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La Batteria, il Philip Selway, Eccetera...


Lacatus

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A MOON SHAPED POOL - A FUCKIN' DRUM REVIEW

(ho notato che c'è qualche imprecisione da sistemare)

Questo è il post dedicato agli zii Phil e Clive. Cercherò di aggiornarlo man mano che noto cose in più durante gli ascolti

 

Burn The Witch

Iniziamo subito dalle cose più inutili: non lo posso dire con certezza, visto che il mix nasconde un po' le cose, ma sul ritornello potrebbero esserci due batterie. Per il resto c'è questa ritmica suonata su un pad (il roland sp di Clive?) o è un sequencer (la drummachine di thom per tmb? i suoni paiono quelli). Ad ogni modo, tempo molto funkeggiante e "nero"! abbastanza inedito per loro. 

Daydreaming

Bene. ottimo lavoro, bravi, bis (I)

Decks Dark

Inizia con un altro suono che viene da un pad/ o thom TMB style. Poi entra la batteria "naturale": il tempo è un funk/soul dritto ma con qualche accento che smuove la situazione, per rendere la situazione più sinuosa e sensuale quasi; è un groove semplice, ma che ci sta. Interessanti i fill e quei radi colpi sulla campana del ride (si Laca, qui un piatto c'è). Io che conosco un pochino Clive anche fuori dai Radiohead, tendo a dire che sia un tempo suo, lo dico sopratutto per i fill che fa che paiono poco "Philleschi". Ma può essere benissimo anche phil a suonare. Dal vivo la sentiremo con due batterie? Con Phil alla batteria e Clive al Roland sp? Chissà.

Desert Island Disc

Qua siamo ad una delle vette del disco. Intanto vi faccio notare quando entra la batteria: in mezzo ad un cambio di accordi, abbastanza "strano" (non chiedetemi altro, non so una mazza di accordi); l'effetto è molto interessante, nei primi due secondi sembra tutto sospeso, con il ritmo che si deve ancora assestare, molto bello. Il ritmo poi si assesta ed è un latin tipo mambo (come scritto prima anche tumbao). Fatto molto bene, jazzato, pulito. Accompagnamento sul ride e distribuzione dei colpi su tom, timpani e sidestick sul rullante, tipico dei latin. Interessante notare come, per l'entrata phil dia il primo colpo direttamente sul ride (evidentemente un crash ride) e non su un crash.

Ful Stop

Krautrock e tutti a casa. Ritmicamente è il brano più kraut insieme a TAMTW dei Radiohead (oddio, anche Cuttooth non scherza). Inizia con un ritmo sul pad con accento sui quattro e un levare (adesso non ricordo dove dovrei risentirla). Quando la batteria entra, il tempo è come detto molto krautrock però con molti accenti spostati (cosa che nel kraut...anche no), giochi di accenti sul rullante e il ride. Tipico Clive al 100%. C'è un altra batteria, ma non ho ancora capito bene che fa. 

Glass Eyes

Bene. ottimo lavoro, bravi, bis (II)

Identikit

Inizia per due battute come una sorta di bossanova con l'ultimo quarto tirato indietro (ma palesemente non voluta la bossa), poi parte come un funk dalle dinamiche basse. Rispetto alla versione live il ritmo è meno aggressivo complice gli accenti non sul rullante ma sul sidestick del rull. E' comunque una delle tracce con la ritmica più funkeggiante dei nostri. Non sento un altra batteria qui ma credo che Clive la farà dal vivo. 

The Numbers

Funk leggerissimo e jazzato, accompagnato sul ride. Tempo molto largo e rilassato. Bello il primo fill in entrata in controtempo. Anche qui, dalle parti di Amnesiac

The Present Tense

Il ritmo è una samba e non una bossanova (non dite ad un brasiliano che sono uguali). Tra i ritmi samba questo mi sembra un choro. Inizia con un tempo di spazzola (una mano) e una bacchetta (altra mano) sul bordo rullante, cassa che sta sui quattro. In generale questo è un effetto che già molti batteristi jazz avevano sgamato per cercare di ricreare l'effetto  del percussionista nelle orchestre brasiliane (che fa un ritmo simile magari sulle timbales, sulla cuica..ecc). A metà brano si sovrappone un altra batteria (a sto punto dal vivo Clive Phil si divideranno le parti) che semplicemente ripete lo stesso ritmo però spostandolo su altri punti del set (in questo caso ride/rullante). E' un bel tempo, ma come detto un po' scoloastico, magari far uscire meglio le sincopi avrebbe dato un effetto un po' più morbido e ricco, meno "schematico" (insomma qui manca un po' di feeling e di "ghost notes".

Tinker Tailor Stocazzo

Per me, una delle vette. Anche qui il ritmo diviso su ride e rullante, è tipico di phil, dall'incedere lento e ipnotico. Mi ha ricordato qualcosina di Miles Runs The Voodoo Down di Miles Davis. Bella la parte centrale con passaggi ripetuti sui tom. Anche qui, una linea jazzata (che, spiego, non significa jazz: semplicemente abbastanza ariosa e con la mano destra che accompagna sul ride). Per tutto il pezzo c'è un suono percussivo ogni quattro. Lo fara Clive? Io non credo. Questo brano però si aprirebbe ad interessanti scenari con la doppia batteria. 

True Love Waits

Bene. ottimo lavoro, bravi, bis (I)

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No:P

Io non dò per scontato nulla, faccio ipotesi (a parte Ful Stop). Le parti che fa Clive potrebbero benissimo averle fatte fare ad un sequencer o simili. Basta pensare a tkol che ha delle ritmiche da paura senza che phil toccasse una bacchetta. Present tense ha due batterie, ma potrebbe averle fatte tutte e due phil in overdub...

Sono tutte ipotesi. 

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3 minutes ago, Wanderer said:

No:P

Io non dò per scontato nulla, faccio ipotesi (a parte Ful Stop). Le parti che fa Clive potrebbero benissimo averle fatte fare ad un sequencer o simili. Basta pensare a tkol che ha delle ritmiche da paura senza che phil toccasse una bacchetta. Present tense ha due batterie, ma potrebbe averle fatte tutte e due phil in overdub...

Sono tutte ipotesi. 

Non dimentichiamo che Phil sa arrangiare anche le ritmiche su software: un esempio è Kineitc, creata da lui basandosi su un campione di Miles Runs The Voodoo Down.

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Che pagliaccio phil:martel:

Su Decks dark nel finale poteva aprire un minimo le dinamiche passando sul ride, no? Ok banale, scontato e tutto quello che vuoi, ma less is more! Invece no, sempre via sotto con quel charleston chiuso del cazzo!:arbitro:

Volevamo l'epicità!

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@Lacatus la bomba del giorno: Lotus Flower può richiamare la bossanova:afro: sopratutto nelle prime battute, poi dopo c'è una chicca che non avevo notato; l'accento viene spostato sul levare del colpo antecedente e crea un effetto di tempo che si gira su se stesso. Però vorrei sentire meglio. 

(ps tra l'altro allora io dal vivo l'avevo sempre suonata "sbagliata":lol:)

 

Come sempre: non è che Lotus sia una bossanova - il tempo è rock marcissimo - ma ha dei richiami, delle infiorettature al suo interno...casualità? probabile, ma...

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THE KING OF LIMBS - LOOP REVIEW (:lol:)

 

Premessa importante: nel disco non credo ci sia una nota di batteria suonata, sono tutti loop (contrariamente a quanto pensavo durante i primi ascolti di questo disco), quindi di loop parleremo, non di batteria e quindi i suoni che si trovano vanno tutti messi in quest'ottica...

 

Bloom

Il discorso per "Bloom" è abbastanza semplice: c'è una cellula ritmica che si ripete dall'inizio alla fine del brano, che poi dal vivo sarebbe quella che esegue Jonny. Le parti di Phil/Clive qui non sono presenti. Il tempo è una figura "squadrata" e abbastanza marziale sul rullante (o almeno trasponibile sul rullante per farla simile): notare che alla fine negli ultimi colpi si doppia con qualcosa di più scuro e basso - dal vivo un tom (in effetti Jonny la fa cosi). Il loop poi si arricchisce di piccoli ricami di elettronica che ne aggiungono qualche sfumatura in più, ma di base la figura è una. Il riferimeto più immediato che mi è venuto in mente ascoltandola sono quelle figure abbastanza tipiche delle "squadre" di percussionisti del centrafrica, dove in 20/30 ma anche 50 suonano tutti lo djembè (strumento a percussione originario della costa occidentale - Senegal, Guinea, Costa D'Avorio). In queste "ensemble" solitamente viene scelta una persona sola che "chiama" la figura ritmica che poi tutti gli altri eseguiranno insieme. Ovviamente è solo una suggestione, ma Bloom m'ha ricordato alcune di queste figure tipiche. Il basso agisce come strumento melodico. La ripetitività è uno degli elementi essenziali del disco: qui il ritmo ripetuto dà l'idea di un rituale, di un pezzo quasi sciamanico (non per niente è anche il loro album più ambientale). 

Morning Mr. Magpie

Il tempo si basa su un loop di charleston abbastanza spezzettato e scattoso, con il rullante a dare il tempo. In realtà il charleston non è uno, ma sono due; se notate all'estrema sinistra si sentono sempre due colpi di charlie ogni battuta che si incastrano e sovrappongono con il ritmo principale. Nella parte centrale ci sono dei loop ritmici a tenere su l'impalcatura della parte, con le chitarre che man mano si inseriscono; sopra questi loop si inserisce un altro loop che pare imitare i suoni di bordo del rullante. Il pezzo poi si ripete salvo che ad un certo punto (prima dell'ultimo ritornello) dove per qualche secondo al loop di charlie si unisce un altro loop di "piatti" riverberati. Nel finale altro loop si unisce al tempo sul charlie rullante, e si posiziona "sotto", ma con suoni secchissimi, quasi a richiamare quelli del cambio centrale.  Ritmicamente è un pezzo che mi rimanda tanto ai Talking Heads; ed è sicuramente la cosa più funky fatta dai nostri...ma anche qui ai sapori nostrani si inserisce un qualche rimando al sud america (per quanto loopato). Bello il contrasto tra ritmica fredda e basso caldo e portante. Interessante notare come la batteria sia molto spostata sulla sinistra e il centro sinistra, non si sposta quasi mai sul canale destro.

Little By Little

Sicuramente questa è più difficile da analizzare, perchè fatta su tanti strati, non tutti distinguibili. Partendo dall' "alto" il primo suono che si nota è questo "muro" di percussioni loopate - dove per percussioni intendo proprio percussioni non batteria - che paiono sonagli, cembali, shaker, ovviamente tutti con un suono non naturale. Nel mezzo a scandire il ritmo c'è un rullante che accenta sul levare dell'uno e del tre. Interessante però notare che il rullante ogni tot sparisce (come quando entra Thom), lasciando il ritmo quasi sospeso per aria, salvo poi ripartire e dare di nuovo ritmo al brano. Un bell'effetto. Nel ritornello si aggiungono ancora suoni che paiono di spazzole sul rullante, con l'accento però ancora dato con la "bacchetta" (ovviamente tutto a loop eh!). In mezzo a sto marasma appare anche un charlie nella seconda strofa, anche qui con un andamento molto spezzato, a contrappunto sulle percussioni molto lineari e piene. Nel cambio rimangono solo le percussioni con il loop di cassa. Per tutto il brano c'è comunque sempre anche una cassa che agisce da contrappunto sotto il rullante. Nel finale il ritornello con la comparsa di nuovo del charlie e quello che è forse uno degli effetti più riusciti: il tempo che rimane sospeso nel primo "Little By Little" cantanto da thom con il rullante che sparisce e la canzone che si abbassa di dinamica (sotto si sente anche un bel loop di guiro cubano); il rullante poi riappare nel secondo verso a ridare ritmo definitivo al pezzo, che si conclude. Ritmicamente il pezzo se volessivo trasporlo su batteria potrebbe richiamare sia una samba che un son cubano, o comunque un latin, in generale. Propenderei più per il son, perchè se lo suonassimo sopra, per quanto gli accenti ovviamente non corrispondano perfettamente, l'andamento gli somiglia. Radiohead to Cuba!

Feral

Il discorso è abbastanza simile a Bloom: c'è un loop che si ripete per tutto il pezzo, diviso tra charlie,cassa e rullante (ci sono anche dei piccoli clip negli accenti che non so che siano); gni tanto affiora qualche colpo di tom qua e la. La cosa interessante è che ogni tanto il loop si alza di dinamica e in quel momento sembra sdoppiarsi; il rullante rivela sotto un'altral inea di rullante, il charlie un'altra linea di charlie. Sono perfettamente identiche, solo che a volte non sono sovrapposte perfettamente, facendo scoprire il "trucco". Bello lo stacco di pochi secondi in cui sparisce il rullante e rimane solo il charleston che però anche qui..pare un charleston suonato a quattro mani! Il tempo è una samba brasiliana, su questo non ho tanti dubbi. Nel finale rimane solo la cassa con un altro piccolo loop sul canale destro. 

Lotus Flower

Il tempo è un rock tradizionale, ma attenzione che nasconde una piccola insida! Per i primi 55 secondi il rullante è sul 2 e sul levare del 4; poi da 56 il tempo si gira; l'accento si sposta dal 2 al al levare del 3 e sul battere del 4! Sul ritornello ritorna allo schema iniziale; sulla strofa cambia di nuovo al secondo schema detto; poi di nuovo al primo schema. La cosa bella è che il primo schema (2 e 4) è un tempo tipico bossanova! Oltre a questo ritmo ci sono i break e i loop che si sovrappongono: da un lato ci sono gli handclaps che si posizionano sul levare della battuta; poi ci sono dei "passaggi" di batteria costruiti su tagli di loop - che poi in alcuni punti della strofa si risentono ma non vengono risuonati per intero - e poi ancora ci sono dei colpi di rullantein più posizionati sul canale sinistro e destro (bella idea di spaziatura del suono..). Insomma, deitro lo schema di ritmo principale ci sono tanti piccoli loop tagliati che muovono tutta la situazione. In alcuni punti poi il rull sparisce e rimane solo il charlie. 

Codex

C'è un suono di drum kick così scomposto: battere dell'1, levare e battere del 2, battere del 3 e levare e battere del 4. Si nota veramente solo in cuffia.

Give Up The Ghost

Anche qui c'è un suono di kick che poi live fa Jonny (e Thom). Il kick è sul 2 e sul 4, all'inizio sembra fatto da un loop, ma solo per la prima battuta, poi quando entra la chitarra pare farlo solo Thom sulla chitarra. Il loop riappare solo alla fine del brano, ultima battuta. 

Separator

Stessa idea di Bloom/Feral: un loop statico ripetuto. Però qui il discorso è molto più scarno; non ci sono infiorettature, o loop che si intrecciano. Ce ne è uno che va avanti per tutto il brano. Il tempo è un tempo rock normale, caratterizzato da quella sincope di cassa e dall'apertura del charlie finale. In sè non indimenticabile, ma nel brano ci sta e ancora qui si capisce una cosa importante: che in questo disco hanno voluto lavorare sulla ripetizione ritmica costante, per dare un'idea di ciclicità quasi ossessiva. Ed è uno dei tanti paradossi di questo disco: da un lato cosi minimiale, ma dall'altro cosi pieno come nessun altro loro disco.

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