrio (la ripresa nella vendita di CD e vinili banalmente indica questo trend anche se a "braccetto" dello strapotere di Spotify & C.)

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per me il "problema" è la fase di transizione in cui anche, se sono passati gia' 20 anni, ci troviamo dall'avvento di Napster in poi.

Siamo stati tutti, almeno a tratti, travolti da una certa "bulimia musicale" che ci ha fatto godere meno delle cose che ascoltavamo.

Passata, e per molti lo è gia' giustamente, la sbornia della novita' del tutto-e-subito secondo me si tornera, almeno tra gli amatori veri, a un certo equilibrio (la ripresa nella vendita di CD e vinili banalmente indica questo trend anche se a "braccetto" dello strapotere di Spotify & C.)

fai un discorso interessante. napster & figli, per quanto mi riguarda, mi hanno cambiato la vita. ho potuto ascoltare tanta di quella roba che, probabilmente, non avrei mai potuto sentire in 40 anni senza internet. sicuramente il cambiamento nel modo di fruire la musica c'é stato, e io personalmente interpreto il ritorno al vinile come una ribellione contro la totale "spersonalizzazione" musicale causata dagli mp3.

per quanto riguarda quello che dice sleepyhead, io la vedo cosí: a me onestamente di quello che ascoltano gli hipster o di quelli che sono venuti a vedere il concerto dei radiohead, frega meno di zero. quando sono ad un concerto, io cerco di concentrarmi sulla musica, non sulla (poly)fauna che ho intorno - a meno che a)non sono veramente fastidiosi b)non c'é una supergnocca.

mi interessa sapere l'opinione musicale di qualche amico, e anche online - basta sapere dove e cosa cercare - ho trovato spesso un sacco di consigli interessanti. anche su questo forum a dire la veritá ho trovato spesso consigli per l'ascolto ottimi, basta sapere piú o meno chi ha i gusti simili ai tuoi. in realtá non avró mai nulla a che fare col barbone coi risvoltini appassionato di trip-hop, quindi se lui vuole fare il figo dicendo che ha scoperto un disco nuovo (e.g. Dummy) meglio per lui. perché avvelenarsi la vita pensando a chi straparla saccentemente di musica, quando c'é tutto questo ben di dio da ascoltare in prima persona, senza dover per forza passare dalle orecchie di un altro prima di comprare qualcosa - come accadeva in passato con riviste per esperti et similia ad esempio.

poi sleepyhead, in linea di massima sono con te, visto che anche io faccio fatica a digerire i vari nigga di pitchfork, ma tornando al discorso di prima, pitchfork non é per me un sito attendibile, semplicemente perché spesso mi piace roba che a loro fa cagare e versavice.

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Mi preoccupa solo una connessione con relative conseguenze tra questa ossessiva voglia di riproducibilità, quasi usa e getta, da parte del fruitore di musica e ciò che qualitativamente si andrà a creare nei prossimi anni. Probabilmente la direzione artistica sarà vuotata in gran parte a rientrare in questa modalità d'ascolto, se non sgomitare per far sì di conquistare più di cinque ore complessive di attenzione, e per farlo utilizzare ogni mezzo.
Questo trend è già in voga nel pop da anni, ma solo ultimamente noto che anche altri generi si stanno facendo risucchiare da questa deriva schizofrenica e spietata.

Da Walter Benjamin tra le tante cose m'incuriosisce il "tentativo di individuare le potenzialità ancora non del tutto esplicitate della riproducibilità" . Ecco, impiego una certa fatica ad individuarle, questo il mio problema, ma non nego che non ci siano.

Il concetto di aura poi sfonda una porta aperta, ne parlerei all'infinito.

Il concerto alle Cascine ha spesso visto il suo equilibrio spostarsi verso la soluzione A dettata da Jimy, almeno detto da chi ci stava in mezzo, io dopo un po' mi spostai verso il lato sinistro del palco e prosegui senza più problemi quel concerto mostruoso.

Di Pitchfork non ho mai capito se il loro giudizio possa effettivamente, nel bene o nel male, influenzare la carriera di qualsiasi artista, se sì siamo messi male, altrimenti pazienza.

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Mi preoccupa solo una connessione con relative conseguenze tra questa ossessiva voglia di riproducibilità, quasi usa e getta, da parte del fruitore di musica e ciò che qualitativamente si andrà a creare nei prossimi anni. Probabilmente la direzione artistica sarà vuotata in gran parte a rientrare in questa modalità d'ascolto, se non sgomitare per far sì di conquistare più di cinque ore complessive di attenzione, e per farlo utilizzare ogni mezzo.

Questo trend è già in voga nel pop da anni, ma solo ultimamente noto che anche altri generi si stanno facendo risucchiare da questa deriva schizofrenica e spietata.

Da Walter Benjamin tra le tante cose m'incuriosisce il "tentativo di individuare le potenzialità ancora non del tutto esplicitate della riproducibilità" . Ecco, impiego una certa fatica ad individuarle, questo il mio problema, ma non nego che non ci siano.

Il concetto di aura poi sfonda una porta aperta, ne parlerei all'infinito.

Il concerto alle Cascine ha spesso visto il suo equilibrio spostarsi verso la soluzione A dettata da Jimy, almeno detto da chi ci stava in mezzo, io dopo un po' mi spostai verso il lato sinistro del palco e prosegui senza più problemi quel concerto mostruoso.

Di Pitchfork non ho mai capito se il loro giudizio possa effettivamente, nel bene o nel male, influenzare la carriera di qualsiasi artista, se sì siamo messi male, altrimenti pazienza.

Sostanzialmente concordo un po' su tutto... Specialmente con l'osservazione sul fatto che mentre un tempo sgomitare per 5 minuti di attenzione era prerogativa del pop usa e getta, mentre adesso lo è anche dei prodotti cosiddetti "di qualità".

Come ho già sottolineato più volte nei miei interventi in questo topic, per ora gli anni '10 hanno offerto tanti fuochi di paglia e le poche certezze arrivano da artisti già ben oltre la quarantina che con molto coraggio e onestà intellettuale si sono messi in discussione...

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  • 4 weeks later...

Maratona Cosmogramma-UntilTheQuietComes-You'reDead del negrone.

C'è poco da dire: se negli anni '70 c'era Eno, negli anni '10 c'è Flying Lotus.

In ogni caso penso sempre che...

Finché non farà questo rimarrà un artista incompleto. Uno che si presenta con tavolozze con colori iridescenti, ma senza pennello per poter dipingere la tela. Quel pennello non può che essere un (o una) songwriter con doti vocali indiscutibili.

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Maratona Cosmogramma-UntilTheQuietComes-You'reDead del negrone.

C'è poco da dire: se negli anni '70 c'era Eno, negli anni '10 c'è Flying Lotus.

In ogni caso penso sempre che...

L'ultimo è una schifezza. Il mio preferito è Until Quiet Comes senza ombra di dubbio.

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L'ultimo è una schifezza. Il mio preferito è Until Quiet Comes senza ombra di dubbio.

Until The Quiet Comes è stato accolto con eccessiva freddezza, rispetto a Cosmogramma, eppure non ha nulla, dico nulla, da invidiare al suo predecessore... C'è un'ascensione vera e propria poi nel finale...

You're Dead! non è una schifezza. Bisogna negrizzarsi e fusionizzarsi un po' per apprezzarlo (infatti negli ultimi mesi mi è salito tantissimo)

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  • 2 months later...

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