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Che lavoro fate?


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Io lavoro nell’IT di una grossa azienda italiana...un lavoro che mi piace ed odio allo stesso tempo, scandito da giornate infernali e da giornate più soddisfacenti.

Ho trovato lavoro subito dopo la laurea, quindi in realtà non posso proprio lamentarmi, ma sono sempre più convinto che non esiste il lavoro dei sogni, lo è nella misura in cui riesce a permetterti di vivere e dedicarti alle cose ti piacciono veramente..

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Io ancora per un paio di mesi gestirò un Bed&Breakfast accanto a casa. Prendi tutto questo tra mille virgolette, perchè in realtà non è proprio così ma ho semplificato.

Non mi piace pulire cessi, spolverare, fare colazioni, accogliere gli ospiti..ma mi piace avere il mio tempo libero, che è la cosa più importante in assoluto che ho.

Finito quello, sarò disoccupato e vedremo..la mezza idea è di fare i famosi 24 crediti per poter insegnare alle superiori (ho una laurea magistrale in Ing.)

Ma ormai ho perso la capacità anche solo di fare piani a medio termine, quindi deciderò a lavoro finito e vaffanculo. Per evitare questa situazione dovrei trasferirmi, ma la mia famiglia, i miei due amici in croce e la mia ragazza sono la mia vita, quindi cerco di arrangiarmi:)

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Architetto libero professionista, principalmente nel campo della progettazione (di interni visto che di cubare non se ne parla).

Tuttavia sto cercando in ogni modo di entrare nella scuola (mondo che mi piace tantissimo) visto che questo è un paese per impiegati e non per autonomi. Alla fine tra tasse, burocrazia, responsabilità allucinanti per guadagnare due soldi, disonestà dell'italiano medio, assenza di un equo compenso tenere aperto uno studio è più un'impresa che un guadagno.

Nonostante mi sia tolto più di qualche soddisfazione e lo studio sia professionalmente crescendo il fisso è il fisso, almeno in questo paese strambo.

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43 minutes ago, echoes said:

Architetto libero professionista, principalmente nel campo della progettazione (di interni visto che di cubare non se ne parla).

Tuttavia sto cercando in ogni modo di entrare nella scuola (mondo che mi piace tantissimo) visto che questo è un paese per impiegati e non per autonomi. Alla fine tra tasse, burocrazia, responsabilità allucinanti per guadagnare due soldi, disonestà dell'italiano medio, assenza di un equo compenso tenere aperto uno studio è più un'impresa che un guadagno.

 Nonostante mi sia tolto più di qualche soddisfazione e lo studio sia professionalmente crescendo il fisso è il fisso, almeno in questo paese strambo.

Io deciso di provare a insistere come lavoratore autonomo (ambito: turismo), ma confermo che è durissima in questo Paese, per via delle questioni che hai esposto tu perfettamente. L' Italia è una Repubblica fondata sul lavoro dipendente, la cassa integrazione e (novità!) il reddito di cittadinanza :( 

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7 minutes ago, Lacatus said:

Io deciso di provare a insistere come lavoratore autonomo (ambito: turismo), ma confermo che è durissima in questo Paese, per via delle questioni che hai esposto tu perfettamente. L' Italia è una Repubblica fondata sul lavoro dipendente, la cassa integrazione e (novità!) il reddito di cittadinanza :( 

In Italia esistono lavoratori e cittadini di Serie A, a cui sono riconosciuti tutti i diritti di questo mondo, e cittadini di Serie B, gli autonomi che possono anche crepare senza che nessuno se li inculi.

Ai primi tutto viene pagato dal datore di lavoro (ferie, malattie, contributi, tasse) senza che abbiano rischio imprenditoriale, i secondi devono pagarsi tutto e non hanno diritti di alcun tipo oltre ad assumersi rischi patrimoniali e penali.

Paese di santi, poeti, lavoratori ed impiegati.

 

Ti dico una cosa per farsi due risate: io in questo periodo ho preso una supplenza a scuola di 5 ore per fare punteggio e avere un minimo di fisso che mi aiuti a pagare le spese (abnormi) della libera professione. A conti fatti non mi conviene economicamente nel senso che, con il "doppio lavoro" (doppio un cazzo, sono 5 misere ore) l'INPS depreda il mio fatturato prendendosi il 24% a fattura.

Praticamente il lavoro di scuola mi costa dei soldi invece che consentirmi di guadagnarli. A te pare normale?

Meglio non fare un cazzo e prendersi il reddito di cittadinanza.

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Io dopo la laurea in Filosofia (principali interessi: filosofia del linguaggio e logica modale) ho lavorato fino a 2 anni fa come educatore e coordinatore all'interno di un laboratorio occupazionale dove persone con disabilità (psichiatria/deficit cognitivi) svolgono percorsi di avvicinamento al lavoro alternando la frequenza al centro a stage in aziende locali. Poi mi sono occupato di formazione sempre per la stessa cooperativa di tipo A: pianificazione formazione obbligatoria (81/08), progettazione di percorsi formativi specialistici e attivazione di risorse (bandi e avvisi) per il reperimento delle risorse economiche necessarie. Attualmente sono responsabile del settore che si occupa delle attività della cooperativa collegate ai distretti dell'economia solidale, laboratori di sperimentazione civica, sociale ed economica sostenuti dalla Provincia di Trento tramite legge ad hoc. In pratica si cerca di attivare reti in grado di valorizzare le risorse territoriali subordinando le attività a criteri di equità, sostenibilità ambientale e socio-economica. In sostanza le attività si suddividono in filiere di consumo di beni e servizi, finanziamento (microcredito e supporto alle imprese), produzione, distribuzione e inserimento lavorativo. L'obiettivo è sostenere un'economia basata sulle relazioni tra soggetti, equa ripartizione delle risorse, rispetto e tutela dell'ambiente (Centri del Riuso e upcycling), perseguimento obiettivi sociali (percorsi di autonomia e inclusione sociale per il reintegro di soggetti svantaggiati), scambio di beni e risorse. 

Oltre a questo, nei ritagli di tempo, con l'associazione di promozione sociale che ho contribuito a fondare, organizzo nelle scuole dei percorsi laboratoriali sulla meteorologia (mia grande passione): spesso lo faccio come volontario, altre volte intervengo per conto di un locale museo civico. 

Durante i fine settimana si lavora in campagna dal suocero che è agricoltore (val di Non, mele Melinda...) 

 

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Io studio ingegneria informatica, e prima di terminare il percorso universitario passerà ancora qualche anno. Nel frattempo, lavoro come esercitatore per due corsi (per le matricole) del mio stesso ateneo. Sono solo 6 o 9 ore a settimana a seconda del mese, ma d'altronde non posso permettermi molto di più senza rimanere indietro con gli esami.

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Dopo anni da lavoratrice dipendente in vari ambiti (farmaceutico, bancario, banca d’affari, centro ricerca) e aver capito che la mia amatissima Laurea in Lingue vale più o meno come un pacco di carta igienica, eccomi a fare l’imprenditrice (parola che ancora non riesco a dire senza sorridere perché mi pare troppo seriosa) nella piccola azienda fondata da mio nonno 70 anni fa che aggiusta e cambia le serrande di parecchi dei negozianti meneghini. 

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2 hours ago, @li said:

Dopo anni da lavoratrice dipendente in vari ambiti (farmaceutico, bancario, banca d’affari, centro ricerca) e aver capito che la mia amatissima Laurea in Lingue vale più o meno come un pacco di carta igienica, eccomi a fare l’imprenditrice (parola che ancora non riesco a dire senza sorridere perché mi pare troppo seriosa) nella piccola azienda fondata da mio nonno 70 anni fa che aggiusta e cambia le serrande di parecchi dei negozianti meneghini. 

Ho sempre pensato che "l'imprenditore" sia colui che gira importanti somme di denaro; è per questo che mi definisco lavoratore autonomo. Imprenditore non mi si addice

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Ricercatore in astrofisica, quando me lo chiedono insegno anche statistica a quelli della triennale e robe extragalattiche a quelli della magistrale.

On 10/19/2019 at 12:47 PM, On a Friday said:

la mezza idea è di fare i famosi 24 crediti per poter insegnare alle superiori (ho una laurea magistrale in Ing.)

Li ho fatti perché l'Uni li girava gratis ai dottorandi, e son stati i quattro esami più ridicoli della mia vita. Non è detto siano fondamentali, voci dicono che nel prossimo bando di concorso del 2020 saranno un titolo di preferenza a parità di punteggio e non uno sbarramento, ma son solo voci. Se li trovi a prezzi contenuti, falli pure, perché nel dubbio non si sa mai.

On 10/19/2019 at 1:05 PM, echoes said:

Tuttavia sto cercando in ogni modo di entrare nella scuola (mondo che mi piace tantissimo) visto che questo è un paese per impiegati e non per autonomi.

Minchia, al concorsone del 2020 ci sarà mezza Italia. :lol: 

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28 minutes ago, pandroid said:

Ricercatore in astrofisica, quando me lo chiedono insegno anche statistica a quelli della triennale e robe extragalattiche a quelli della magistrale.

Li ho fatti perché l'Uni li girava gratis ai dottorandi, e son stati i quattro esami più ridicoli della mia vita. Non è detto siano fondamentali, voci dicono che nel prossimo bando di concorso del 2020 saranno un titolo di preferenza a parità di punteggio e non uno sbarramento, ma son solo voci. Se li trovi a prezzi contenuti, falli pure, perché nel dubbio non si sa mai.

Minchia, al concorsone del 2020 ci sarà mezza Italia. :lol: 

Infatti credo molto di più nelle supplenze che nel concorso. 

Oltretutto trovo molto più giusto inserire chi alla scuola ha dedicato tempo ed energie che a gente che si gioca tutto in un due giorni tipo finale di Champions.

Poi bon, fosse per me rivoluzionerei tutto: scuola di formazione triennale post laurea per l'insegnamento, non retribuita. Un percorso formativo, abilitante e che garantisca l'immissione in ruolo. Scuola in cui approfondisci gli aspetti psicologici e di gestione della classe, in cui simuli lezioni, in cui ti sottopongono diverse tipologie di gruppi che vanno gestiti e motivati con leadership. Vabbè, fantascienza in 'sto paese di m.

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14 hours ago, alessandra said:

Casalinga. Ah già, non è un lavoro. Allora non faccio niente :laugh:

Bisogna vedere cosa si intende per "lavoro". 

Per come la vedo io lavorare=fare un'attività che comporta una retribuzione quindi no, fare la casalinga/o non lo è.

In sé però è un'attività nobile che andrebbe riscoperta e rivalutata. Sono convinto che molti dei problemi sociali di questa epoca derivino dall'imposizione che entrambi i coniugi debbano lavorare. Ovviamente non rimpiango i tempi in cui la donna non poteva emanciparsi, ma diciamo che quell'assetto familiare era certamente più sostenibile e garantiva una qualità della vita che oggi ci sogniamo.

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3 hours ago, echoes said:

Bisogna vedere cosa si intende per "lavoro". 

Per come la vedo io lavorare=fare un'attività che comporta una retribuzione quindi no, fare la casalinga/o non lo è.

In sé però è un'attività nobile che andrebbe riscoperta e rivalutata. Sono convinto che molti dei problemi sociali di questa epoca derivino dall'imposizione che entrambi i coniugi debbano lavorare. Ovviamente non rimpiango i tempi in cui la donna non poteva emanciparsi, ma diciamo che quell'assetto familiare era certamente più sostenibile e garantiva una qualità della vita che oggi ci sogniamo.

Hai ragione. Non ho stipendio, non ho orari e non andrò in pensione.  E non l’ho scelto io .

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