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10 anni Negli Arcobaleni (In Rainbows)


Lacatus

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Per me invece è forse il più truccato di tutti: hanno fatto le capriole per renderlo appetibile, bombardandolo di momenti rassicuranti e poco sdrucciolevoli. Per carità, li posso anche capire, magari s'erano rotti le palle di perdere troppo tempo alla ricerca della intrinseca forma ideale dei pezzi, costringendoli a calci in culo dentro una forma artigianale più agevole da maneggiare e meno insidiosa. Nude su tutti: tra le armoniche della sezione d'archi si possono sentire facilmente i lacrimoni strappati a forza agli ascoltatori. Weird Fishes/Arpeggi: il materiale è eccelso ma limare la versione di Ether è un casino e ci vuole tempo, mentre la collaudata ballata-kraut va sempre a segno, "promette spettacolo, un colpo sicuro". All I Need: fai capire all'ascoltatore che state trombando ed è fatta.

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In Rainbows è come la spiegazione dell'effetto fotoelettrico da parte di Einstein: un bel lavoro, ma non puoi venirmi a dire che sia il più grande contributo alla Scienza di Einstein solo perché c'ha vinto il Nobel, lo stesso Einstein della Relatività Generale (Ok Computer, Kid A e Amnesiac messi assieme e all'ennesima potenza).

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Non saprei che voto dare ad In Rainbows, sicuramente mi piace meno di Ok Computer, Kid A, Amnesiac e forse anche un pochino meno di A Moon Shaped Pool e The Kings Of Limbs, ma per un semplice gusto personale. Semplicemente, mi annoia ascoltarlo tutto in un botto ed è l'unico album dei nostri, insieme a Hail To The Thief, dove skippo brani (Bodysnatchers e Faust Arp). Non mi tiene nel vivo dall'inizio alla fine,  a livello emozionale sicuramente mi tocca, però mi fa vivere sempre le stesse sensazioni, invece Kid A, Amnesiac, Ok Computer e Amsp mi fanno viaggiare tra diversi stati d'animo ed è come se mi trasportassero dentro un loro mondo. Inoltre, non sono un grande fan delle canzoni dedicate ai sentimenti e all'amore, quindi non mi straccio le vesti neppure per i testi, anche se secondo me sono scritti molto bene. Invece, come canzoni singole, contiene tante delle mie canzoni preferite dei Radiohead, come Nude, Reckoner e Videotape, e mi piacciono anche All I Need (sorry forum), 15 Steps e House of Card.

 

Quindi praticamente è il classico album che non ascolto tutto ma di cui vado a prendermi una singola canzone, a parte quando cammino in primavera\autunno in campagna, li è perfetto.

 

(ammetto che vederlo iper valutare addirittura sopra Kid A e vederlo intoccabile e impossibile da criticare per la maggior parte dei fan me lo fa stare un po'antipatico, ma non è colpa sua)

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2 hours ago, pandroid said:

Per me invece è forse il più truccato di tutti: hanno fatto le capriole per renderlo appetibile, bombardandolo di momenti rassicuranti e poco sdrucciolevoli. Per carità, li posso anche capire, magari s'erano rotti le palle di perdere troppo tempo alla ricerca della intrinseca forma ideale dei pezzi, costringendoli a calci in culo dentro una forma artigianale più agevole da maneggiare e meno insidiosa. Nude su tutti: tra le armoniche della sezione d'archi si possono sentire facilmente i lacrimoni strappati a forza agli ascoltatori. Weird Fishes/Arpeggi: il materiale è eccelso ma limare la versione di Ether è un casino e ci vuole tempo, mentre la collaudata ballata-kraut va sempre a segno, "promette spettacolo, un colpo sicuro". All I Need: fai capire all'ascoltatore che state trombando ed è fatta.

Con "cosmesi" intendevo tutto il lavoro sul sound caratteristico dei precedenti album, in particolare della triade. Il suono veniva trasfigurato fino a renderlo alieno, e si sposava perfettamente con le tonalità tragiche e apocalittiche di quel periodo. Qui invece abbiamo di fronte un lavoro praticamente senza "effetti speciali", composizione nuda e cruda che secondo me non ha alcuna pretesa di rassicurare o elemosinare consensi, ma piuttosto mostrare al mondo come la loro musica funziona anche senza fondotinta. Che senso ha truccare una ragazza già bellissima al naturale? A volte la forma ideale di un pezzo è la sua forma più semplice, e sapere quando fermarsi è caratteristica dei maestri di ogni arte. Sobrietà non è sinonimo di ruffianeria.

2 hours ago, pandroid said:

Nude su tutti: tra le armoniche della sezione d'archi si possono sentire facilmente i lacrimoni strappati a forza agli ascoltatori.

Se ti va approfondisci un po' questo punto in particolare, che mi pare un po' il centro della questione. In che modo gli archi di Nude vogliono strappare lacrimoni? E anzi ti rigiro la cosa: in che modo gli archi di How to disappear NON vogliono strappare lacrimoni? Perché stridono di più e allora sono meno ruffiani?
Non capisco i vostri metri di giudizio...

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Io concordo con Gasba, in sostanza. In Rainbows è il disco della distensione dopo le tempeste di ghiaccio, sabbia e fuoco dei quattro dischi precedenti. E' il disco in cui i Radiohead tornano a fare canzoni per il gusto di farle, senza l'urgenza espressiva viscerale né la voglia di decostruire e trasfigurare...Così viene fuori un disco di pop d'autore, sopraffino, in cui l'atmosfera è funzionale al songwriting e non viceversa, in cui l'arrangiamento non è più struttura ma vestito...Il risultato non è ruffiano ma più "easy" perché, appunto, è il disco della distensione, della riappacificazione. E' un bel pratone dopo la pioggia: una bellezza magari più rassicurante, meno totalizzante e profonda dei paesaggi estremi del deserto di Acatama o delle pieghe violente delle cime andine, ma ad avercene di paesaggi così da contemplare.

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2 minutes ago, Wanderer said:

Ma io credo che nessuno - seriamente - metta troppo in discussione la bontà di In Rainbows,

solo che mi sembra strano, personalmente, metterlo di fianco a certe robe..

(il che non vuol dire appunto, che sia una merda..)

 

Beh paragonarlo a un Kid A o a un Ok Computer suona strano anche a me, questo è ovvio. Dico solo che è un disco ottimo, che viene subito dopo le vette indiscusse della produzione radioheadiana.

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2 hours ago, Gasba said:

Con "cosmesi" intendevo tutto il lavoro sul sound caratteristico dei precedenti album, in particolare della triade. Il suono veniva trasfigurato fino a renderlo alieno, e si sposava perfettamente con le tonalità tragiche e apocalittiche di quel periodo. Qui invece abbiamo di fronte un lavoro praticamente senza "effetti speciali", composizione nuda e cruda che secondo me non ha alcuna pretesa di rassicurare o elemosinare consensi, ma piuttosto mostrare al mondo come la loro musica funziona anche senza fondotinta. Che senso ha truccare una ragazza già bellissima al naturale? A volte la forma ideale di un pezzo è la sua forma più semplice, e sapere quando fermarsi è caratteristica dei maestri di ogni arte. Sobrietà non è sinonimo di ruffianeria.

Credo che la divergenza di visioni stia nella frase che ho evidenziato. Per come vedo io il repertorio dei Radiohead, a parte certe eccezioni (del calibro di Pyramid Song, Present Tense, Kid A, Reckoner, Bloom, Exit Music, The Tourist, spesso a firma Greenwood), lo scheletro dei loro brani è abbastanza nella media. Non ragazze bellissime, ragazze normalissime che passerebbero inosservate se non trattate con la dovuta cura, ed è proprio il lavoro di fondotinta ed effetti speciali a fare il grosso della situazione. A volte lo scheletro non esiste nemmeno, è tutto un lavoro di atmosfere e pazienza e taglio e cucito di fino (Idioteque, Feral, Kid A, Packt Like Sardines). Nessuno apprezzò House of Cards quando Thom la suonò in acustico la prima volta, il lavoro monumentale in studio l'ha tolta dall'insignificanza. HTDC è una sequenza abbastanza banale impreziosita dal carico emotivo che si porta appresso, ben rappresentato dal vestito che gli hanno cucito addosso. A volte capita che l'esecuzione copra le mancanze della composizione, e la cassetta di Ok Computer ci presenta l'esempio lampante in Let Down. Ti dirò di più, sono assolutamente d'accordo con te sul fatto che sapere quando fermarsi è caratteristica dei maestri di ogni arte, e che sobrietà non sia sinonimo di ruffianeria, e che a volte la forma ideale di un pezzo è la più semplice. Però non ritengo sia il caso di In Rainbows: la materia prima era più scarsa rispetto agli altri lavori (persino rispetto a The Eraser), e non è stata trattata come meritava. Probabilmente richiedeva uno sbattimento che non volevano prendersi (lecito, devono fare quello che piace a loro, mica a me), e molto spesso son andati di mestiere a cercare di sopperire le lacune del brano in sé. Ed è capitato che si lasciassero prendere la mano fino a snaturare completamente Nude.

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14 minutes ago, pandroid said:

In Rainbows: la materia prima era più scarsa rispetto agli altri lavori (persino rispetto a The Eraser)

Nettamente più scarsa rispetto a The Eraser, a mio avviso, non finirò mai di ripeterlo.
In Rainbows ha segnato l'inizio della seconda fase dei Radiohead, quella che vede gli altri 4, soprattutto Jonny lavorare su idee appena abbozzate da Thom, mentre precedentemente, come hai ricordato tu citando la demo di Let Down in OKNOTOK, le canzoni arrivavano praticamente già pronte, con un'idea anche ben precisa dell'arrangiamento.

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On 12/9/2017 at 0:03 PM, echoes said:

Come disco io voto tutta la vita IR...Ma a livello di tracce singole, per me Moon Shaped Pool piazza pezzi unici e irripetibili nella storia dei Radiohead, mentre IR si mantiene in territori più usuali.

Concordo ancora con te -_-
AMSP ha pezzi singoli migliori ma IR come tracklist e "flusso" è praticamente perfetto. In questo senso, e solo in questo, perfetto quanto KidA e OkComputer.
Detto questo, tra i due non so ancora quale preferisco.


dovessi fare una top5 cumulata:

1 Daydreaming
2 Reckoner
3 Present Tense
4 Decks Dark
5 Videotape

 

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Niente, risentito oggi, al netto di tutte le discussioni razionalistiche, per me questo rimarrà sempre il MIO disco dei 18 anni...quindi è indissolubilmente legato a troppe cose, praticamente ogni brano. 

Per questo non posso, in fondo, parlarne/volergli male; anche perchè, riascoltandolo pure al netto delle memorie è un gran bel disco, altroché. 

Ah asparagi lasciatemela cosi com'è: d'accordo la versione orchestrale (che poi però mettetela voi su in rainbows..:D), ma qui klausdingerphilselway tira fuori una delle sue migliori prestazioni, secondo me ci sta a bomba. 

:)

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andrebbe poi aggiunta una cosa, secondo me: d'accordo il dire "album diretto ecc." però, se lo ascolti bene è - come logico - straprodotto, ci sono un infinità di tricks da studio, riverrberi, delay, echi (ovviamente essendo l'effettistica parte molto importante di questa band);  occhio però; certo vedere una certa semplicità dell'impatto sonoro (strumenti nitidi e puliti); ma è un disco pieno di dettagli, come spesso fanno. 

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29 minutes ago, Wanderer said:

qualcuno sa dirmi cosa suona thom all'inizio di all i need?

Cioè? A quale suono ti riferisci?

7 minutes ago, Wanderer said:

andrebbe poi aggiunta una cosa, secondo me: d'accordo il dire "album diretto ecc." però, se lo ascolti bene è - come logico - straprodotto, ci sono un infinità di tricks da studio, riverrberi, delay, echi (ovviamente essendo l'effettistica parte molto importante di questa band);  occhio però; certo vedere una certa semplicità dell'impatto sonoro (strumenti nitidi e puliti); ma è un disco pieno di dettagli, come spesso fanno. 

A livello di produzione mi piace... però da poco mi è capitato di sentire di fila A Moon Shaped Pool e poi In Rainbows e ho sentito un tonfo :D Fu comunque un passo da gigante dopo lo SCHIFO di produzione di Hail To The Thief. 

E' molto interessante il discorso che hai fatto su riverberi/delay/echi... tendenzialmente prevalgono i suoni asciutti (15 Step, Videotape asciutissime), ma emergono anche brani pesantemente riverberati (Reckoner, House Of Cards).
E' incredibile come riescano per ogni brano a prenderlo da un'angolazione diversa non solo per quanto riguarda l'arrangiamento in sé, ma anche per quanto riguarda il mixaggio. In questo i Radiohead sono veramente eclettici, a volte pure troppo per i miei gusti, vedi A Moon Shaped Pool, che sembra più una collezione di canzoni sparse che un album coerente. 
Prendi Die per esempio: stilisticamente le canzoni sono differenti, si passa dalla canto polifonico tradizionale sardo alla IDM... però i suoni sono sempre gli stessi (e le parole pure!). Ma anche Ok Computer, per esempio, è granitico sotto questo punto di vista, pur essendo variegato nello stile. Le chitarre hanno più o meno sempre quei suoni, e così vale per gli altri strumenti e gli arrangiamenti sono più o meno gli stessi per ogni pezzo (chitarre filtrate/basso/batteria, con il rhodes e il glockenspiel che fanno capolino ogni tanto...). Io generalmente preferisco questo tipo di dischi. 
Comunque pur non arrivando alla compattezza di un Ok Computer, In Rainbows è uno dei più compatti dei dischi dei nostri, ha ragione @Sig.Bakke

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per parte di thom su all i need intendo il tema iniziale...cosa suona li? un moog?

(non me ne intendo di synth..)

comunque non mi sono spiegato bene: io intendevo che, come arrangiamento è un album che è pensato probabilmente per quello che è: serie di brani più "suonati" con chitarre, batteriem basso, voce ecc. Da' molto l'effetto dei Radiohead nella stanza a "provare". Poi se ci spostiamo a livello di suoni e produzione, mi pare ci sia un sottobosco molto fitto, come al loro solito, noostantesi i suoni siano molto asciutti. 

Però di code, riverberi, effetti se ne notano molti...quanti siano di nigel e quanti direttamente scelti dalla band è sempre dura dirlo. Tutto qua; l'asciuttezza di In Rainbows è evidente e anche la sua maggiore "naturalezza" nella scelta degli strumenti; poi però la produzione è abbastanza ricca pure qui. 

Pensiamo a come suona il piatto di Reckoner, e faccio solo un esempio..

Comunque grazie a questa discussione me lo sto riascoltando ed è bello bello, niente da dire. Interessante sarebbe un raffronto con amsp ma amsp è ancora troppo giovane...(e poi siamo sicuri siano dischi cosi simili? Uno mi sembra molto più barocco dell'altro)

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8 hours ago, Lacatus said:

tanto...). Io generalmente preferisco questo tipo di dischi. 
@Sig.Bakke

Questo è un discorso interessante che si potrebbe sviluppare. Il problema è sempre quello di provare a distinguere produzione e arrangiamento, sopratutto in una band come i Radio dove l'arrangiamento è anche "suono" e quindi anche produzione. 

Voglio dire: il suono in partenza è farina del sacco dei Radio (ma pure di Nigel visto come è stretto con la band, addirittura mi pare che porti non poche idee composiitive), come farlo suonare poi è il lavoro di Dioricco nigel. 

Per preferenza personale ho sempre ammirato di più i dischi con un sound omogeneo dall'inizio alla fine, nel senso che pure nella logica diversità degli episodi, vi sia un filone sonoro. Quando poi la band a questo unisce un filone anche compositivo sono personalmente più soddisfatto. 

Cio detto è anche difficile capire cosa si cerca quando si parla di disco coeso e similari. Ad esempio in Rainbows mi è sempre sembrato tale, ma se lo vediamo dal punto di vista compositivo ci sono episodi vari tra loro - voglio dire, non è un disco tutto acustico, non è un disco tutto elettronico ecc -; se lo prendiamo da un punto di vista sonoro dei singoli pezzi ce ne sono alcuni molto asciutti e altri molto stratificati (per quanto la stratificazione poi si nasconda in ogni pezzo, il dettaglio fa sempre la differenza); se lo vediamo però da un pusto di vista di fondo, c'è una pasta omogena che permea tutto, il sound del disco, con le dovute differenze è quello li. E qui va rifatta la distinzione precedente: sono i suoni di partenza o i suoni finali ad essere più o meno similaii? In realtà mi sembra che in IR le chitarre suonino simili, il piano idem, gli archi idem. 

Ad esempio invece in AMSP questa cosa un po' manca e c'è già molta disimogeneità a livello di scrittura (e di questo abbiamo ampiamente detto), c'è una disimogeneità di suoni d'uscita - e forse di partenza? - però c'è una pasta comune.

E, per chiudere il discorso, si potrebbe anche dire che l'approccio alla produzione è abbastanza agli antipodi l'uno dall'altro: da un lato appunto c'è una tendenza a suoni secchi (eccedtto Reckoner e House Of Cards; poi ovvio che ce ne sono anche negli altri brani); su amsp invece vedo tutto molto pieno, rigoglioso, quasi barocco. Riverberi, code, fruscii, cazzi e mazzi. 

 

 

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