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Critica musicale


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Io lo segue appena ho un po’ di tempo su Twitch…è l’unico che in Italia parla della roba veramente interessante musicalmente parlando, senza nostalgiche elucubrazioni sulla musica del passato….

Io gli affiderei uno spazio in radio ma con il suo carattere credo si sia inimicato il mondo…

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  • 3 weeks later...
On 7/5/2022 at 1:23 PM, OKPC_82 said:

Io lo segue appena ho un po’ di tempo su Twitch…è l’unico che in Italia parla della roba veramente interessante musicalmente parlando, senza nostalgiche elucubrazioni sulla musica del passato….

Io gli affiderei uno spazio in radio ma con il suo carattere credo si sia inimicato il mondo…

Io l'ho ascoltato un po' la settimana scrosa, pensavo fosse un pirla e invece devo dire che dice cose interessanti

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  • 9 months later...

anche the quietus in difficoltà...

 

We’ve recently had to strip back what the Quietus does, closing down our film and arts sections and have reluctantly put our books section on ice. In order to protect our music coverage we need at least another 350 people to subscribe to the site, says editor John Doran, but just look at what you get in return…

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  • 1 month later...

La radio e la tv non è che non l'ascoltano/vedono più i 14-15enni, non la ascolta/vede nessuno sotto i 40 anni tipo, a parte robe tipo La Zanzara o Lundini. Comunque assurda sta cosa delle lingue, cioè uno non ha interesse a imparare le lingue perchè ascolta musica italiana? A parte che almeno un 14enne non infila parole in romanesco e inglesismi tipo coverata ogni 2x3, ma poi fatemi capire, le generazioni passate che ascoltavano Led Zeppelin e AC/DC sapevano l'inglese? Gli italiani nati dagli anni 50 agli anni 80 sanno l'inglese? L'accendiamo? Mi gioco il sedere che un 12enne di oggi già solo stando su reddit sa meglio l'inglese di un 50enne che ascolta tutta la discografia dei guns roses. Sul resto è ovvio basta andare a un concerto fuori dall'Italia lol, gruppi come Shame  e Fontaines qua ai concerti raccolgono un pubblico vecchiotto (con anche giovani presenti ovviamente), basta andare a Zurigo e Parigi e trovi solo giovanissimi a concerti di questi gruppi. Però dopo aver paragonato gli stati uniti con 300mln e l'italia con 60mln basta non ce l'ho più fatta. Morta Veeeeeeeeergin. Evviva i non provinciali. Nun je interessa. Devo telefonare a un'azienda che conosco che ha appena assunto 19enni che sanno 2-3 lingue ma ascoltano solo musica italiana e non i guns roses, licenziateli, non si ascoltano gruppetti indie che fanno gli stessi accordi in ogni canzone scopiazzando musica di 30 anni fa, sono provinciali. Prendete un boomer che che urla svuit caild ov maaaaaaaaaaaaainnnnnn nananananana 

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Però una cosa è verissima e mi fa sempre molto strano. Prendiamo una band come i Black Country New Road. I membri sono tutti giovanissimi credo abbiano tutti meo di 25 anni. Su Reddit il loro sub è composto davvero solo da ragazzini, se si guardano i video di concerti da altre parti ci sono giovanissimi, qua in Italia mi trovo a parlarne con un 40enne, non è un problema ci mancherebbe non sto facendo un discorso da adolescente stranito sull'età ecc, però in effetti questa tendenza è particolare. D'altro canto, perchè mai un 20enne italiano dovrebbe cercarsi una band di nicchia che canta in una lingua diversa dalla sua invece di ascoltare il genere di tendenza cantato nella sua lingua? Sono io lo strano che ascolto sti gruppi di nicchia che cantano in una lingua non italiana...anzi alla fine è bello che in Italia si ascolti soprattutto musica italiana, siamo già esterofili in tutto il resto, abbiamo addirittura inventato una parola inglese che non esiste nei paesi anglofoni invece di dire lavoro da remoto, ben venga se i giovani ascoltano Rancore invece che 5 ragazzetti della borghesia inglese che fanno gli intellettualloidi 

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4 hours ago, MyIronAlien said:

Però una cosa è verissima e mi fa sempre molto strano. Prendiamo una band come i Black Country New Road. I membri sono tutti giovanissimi credo abbiano tutti meo di 25 anni. Su Reddit il loro sub è composto davvero solo da ragazzini, se si guardano i video di concerti da altre parti ci sono giovanissimi, qua in Italia mi trovo a parlarne con un 40enne, non è un problema ci mancherebbe non sto facendo un discorso da adolescente stranito sull'età ecc, però in effetti questa tendenza è particolare. D'altro canto, perchè mai un 20enne italiano dovrebbe cercarsi una band di nicchia che canta in una lingua diversa dalla sua invece di ascoltare il genere di tendenza cantato nella sua lingua? Sono io lo strano che ascolto sti gruppi di nicchia che cantano in una lingua non italiana...anzi alla fine è bello che in Italia si ascolti soprattutto musica italiana, siamo già esterofili in tutto il resto, abbiamo addirittura inventato una parola inglese che non esiste nei paesi anglofoni invece di dire lavoro da remoto, ben venga se i giovani ascoltano Rancore invece che 5 ragazzetti della borghesia inglese che fanno gli intellettualloidi 

Guarda in parte sono pure d'accordo se non fosse che, temo, questo pseudo campanilismo non sia di certo favorito da una consapevolezza artistica quanto piuttosto da una identificazione "modaiola" o comunque a ribasso. Non che quando fossi ragazzino io fosse diverso, intendiamoci, però se la generazione di mia madre ascoltava Pink Floyd - De Gregori - Battisti - Beatles, la mia Oasis - Blur - Nirvana - U2 e la attuale Rancore - Salmo - Ultimo e Franko 128 temo che un progressivo peggioramento ci sia effettivamente stato. Però magari la mia è una percezione distorta, non fatico ad ammetterlo.

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  • 3 months later...

Il ritono di Piero:prego:

https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid05UPk146EZ2awyyYk9RciChduLSGxZkfFL3YGNGVyTFWtCH1Pg2Apdyb3WHY83vQNl&id=100057158181824&paipv=0&eav=AfbImOHq6ha32F9A0Mi5aqjdNJ7CCbXGlB5OouCJb09iZXsOnzvd0Rsw6m0shj-dXWo&_rdr

 

INTERVISTA A PIERO SCARUFFI
𝐔𝐧 𝐭𝐮𝐨 𝐦𝐞𝐫𝐢𝐭𝐨 𝐢𝐧𝐧𝐞𝐠𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐞̀ 𝐚𝐯𝐞𝐫 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨 𝐥’𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐞𝐭 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢. 𝐄 𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐞 𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐭𝐮𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐡𝐚𝐢 𝐞𝐬𝐞𝐫𝐜𝐢𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐢𝐧𝐟𝐥𝐮𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐬𝐮 𝐭𝐚𝐧𝐭𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐢 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐢, 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐨𝐜𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐢𝐧𝐟𝐢𝐧𝐢𝐭𝐢 𝐝𝐢𝐛𝐚𝐭𝐭𝐢𝐭𝐢. 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐜𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐡𝐚𝐢 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐟𝐢𝐝𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥?
L'internet è una e una sola da più di 40 anni. I social media cambiano in continuazione e si moltiplicano. Non ho tempo di stargli dietro e onestamente mi stanno antipatici tanto quanto mi stava simpatica l'internet degli anni '80.
𝐍𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐜𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐚𝐜𝐜𝐚𝐝𝐞𝐦𝐢𝐜𝐚 𝐭𝐢 𝐬𝐞𝐢 𝐨𝐜𝐜𝐮𝐩𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐜𝐨𝐠𝐧𝐢𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐥𝐥𝐢𝐠𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐞 𝐡𝐚𝐢 𝐬𝐯𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐥𝐞 𝐭𝐮𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧 𝐮𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐭𝐚̀ 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐭𝐢𝐠𝐢𝐨𝐬𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐟𝐨𝐫𝐝 𝐞 𝐁𝐞𝐫𝐤𝐞𝐥𝐞𝐲. 𝐍𝐞𝐥 𝐭𝐮𝐨 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐢𝐧 𝐚𝐦𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚𝐥𝐞, 𝐡𝐚𝐢 𝐦𝐮𝐭𝐮𝐚𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐝𝐚𝐥 𝐦𝐞𝐭𝐨𝐝𝐨 𝐬𝐜𝐢𝐞𝐧𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐨?
Probabilmente più di quanto vorrei ammettere. Lascio giudicare agli altri.
𝐍𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐧𝐧𝐢 ’𝟗𝟎, 𝐃𝐚𝐧𝐢𝐞𝐥𝐞 𝐋𝐮𝐭𝐭𝐚𝐳𝐳𝐢 𝐡𝐚 𝐚𝐯𝐮𝐭𝐨 𝐮𝐧 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐬𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐞 𝐚𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐃𝐞𝐫𝐯𝐢𝐬 𝐅𝐨𝐧𝐭𝐞𝐜𝐞𝐝𝐫𝐨. 𝐔𝐧 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐞𝐬𝐬𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐏𝐚𝐨𝐥𝐨 𝐀𝐥𝐭𝐨 𝐩𝐥𝐚𝐭𝐞𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐜𝐚𝐥𝐢𝐟𝐨𝐫𝐧𝐢𝐚𝐧𝐚. 𝐒𝐚𝐢 𝐬𝐞 𝐥’𝐚𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐬𝐢 𝐬𝐢𝐚 𝐢𝐬𝐩𝐢𝐫𝐚𝐭𝐨, 𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐢𝐧 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞, 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐟𝐢𝐠𝐮𝐫𝐚? 𝐒𝐞 𝐬𝐢̀ 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐭𝐢 𝐡𝐚 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐩𝐢𝐚𝐜𝐞𝐫𝐞 𝐨 𝐦𝐞𝐧𝐨?
Sorry, non conosco.
𝐍𝐞𝐥 𝐭𝐮𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨, 𝐭𝐢 𝐬𝐞𝐢 𝐨𝐜𝐜𝐮𝐩𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚, 𝐜𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚, 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐬𝐚𝐜𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐞. 𝐋’𝐞𝐬𝐢𝐠𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐭𝐚𝐥𝐨𝐠𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐢 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐢 𝐞̀ 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐩𝐞𝐜𝐢𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢𝐬𝐦𝐨? 𝐕𝐨𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐝𝐢𝐫𝐞, 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐜𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐨𝐠𝐠𝐞𝐭𝐭𝐢, 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐢𝐧𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢?
Forse. Una volta un detrattore disse che avrei dovuto fare il bibliotecario. Forse aveva ragione.
𝐔𝐧𝐚 𝐦𝐚𝐩𝐩𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐦𝐮𝐥𝐭𝐢𝐝𝐢𝐬𝐜𝐢𝐩𝐥𝐢𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐡𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐨𝐫𝐭𝐚 𝐝𝐢 "𝐦𝐚𝐧𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐥𝐥𝐨" 𝐚𝐩𝐩𝐥𝐢𝐜𝐚𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚? 𝐓𝐢 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐬𝐞𝐫𝐞𝐧𝐨, 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐡𝐚𝐢 𝐬𝐜𝐡𝐞𝐝𝐚𝐭𝐨 𝐞 𝐯𝐚𝐥𝐮𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐝𝐚𝐭𝐚 𝐞𝐩𝐨𝐜𝐚 𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐜𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞?
Prima di tutto, è un processo che non ha fine. Quando ritorno a un argomento, mi rendo sempre conto che c'è molto più di quello che avevo imparato. Quindi "sereno" mai. Dal mio punto di vista lo vedo più come "avventura". Mi piace l'avventura sia fisica sia mentale. E l'unico "fine" (The End) è la morte o il decadimento fisico e mentale altrimenti uno continuerebbe per sempre.
𝐋𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐞̀ 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐚𝐥𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚. 𝐀𝐥𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐚𝐢 𝐫𝐢𝐬𝐮𝐥𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐨𝐠𝐠𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐯𝐞𝐧𝐝𝐢𝐭𝐞. 𝐎𝐫𝐚, 𝐝𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐧’𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐨𝐢𝐧𝐜𝐢𝐝𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐬𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐬𝐬𝐚. 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐝𝐨𝐯𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐜𝐨𝐢𝐧𝐜𝐢𝐝𝐞𝐫𝐞, 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐜𝐞, 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐩𝐚𝐫𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐬𝐢𝐧𝐠𝐨𝐥𝐨 𝐜𝐫𝐢𝐭𝐢𝐜𝐨?
Ogni critico (o, meglio, storico) contribuisce una sua visione che non è basata solo sul successo commerciale. Se a qualcuno interessa, è utile anche ad altri e non solo a lui. Ovviamente il giudizio di un critico/storico/filosofo/etc è soggettivo. L'unica cosa oggettiva è quante copie una canzone ha venduto.
𝐓𝐫𝐚 𝐢 𝐭𝐮𝐨𝐢 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐟𝐞𝐫𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐩𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐚𝐥𝐢, 𝐡𝐚𝐢 𝐜𝐢𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐬𝐩𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐑𝐢𝐜𝐜𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐁𝐞𝐫𝐭𝐨𝐧𝐜𝐞𝐥𝐥𝐢. 𝐋𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐜𝐫𝐢𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐚𝐝 𝐚𝐯𝐞𝐫𝐭𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐫𝐨𝐝𝐨𝐭𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥’𝐀𝐫𝐜𝐚𝐧𝐚. 𝐐𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐡𝐚 𝐢𝐧𝐟𝐥𝐮𝐢𝐭𝐨 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐯𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐝𝐢𝐜𝐨𝐭𝐨𝐦𝐢𝐚 𝐭𝐫𝐚 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐚𝐫𝐞 𝐞 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐦𝐚𝐫𝐞?
L'influenza è certamente stata enorme, ma soprattutto lo considero uno dei più grandi critici/storici della musica rock, forse più di quanto lui stesso si renda conto.
E, contrariamente al mio approccio "scientifico", lui probabilmente ci arrivava d'istinto a capire la "storia". Le sue illuminazioni erano geniali. Sicuramente ho imparato molto dalle sue recensioni, non solo imparato conoscenza ma anche il parlare di musica senza addentrarsi in dettagli tecnici.
E forse anche il coraggio di dire cose che alla maggioranza non sembrano sensate.
Ma non diamo tutti i meriti solo a Bertoncelli.
Il mio ricordo di quegli anni è che i critici Italiani, Francesi e Tedeschi erano in generale più affidabili (dal mio punto di vista estetico) di quelli Anglosassoni. L'Italia ha avuto un'ottima scuola di critici musicali, cinematografici e letterari. Spero ce l'abbia ancora.
𝐍𝐞𝐥 𝐭𝐮𝐨 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐨 “𝐏𝐫𝐨𝐥𝐞𝐠𝐨𝐦𝐞𝐧𝐚 𝐟𝐨𝐫 𝐚 𝐂𝐫𝐢𝐭𝐢𝐪𝐮𝐞 𝐨𝐟 𝐌𝐮𝐬𝐢𝐜” 𝐧𝐞𝐠𝐡𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐥’𝐢𝐧𝐧𝐨𝐯𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐮𝐧 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐚𝐬𝐬𝐨𝐥𝐮𝐭𝐨. 𝐌𝐚 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐞 𝐬𝐜𝐡𝐞𝐝𝐞 𝐞̀ 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐞 𝐬𝐢𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐥𝐞. 𝐍𝐨𝐧 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐮𝐭𝐢𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐥 𝐩𝐚𝐫𝐚𝐦𝐞𝐭𝐫𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐧𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐩𝐨𝐩𝐮𝐥𝐚𝐫 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜 𝐬𝐢𝐚 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐟𝐨𝐫𝐬𝐞 𝐮𝐧 𝐞𝐫𝐫𝐨𝐫𝐞?
Se è soltanto "popular" forse sì. Ma dentro la popular music c'è molta di quella che ironicamente chiamo "unpopular music". Anche le star più commerciali hanno qualche momento di "unpopular music". Anzi, in genere sono proprio le stars della popular music che ci tengono tantissimo a far sapere che hanno provato a fare qualcosa di "unpopular".
𝐈𝐥 𝐭𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐝𝐮𝐫𝐫𝐞 𝐥’𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐬𝐭𝐚𝐫 𝐞 𝐫𝐢𝐯𝐚𝐥𝐮𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢 “𝐦𝐢𝐧𝐨𝐫𝐢” 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐂𝐚𝐩𝐭𝐚𝐢𝐧 𝐁𝐞𝐞𝐟𝐡𝐞𝐚𝐫𝐭 𝐞 𝐑𝐨𝐛𝐞𝐫𝐭 𝐖𝐲𝐚𝐭𝐭 𝐞̀ 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐚𝐫𝐚𝐭𝐭𝐞𝐫𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐢 𝐯𝐨𝐥𝐮𝐦𝐢 𝐝𝐢 𝐑𝐢𝐜𝐜𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐁𝐞𝐫𝐭𝐨𝐧𝐜𝐞𝐥𝐥𝐢. 𝐍𝐨𝐧 𝐬𝐢 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐚𝐯𝐚𝐧𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐥’𝐢𝐩𝐨𝐭𝐞𝐬𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐬𝐢𝐚 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐨𝐝𝐨 “𝐝𝐞𝐫𝐢𝐯𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚”?
Per i due nomi che citi Bertoncelli fu probabilmente quello che me li fece conoscere. Però c'erano altri che condividevano quei giudizi (Lester Bangs su tutti quando Rolling Stone era la rivista di riferimento - leggi la mia scheda originale sui Black Sabbath e leggi la sua recensione del primo album - me lo fece notare un lettore e mi fece arrossire).
Il modo in cui Rolf-Ulrich Kaiser selezionò la musica tedesca di quegli anni fu un'altra grossa influenza. (E ci metterei anche Manfred Eicher, anche se non è rock, ma il suo approccio "alternativo" al jazz mi influenzò molto in quegli anni).
In testa alle mie classifiche ci sono sempre stati Velvet Underground e Faust, altri nomi che forse conobbi tramite Bertoncelli o tramite Bangs.
Negli anni '80 forse Trouser Press di Ira Robbins divenne l'influenza maggiore, un altro che rivalutava artisti "minori".
Bertoncelli non era l'unico a rivalutare i "minori" ma certamente il più influente per me.
𝐍𝐞𝐥 𝐭𝐮𝐨 𝐬𝐢𝐭𝐨, 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐜𝐡𝐢 “𝐓𝐫𝐨𝐮𝐭 𝐌𝐚𝐬𝐤 𝐑𝐞𝐩𝐥𝐢𝐜𝐚” 𝐞 “𝐑𝐨𝐜𝐤 𝐁𝐨𝐭𝐭𝐨𝐦” 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐢 𝐝𝐮𝐞 𝐚𝐥𝐛𝐮𝐦 𝐫𝐨𝐜𝐤 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚. 𝐍𝐨𝐧 𝐭𝐢 𝐬𝐞𝐦𝐛𝐫𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐨𝐠𝐠𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐨 𝐩𝐨𝐜𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐞 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐞 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢? 𝐄 𝐚𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐫𝐢𝐨, 𝐧𝐨𝐧 𝐭𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐉𝐚𝐦𝐞𝐬 𝐁𝐫𝐨𝐰𝐧 𝐞 𝐒𝐥𝐲 𝐒𝐭𝐨𝐧𝐞, 𝐝𝐮𝐞 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐩𝐨𝐜𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐚𝐭𝐢 𝐬𝐮𝐥 𝐭𝐮𝐨 𝐬𝐢𝐭𝐨, 𝐬𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐢 𝐧𝐨𝐧𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐛𝐮𝐨𝐧𝐚 𝐟𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐧𝐚 𝐚𝐭𝐭𝐮𝐚𝐥𝐞?
Mi sorprende vedere citati James Brown e Sly Stone. Pensavo che Taylor Swift fosse il più grosso fenomeno musicale dei nostri giorni (e rischia di diventare il più grosso di sempre), e lei viene dalla country music. Forse dovresti aggiustare la domanda e chiedermi se non ho sottovalutato la country music.
Comunque per rispondere alla domanda: non so. È una domanda più difficile di quanto sembri. È come chiedere se Fantozzi di Villaggio conta più del teatro di Pirandello per le nuove generazioni. Entrambi hanno un posto nella storia della cultura.
Ogni generazione ha le sue caratteristiche, e pare che io non vada d'accordo con nessuna. Quando ero giovane, i miei coetanei mi "accusavano" di essere fuori dalla realtà musicale di quegli anni.
Dieci anni dopo i più giovani mi dicevano che ero "out of touch" con la loro generazione. E così via. Sono stato "out of touch" con tutte le generazioni, compresa quella attuale, e probabilmente tutte quelle che verranno dopo.
Per inciso, i primi cinque album di quella mia classifica sono intercambiabili. Non la cambio perché non fa male se la gente ascolta prima quei due album.
(Anzi facciamo 6 così ci mettiamo anche Tim Buckley, un altro che probabilmente devo a Bertoncelli).
𝐀𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐮𝐜𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐫𝐞𝐜𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐩𝐨𝐥𝐞𝐦𝐢𝐜𝐡𝐞, 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐭𝐮𝐨 𝐬𝐢𝐭𝐨 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐮𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐭𝐫𝐨𝐩𝐩𝐨 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐢𝐥 𝐫𝐨𝐜𝐤 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐚 𝐬𝐨𝐮𝐥, 𝐟𝐮𝐧𝐤, 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐨 𝐞 𝐡𝐢𝐩 𝐡𝐨𝐩? 𝐎 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐦𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐦𝐚𝐬𝐜𝐡𝐢, 𝐛𝐢𝐚𝐧𝐜𝐡𝐢 𝐞𝐝 𝐞𝐭𝐞𝐫𝐨 𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐞, 𝐧𝐞𝐫𝐢 𝐞 𝐭𝐫𝐚𝐧𝐬𝐠𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫? 𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐭𝐢𝐩𝐨?
Non so di quali polemiche parli (in generale, l'unica mia polemica è che non mi interessano le polemiche).
A naso direi che in passato (quando non era di moda) avevo dato voti più alti di altri allE musicistE (classiche, jazz, rock).
Tendo a ignorare se gli artisti sono gay, transgender o cosa, a meno che' loro non ne facciano un fatto rilevante (fatto che promette male).
Quindi onestamente non ho un elenco di tutti gli artisti gay/transgender/etc in modo da guardare che voto prendono di media.
Non so se Leonardo fosse gay. Che lo fosse o meno ha impatto nullo sulla mia opinione della sua arte.
Sulla musica dei neri ci sono molti equivoci: la musica "nera" per me è principalmente jazz.
La mia storia del jazz è quasi interamente "nera", tanto che quando il musicista non è nero lo specifico.
Se ti riferisci alla musica commerciale, non fa molta differenza che siano bianchi, neri, gialli, uomini o donne: non credo di essere mai stato influenzato dal colore della pelle nel criticare la musica commerciale.
L'hip-hop è spesso più poesia che musica, e qui confesso di irritarmi facilmente quando leggo liriche banali o veramente stupide (come saprai, ho centinaia di libri di poesia). Poi ci sono molti musicisti hip-hop (non solo neri) che mi hanno impressionato favorevolmente ma forse non sono quelli più noti.
Secondo me la musica più sottovalutata da me (e forse da tutti) è la musica classica moderna, seguita dal jazz. Sto cercando di rimediare.
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  • 4 months later...

E' purtroppo scomparso Ernesto Assante, storico critico musicale nostrano, a soli 66 anni.

Sinceramente di lui ho letto pochissimo e quel poco che ho letto non mi fece impazzire, ma credo che nessuno possa negare che sia stato un punto di riferimento importantissimo per tantissimi ascoltatori italiani.

RIP.

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17 minutes ago, Wanderer said:

E' purtroppo scomparso Ernesto Assante, storico critico musicale nostrano, a soli 66 anni.

Sinceramente di lui ho letto pochissimo e quel poco che ho letto non mi fece impazzire, ma credo che nessuno possa negare che sia stato un punto di riferimento importantissimo per tantissimi ascoltatori italiani.

RIP.

Brutta notizia :( 

Già il livello di cultura in Italia è basso, poi se i pochi buoni che ci sono se ne vanno presto...

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