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Del perche' Spotify "fa male"


@li

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On 9/7/2019 at 1:27 PM, echoes said:

Tutti queste robe da nerd 4.0. uccidono l'assimilare le cose, il gustarsele e il meritarsele.

Comunque tu sei @kid_max sotto mentite spoglie.

infatti. Per me vale anche per il Kindle. Comodo e tutto ma io nn riesco a ricordarmi nemmeno i titoli dei libri che ho letto non avendo sempre sotto il naso la copertina...

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  • 2 weeks later...
13 minutes ago, echoes said:

Mi sono fatto un account per poterlo blastare con consapevolezza. :boing:

aaaaah ma allora sei un quaquaraqua!

Invece il mio account-family-a scrocco è a rischio... hanno cambiato da poco termini e condizioni, e debbo riconfermare con google maps dove vivo (vaglielo a spiegare che vivo un po' ovunque).
Spero proprio di riuscire ad aggirarli perché ormai mi hanno viziato :faniente:

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  • 1 month later...

Piccola digressione. 

Spotify ha appena pubblicato il mio album. Per pubblicarlo, li e su altri siti streaming, mi sono appoggiato ad uno di quei siti american-turkmeno-ecuadoregni che te le pubblicano ad un costo fisso annuale. 

Bene; dovete sapere che tutto il disco è nato con l'idea di registrare solo con microfoni portatili e che a volte tale "lo-fisimo" è addirittura esaltato, come in una traccia dove poi l'audio è stato filtrato ancor più pesantemente, in modo da ottenere questo effetto da "cassetta anni 90 rotolata giù per le scale dal 32esimo piano".

Ovviamente, pur accettando - e anzi, ricercando - i limiti sonori di tali modalità di registrazione, ho cercato di arrivare ad un risultato equilibrato su tutti gli impianti. 

Non è stato facile. 

Ora: Spotify, quando pubblica la musica, comprime  ancora di più gli audio che gli mandi, in modo che il volume sembri più alto. Il brano di cui parlavo prima è stato duro da mixare perchè era al limite. Ora, grazie alla compressione ulteriore e non voluta di spotify, se ascolti quella traccia senza cuffie e direttamente da cell (e senza attaccarlo allo stereo), va in picco. 

Ri-ora: a me dell'audio che esce da un cellulare nudo e crudo frega poco - non si capisce un cazzo lo stesso - ma mi chiedo: ma se uno fa un lavoro, perchè non glielo pubblichi cosi com'è?

Io capisco che devi cercare di uniformare gli audio della tua immensa banca dati, ma cazz. Io non l'ho fatto cosi! 

 

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1 hour ago, Wanderer said:

Piccola digressione. 

Spotify ha appena pubblicato il mio album. Per pubblicarlo, li e su altri siti streaming, mi sono appoggiato ad uno di quei siti american-turkmeno-ecuadoregni che te le pubblicano ad un costo fisso annuale. 

Bene; dovete sapere che tutto il disco è nato con l'idea di registrare solo con microfoni portatili e che a volte tale "lo-fisimo" è addirittura esaltato, come in una traccia dove poi l'audio è stato filtrato ancor più pesantemente, in modo da ottenere questo effetto da "cassetta anni 90 rotolata giù per le scale dal 32esimo piano".

Ovviamente, pur accettando - e anzi, ricercando - i limiti sonori di tali modalità di registrazione, ho cercato di arrivare ad un risultato equilibrato su tutti gli impianti. 

Non è stato facile. 

Ora: Spotify, quando pubblica la musica, comprime  ancora di più gli audio che gli mandi, in modo che il volume sembri più alto. Il brano di cui parlavo prima è stato duro da mixare perchè era al limite. Ora, grazie alla compressione ulteriore e non voluta di spotify, se ascolti quella traccia senza cuffie e direttamente da cell (e senza attaccarlo allo stereo), va in picco. 

Ri-ora: a me dell'audio che esce da un cellulare nudo e crudo frega poco - non si capisce un cazzo lo stesso - ma mi chiedo: ma se uno fa un lavoro, perchè non glielo pubblichi cosi com'è?

Io capisco che devi cercare di uniformare gli audio della tua immensa banca dati, ma cazz. Io non l'ho fatto cosi! 

 

:triste:

E Bandcamp, invece?

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  • 2 months later...

Sembra, e ripeto SEMBRA, che sti paladini della musica per tutti abbiano pagato 69000€ di tasse a fronte di un fatturato di circa 9 milioni di euro in Italia (non riporto il periodo di riferimento perchè non ne sono per nulla sicuro).

Nulla di nuovo, per carità, il mondo si basa sulla crociata al piccolo evasore e la carta bianca alle multinazionali, ma mi stava sulle palle prima (per la modalità di fruizione, alla pari di Netflix e in generale di tutti i servizi in streaming), a maggior ragione mi sta sulle palle ora.

"Eh, ma è comodo però...":bud_ohno:

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On 1/18/2020 at 2:35 PM, On a Friday said:

Sembra, e ripeto SEMBRA, che sti paladini della musica per tutti abbiano pagato 69000€ di tasse a fronte di un fatturato di circa 9 milioni di euro in Italia (non riporto il periodo di riferimento perchè non ne sono per nulla sicuro).

Nulla di nuovo, per carità, il mondo si basa sulla crociata al piccolo evasore e la carta bianca alle multinazionali, ma mi stava sulle palle prima (per la modalità di fruizione, alla pari di Netflix e in generale di tutti i servizi in streaming), a maggior ragione mi sta sulle palle ora.

"Eh, ma è comodo però...":bud_ohno:

L'on line è la rovina delle economie mondiali. 

La colpa è certamente dell'utenza (io infatti a queste merde non do una lira, amazon compreso) ma in primis della politica totalmente incapace di legiferare in merito.

Il risultato? Spotify ingrassa, lo Stato si impoverisce perché diminuiscono gettito fiscale e aumenta la disoccupazione. Questo è l'on line.

Che bello il progresso tecnologico. :wub:

 

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18 minutes ago, echoes said:

L'on line è la rovina delle economie mondiali. 

La colpa è certamente dell'utenza (io infatti a queste merde non do una lira, amazon compreso) ma in primis della politica totalmente incapace di legiferare in merito.

Il risultato? Spotify ingrassa, lo Stato si impoverisce perché diminuiscono gettito fiscale e aumenta la disoccupazione. Questo è l'on line.

Che bello il progresso tecnologico. :wub:

 

Sono totalmente d'accordo, è un mix di colpe tra noi utenza (i colpevoli maggiori, perchè la comodità non è una giustificazione), l'azienda che deve fatturare all'infinito nel mondo del neoliberismo, e lo stato che non muove foglia.

Il bello è che poi, alla fine della fiera, ci rimetterà la musica, se non ci ha già rimesso.

Le serie tv, piccolo esempio di arte pop, hanno già subito profondi cambiamenti per adeguarsi alla cultura della quantità, del "binge watching" etc etc, perciò siamo passati dai Soprano a The Witcher, da The Wire a Stranger Things, ovvero da serie che erano giganteschi film che richiedevano attenzione, impegno, che ti portavano ad amare la storia (complessa) ed i personaggi (reali e multidimensionali) nel corso del tempo a serie (e ho citato quelle di successo, perchè ce ne saranno centinaia ridicole) che ti danno tutto subito. Peccato quel che tutto in pratica sia il nulla trasposto su schermo, se non divertimento, rimandi alla cultura anni 80, azione, figa.

Succederà anche alla musica? E' già successo?

Non lo so, sicuramente ci sono altri buoni motivi per ora per schifare sta roba

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  • 1 month later...

Io invece non ascolto più musica nuova da quando si è passati all'on demand.

E' un tipo di fruizione distratta che non mi lascia nulla, quindi mi è totalmente passata la voglia di ascoltare musica. 

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1 hour ago, echoes said:

Io invece non ascolto più musica nuova da quando si è passati all'on demand.

E' un tipo di fruizione distratta che non mi lascia nulla, quindi mi è totalmente passata la voglia di ascoltare musica. 


Io lo uso come una versione "cloud" di tutti i dischi che ascolto, semplicemente.
Ho una libreria di musica in vinile, ne ho una in cd, e ne ho una terza digitale che raggruppa le due precedenti + qualche disco che amo e che non possiedo in versione fisica.


Il grosso vantaggio rispetto alla musica "scaricata" è che ho una libreria unica che:

– rimane ordinatissima in modo automatico (e contiene per ogni disco in automatico copertina in alta risoluzione + artworks eventuali + informazioni su anno di uscita + credits + addirittura i testi)
– non pesa nulla in termini di bytes. Comodissima per avere tutta la mia musica sempre con me sia sul portatile che uso per spostarmi e lavorare, sia sul telefono, che uso quotidianamente come iPod, senza dovermi preoccupare dello spazio che occupa sulla memoria di ciascun dispositivo. Se all'occorrenza voglio ascoltare qualche disco senza connessione (es. in aereo), premo un pulsante e in 30 secondi il disco è scaricato per riproduzione offline.
– è sincronizzata tra tutti i dispositivi. Se una sera qualcuno mi parla di un disco che devo "assolutamente" ascoltare, lo aggiungo al volo alla mia libreria Apple Music dal telefono e l'indomani quando mi metto al lavoro sul computer è già lì pronto da ascoltare. Se mentre sto lavorando con cuffia ascolto un nuovo disco e sento un pezzo che mi fa morire, lo aggiungo alla mia playlist "doccia" con un click e quando passo in salle de bain è lì pronto ad essere diffuso.

Niente più bisogno di scaricare musica. Niente più bisogno di smadonnare se un disco non si trova. Niente più bisogno di organizzare files e hard-disk – e niente più bisogno di un backup. Niente più librerie mal organizzate.

Con il plus di poter ascoltare, quando ne ho voglia, selezioni di musica curate da musicisti che amo.
Mica male.

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4 hours ago, modifiedbear said:


Io lo uso come una versione "cloud" di tutti i dischi che ascolto, semplicemente.
Ho una libreria di musica in vinile, ne ho una in cd, e ne ho una terza digitale che raggruppa le due precedenti + qualche disco che amo e che non possiedo in versione fisica.


Il grosso vantaggio rispetto alla musica "scaricata" è che ho una libreria unica che:

– rimane ordinatissima in modo automatico (e contiene per ogni disco in automatico copertina in alta risoluzione + artworks eventuali + informazioni su anno di uscita + credits + addirittura i testi)
– non pesa nulla in termini di bytes. Comodissima per avere tutta la mia musica sempre con me sia sul portatile che uso per spostarmi e lavorare, sia sul telefono, che uso quotidianamente come iPod, senza dovermi preoccupare dello spazio che occupa sulla memoria di ciascun dispositivo. Se all'occorrenza voglio ascoltare qualche disco senza connessione (es. in aereo), premo un pulsante e in 30 secondi il disco è scaricato per riproduzione offline.
– è sincronizzata tra tutti i dispositivi. Se una sera qualcuno mi parla di un disco che devo "assolutamente" ascoltare, lo aggiungo al volo alla mia libreria Apple Music dal telefono e l'indomani quando mi metto al lavoro sul computer è già lì pronto da ascoltare. Se mentre sto lavorando con cuffia ascolto un nuovo disco e sento un pezzo che mi fa morire, lo aggiungo alla mia playlist "doccia" con un click e quando passo in salle de bain è lì pronto ad essere diffuso.

Niente più bisogno di scaricare musica. Niente più bisogno di smadonnare se un disco non si trova. Niente più bisogno di organizzare files e hard-disk – e niente più bisogno di un backup. Niente più librerie mal organizzate.

Con il plus di poter ascoltare, quando ne ho voglia, selezioni di musica curate da musicisti che amo.
Mica male.

Ci sei dentro ormai, sei diventato un "tecnologista" pure tu. :martel:

Comunque capisco che è molto comodo, però proprio è un modo di fruire che non riesco ad adottare. Ho anche provato eh, ma nulla, non mi lascia niente.

 

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  • 11 months later...
2 hours ago, Lacatus said:

Streaming Spotify, un patto col diavolo 

https://www.youtube.com/watch?v=xaz5LLyFz2s

 

 

 

"Non possiamo cambiare il mondo, ma possiamo e dobbiamo creare delle isole felici"

Concordo.

Bel video, grazie @Lacatus :clapclap:

Lo integro con la prima parte del suddetto video:

https://www.youtube.com/watch?v=p4FvM8H9EEQ

 

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