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Iosonouncane


TomThom

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I nodi vengono al pettine....

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Jacopo Incani – da anni in arte Iosonouncane – è il segreto meglio custodito della musica italiana. Autore e musicista tanto talentuoso quanto parsimonioso, inserisce degli evidenti paletti temporali all’interno della sua produzione. Parecchi anni fra un disco e l’altro. Tantissimo silenzio, interviste sue in giro in pratica non se ne trovano. Parla e pubblica quando ha qualcosa da dire, il che ha del miracoloso in un’epoca comunicativamente bulimica dove tutti hanno il desiderio o la necessità di essere visibili (più ancora che famosi) a getto continuo, anche solo per raccontare cosa hanno mangiato (e se hanno digerito) a colazione. La vicenda artistica di Iosonouncane raggiunge oggi il suo apice, o bivio, dipende dai punti di vista. Di sicuro niente sarà più come prima per il progetto in questione. Quell’alone di mistero è inevitabilmente destinato a sgretolarsi perché l’importante supporto della rinata etichetta Numero Uno (attraverso la proprietaria Sony) porterà di sicuro la musica di Jacopo dentro le orecchie di un numero più ampio di persone rispetto al passato. Il che è un buon segno, ma parliamoci chiaro, però: non che il suo autore abbia fatto nulla per rendersi facile la vita. Il contrario, piuttosto. L’album nuovo, IRA, esce in diversi formati estesi (doppio CD e addirittura triplo vinile) e lungo le sue due ore circa di musica si snoda attraverso diversi idiomi europei che però ignorano l’italiano!? L’autore di origine sarda, ma da tempo residente a Bologna, ha evidentemente un piano europeo o comunque estero per la lavorazione ed esportazione, diremmo anche l’ambizione, di questo nuovo album. Quasi a dover affermare che il precedente DIE, a confronto, sembra un album easy listening. Dall’intervista tanto lungo quanto rara firmata da Alessandro Besselva Averame parte il numero 352 di “Rumore”, maggio 2021. Da un autore italiano ormai maturo che guarda non solo all’estero, ma ben oltre la forma canzone. 

https://rumoremag.com/2021/04/29/rumore-352-maggio-2021-iosonouncane-album-ira/

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On 4/28/2021 at 3:17 PM, Lacatus said:

Leggendo i credit, ho pensato

1) tantissimi sintetizzatori e più elettronica di quel che pensavo

2) poche chitarre, quasi esclusivamente appannaggio di Incani

3) mi aspettavo dei fiati (in Die c'erano gli Ottone Pesante), invece, a sorpresa non ci sono

Ey7PZ4fXAAE8ohe?format=jpg&name=medium

 

 

C'è tanto, tanto Maghreb. E tanto di Die.

 

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1 hour ago, modifiedbear said:


Perdio! Se persino Ansaldo non riesce a scrivere senza essere spiazzato, che diavoleria ci sta aspettando?

Chissà...lo scopriremo tra una decina di giorni. Tuttavia, leggendo tra le righe, mi pare di capire che musicalmente non sarà tanto distante da Die (quindi scongiurato l' "effetto-Tundra") e che più che altro il fattore spiazzante sarà rappresentato dalle parole, non più in italiano, ma in una lingua inventata (una specie di esperanto), mischiando italiano, spagnolo, francese, inglese, tedesco e arabo. Sarà più difficile trovare degli appigli per aggrapparsi alle parole, come accadeva in Die, per dare forma a delle emozioni, anche al di là del senso dei testi (quanta gente, per esempio, ha scambiato Stormi per una canzone d'amore ambientata in un contesto balneare...forse anche gli stessi Canarie che con Tristi Tropici ci hanno costruito un disco intero attorno a quel cliché e pare stiano seguendo questa strada anche per il disco nuovo appena uscito*).

*intitolato Immaginari, Pt.1 (ne parleremo sul topic del 2021)

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1 hour ago, Lacatus said:

Chissà...lo scopriremo tra una decina di giorni. Tuttavia, leggendo tra le righe, mi pare di capire che musicalmente non sarà tanto distante da Die (quindi scongiurato l' "effetto-Tundra") e che più che altro il fattore spiazzante sarà rappresentato dalle parole, non più in italiano, ma in una lingua inventata (una specie di esperanto), mischiando italiano, spagnolo, francese, inglese, tedesco e arabo. Sarà più difficile trovare degli appigli per aggrapparsi alle parole, come accadeva in Die, per dare forma a delle emozioni, anche al di là del senso dei testi (quanta gente, per esempio, ha scambiato Stormi per una canzone d'amore ambientata in un contesto balneare...forse anche gli stessi Canarie che con Tristi Tropici ci hanno costruito un disco intero attorno a quel cliché e pare stiano seguendo questa strada anche per il disco nuovo appena uscito*).

*intitolato Immaginari, Pt.1 (ne parleremo sul topic del 2021)

 

Dici, musicalmente non distante da DIE?
A me pare che Ansaldo voglia dirci il contrario, ma con tatto per non spaventarci troppo.
("folk metal", per inciso, non sono due parole che ho particolare piacere a sentir nominare dopo i 15 anni, ma immagino che siano state scritte ingenuamente: dopo DIE ad Incani non si può certo sparare così facilmente).
Io tra le righe ci leggo (ahimè) ancora della Tundra, per forza con un po' di "gnawa" in più. Ma di sicuro le tue impressioni valgono di più delle mie – quindi grazie, di conseguenza, per la rassicurazione sul suono.

Non saprei davvero cosa pensare del brodo linguistico. Da un lato ho pronta "hoy every son da el jabal comes ala rivage por mon last retour" scritta all'indelebile sulla fronte, dall'altro mi sale già l'ansia da prestazione per la mia prima volta con l'album. Neppure il conforto di poter ripartire da un buon terreno familiare..
Ma sia benvenuto il nuovo. Pourquoi pas.

(SUPER per le Canarie, c'è qualcosa da ascoltare! :o)

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1 hour ago, Thomyorke said:

folk metal. Dio c 

Quando l'ho letto ho esultato :punk:

2 minutes ago, modifiedbear said:

Dici, musicalmente non distante da DIE?
A me pare che Ansaldo voglia dirci il contrario, ma con tatto per non spaventarci troppo.

Quoto Ansaldo: 

Dal punto di vista musicale, Ira evidenzia ancora una volta la qualità di Iosonouncane come autore e arrangiatore, in grado di stare in bilico tra rock, prog ed elettronica, ma dimostra una discreta continuità con Die. 

4 minutes ago, modifiedbear said:

("folk metal", per inciso, non sono due parole che ho particolare piacere a sentir nominare dopo i 15 anni

Sì, ci sta :punk: 

5 minutes ago, modifiedbear said:

Io tra le righe ci leggo (ahimè) ancora della Tundra, per forza con un po' di "gnawa" in più. 

Secondo me ci sarà anche un po' di tundra... ma penso che il pericolo sia scongiurato.

6 minutes ago, modifiedbear said:

 Ma di sicuro le tue impressioni valgono di più delle mie – quindi grazie, di conseguenza, per la rassicurazione sul suono.

Io so sempre le stesse cose che sapevo fino al 2019, non ho avuto aggiornamenti: disco meno italiano e meno cantautoriale rispetto a Die, progressioni armoniche "Greenwoodiane", ma anche brani su un solo accordo con bordoni/drone.

8 minutes ago, modifiedbear said:

Non saprei davvero cosa pensare del brodo linguistico. Da un lato ho pronta "hoy every son da el jabal comes ala rivage por mon last retour" scritta all'indelebile sulla fronte, dall'altro mi sale già l'ansia da prestazione per la mia prima volta con l'album. Neppure il conforto di poter ripartire da un buon terreno familiare..
Ma sia benvenuto il nuovo. Pourquoi pas.

Penso sia una buona notizia anche questa del brodo linguistico, criptico, indecifrabile, nebuloso, come le immagini sgranate e sfocate della copertina e del retrocopertina.

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14 minutes ago, Lacatus said:

Dal punto di vista musicale, Ira evidenzia ancora una volta la qualità di Iosonouncane come autore e arrangiatore, in grado di stare in bilico tra rock, prog ed elettronica, ma dimostra una discreta continuità con Die. 

Vai a sapere cos'è "discreto" :jazz:
Questa roba del "si è preso un bel rischio"... Ma cosa sta cercando di dirci che non vuole dirci?

A riparlarne venerdì prossimo all'alba.

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17 minutes ago, Lacatus said:

Penso sia una buona notizia anche questa del brodo linguistico

Per inciso: i giovani parigini (quelli che si sono presi la proverbiale scatarrata "su") da qualche anno hanno l'abitudine di parlare mescolando francese, inglese, arabo e spagnolo in ogni frase.
Ho un po' paura che qualcosa come "la rivage por mon last retour" mi suoni come uno di quei "wesh hermano love ta life maboul".

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Just now, modifiedbear said:

Per inciso: i giovani parigini (quelli che si sono presi la proverbiale scatarrata "su") da qualche anno hanno l'abitudine di parlare mescolando francese, inglese, arabo e spagnolo in ogni frase.
Ho un po' paura che qualcosa come "la rivage por mon last retour" mi suoni come uno di quei "wesh hermano love et kiff ta life maboul".

 

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Io invece sono ancora piu incuriosito. Il bell'articolo di Ansaldo mi ha stuzzicato, fornendoci le prime coordinate del disco; coordinate che possono incontrare il mio gusto. Ma aldila di questo, che è il meno, la cosa importante è che pare un disco pensato e motivato. Spero sia anche onesto, ma si può già cogliere che lo è.

Poi che mi piaccia o meno è altro discorso, ma rilevante fino ad un certo punto 

Non mi stupisce che Ansaldo non ne abbia trovato il bandolo dopo un tot di ascolti. Anche se non fosse un lavoro complesso , è comunque un lavoro di gran mole, ci vuole tempo. Un disco da vivere, piu che da giudicare..almeno, io spero sia cosi.

 

 

 

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12 hours ago, modifiedbear said:

Per inciso: i giovani parigini (quelli che si sono presi la proverbiale scatarrata "su") da qualche anno hanno l'abitudine di parlare mescolando francese, inglese, arabo e spagnolo in ogni frase.
Ho un po' paura che qualcosa come "la rivage por mon last retour" mi suoni come uno di quei "wesh hermano love ta life maboul".

E' molto interessante 'sto fatto che da qualche parte, già si parla questo slang.

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Nuova recensione: https://stonemusic.it/53423/i-verdetti-di-classic-rock-10-nuovi-dischi-recensiti-per-voi/

 

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Iosonouncane, IRA

Jacopo Incani si mette a nudo e concede alle stampe un triplo vinile di rara bellezza, che segna un’evoluzione rispetto a DIE e pone notevoli spunti di riflessione sulla scena indie italiana. Negli ultimi sei anni, l’artista sardo ha pubblicato uno split con i Verdena, collaborato al disco perpetuo di Maroccolo e anticipato l’uscita del nuovo album con Novembre e la cover di Vedrai, vedrai di Tenco, ma soprattutto ha lavorato per rendere concreta la sua ambiziosa visione. Immaginare oggi un’opera di diciassette tracce, per quasi due ore di musica, è anacronistico e coraggioso, eppure la musica scorre solenne e fluida e gli arrangiamenti sono uno più intrigante dell’altro.

Lorenzo Becciani

 

 

 
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Questo è il classico disco che lascerà esterrefatti a primo ascolto e che farà gridare a molti al capolavoro proprio per la sua incomprensibile lunghezza: "Madò', genio, noncihocapitouncazzomaègiàdiscodeldecennio". 

Poi vediamo, sono curioso di vedere quale sarà il succo di 1 ora e 50 di musica... perché comunque a una sintesi, bisogna arrivare. 

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