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15 minutes ago, Lacatus said:

Ecco, non so se l'ho già scritto, ma una cosa che mi ha stupito di Ira è che non ci sono quei rimandi alla musica sarda, che c'erano in Die. Questo nonostante Jacopo mi avesse rivelato che stava utilizzando una chitarra sarda, cioè una chitarra accordata in do, con un accordatura quasi baritonale. In Die invece c'erano parecchi campioni di canto polifonico sardo (tenores), sicuramente in Buio e Carne e poi campanacci stile maschere carnevalesche (Mamuthones, Merdules, Boes, ecc...) un po' in tutti i brani da Tanca a Mandria.

P.S. io vedo comunque una sottotrama "nuragica" anche in Ira, ma più che nella musica, nei contenuti: penso alle migrazioni alla fine dell'età del bronzo dei popoli in fuga dalla sponda nord del Mediterraneo orientale e dal Mediterraneo occidentale, verso l'Egitto. 

C'è una forte componente mediterranea senza dubbio ma stavolta, come scrivevo sopra, è utilizzata per dare sfumature ad una pasta sonora smaccatamente contemporanea ed internazionale. In DIE avveniva un po' il contrario, era musica italiana trasportata nel 2015 ma pienamente aderente alla sua anima isolana. Per usare un termine radical chic DIE era la quintessenza del "glocal", IRA è più un global influenzato dal territorio.

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19 minutes ago, Lacatus said:

Ecco, non so se l'ho già scritto, ma una cosa che mi ha stupito di Ira è che non ci sono quei rimandi alla musica sarda, che c'erano in Die. Questo nonostante Jacopo mi avesse rivelato che stava utilizzando una chitarra sarda, cioè una chitarra accordata in do, con un accordatura quasi baritonale. In Die invece c'erano parecchi campioni di canto polifonico sardo (tenores), sicuramente in Buio e Carne e poi campanacci stile maschere carnevalesche (Mamuthones, Merdules, Boes, ecc...) un po' in tutti i brani da Tanca a Mandria.

P.S. io vedo comunque una sottotrama "nuragica" anche in Ira, ma più che nella musica, nei contenuti: penso alle migrazioni alla fine dell'età del bronzo dei popoli in fuga dalla sponda nord del Mediterraneo orientale e dal Mediterraneo occidentale, verso l'Egitto. 

Per me in Ira la Sardegna è il punto di inizio della traversata migratoria di cui al disco, traversata che si sposta variamente tra spagna, franza (purchè se magna), maghreb, medio oriente.

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10 minutes ago, echoes said:

Non so come si faccia a definire DIE confusionario e fuori fuoco. Anzi tra i due il primo è in pratica una suite compattissima e iper-omogenea, il secondo un disco molto più "calderone" (non lo dico in senso dispregiativo ma "babelistico").

Ovvio.

Mi riferisco agli arrangiamenti. So di bestemmiare in chiesa,  ma per me gli arrangiamenti di Die sono un affastellarsi di roba spesso superflua che fa perdere nella maggior parte dei casi il focus ed il senso stesso dei brani. Ira pur essendo stratificato raramente si perde in ornamentazioni di dubbio gusto. 

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1 minute ago, kid a said:

Mi riferisco agli arrangiamenti. So di bestemmiare in chiesa,  ma per me gli arrangiamenti di Die sono un affastellarsi di roba spesso superflua che fa perdere nella maggior parte dei casi il focus ed il senso stesso dei brani. Ira pur essendo stratificato raramente si perde in ornamentazioni di dubbio gusto

Tipo?

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19 minutes ago, Wanderer said:

Per me in Ira la Sardegna è il punto di inizio della traversata migratoria di cui al disco, traversata che si sposta variamente tra spagna, franza (purchè se magna), maghreb, medio oriente.

Concordo ma se devo trovare un limite all'operazione è la scarsa presenza di strumenti a corda che rendono il tutto un'operazione più intellettuale che antropologica.

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37 minutes ago, echoes said:

Concordo ma se devo trovare un limite all'operazione è la scarsa presenza di strumenti a corda che rendono il tutto un'operazione più intellettuale che antropologica.

Sai che per me è meglio così? Tirare fuori gli strumenti della tradizione mediterranea facendo una specie di Creuza De Ma distopico sarebbe stato troppo forzato. Già ha rischiato tanto abusando dei modi musicali orientali, fermandosi appena un attimo prima di cascare nello stereotipo.

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On 5/19/2021 at 10:56 PM, OKPC_82 said:

L’inizio mi ricorda Threads dei Portishead, pezzo conclusivo di Third, che aveva quell’inquietantissima coda finale…

Oggi l'ho riascoltata dopo diverse settimane: l'intro è praticamente identico a Thread, c'hai ragione.

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7 minutes ago, Lacatus said:

Sai che per me è meglio così? Tirare fuori gli strumenti della tradizione mediterranea facendo una specie di Creuza De Ma distopico sarebbe stato troppo forzato. Già ha rischiato tanto abusando dei modi musicali orientali, fermandosi appena un attimo prima di cascare nello stereotipo.

Così però ha perso un po' di quell'Anima Latina che lo rendeva molto distante dai vari Darkside, Swans, Massive Attack, Yorke ecc. e che invece sono riferimenti ben identificabili in questo disco.

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31 minutes ago, echoes said:

Così però ha perso un po' di quell'Anima Latina che lo rendeva molto distante dai vari Darkside, Swans, Massive Attack, Yorke ecc. e che invece sono riferimenti ben identificabili in questo disco.

E' vero anche questo: i riferimenti internazionali sono molto sgamabili, mentre in Die le influenze erano frullate e indecifrabili, forse per via di quel filtro "nuragico" di cui parlavi...

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2 hours ago, echoes said:

Così però ha perso un po' di quell'Anima Latina che lo rendeva molto distante dai vari Darkside, Swans, Massive Attack, Yorke ecc. e che invece sono riferimenti ben identificabili in questo disco.

Concordo, DIE suonava come un disco italiano innovativo, IRA è a tutti gli effetti un disco internazionale, ed i riferimenti esteri sono evidentissimi.

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1 hour ago, OKPC_82 said:

Concordo, DIE suonava come un disco italiano innovativo, IRA è a tutti gli effetti un disco internazionale, ed i riferimenti esteri sono evidentissimi.

Per carità, è sempre materiale personalissimo eh, nulla che mi sognerei di definire derivativo ma diciamo che viene meno quel genius loci che mi aveva fatto mettere DIE davanti a qualsiasi altra uscita degli anni '10. Se invece parliamo di intensità, profondità e sensazioni di stomaco allora IRA non ha nulla da invidiare ed è anzi un'operazione ancora più estrema per certi versi.

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Sto ascoltando IRA sotto un temporale estivo romano: Hiver è nata per rendere al massimo in queste condizioni, sa di terreno bagnato, aria rinfrescata e nuvoloni all'orizzonte. Immagino che in autunno con il foliage sia ancora più intensa.

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5 hours ago, echoes said:

Tipo?

l'arrangiamento di Stormi ma pure Carne in alcuni punti, in generale tutti quei suoni di synth basso e fiati sparati che si coprono a vicenda mentre la voce è sommersa nel mix. Boh io li trovo abbastanza pletorici e ridondanti.  Per farmi odiare ulteriormente aggiungo che ciò che proprio secondo me non funziona in Die è proprio questo tentativo di connubio tra scrittura cantautorale e arrangiamenti che si sforzano di essere moderni e progressivi, ma sembrano un po' forzati e appiccicati alle composizioni, perlomeno al mio ignorantissimo orecchio. 

Ira per me è proprio su un altro livello, un capolavoro ed un deciso balzo in avanti sotto tutti i punti di vista. 

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9 minutes ago, kid a said:

l'arrangiamento di Stormi ma pure Carne in alcuni punti, in generale tutti quei suoni di synth basso e fiati sparati che si coprono a vicenda mentre la voce è sommersa nel mix. Boh io li trovo abbastanza pletorici e ridondanti.  Per farmi odiare ulteriormente aggiungo che ciò che proprio secondo me non funziona in Die è proprio questo tentativo di connubio tra scrittura cantautorale e arrangiamenti che si sforzano di essere moderni e progressivi, ma sembrano un po' forzati e appiccicati alle composizioni, perlomeno al mio ignorantissimo orecchio. 

Ira per me è proprio su un altro livello, un capolavoro ed un deciso balzo in avanti sotto tutti i punti di vista. 

Le fanfare per me sono un valore, così come il voler mantenere la propria identità italiana (quindi cantautoriale e latina). IRA in questo senso è più, mi si passi il termine, "paraculo" e pensato per arrivare a livello internazionale dagli arrangiamenti alla lingua. Non vedo alcun passaggio forzato in DIE, i pezzi sono tutti dei paesaggi sonori in cui il cantato entra ed esce con estrema naturalezza e spesso facendosi totalmente da parte come nelle migliori suites. L'unico pesce fuor d'acqua può essere Stormi che è l'unica in forma canzone ma alla fine è un passaggio più che gradevole tra l'ancestralità di Tanca e la complessità di Buio.

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On 12/10/2019 at 6:32 PM, echoes said:

A me la copertina ricorda la crudezza di Third.

Mi aspetto un disco dark, abrasivo e "storto". È troppo intelligente per partorire l'ennesimo revival new wave. 

Ma quanto ci avevo preso?

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On 5/27/2021 at 5:28 PM, Lacatus said:

Sarà anche il più venduto, ma le vendite riguardano il consumo. Io fra i tanti entusiasti della prima ora conosco pochissima gente che ha continuato ad ascoltarlo. E la musica è fatta prima di tutto per essere ascoltata, non per essere un prodotto da vendere su scaffali o su Amazon. Se anche i miei amici più abituati alla buona musica hanno difficoltà ad ascoltare questo lavoro o addirittura issano "bandiera bianca", dopo aver messo il bollino "GENIALE", c'è un problema.

E il problema non è certo nella musica: il problema è nelle orecchie, nelle cattive abitudini, il problema è in questi "strani giorni". Questo Ira, per quanto mi riguarda, sta accompagnando a piccole dosi tutte le mie giornate da quando è uscito, e sto provando il piacere di scoprirlo lentamente: ci sono dei brani, Horizon, Prison, Niran e Soldiers che ho ascoltato solo il giorno del primo e unico completo di tutti e 17 i brani, ormai due settimane fa, e avrò il piacere di scoprire piano piano e di GODERMELI. Sto iniziando a mandare a memoria qualche frammento melodico, ogni giorno si aggiunge qualcosa, Piel, Pétrole, Sangre, Ojos, Nuit e nel frattempo mi lascio andare all'emozione che la musica trasmette.

Più lo ascolto più mi ritrovo in queste tue considerazioni.

Aggiungo inoltre che non riesco a trovare un pezzo debole, ognuno ha qualcosa da dirmi e momenti che mi esaltano tantissimo. Continuo ad associarlo, forse per deformazione mentale e professionale, ad un paesaggio che guida l'osservatore attraverso continui scorci spaziali: dai rilievi più dolci ad acuminate vette di granito passando per laghi in cui si specchia l'intorno. In questa scoperta cinetica si passa dall'alba al buio pesto in un continuo alternarsi di ombre allungate e squarci di sole. Puoi fermarti a contemplare una vetta al tramonto oppure andare oltre per stenderti sulla collina, it's up to you. Penso sempre di più ad IRA come ad uno spazio in cui l'osservatore può decidere di percorrere tutto il cammino di seguito oppure farne solo alcune tappe, visitarne solo certi luoghi.

Piel ad esempio parte in sordina ma poi ti accoltella con quel synth che va a pescare le nuvole in alta quota poi, d'improvviso, il buio silenzio di Prière squarciato da un rumore sinistro che emerge da una caverna. E' un disco di singole tracce, a differenza di DIE, ma in cui le sequenze sono pienamente azzeccate ed anzi direi quasi indissolubili. Viaggio e paesaggio, torno a ripetere.

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19 minutes ago, echoes said:

Piel ad esempio parte in sordina ma poi ti accoltella con quel synth che va a pescare le nuvole in alta quota poi, d'improvviso, il buio silenzio di Prière squarciato da un rumore sinistro che emerge da una caverna. E' un disco di singole tracce, a differenza di DIE, ma in cui le sequenze sono pienamente azzeccate ed anzi direi quasi indissolubili. Viaggio e paesaggio, torno a ripetere.

E' vero ci sono alcune sequenze azzeccatissime, tipo quella che hai detto tu, oppure Ojos ---> Nuit.

Non sono ancora riuscito a trovare il tempo di riascoltarlo per intero e vedere l'effetto che fa, ora che ho cominciato a memorizzare le canzoni.

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Io sono entrato quasi completamente nella prima metà del disco, che comincio a conoscere a memoria.
Non so esprimere a parole quanto questo disco mi ribalti certe cose dentro.

Navigo a vista (orecchio) tra i testi, a cui mi aggrappo maggiormente per suoni e a sprazzi per parole (il che non guasta, e rimane un'esperienza molto oltre-DIE).

Come dite anche voi, ripeto anche io: IRA è sicuramente un viaggio (dantesco), sono paesaggi in mutazione. La variabile temporale introdotta nel disco (non nel senso di durata, ma nel senso di racconto cronologico piuttosto che dipinto semi-statico) è notevole. Disco cubista.

E procedendo con gli ascolti, anche i pezzi che prima mi apparivano più "deboli" sono emersi vigorosamente in superficie: tutto è lì perché lì deve stare, e tutto è bellissimo.

(testimonianza: nelle ultime tre settimane ho ripreso a viaggiare il giusto, incontrato situazioni folli e persone incredibili, mi sono dedicato all'adulterio, gustato mari e monti delle migliori specie, sono entrato in una nuova eccitante fase di crisi esistenziale: IRA è un eccezionale compagno di viaggio e di pelli d'oca, e so già che come Kid A è stato il disco del cambiamento dei 20 anni, IRA sarà quello dei 30. Un disco da masturbazione della vita ed eiaculazioni di linfa vitale, tanto è ricco di sentimento).

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io ormai l'ho memorizzato per bene. Non ho la vostra capacità evocativa e sinestetica di tradurre sensazioni in immagini.Per me sono semplicemente due ore di grande musica. Personalmente lo trovo un disco manierista, in senso buono, anzi nel senso migliore possibile. 

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Vorrei far notare che a distanza di un mese dall'uscita di Ira non c'è stata nessuna apparizione di Jacopo Incani da nessuna parte in video, in un'epoca dove spopolano le interviste via webcam. Le uniche interviste sono scritte, come in epoca pre-pandemica (ma forse nemmeno...) e le uniche immagini sono gli scatti fotografici di Silvia Cesari (risalenti tra l'altro a qualche anno fa). Una comunicazione anni '90.

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34 minutes ago, Lacatus said:

Vorrei far notare che a distanza di un mese dall'uscita di Ira non c'è stata nessuna apparizione di Jacopo Incani da nessuna parte in video, in un'epoca dove spopolano le interviste via webcam. Le uniche interviste sono scritte, come in epoca pre-pandemica (ma forse nemmeno...) e le uniche immagini sono gli scatti fotografici di Silvia Cesari (risalenti tra l'altro a qualche anno fa). Una comunicazione anni '90.

Vero, lasciare la promozione alle sole interviste fa molto Rock Sound o XL Repubblica. :lol:

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1 hour ago, Lacatus said:

Vorrei far notare che a distanza di un mese dall'uscita di Ira non c'è stata nessuna apparizione di Jacopo Incani da nessuna parte in video, in un'epoca dove spopolano le interviste via webcam. Le uniche interviste sono scritte, come in epoca pre-pandemica (ma forse nemmeno...) e le uniche immagini sono gli scatti fotografici di Silvia Cesari (risalenti tra l'altro a qualche anno fa). Una comunicazione anni '90.

Ma negli anni 90 c’era MTV e gli show case di Verdena, Afterhours, Markele Kuntz…ora pure volendo dove dovrebbe andare da Fazio o da Propaganda Live?

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2 minutes ago, OKPC_82 said:

Ma negli anni 90 c’era MTV e gli show case di Verdena, Afterhours, Markele Kuntz…ora pure volendo dove dovrebbe andare da Fazio o da Propaganda Live?

Sì, la TV è nammerda oggi.

Ah poi visto che sei del 1982 come me, ricorderai Videomusic :prego:: io vidi per la prima volta video storici come Creep (Radiohead), Army Of Me (Bjork), Bull In The Heather (Sonic Youth), Bang And Blame (REM) nel programma che davano a notte fonda, di cui non ricordo più il titolo. C'erano programmi bellissimi come Segnali di Fumo e successivamente, quando la rete passò a Cecchi Gori e fu rinominata TMC2, Help di Red Ronnie che passava spessissimo i Radiohead, specialmente il video di No Surprises.

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3 minutes ago, Lacatus said:

Sì, la TV è nammerda oggi.

Ah poi visto che sei del 1982 come me, ricorderai Videomusic :prego:: io vidi per la prima volta video storici come Creep (Radiohead), Army Of Me (Bjork), Bull In The Heather (Sonic Youth), Bang And Blame (REM) nel programma che davano a notte fonda, di cui non ricordo più il titolo. C'erano programmi bellissimi come Segnali di Fumo e successivamente, quando la rete passò a Cecchi Gori e fu rinominata TMC2, Help di Red Ronnie che passava spessissimo i Radiohead, specialmente il video di No Surprises.

madò segnali di fumo con la Maugeri e Mikimix (alias Caparezza in erba).

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Anche io che sono classe 1985 ricordo bene Video Music. Quei tre anni di differenza rispetto a voi mi hanno però fatto apprezzare in ritardo il meglio di quell'epoca di cui seguivo più che altro il punk rock e un po' di brit pop oltre che singoli vari. Restando su MTV mi piaceva molto Supersonic e ricordo che venivano trasmessi anche concerti in studio di band importanti oltre che live veri e propri come il Live in Paris dei Depeche Mode.

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