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oceania

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Everything posted by oceania

  1. oceania

    verdena

    al momento l'unica cosa che mi sento di consigliare è di ascoltarlo con delle buone cuffie: sono presenti scelte di produzione che si riescono a cogliere solo se gli si dedica un ascolto non superficiale e fatto con dispositivi capaci di restituire una buona resa
  2. oceania

    verdena

    https://www.facebook.com/100044297625951/posts/pfbid0UpeYfg56xUisJf9woia3TNVh9PbaG8gbjNREGtBVHLSZdiTFTXfoPR5t4ZC2wnM8l/ forse ci siamo....
  3. oceania

    Iosonouncane

    Quando ho assistito al concerto ho creduto di aver trovato un senso all'intera operazione IRA che, fin dal primo ascolto, mi era apparsa come non del tutto a fuoco. IRA doveva essere il concerto e il disco solo la naturale conseguenza, lo so che l'aver invertito, suo malgrado, la modalità di fruizione dell'opera potrebbe sembrare apparentemente poco differente, ma per me non lo è stato. Anzi. Trovo che l'uscita fisica del disco abbia, di fatto, banalizzato il concerto e depotenziato l'impatto che avrebbe potuto avere; personalmente non posso sapere se l'eventuale impatto diretto con IRA live mi avrebbe fatto propendere per un diverso giudizio complessivo sull'opera che reputo comunque valida, ma credo di no. IRA mi appare come un disco che non coglie il bersaglio, un passo indietro rispetto a DIE; il disco di un autore che ha sentito il bisogno di dimostrare qualcosa che non aveva bisogno di dimostrare. Dove DIE era catarsi IRA si è rivelato un macigno dal punto di vista creativo e concettuale e spero/credo che in qualche modo Incani di questo ne sia consapevole, non tanto perché spero in un prossimo disco di Iosonouncane che per me potrebbe anche fermarsi qui e andrebbe già benissimo, ma perché vorrei che la persona Jacopo Incani venisse a patto con i suoi demoni interiori.
  4. oceania

    Iosonouncane

    È molto interessante, anche perché a livello compositivo e lirico la maggior stratificazione di DIE è evidente. Il problema di fondo, secondo me, risiede nell'approccio che ha avuto al disco, lì dove DIE appare come un continuo fiorire, IRA presenta solo dei bagliori di luce intessuti in una trama oscura. Incani in IRA mi appare meno libero, come se avesse un peso sulle spalle e sapesse di non poterlo delegare a nessuno. Con DIE aveva trovato la quadra, con IRA ha sentito la necessità di alzare a tutti i costi un'asticella. Le aspettative erano altissime, ci sta, ma forse lui ha semplicemente bisogno di ritrovare una pace che ha perso o forse, considerata la profondità dell'artista, non ha mai veramente avuto del tutto.
  5. oceania

    Iosonouncane

    ciao, ho scritto pochissimo su questo forum e, ormai, molto tempo fa, ma non ho mai smesso di leggere gli interventi relativi alla sezione musica poiché li trovo spesso stimolanti. Provo a dire la mia, su IRA dopo aver assistito qualche giorno fa al live al teatro Bellini di Napoli. Innanzitutto, credo che il lavoro e la strategia pensata da Incani acquistino senso solo dopo il live; il disco, per molti versi, è quasi solo la testimonianza fisica del live, un concerto che doveva precedere il disco nelle intenzioni dell'autore frustrate invece da un evento imponderabile: la pandemia. Probabilmente avrebbe dovuto tenere duro e non far uscire il disco, ma posso solo immaginare le pressioni di ambiente e casa discografica che, avendo già stampato le copie fisiche, e sostenuto quindi una grossa spesa per una label non certo di punta, non poteva dilazionare per due anni il lancio sul mercato. Il live, per quanto potente, non mi ha lasciato stupito o spiazzato come forse avrebbe voluto l'autore e si è trovato ad essere solo la pedissequa rappresentazione del disco: proprio il contrario di quello che, secondo me, avrebbe dovuto essere. Proprio il voler proporre a scatola chiusa un concerto del genere mi fa propendere per l'ipotesi di @Lacatus che IRA sia il tentativo di un autore abituato ad una nicchia ancora più piccola di quella che poi si è rivelata essere quella riservata a DIE, di staccarsi dal pubblico del disco precedente, vivendo nel terrore che questo non aspettare altro che la nuova stormi. con IRA Incani ha scelto di giocare in casa, come a voler dire "Ecco cosa sono", componendo una lunga suite di certo affascinante, ma che non lo allontana dal suo campo da gioco, dalla sua comfort zone. Ora che si è giocato il credito guadagnato a scatola chiusa con DIE, potrebbe trovarsi in una importante impasse artistica. Io spero che decida di lasciare i suoi territori e che non abbia paura di aprirsi all'esterno, non sarebbe auspicabile una nuova opera mastodontica come IRA. Tuttavia, parliamo di un artista colto ed intelligente e la sequenza dei suoi tre dischi tutti abbastanza differenti tra loro, fa ben sperare. In questo senso il merito maggiore di IRA non è strettamente musicale, anzi, ma è quello di aver aperto un dibattito del genere che, almeno nell'ambito della musica italiana, mancava da troppo tempo.
  6. una curiosità: ma Thom è sempre vegano? ieri era nella prosciutteria a Roma, zona Trastevere (locale che, non essendo di Roma, non conosco, la segnalazione è di un mio amico che mi ha inviato una foto, se volete ve la giro)
  7. benvegnù all'inizio pensavo fosse brendan perry
  8. oceania

    Talking Heads

    In "the great curve", che mi lascia, sempre, ad ogni ascolto che faccio, assolutamente stupefatto, per la prima volta mi accorgo che a 15:36 ritorna la chitarra in secondo piano che appare per la prima volta al minuto 14:00 (in questo file) che per me è sempre stata la ciliegina sulla torta di una canzone dall'architettura assolutamente perfetta; inoltre a 15.12 si aggiunge un ulteriore suono (all'inizio sembra un ulteriore un coro, ma poi in realtà sembra si rivela la reprise del riff iniziale di chitarra) al turbinio di tutti gli altri a cui non avevo mai mai fatto caso nonostante abbia ascoltato questa canzone centinaia di volte, Peccato solo che la canzone sia leggermente accelerata, provo a scaricare il file flac, magari non lo è
  9. alcuni passaggi sono molto "dead can dance style"
  10. fake o meno, ecco l'immagine png che appariva nel sito https://drive.google.com/open?id=0B5z3V42OyL8FTV9sWXpiaHJMak0
  11. ispezionando la pagina. </head> <body> <img src="./images/what_have_you_donewwithmmmybaby.png" alt="evrything wz mnt to b prfct"> <!--you told me it was safe under the covers--> <!--6.2.2016--> </body>
  12. oceania

    Tour 2016

    grazie della precisazione
  13. oceania

    Tour 2016

    sì però Lione era già inserito nell'elenco della waste dei "these are all the headline shows",e oltre quelli pare non dovrebbero essercene altri
  14. oceania

    Tour 2016

    però le parole "these are all the headline shows" parrebbero eliminare i festival dove suonerebbero come unici artisti in un determinato giorno (tipo roma o ferrara) o sbaglio?
  15. 11 gennaio che tra l'altro era proprio lunedì
  16. è la mia montagna preferita una parete praticamente perfetta (foto dell'altroo versante fatta da cima dieci https://ilravanatore.files.wordpress.com/2015/10/15-le-argentee-placche-del-sasso-delle-nove.jpg
  17. dovrebbe essere il sas dales nu a fanes (sasso delle nove) http://www.suedtirolerland.it/images/cms/754x435/B-IMG_1225-Neunerspitze.JPG
  18. a mio parere "paranoid android" e la sua struttura in più parti ricorda in qualche maniera a "saucerful of secrets" dei pink floyd (in particolare l'ultima parte).
  19. ricorda un po' like spinning plates/amnesiac (e forse anche qualche altra cosa) http://youtu.be/qKpCKBfazX8
  20. provato a farla suonare insieme alla versione "completa": credo sia assolutamente la stessa, depurata di qualche canale
  21. Aphex Twin - Selected Ambient works vol 2 H.i.a./Biosphere - Polar sequences I "soundscapes" di Robert Fripp Il fatto è che il genere è troppo vario e spesso si confonde e/o si mescolacon altri generi: è il caso dei Tangerine Dream, Pete Namlook, Popol Vuh, e molte cose di elettronica ad esempio per me Lifeforms dei Future sound of London sebbene non sia del tutto ambient è invece un bellissimo esempio di tale genere
  22. oceania

    Talking Heads

    tra i miei favoriti: i primi quattro una continua scalata fino al climax di "Remain in light", dopo di questi buonissimi e buoni dischi, ma lontani anni luce dai primi. Consiglierei di ascoltare insieme a "Remain in Light", il (quasi) gemello, "My life in the bush of ghosts" di Byrne/Eno, disco ricchissimo di spunti
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