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1 hour ago, jimy84 said:

fanno tutto il pippotto su quanto il capitalismo sia il male e poi biglietti a una piotta

Io invece mi domando spesso come si faccia ad arrivare dal cachet della band di turno al prezzo finito del biglietto.
Mi domando se la band abbia voce in capitolo nel definire questo prezzo, se le interessi averla (tipo i cure), oppure no.
Springsteen per esempio a partire dal suo ultimo tour ha adeguato i biglietti del suo concerto dopo anni a prezzi più o meno contenuti, ma lo ha fatto in maniera brutale: ha chiamato il promoter, ha chiesto a che prezzo girano musicisti della sua fascia come lui e gli ha detto di stare appena sotto.

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10 minutes ago, The_Tourist said:

Io invece mi domando spesso come si faccia ad arrivare dal cachet della band di turno al prezzo finito del biglietto.
Mi domando se la band abbia voce in capitolo nel definire questo prezzo, se le interessi averla (tipo i cure), oppure no.
Springsteen per esempio a partire dal suo ultimo tour ha adeguato i biglietti del suo concerto dopo anni a prezzi più o meno contenuti, ma lo ha fatto in maniera brutale: ha chiamato il promoter, ha chiesto a che prezzo girano musicisti della sua fascia come lui e gli ha detto di stare appena sotto.

certo che ce l'ha. Guarda i prezzi al Vittoriale di James Blake e Glen Hansard e te ne rendi conto da solo.
Una volta pagato il cachet, poi sta al promoter decidere se, considerata la capienza e i prezzi che deve applicare, puo' riuscire a vendere o meno (perche tanto a quel punto l'artista è fuori dai giochi).

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1 hour ago, @li said:

certo che ce l'ha. Guarda i prezzi al Vittoriale di James Blake e Glen Hansard e te ne rendi conto da solo.
Una volta pagato il cachet, poi sta al promoter decidere se, considerata la capienza e i prezzi che deve applicare, puo' riuscire a vendere o meno (perche tanto a quel punto l'artista è fuori dai giochi).

Sì, il meccanismo più o meno so che funziona, però sempre più spesso anche chi predicava molto bene ora si adegua. Da qui mi nasce una punta di fastidio. Anche perché capiamoci, sono quasi sempre quelli che potrebbero tenere dei prezzi più umani ad avere i prezzi più alti.

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1 hour ago, The_Tourist said:

Io invece mi domando spesso come si faccia ad arrivare dal cachet della band di turno al prezzo finito del biglietto.
Mi domando se la band abbia voce in capitolo nel definire questo prezzo, se le interessi averla (tipo i cure), oppure no.
Springsteen per esempio a partire dal suo ultimo tour ha adeguato i biglietti del suo concerto dopo anni a prezzi più o meno contenuti, ma lo ha fatto in maniera brutale: ha chiamato il promoter, ha chiesto a che prezzo girano musicisti della sua fascia come lui e gli ha detto di stare appena sotto.

 

io immagino che se sei i cazzo di Massive Attack sì, voce in capitolo devi averla. E un conto è non controllare cosa faccia il promoter per gli eventi "collaterali" (sul sito di Ticket one si può acquistare un imperdibile dinner package, di cui non voglio conoscere il prezzo). Però boh, per me 100 euro per un concerto di un artista (e non di un dinosauro) non è accettabile. E che i gruppetti pop sguazzino in questa merda non mi stupisce. Ma se nemmeno i Massive Attack si oppongono a questo schifo allora alzo le mani. 

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4 minutes ago, The_Tourist said:

Sì, il meccanismo più o meno so che funziona, però sempre più spesso anche chi predicava molto bene ora si adegua. Da qui mi nasce una punta di fastidio. Anche perché capiamoci, sono quasi sempre quelli che potrebbero tenere dei prezzi più umani ad avere i prezzi più alti.

mah sai il brutto è che, con quello che si sente in giro, 90 è ancora "umano" (per me per loro comunque troppo).

ma alla fine immagino anche che passare per coglioni tipo i Cure, che quando fanno i paladini tutti li applaudono e pero' poi comprano i biglietti dei "colleghi" a tre volte il loro prezzo, sia un giochino che ha il tempo contato (purtroppo) in uno scenario in cui la legge della domanda/offerta è l'unica che sembra avere un seguito. Springsteen docet infatti...

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2 minutes ago, jimy84 said:

 

io immagino che se sei i cazzo di Massive Attack sì, voce in capitolo devi averla. E un conto è non controllare cosa faccia il promoter per gli eventi "collaterali" (sul sito di Ticket one si può acquistare un imperdibile dinner package, di cui non voglio conoscere il prezzo). Però boh, per me 100 euro per un concerto di un artista (e non di un dinosauro) non è accettabile. E che i gruppetti pop sguazzino in questa merda non mi stupisce. Ma se nemmeno i Massive Attack si oppongono a questo schifo allora alzo le mani. 

Concordo.

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4 minutes ago, @li said:

mah sai il brutto è che, con quello che si sente in giro, 90 è ancora "umano" (per me per loro comunque troppo).

ma alla fine immagino anche che passare per coglioni tipo i Cure, che quando fanno i paladini tutti li applaudono e pero' poi comprano i biglietti dei "colleghi" a tre volte il loro prezzo, sia un giochino che ha il tempo contato (purtroppo) in uno scenario in cui la legge della domanda/offerta è l'unica che sembra avere un seguito. Springsteen docet infatti...

Vedrai appena applicheranno anche qui i prezzi variabili...

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5 minutes ago, jimy84 said:

 

io immagino che se sei i cazzo di Massive Attack sì, voce in capitolo devi averla. E un conto è non controllare cosa faccia il promoter per gli eventi "collaterali" (sul sito di Ticket one si può acquistare un imperdibile dinner package, di cui non voglio conoscere il prezzo). Però boh, per me 100 euro per un concerto di un artista (e non di un dinosauro) non è accettabile. E che i gruppetti pop sguazzino in questa merda non mi stupisce. Ma se nemmeno i Massive Attack si oppongono a questo schifo allora alzo le mani. 

per carita' concordo anche io ma temo che se vuoi lavorare adesso è cosi (e se vuoi vedere i concerti devi pagare quelle cifre o rivolgerti a nomi meno famosi o approfittare dei festival).

Un po' di voce in capitolo ce l'hanno di sicuro ma probabilmente nn abbastanza  per invertire una tendenza che va avanti da piu di 15 anni ormai (tanto che anche per i nostri amati e in passato attentissimi Jonny& Thom in USA c'erano i prezzi dinamici e queste cose vomitevoli)

 

ecco @The Tourist mi ha preceduto di un soffio.

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Il meraviglioso mondo che stiamo costruendo...

Da un lato non si paga la musica studio perché ormai non ha valore se non per delle aziende, dall' altro il live è da spennarsi e certi prezzi riguardano più le band affermate -anche se .. .

I pesci piccoli in tutto questo la prendono sonoramente in quel posto da ambo i lati. 

Auguri per il futuro un sistema più equo per tutti.

(Certo che se poi ti tocca leggere che una Major come la Warner Italia investe denaro per pubblicare un album di canzoni di natale fatte dall' AI e cantate da GERRY FUCKIN SCOTTI , ti viene da pensare a tutte le band ottime che sbarcano il lunario e ti viene da mandare tutti a cagare; che senso ha continuare a provarci?. 

Anche se questo deserto culturale del mainstream non se lo merita nessuno)

 

 

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50 minutes ago, Wanderer said:

Il meraviglioso mondo che stiamo costruendo...

Da un lato non si paga la musica studio perché ormai non ha valore se non per delle aziende, dall' altro il live è da spennarsi e certi prezzi riguardano più le band affermate -anche se .. .

I pesci piccoli in tutto questo la prendono sonoramente in quel posto da ambo i lati. 

Auguri per il futuro un sistema più equo per tutti.

(Certo che se poi ti tocca leggere che una Major come la Warner Italia investe denaro per pubblicare un album di canzoni di natale fatte dall' AI e cantate da GERRY FUCKIN SCOTTI , ti viene da pensare a tutte le band ottime che sbarcano il lunario e ti viene da mandare tutti a cagare; che senso ha continuare a provarci?. 

Anche se questo deserto culturale del mainstream non se lo merita nessuno)

 

 

Questo è il risultato di aver elevato il progresso tecnologico e il mercato a rango di divinità indiscutibili: si va senza sapere dove si vuole andare, per costruire cosa, per arrivare dove. Conta solo la mangianza da porcilaia con tanto di grugniti, tutto il resto non ha importanza. Un oblìo intellettuale prima che sociale e culturale.

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1 hour ago, Wanderer said:

Il meraviglioso mondo che stiamo costruendo...

Da un lato non si paga la musica studio perché ormai non ha valore se non per delle aziende, dall' altro il live è da spennarsi e certi prezzi riguardano più le band affermate -anche se .. .

I pesci piccoli in tutto questo la prendono sonoramente in quel posto da ambo i lati. 

Auguri per il futuro un sistema più equo per tutti.

(Certo che se poi ti tocca leggere che una Major come la Warner Italia investe denaro per pubblicare un album di canzoni di natale fatte dall' AI e cantate da GERRY FUCKIN SCOTTI , ti viene da pensare a tutte le band ottime che sbarcano il lunario e ti viene da mandare tutti a cagare; che senso ha continuare a provarci?. 

Anche se questo deserto culturale del mainstream non se lo merita nessuno)

Quoto tutto.

 

Aggiungo che il rialzo pazzesco dei prezzi dei concerti è dovuto al fatto che i dischi non si vendono più e che le piattaforme digitali, oltre a tenersi un'enorme fetta del ricavo, agiscono secondo driver di redistribuzione dei guadagni che premiano soltanto i pesci grossi, per l'appunto. Lo avrete sicuramente già scritto ma è bene ribadirlo all'infinito. La diffusione di un fenomeno come il post-rock (tanto per citarne uno relativamente recente e non andare negli sessanta o settanta) che ha poi informato virtuosamente tanta musica pop di cui si tessono le lodi (anche qui dentro) sarebbe tecnicamente impossibile oggi. Gruppi come i Tortoise, i Velvet Underground, i Can, i Sonic Youth o i Joy Division avrebbero fatto la fame in un sistema come quello odierno e non avrebbero potuto fare quello che hanno fatto. E' bene dirlo a chiare lettere.

 

Bello vero Spotify? Comodi tutti questi "gatekeepers" che ti permettono di ascoltare quel cazzo che vuoi con poche lire all'anno! Ecco, però ora sganciate come minimo un biglietto da 50 euro anche si vi volete andare a vedere Cosmo e non rompete i coglioni.

 

La cultura si paga, per Dio, e la musica di qualità non cresce sugli alberi. E' un messaggio che dovrebbe essere scolpito negli uffici di colossi come Google, Apple e Spotify ma che dovrebbe anche attraversare le menti di chi sostiene di amare la musica.

 

Aggiungo un'altra cosa: fanno bene i Massive Attack a chiederne 100.

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21 minutes ago, molonovo said:

Quoto tutto.

 

Aggiungo che il rialzo pazzesco dei prezzi dei concerti è dovuto al fatto che i dischi non si vendono più e che le piattaforme digitali, oltre a tenersi un'enorme fetta del ricavo, agiscono secondo driver di redistribuzione dei guadagni che premiano soltanto i pesci grossi, per l'appunto. Lo avrete sicuramente già scritto ma è bene ribadirlo all'infinito. La diffusione di un fenomeno come il post-rock (tanto per citarne uno relativamente recente e non andare negli sessanta o settanta) che ha poi informato virtuosamente tanta musica pop di cui si tessono le lodi (anche qui dentro) sarebbe tecnicamente impossibile oggi. Gruppi come i Tortoise, i Velvet Underground, i Can, i Sonic Youth o i Joy Division avrebbero fatto la fame in un sistema come quello odierno e non avrebbero potuto fare quello che hanno fatto. E' bene dirlo a chiare lettere.

 

Bello vero Spotify? Comodi tutti questi "gatekeepers" che ti permettono di ascoltare quel cazzo che vuoi con poche lire all'anno! Ecco, però ora sganciate come minimo un biglietto da 50 euro anche si vi volete andare a vedere Cosmo e non rompete i coglioni.

 

La cultura si paga, per Dio, e la musica di qualità non cresce sugli alberi. E' un messaggio che dovrebbe essere scolpito negli uffici di colossi come Google, Apple e Spotify ma che dovrebbe anche attraversare le menti di chi sostiene di amare la musica.

 

Aggiungo un'altra cosa: fanno bene i Massive Attack a chiederne 100.

Decisamente ed è anche per questo che alle piattaforme personalmente non sgancio, né sgancerò mai, mezzo euro. Vale tanto per Spotify quanto per tutta la merdaglia annessa in altri ambiti come quella sciagura umana di Amazon music, Netflix, Prime vision e chi più ne ha più ne metta.

Ammetto di aver scaricato volentieri aggratis e che lo farei ancora oggi molto volentieri ma dischi e vinili li ho sempre comprati così come ho sempre fatto 10-20 concerti l'anno dall'artista da circoletto di quartiere al grande evento. Ormai da anni mi sto sempre di più sganciando da questo mondo malato e putrefatto anche a causa delle piattaforme di emme e di questi circhi che sono diventati i carrozzoni live (in questo 2023 primo anno senza concerti dal 2005 se escludiamo il 2020 del lockdown) Gli artisti ne sono certamente vittime e non carnefici, l'arte di qualità è destinata a morire di fame.

Aggiungo una generale considerazione di sistema: più si artificializza e tecnologizza il mondo più il potere si accentrerà sempre di più nelle mani delle companies che sapranno sfruttare i sistemi digitali (ieri Spotify domani magari dischi prodotti dall'AI). Insomma più tecnologia uguale minore democrazia o meglio una democrazia fittizia in realtà manipolata da pochi (sempre meno) ma alimentati da molti (milioni di pirla che la alimentano).

 

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