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L'ora del jazz


Lacatus

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Jamire Williams è un batterista che m'è sempre piaciuto molto, da quando lo vidi per la prima volta in trio qui a Vicenza.

dopo l'esperienza a new york, torna a los angeles e propone questo esperimento

 

https://leavingrecords.bandcamp.com/album/effectual

15 vignette solo percussionistiche ma sapientemente manipolate: il suo drumming e l'effettistica donano al disco un vago sapore ambientale, ma anche psichedelico. Il disco è stato suonato usando 3 set diversi e tutto improvvisato.

Ovviamente, per batteristi.

Quindi @On a Friday:lol: - 

(ti consiglio di sentirti la 7)

 

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1 minute ago, Wanderer said:

Jamire Williams è un batterista che m'è sempre piaciuto molto, da quando lo vidi per la prima volta in trio qui a Vicenza.

dopo l'esperienza a new york, torna a los angeles e propone questo esperimento

 

https://leavingrecords.bandcamp.com/album/effectual

15 vignette solo percussionistiche ma sapientemente manipolate: il suo drumming e l'effettistica donano al disco un vago sapore ambientale, ma anche psichedelico. Il disco è stato suonato usando 3 set diversi e tutto improvvisato.

Ovviamente, per batteristi.

Quindi @On a Friday:lol: - 

(ti consiglio di sentirti la 7)

 

:laugh::laugh: Corro subito!

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6 minutes ago, On a Friday said:

@Wanderer ho ascoltato la prima parte del progetto sopra, molto interessante. Pensavo fosse meno "musicale" sinceramente.

Anche la 3 e la 6 mi sono saltate all'orecchio

guarda, l'ho ascoltato per la prima volta anche io questa mattina. 

Di solito sono molto sospettoso sugli album solo batteria perchè diciamocelo, a volte si tende a sbrodolare troppo e perchè è dura tenere su tutto per un tot di tempo (se non sei max roach:laugh:) e sicuramente non sono dischi che metti su cosi perchè ti va. Sono robe più da "addetti ai lavori"

Ma questo ha un uso molto interessante dell'effettistica che lo rende meno nudo. E poi la musicalità di williams fa il resto. M'è sempre piaciuto lui. Questo progetto mi sembra molto impressionistico, colorato, variegato. Ma anche ben cesellato.

E' un bel disco da trip e poi mi fa sempre piacere sentire un lavoro che dimostra che le percussioni possomo stare in piedi da sole e non sono solo un "timekeeper" e hanno varietà timbriche molto più vaste di quanto si pensi. 

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altro bell'album per christian scott. Non bello come Stretch Music, che per me era un capolavoro di jazz moderno; è sicuramente meno riuscito e qualche volta il sopracciglio lo alzi (capisco l'ispirazione alla trap music, ma a volte è troppo austero, con solo ritmo e tromba), ma questo ragazzo ha idee, talento, tecnica e la faccia giusta - è un personaggione e al jazz mancano i personaggioni. Potrebbe essere appunto la faccia di questo nuovo jazz che mai come prima si sta avvicinando all'hip hop e (ben) fondendosi arrivando a quella definizione che già Miles vagheggiava di "black/social music". In questo stanno aiutando anche i dischi Brainfeeder.

 

L'album è la prima parte di una trilogia, vedremo come proseguirà. Intanto dichiaro il mio amore per la sua flautista, veramente una solista eccellente. 

 

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Ascoltato finalmente il nuovo di Christian Scott. Un ascolto è poco per dire qualcosa, ma non ho notato i momenti in cui alzi il sopracciglio, e ti dirò di più, i momenti ritmo+tromba o quasi mi hanno esaltato parecchio. Ad esempio:

O anche questa 

Ma gli altri due album di questa trilogia verranno pubblicati nei prossimi anni oppure il ragazzo ne tira fuori ben 3 quest'anno?

Ps Bellissima The Eraser che hai postato di là

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On 6/5/2017 at 6:04 PM, Wanderer said:

Per essere bello è bello - ed è pure interessante e pieno di idee - ma per me strecht music era meglio. Comunque è uno molto tosto. 

No, escono tutti quest'anno: uno a giugno e uno in autunno. :)

Figata!

Vabbè, Stretch Music è un discone capolavoro. Tra l'altro ho appena comprato il cd, lo voglio fisico:wub:

Comunque tocca darti ragione sulla flautista, è veramente clamorosa. Su The coronation of x etc la adoro (tra l'altro che basso ha quel pezzo? Clamoroso)

Edit

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On 1/5/2017 at 1:50 PM, Wanderer said:

altro bell'album per christian scott. Non bello come Stretch Music, che per me era un capolavoro di jazz moderno; è sicuramente meno riuscito e qualche volta il sopracciglio lo alzi (capisco l'ispirazione alla trap music, ma a volte è troppo austero, con solo ritmo e tromba), ma questo ragazzo ha idee, talento, tecnica e la faccia giusta - è un personaggione e al jazz mancano i personaggioni. Potrebbe essere appunto la faccia di questo nuovo jazz che mai come prima si sta avvicinando all'hip hop e (ben) fondendosi arrivando a quella definizione che già Miles vagheggiava di "black/social music". In questo stanno aiutando anche i dischi Brainfeeder.

 

L'album è la prima parte di una trilogia, vedremo come proseguirà. Intanto dichiaro il mio amore per la sua flautista, veramente una solista eccellente. 

 

Il solo di flauto a metà pezzo è quanto di più bello abbia ascoltato in questi primi mesi del 2017:wub:

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