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Le nostre poesie


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Ma siete tutti dei poesitici?

Cioè, altri prosaici oltre me e Edoardobloom non ci sono?

poestitico, grazie...!

e a proposito di cacca:

Scomoda verità (febbraio 2007)

Bisogna saper parlare

di merda

e

di morte

con la stessa serietà.

La merda puzza.

La morte pure.

La merda caratterizza

ogni giorno della nostra vita.

La morte pure.

La merda è un argomento

poco piacevole da affrontare.

La morte pure.

La merda spesso ci libera.

La morte pure.

La merda caratterizza la vita.

La morte pure.

La merda tutti ci accomuna.

La morte pure.

La merda di solito

è connotata negativamente.

La morte pure.

La merda inizia per m.

La morte pure.

A volte le piccole cose

sono più grandi di quanto

si creda,

e merda

e morte

si somigliano

più di quanto voi crediate.

Attenti quando andate in bagno.

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  • 2 weeks later...

una sciocchezzuola scaturita da una pausa-cunnilingus

Dolce e chiara è la notte e senza vento,

E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti

Posa la luna, e di lontan rivela

Serena ogni montagna. O donna mia,

Già tace ogni sentiero, e pei balconi

Rara traluce la notturna lampa:

Tu dormi, che t’accolse agevol sonno

Nelle tue chete stanze; e non ti morde

Cura nessuna; e già non sai né pensi

Quanta piaga m’apristi in mezzo al petto.

Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno

Appare in vista, a salutar m’affaccio,

E l’antica natura onnipossente,

Che mi fece all’affanno. A te la speme

Nego, mi disse, anche la speme; e d’altro

Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.

Questo dì fu solenne: or da’ trastulli

Prendi riposo; e forse ti rimembra

In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti

Piacquero a te: non io, non già, ch’io speri,

Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo

Quanto a viver mi resti, e qui per terra

Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi

In così verde etate! Ahi, per la via

Odo non lunge il solitario canto

Dell’artigian, che riede a tarda notte,

Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;

E fieramente mi si stringe il core,

A pensar come tutto al mondo passa,

E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito

Il dì festivo, ed al festivo il giorno

Volgar succede, e se ne porta il tempo

Ogni umano accidente. Or dov’è il suono

Di que’ popoli antichi? or dov’è il grido

De’ nostri avi famosi, e il grande impero

Di quella Roma, e l’armi, e il fragorio

Che n’andò per la terra e l’oceano?

Tutto è pace e silenzio, e tutto posa

Il mondo, e più di lor non si ragiona.

Nella mia prima età, quando s’aspetta

Bramosamente il dì festivo, or poscia

Ch’egli era spento, io doloroso, in veglia,

Premea le piume; ed alla tarda notte

Un canto che s’udia per li sentieri

Lontanando morire a poco a poco,

Già similmente mi stringeva il core.

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una sciocchezzuola scaturita da una pausa-cunnilingus

Dolce e chiara è la notte e senza vento,

E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti

Posa la luna, e di lontan rivela

Serena ogni montagna. O donna mia,

Già tace ogni sentiero, e pei balconi

Rara traluce la notturna lampa:

Tu dormi, che t’accolse agevol sonno

Nelle tue chete stanze; e non ti morde

Cura nessuna; e già non sai né pensi

Quanta piaga m’apristi in mezzo al petto.

Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno

Appare in vista, a salutar m’affaccio,

E l’antica natura onnipossente,

Che mi fece all’affanno. A te la speme

Nego, mi disse, anche la speme; e d’altro

Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.

Questo dì fu solenne: or da’ trastulli

Prendi riposo; e forse ti rimembra

In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti

Piacquero a te: non io, non già, ch’io speri,

Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo

Quanto a viver mi resti, e qui per terra

Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi

In così verde etate! Ahi, per la via

Odo non lunge il solitario canto

Dell’artigian, che riede a tarda notte,

Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;

E fieramente mi si stringe il core,

A pensar come tutto al mondo passa,

E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito

Il dì festivo, ed al festivo il giorno

Volgar succede, e se ne porta il tempo

Ogni umano accidente. Or dov’è il suono

Di que’ popoli antichi? or dov’è il grido

De’ nostri avi famosi, e il grande impero

Di quella Roma, e l’armi, e il fragorio

Che n’andò per la terra e l’oceano?

Tutto è pace e silenzio, e tutto posa

Il mondo, e più di lor non si ragiona.

Nella mia prima età, quando s’aspetta

Bramosamente il dì festivo, or poscia

Ch’egli era spento, io doloroso, in veglia,

Premea le piume; ed alla tarda notte

Un canto che s’udia per li sentieri

Lontanando morire a poco a poco,

Già similmente mi stringeva il core.

chissà perchè mi ricorda giacomino... :rolleyes:

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Ho scritto questa cosa, tempo fa: non è un poesia, non è un racconto (non si conclude, non c'è nemmeno una trama), forse è solo l'introduzione di un racconto. io la posto, poi se so come va a finire aggiungerò il resto... ^_^

IL CADAVERE

E. diresse verso la sponda del fiume con un’espressione contrita, gli angoli della bocca tesi verso il basso in maniera asimmetrica, quasi a sottolineare con la loro stortura la rottura delle norme di una vita civile, rappresentata dalla vista di un cadavere.

Il cadavere giaceva riverso su un fianco, non possedeva quasi una determinazione ulteriore, non era definibile, aveva perso qualunque forma umana in favore di una spugnosità macilenta e secca. Poteva essere stata qualunque cosa, quella massa, anzi, nella sua incredibile dissoluzione avrebbe potuto non essere necessariamente una ex-cosa, ma rappresentare se stessa in maniera semplice e chiara: una forma contenente della materia, anche se tragicamente ripugnante, un oggetto del quale avreste preferito non conoscere l’uso - o le caratteristiche, se per caso non fosse proprio servito a niente-.

E. si chinò con una strana freddezza sulla materia, la considerò di traverso, la soppesò, quasi.

Niente gli suggeriva quell’entità, nessuna corda del suo animo risuonava alla vista di quell’abominio, nessuna emozione era provocata da quell’oggetto che una volta aveva dovuto rabbrividire d’amore, aveva dovuto piangere, ridere e annoiarsi, studiare ridere e cantare, nessuna emozione suggeriva quella materia che le emozioni avevano attraversato.

Se questo fosse dipeso unicamente da una mancanza di empatia umana, E. avrebbe potuto almeno consolarsi, avrebbe ascritto alla misantropia la sua freddezza, si sarebbe trincerato dietro una parola e al suo riparo si sarebbe consolato: ma gli sembrava troppo semplice prendere una parte di se stesso, accusarla, metterla al bando e sbarazzarsene.

Non sentiva nessuna pietà per quel cadavere appunto perché era cadavere, e quanto più esso era martoriato, quanto più ogni sua intercapedine era rivoltata su se stessa, quanto più la forma umana non vi era riconoscibile, tanto meno egli sentiva l’orrore per un essere che aveva perso l’esistenza.

Tutt’attorno la calma di un giorno d’aprile rendeva conto del proseguire della vita nonostante la morte di un individuo.

E. si alzò dalla scomoda posizione in cui si trovava e ritornò sui suoi passi, girandosi a tratti per accertarsi di non avere avuto le traveggole, incespicando e sudando freddo.

parla del cantante degli eels???

;)

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una sciocchezzuola scaturita da una pausa-cunnilingus

Dolce e chiara è la notte e senza vento,

E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti

Posa la luna, e di lontan rivela

Serena ogni montagna. O donna mia,

Già tace ogni sentiero, e pei balconi

Rara traluce la notturna lampa:

Tu dormi, che t’accolse agevol sonno

Nelle tue chete stanze; e non ti morde

Cura nessuna; e già non sai né pensi

Quanta piaga m’apristi in mezzo al petto.

Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno

Appare in vista, a salutar m’affaccio,

E l’antica natura onnipossente,

Che mi fece all’affanno. A te la speme

Nego, mi disse, anche la speme; e d’altro

Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.

Questo dì fu solenne: or da’ trastulli

Prendi riposo; e forse ti rimembra

In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti

Piacquero a te: non io, non già, ch’io speri,

Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo

Quanto a viver mi resti, e qui per terra

Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi

In così verde etate! Ahi, per la via

Odo non lunge il solitario canto

Dell’artigian, che riede a tarda notte,

Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;

E fieramente mi si stringe il core,

A pensar come tutto al mondo passa,

E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito

Il dì festivo, ed al festivo il giorno

Volgar succede, e se ne porta il tempo

Ogni umano accidente. Or dov’è il suono

Di que’ popoli antichi? or dov’è il grido

De’ nostri avi famosi, e il grande impero

Di quella Roma, e l’armi, e il fragorio

Che n’andò per la terra e l’oceano?

Tutto è pace e silenzio, e tutto posa

Il mondo, e più di lor non si ragiona.

Nella mia prima età, quando s’aspetta

Bramosamente il dì festivo, or poscia

Ch’egli era spento, io doloroso, in veglia,

Premea le piume; ed alla tarda notte

Un canto che s’udia per li sentieri

Lontanando morire a poco a poco,

Già similmente mi stringeva il core.

chissà perchè mi ricorda giacomino... :rolleyes:

cazzo dici karmasfiga, è originale.

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un holden classicista oserei dire

romantico direi

un'incrocio fra Petrarca e Leopardi

l'ho buttata li

che l'autore non me ne voglia

più il secondo.

ma ti piace o no? vorrei proporla ad un concorso...

si si

veramente bella e ben scritta

l'unica cosa da accepire potrebbe essere la scelta dei temi, forse un pò troppo comuni ad altre celebri poesie

con questo non voglio dire che hai copiato Lepardi o chiunque altro

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si si

veramente bella e ben scritta

l'unica cosa da accepire potrebbe essere la scelta dei temi, forse un pò troppo comuni ad altre celebri poesie

con questo non voglio dire che hai copiato Lepardi o chiunque altro

Ho letto un po' qualcosa in giro per il topic, e sono del tuo stesso parere.

A volte anche se è davvero ben scritto, rischia di cadere nella banalità per il modo in cui tratta i temi.

Non per i temi stessi.

è che un tema, a mio parere, può essere visto e rivisto, spulciato ed interpretato in mille modi diversi.

Anche perchè nulla è coerente a se stesso. Ed il bello sta proprio nel trovare e mettere in risalto quell'incoerenza.

In effetti, però, dipende anche dal modo in cui il lettore si pone nei confronti della poesia.

Ah, che antipatica che sono, proprio una brutta antipaticona.

:ok:

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una sciocchezzuola scaturita da una pausa-cunnilingus

Dolce e chiara è la notte e senza vento,

E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti

Posa la luna, e di lontan rivela

Serena ogni montagna. O donna mia,

Già tace ogni sentiero, e pei balconi

Rara traluce la notturna lampa:

Tu dormi, che t’accolse agevol sonno

Nelle tue chete stanze; e non ti morde

Cura nessuna; e già non sai né pensi

Quanta piaga m’apristi in mezzo al petto.

Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno

Appare in vista, a salutar m’affaccio,

E l’antica natura onnipossente,

Che mi fece all’affanno. A te la speme

Nego, mi disse, anche la speme; e d’altro

Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.

Questo dì fu solenne: or da’ trastulli

Prendi riposo; e forse ti rimembra

In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti

Piacquero a te: non io, non già, ch’io speri,

Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo

Quanto a viver mi resti, e qui per terra

Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi

In così verde etate! Ahi, per la via

Odo non lunge il solitario canto

Dell’artigian, che riede a tarda notte,

Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;

E fieramente mi si stringe il core,

A pensar come tutto al mondo passa,

E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito

Il dì festivo, ed al festivo il giorno

Volgar succede, e se ne porta il tempo

Ogni umano accidente. Or dov’è il suono

Di que’ popoli antichi? or dov’è il grido

De’ nostri avi famosi, e il grande impero

Di quella Roma, e l’armi, e il fragorio

Che n’andò per la terra e l’oceano?

Tutto è pace e silenzio, e tutto posa

Il mondo, e più di lor non si ragiona.

Nella mia prima età, quando s’aspetta

Bramosamente il dì festivo, or poscia

Ch’egli era spento, io doloroso, in veglia,

Premea le piume; ed alla tarda notte

Un canto che s’udia per li sentieri

Lontanando morire a poco a poco,

Già similmente mi stringeva il core.

Leopardi per studenti svogliati (ma hai fatto copia-incolla?). Certo che dovevi aver ben faticato per prenderti una pausa 'sì lunga, almeno una mezz'oretta!

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Ah, che antipatica che sono, proprio una brutta antipaticona.

:ok:

Vai tranquilla, qui è l'accademia della Crusca <_<

Menomale... :P (ecco a che serve devolvere quel 5 per mille all'Accademia...)

No, davvero, sono molto pignola per quanto riguarda la grammatica.

(Ok, non solo sulla grammatica, questa è una bella-balla.)

Il problema è che,

a questo punto,

ho un po' paura di postare qualcosa di mio.

:ph34r:

Infatti non lo farò.

Che intervento inutile. :huh:

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Ah, che antipatica che sono, proprio una brutta antipaticona.

:ok:

Vai tranquilla, qui è l'accademia della Crusca <_<

Menomale... :P (ecco a che serve devolvere quel 5 per mille all'Accademia...)

No, davvero, sono molto pignola per quanto riguarda la grammatica.

(Ok, non solo sulla grammatica, questa è una bella-balla.)

Il problema è che,

a questo punto,

ho un po' paura di postare qualcosa di mio.

:ph34r:

Infatti non lo farò.

Che intervento inutile. :huh:

eddai e non farti pregare!!! :P

nel frattempo riattacco io...

Casa

Angusto, stretto.

Immetti il tuo veleno

nella vena purulenta:

fanghiglia si unisce a melma.

Claustrofobico

nella scatola corporea.

Al respirare

le pareti

si piegano

su di te.

Ricordati di nascere bestia nella prossima vita.

Se puoi su una nova lontana.

Fuggi da qui,

dai bordi tratteggiati dai tuoi occhi.

Ma no...

Per ora

giaci.

Murato vivo nel riflesso

mentre scruti nel tuo specchio.

-----

palesi 2 riferimenti: uno a un film e uno a i testa-a-radio

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I motivi per cui non posto sono fondamentalmente due:

1. Non saprei cosa proporvi. Dovrei effettuare una scelta. E la cosa mi spaventa non poco.

2. Ma no. Io ho vergogna. :ph34r:

Karma,

I'm trapped in this body and I can't get out.

:huh:

non ci avevo pensato! :lol: anche perchè sta roba è vecchia, non so neanche se l'avevano già scritta, bodisnaccia.

in realtà quello voluto è

where the wall bends with your breathing

per le poesie be', come credi meglio.

sappi che sono comunque attese. :ok:

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