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Patrick Modiano Nobel per la Letteratura 2014


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La vittoria del premio Nobel per la Letteratura di Patrick Modiano, autore forse sconosciuto ai più (io ammetto candidamente di averlo solo sentito nominare ma di non aver mai letto un rigo della sua produzione) un po' come era stato per Tomas Tranströmer nel 2011, mi offre lo spunto per una riflessione che riguarda lo stato di salute della letteratura italiana. La motivazione con cui si è deciso di conferire il premio a Modiano è questa: “per l'arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inafferrabili e scoperto il mondo della vita dell'occupazione”.

Ora, a parte che mi vengono in mente almeno cinque scrittori italiani che cercano di fare altrettanto, è evidente che il premio è stato dato proprio a lui perché è stato più bravo degli altri nel narrare questo tipo di scenario. Ma, rapportando le varie "scene letterarie" contemporanee, mi viene un dubbio: la letteratura italiana è malata di "provincialismo"? è un mondo autoreferenziale, che se la suona e se la canta, e non viene minimamente considerato all'estero?

Scorrendo l'elenco dei vincitori del Nobel, gli italiani sono sempre sei, di cui tre risalenti al periodo del Regno d'Italia. Carducci, Deledda, Pirandello, Quasimodo, Montale, Fo. E sinceramente, considerando che il premio può essere conferito solo ad autori viventi, mi pare che l'unico a potervi ragionevolmente ambire è Umberto Eco, e dietro di lui il vuoto. Non vedo nessun Le Clézio, nessun Orhan Pamuk, nessuna Hertha Muller, nessun Mario Vargas Llosa, né realizzato né potenziale, tranne - detto con mille "forse" - Alessandro Piperno. Eppure la nostra Letteratura del Novecento ci ha dato tanti autori che avrebbero potuto vincere il Nobel senza sfigurare in questa lista: D'Annunzio, Svevo, Fogazzaro, Moravia, Vittorini, Gadda, Calvino, Primo Levi, solo per dire i primi che mi vengono in mente.
Quindi, in sintesi, la domanda è: come è potuto succedere che la Letteratura italiana abbia fatto così tanti passi indietro? è un fatto vero o solo una mia impressione? :unsure:

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Nonostante sia d'accordo con te sullo stato attuale della letteratura italiana, dissento sul tuo punto di partenza nel fare una critica accurata. Non devi pensare che il Nobel sia un parametro di giudizio universale e assoluto per poter fare una riflessione. Spesso il nobel è un premio politicizzato e non in linea con i dettami della critica internazionale.

Pensa solo al Nobel per la pace, quanto sia finto e fazioso. Lo ha vinto Obama, la UE, l'agenzia dell'energia atomica, addirittura lo hanno dato ad un assassino acclarato come Kissinger. Quindi immagina solo che credibilità possa avere un riconoscimento del genere.

Ovvio la letteratura italiana non se la passa benissimo, ma il segnale non ce lo da non vincere i nobel. L'appiattimento generale delle masse italiote è la spia più evidente. (Poi da qui il discorso è molto più ampio e complesso...)

Ps: Eco prima di morire lo vince. Sicuro.

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Nonostante sia d'accordo con te sullo stato attuale della letteratura italiana, dissento sul tuo punto di partenza nel fare una critica accurata. Non devi pensare che il Nobel sia un parametro di giudizio universale e assoluto per poter fare una riflessione. Spesso il nobel è un premio politicizzato e non in linea con i dettami della critica internazionale.

Pensa solo al Nobel per la pace, quanto sia finto e fazioso. Lo ha vinto Obama, la UE, l'agenzia dell'energia atomica, addirittura lo hanno dato ad un assassino acclarato come Kissinger. Quindi immagina solo che credibilità possa avere un riconoscimento del genere.

Ovvio la letteratura italiana non se la passa benissimo, ma il segnale non ce lo da non vincere i nobel. L'appiattimento generale delle masse italiote è la spia più evidente. (Poi da qui il discorso è molto più ampio e complesso...)

Ps: Eco prima di morire lo vince. Sicuro.

D'accordissimo in linea di massima sul fatto che il Nobel sia un premio politicizzato, anche se questo è un problema che riguarda soprattutto il premio per la Pace. Accostare i Nobel e la Letteratura italiana contemporanea è un po' un pretesto, diciamo così, per rimarcare come ci sia stato un calo qualitativo impressionante negli ultimi (trenta? quaranta?) anni. Cercando di guardare un po' in avanti, chi, tra gli scrittori contemporanei, finirà nei libri che si studiano a scuola? A parte Eco, non saprei. Forse Camilleri per la particolarità del suo linguaggio, ma poi? Non credo questa sorte possa toccare ai vari Malvaldi (che comunque io leggo molto volentieri e trovo piacevole), Veronesi, Pennacchi, Ammaniti etc.

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