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che cos'è il cinema?


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Vorrei aprire un dibattito teorico su qual'è l'essenza del cinema, perchè i miei studi (laurea con tesi su Nagisa Oshima, master in gestione conservazione e restauro degli audiovisivi) mi hanno portato a maturare delle idee che molti considerano estreme.

Adesso non ho tempo per scrivere, ma inizio a gettare il sasso nello stagno, per vedere se qualcuno/a prima di me si fa avanti per teorizzare qualcosa.

L'obbiettivo è quello di creare finalmente su Scatterbrain una discussione sul cinema che vada al di là, dei thread elenco (un film al giorno...) o dei thread sui singoli registi.

A presto. Spero al mio ritorno di trovare qualche post su questo topic. :ok:

P.S. ho volutamente citato Bazin nel titolo del topic, ma non per fagli omaggio.

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Per me il cinema è il settore dell'arte che più si avvicina alla musica, in questo senso: è dinamico, per sua stessa natura in movimento da un punto A a un punto B, da un inizio a una fine. Anche il film più statico del mondo un suo intrinseco movimento, seppur appena percettibile, ce l'ha.

Proprio come la musica, che parte da un certo punto e va a parare da qualche altra parte, sviluppa, si trasforma al suo stesso interno.

Altre arti come la pittura ecc. sono più "immobili", anche se ciò non vuol certo dire che non suscitino emozioni sempre diverse in chi le guarda e che non siano quindi dinamiche a loro volta. Lo sono, lo possono essere, ma in modo diverso.

E per finire, molti brani musicali, anche di classica, hanno un incedere cinematografico, spesso involontario o non del tutto consapevole.

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Mi riferisco alla ripresa in sé, allo scorrere del tempo anche durante un'inquadratura fissa. Poi oh, è solo un'opinione.

La "ripresa" non è il cinema. Lo scorrere del tempo durante un'inquadratura (più volte ripetuta) non è 'movimento' . Il cinema/film è a lavoro finito fatto di riprese, inquadrature, trucchi, luci, effetti speciali, ecc ecc ecc a parer mio di una staticità unica e molte volte , soprattutto ultimamente a dir poco noiosa e banale e ripetitiva

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La "ripresa" non è il cinema. Lo scorrere del tempo durante un'inquadratura (più volte ripetuta) non è 'movimento' . Il cinema/film è a lavoro finito fatto di riprese, inquadrature, trucchi, luci, effetti speciali, ecc ecc ecc a parer mio di una staticità unica e molte volte , soprattutto ultimamente a dir poco noiosa e banale e ripetitiva

Va bene, ma chiamasi sineddoche.

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La "ripresa" non è il cinema. Lo scorrere del tempo durante un'inquadratura (più volte ripetuta) non è 'movimento' . Il cinema/film è a lavoro finito fatto di riprese, inquadrature, trucchi, luci, effetti speciali, ecc ecc ecc a parer mio di una staticità unica e molte volte , soprattutto ultimamente a dir poco noiosa e banale e ripetitiva

mmm...la discussione inizia a farsi interessante ;)

allora iniziamo a sgomberare il campo dagli equivoci: distinguiamo prima di tutto il cinema come tecnica dal cinema come forma di intrattenimento. il cinema nasce come tecnica applicata poi a una forma di intrattenimento o meglio attrazione spettacolare in piena epoca vittoriana. il cinema dovrebbe essere quindi un'attrazione, come i trapezisti, il fachiro, l'elefante che sta in piedi su un piede solo, la donna-cannone... l'unica differenza è che è una forma di attrazione tecnologicamente più evoluta.

in quel temo il cinema non ha assolutamente niente a che vedere con il teatro, con l'opera lirica, con la letteratura, con le arti visive in generale: il pubblico dei teatri e delle gallerie non frequentava i cinema e il pubblico dei cinema non poteva permettersi di andare a vedere Rigoletto. solo successivamente, per avvicinare l'élite acculturata e la ricca borghesia al cinema si cominciò a sceneggiare romanzi e opere di grandi autori in modo da essere rappresentate in pellicola, degenerando il vero carattere del cinema che è quello di attrazione, di mostrazione, non di narrazione.

poi continueremo il discorso... confido il vostro contributo :ok:

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Quoto! 100 film!

P.S. Il cinema secondo me è questo:

http://www.youtube.com/watch?v=nJoSLzpHkrw&feature=related

Ok, ma che differenza c'è con questo ?

http://www.youtube.com/watch?v=vXttUS6Ka0E

Credo che Lacatus voglia aprire un discorso oltre al gusto, addirittura oltre al cinema stesso.

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Ma no Laca, che c'entra, questo è un thread più "tecnico", dall'altra parte si tirano le somme delle proprie esperienze filmiche... ;)

si chiaro... ma mi piacerebbe sentire i pareri tecnici dei non-tecnici... insomma, una chiacchierata sul significato del cinema per ciascuno di noi. io mi sono già scoperto un pò, però non voglio fare un monologo mi piacerebbe sentire altri pareri, altre esperienze...

comunque ho postato anche di là, eh! ;)

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si chiaro... ma mi piacerebbe sentire i pareri tecnici dei non-tecnici...

se la metti così... :P

da illetterato ho sempre trovato il cinema come l'arte forse più complessa da affrontare - non tanto dal punto di vista del fruitore quanto da quello del creatore -, dal momento che ho sempre avuto l'impressione che, più che nelle altre arti dove a volte la sensibilità o il talento possono sopperire a tutto, nel cinema siano altrettanto fondamentali il mestiere, l'ingegno, la mano. da questo punto di vista il cinema lo vivo come un prodotto molto più "materico" e frutto di una dovizia artigianale. ovvio, questo aspetto contraddistingue anche l'ambito delle incisioni sonore, però solo il chi fa cinema agisce in un mare onnicomprensivo, solo chi fa cinema è demiurgo allo stesso tempo delle arti performanti, del suono e dell'immagine.

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Con Brando stavo a scherza'! In realtà era un po' una confessione di ignoranza tecnica, anche se adoro il cinema, forse anche più della musica (ora non bannatemi da scatterbrain...), secondo solo alla letteratura quanto a forza evocativa.

Aloura, estendendo il discorso all'arte in generale, cosa che posso fare essendo un tuttologo professionista (e quindi un mona venditore di fumo), il cinema ha un vantaggio indubbio nei confronti di tutte le altre arti. E' il più giovane, e quindi il più "dotato" dal punto di vista delle potenzialità. Eziandio, Egli le contiene tutte, unendo vista, suono e struttura narrativa, pur concedendo a tutte quel qualcosa, che per molti è "tutto" però, cioè la dimensione attiva del pensiero del "fruitore".

Sia la letteratura che la musica, infatti, essendo "finite" e mantenendo una dimensione narrativa infinitamente distante ed "elaborante" dal soggetto fruitore scatenano un processo di dialogo immaginativo che il cinema non permette, proprio a causa della sua struttura perennemente in movimento (ma su questo si può discutere. "The tree of Life", ma anche altri film di Malick, per citare un autore, contengono una componente "immobile" che spinge alla partecipazione elaborativa attiva da parte dello spettatore) non permette di interagire direttamente con l'opera, ma la FA SUBIRE a chi la osserva. Discorso che credo possa essere esteso all'arte visiva, anche se l'arte contemporanea astratta in questo senso offre diverse possibilità ulteriori.

In parole povere l'arte cinematografica spesso (ma vorrei dire sempre) non è un dialogo, ma un monologo dell'autore, lasciando lo spettatore fuori da quel dialogo continuo che è l'essenza della letteratura e della musica. Dove l'occhio ha troppa parte, la mente non può sfruttare appieno la propria capacità di elaborazione. Questo il suo limite.

Detto questo, il cinema ha una capacità evocativa pazzesca, con una possibilità di variazione quasi infinita. Un'inquadratura può contenere una miriade di significati e scatenare infinite impressioni, percepibili secondo diversi gradi semantici a seconda della sensibilità o dell'attenzione dello spettatore. E' sicuramente la più perfetta forma di arte comunicativa esistente, e qualcuno potrebbe affermare che quello che evoca una sequenza accompagnata da una particolare musica e da particolari frasi non può essere tradotto in parole, ma io non lo credo.

In ogni caso, per chiudere in topic dopo 2000 righe di off-topic, definirei il cinema un discorso a più voci, in cui il regista veste contemporaneamente i panni di maestro, pittore, scrittore, architetto e scultore (che non realizza direttamente, ma dirige, e anche qui ci sarebbe da discutere...). Riuscire a trasformare in dialogo, quello che è a tutti gli effetti un monologo, è forse la sfida più difficile.

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si chiaro... ma mi piacerebbe sentire i pareri tecnici dei non-tecnici...

se proprio ci tieni

A differenza di Karma, reputo "La settima arte" quella di più facile fruizione.

Il quale, come tutti sappiamo, al suo interno trovano dimora altre arti. La musica per esempio così come la pittura o la poesia. Il tutto reso materiale dalla pellicola.

Che le da una connotazione terrena.

Le immagine che ci passano davanti rendono tutto più reale. Meno astratto ma più diretto appunto, di una canzone o di un quadro che hanno bisogno di un'elaborazione mentale magari maggiore. per quanto poi tutto sia contestabile ed esistano film che valicano questa mia affermazione.

scusate se mi sono espresso di cacca

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Mi allaccio al belloccimo post di Daniele per dire la mia.

Ogni tanto mi chiedo, nel buio della sala cinematografica: "Perché sto qui e per quale motivo mi piace così tanto tornare in un luogo buio, dove la gente tossisce, ridacchia quando non serve, fa commenti fuori luogo, e spesso, mi distrae dalla visione di quel che compare sullo schermo?"

La risposta è: "Perché il cinema, ovvero l'arte di proiettare delle storie su un telone bianco, è il metodo di fruizione più universale che esista".

Qualcuno potrebbe dire: "Sì, ma mina la fantasia e castra l'espressione mentale dell'immaginazione".

Vedere un film non è leggere un libro, non è studiare la pastosità dei colori di un quadro o soppesare con gli occhi le rotondità di una scultura.

Nelle altre arti, l'immaginazione e il sentire epidermico sono "sparate" alla millesima potenza.

Mentre quando fruisco di una pellicola, sono bombardato dalla messa su telone della fantasia e del pensiero altrui.

Però attenzione: vedere un film non è solo subire passivamente. O meglio, in certi film è così. Penso ai baracconi hollywodiani tutti sparaflashanti Armageddon style. Però però...

C'è un certo tipo di cinema che, oltre ad essere riflessione personale dell'artista, è anche espressione del porgere l'altra guancia. Nel senso che, se vedremo un film di Hitchcock, per esempio, noteremo la sua enorme maestria tecnica, ma nondimeno ci gongoleremo per il godimento puramente filmico che riesce a propinarci.

Daniele ha citato Malick, giustamente, quale autore che invita alla riflessione.

La creazione mentale e cardiaca di un regista presuppone primariamente, o dovrebbe essere così, il rispetto per il pubblico. Ma allo stesso tempo, la sfida.

Ecco perché è tanto bello immergersi in un film di Ozu, così tenuemente familiare, ed allo stesso tempo farci prendere a badilate in faccia dagli Idioti di Von Trier. Da una parte siamo invitati a raccogliere la semplice poetica domestica, dall'altra invece dobbiamo toglierci la maschera e soppesare, specchiarci, cogliere e salvare.

Togliere la maschera è, credo, la componente primigenia della forza espressiva del cinema. Svelare il non detto, intuire il non scritto. Sia dalla parte dell'artista, sia da quella del fruitore.

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da questi interventi ho notato che emerge il discorso del cinema come forma d'arte e del raffronto con le altre forme d'arte e il discorso che riguarda il profilmico (cioè le altre forme d'arte contenute in un opera cinematografica).

sono il solo a pensare che l'essenza del cinema sia prima di tutto il suo essere attrazione? il trovarsi di fronte a una macchina moderna che riproduce su scala gigante immagini che mai vedremo di queste dimensioni (pensate al primo piano...una faccia di 6 metri!), luoghi che mai potremmo visitare, prospettive che mai potremmo avere, orrori a cui mai potremmo assistere, eccetera...

solo io penso che ci sia più cinema in Carrie - Lo Sguardo Di Satana che in Umberto D.?

EDIT. ho letto ora il post di Tomthom e rilancio: sono l'unico che pensa che ci sia più cinema in Armageddon che in un film di Ozu?

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solo io penso che ci sia più cinema in Carrie - Lo Sguardo Di Satana che in Umberto D.?

EDIT. ho letto ora il post di Tomthom e rilancio: sono l'unico che pensa che ci sia più cinema in Armageddon che in un film di Ozu?

Non hai torto, ma nemmeno ragione. Quando ho tempo provo a replicare...

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