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L'ora del jazz


Lacatus

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A dire il vero Ascnesion ha due tracce solo nell'edizione rimasterizzata.

L'edizione originale aveva prima la take 1 e basta, poi Coltrane cambiò idea e decise di inserire solo la 2

Poi ovviamente le accoprarono insieme nelle edizioni su cd

Comunque se ti piace A love supreme ti può piacere anche il periodo pre free di Coltrane

Giant Steps, My Favourite Things (il primo cd completamente modale di Trane) e Olé e pure Africa Brass

Boh, io te li consiglierei tutti.. :lol:

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Il periodo free di Coltrane è ancora un pò da scoprire, per me. Insomma, ho ascoltato solo Ascension (e un disco del genere va ascoltato abbastanza attenatamente!); da quando ho riscoperto A Love Supreme torno sempre a quest'ultimo.

Meditations, Intersatellar Space e cose cosi devo ancora sentirli.

Invece il Coltrane pre 1966 è ormai definitivamente nelle mie corde, direi che i miei lavori preferiti restano

A Love Supreme

Crescent (stottovalutatissimo, l'anima quieta di Trane è bella come quella schizzoide :laugh: )

My Favourite Things

Giant Steps

Olé Coltrane

Un pelino sotto

Africa Brass

The JC Quartet Plays

Coltrane

Blue Train

Sulla svolta free di Coltrane c'è un bell'aneddoto, mi pare che l'abbia scritto Polillo sul suo libro sul Jazz (una sorta di bibbia per gli appassionati, anche se spara giudizi un pò datati)

Coltrane: "Capii solo dopo un pò il tipo di musica che faceva Ornette (Coleman) e quella che tutti chiamavano The New Thing...ma quando la capii scrissi subito una lettera ad Ornette e misi dentro la busta anche 10 dollari, in segno tangibile della mia gratitudine verso di lui"

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  • 2 weeks later...

Ok, finalmente sono riuscito a farmi convincere da Miles e dal suo secondo quintetto.

Miles Smiles, datato 1966 (se non ricordo male) è una delle vette di Miles in studio. Affiancato da Wayne Shorter/Herbie Hancock/Ron Carter/Tony Williams sfodera un disco perfetto, in cui a farla da padrone è un magnifico interpay tra i musicisti, che suonano davvero a memoria. Spettacolare prestazionedi Williams e Carter, in peretta simbiosi e dimostrano che il jazz non è solo "swing e walin" anzi. Ovviamente non mancano i soli pazzeschi (ascoltare Miles su Circle) e ne le melodie geometriche e semplici ma assolutamente geniali (eh grazie, c'avevano Shorter..)

Da ascoltare assolutamente

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  • 2 weeks later...

Principalmente ho sentito l'edition II, quella pubblicata nelvinile del 1966 suscelta di Trane

Davvero n disco pazzesco...e pensare che viene praticamente dopo "a love supreme". Non riescoa pensare a due cd cosi diversi ma ugualmente meravigliosi

Tanto per citarne un paio, su Ascension:

- bellissimo il solo di Trane, si vede che ha un intesa tuttasua con il quartetto

- assolo di Sanders spettacolare

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Beh, Ascension va un pò contestualizzato. Esce nel 1966 anno in cui ormai il free jazz aveva già preso piede da un pò, grazie a Coleman, Cecil Taylor, Archie Sheep, Albert Ayler ecc e tutti quegli altri giovinastri che sconvolsero la scena di New York. In realtà Coltrane si avvicinerà per gradi al free jazz, e non perchè fosse realmente interessato al genere in sè, ma perchè i suoi studi l'avevano portato molto vicino a quei territori. Per Trane lavorare su concetti free non fu per niente facile, sopratutto considerato da quanto aveva fatto prima, ovvero praticamente prendere di peso il jazz modale e studiarlo ad una profondità tale da permettergli di lavorare su nuove concezioni armoniche (vedasi brani come India o Spiritual). Ma ovviamente per Coltrane non si trattava solo di questioni tecniche: in relatà lui in quel periodo era molto interessato ad esprimere una nuova forza che sentiva dentro di sè. Se "A Love Supreme" era il suo ringraziamento a Dio per il suo "risveglio" spirituale, "Ascension" è, citando Polillo, "la voce del ghetto nero che si alza e si forma in un orgia di suoni mai sentita prima". "Ascension" risente tantissimo del periodo in cui venne registrato, periodo in cui le lotte tra neri e bianchi erano all'ordine del giorno; sembra solo mitografia, ma il realtà veramente il free jazz divenne movimento portabandiera di un certo modo di sentirsi.

E fu grazie a questo che Coltrane scopri la forza del free jazz (ed è più o meno ora che invia una lettera di ringraziamento a Coleman con 30 dollari dentro..) e cominciò a lavorarci.

Ovviamente Ascension risente tantissimo dell'influenza dei dischi di Coleman. Free Jazz ha la stessa struttura di Ascension, ovvero parti in ensemble intervallati da soli. Ma non ne raggiunge, secondo me, l'intensità. Come al solito Trane ha suonato tutto quello che sentiva, portando il free (genere che a me in genere lascia piuttosto indifferente) ad un altro livello.

Quando sento Ascension non sento un caos organizzato, ma riesco a trovare un senso in tutto, almeno io riesco a darne un interpetazione. Le parti in esnemble sono un grido disperato, un magma sonoro liquidissimo dal quale esce, una volta per uno, ogni solista. Ovviamente ci sono soli migliori di altri, ma in generale è incredibile come si riesca a mantenere altissima la tensione per tutta la durata dell'esecuzione.

Il solo di Trane è ovbviamente perfetto, in perfetta armonia con i suoi abiutali membri del quartetto (infatti Jones accompagna alla batteria Trane in modo molto più funzionale di quanto non faccia con gli altri solisti): il solo di Sanders è forse uno dei più abrasivi che abbia mai sentito; pure i soli di contrabbasso e di Hubbard (per quanto quest'ultimo ancora ancorato su concezioni armoniche più classiche) solo sensazionali. Ma in generale l'opera di insieme stupisce, a me lascia un senso di inquetitudine che pochi dischi mi hanno lasciato.

Sebbene preferisca i lavori precedenti alla svolta free, ritengo che disachi come "Ascension" "Meditations" "Sun Ship" e anche quello in duo con Rashied Ali non siano da farsi sfuggire...certo non sono facili, ovvio.

PS. Bello in A Silent Way. Anzi ,direi addiruttra geniale in molte sue parti.

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Wanderer, siccome vedo che sei un prfondo conoscitore di jazz, sia musicalmente parlando che per quanto riguarda il suo background culturale volevo chiederti perchè secondo te i neri americani sono riusciti a plasmare, dal blues, fino al jazz in tutte le sue sfacettature e al rap una culutura musicale "dominante" e invece in Italia gli immigrati vendono accendini ai parcheggi dei grandi centri commerciali?

Non sto scherzando. E una cosa che mi interessa molto. Che cosa è successo? Perchè nell'america schavista, democratica, razzista e capitalista nasce tutto questo e qui da noi invece abbiamo il nulla? Io abito in un quartiere dove gli italiani sono in minoranza, ci sono senegalesi, pakistani, cingalesi, filippini, magrebini...ma manca tutto quel fermento...ogni volta che ne incrocio uno penso "toh, un Coltrane mancato"

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Wanderer, siccome vedo che sei un prfondo conoscitore di jazz, sia musicalmente parlando che per quanto riguarda il suo background culturale volevo chiederti perchè secondo te i neri americani sono riusciti a plasmare, dal blues, fino al jazz in tutte le sue sfacettature e al rap una culutura musicale "dominante" e invece in Italia gli immigrati vendono accendini ai parcheggi dei grandi centri commerciali?

Non sto scherzando. E una cosa che mi interessa molto. Che cosa è successo? Perchè nell'america schavista, democratica, razzista e capitalista nasce tutto questo e qui da noi invece abbiamo il nulla? Io abito in un quartiere dove gli italiani sono in minoranza, ci sono senegalesi, pakistani, cingalesi, filippini, magrebini...ma manca tutto quel fermento...ogni volta che ne incrocio uno penso "toh, un Coltrane mancato"

la tua è una domanda molto interessante. Però bisogna capire che quando nasce il Jazz c'erano persone e tempi differenti dai nostri.

Inizialmente il Jazz non nasce come movimeto artistico consapevole. Anzi, il primo Jazz sarà musica da ballo, scritta dai neri per far "divertire" i bianchi. Sarà cosi per il raga, il rag time, il dixielenad. E in quei periodi (nella New Orleans del 20-30) le orchestre maggiori erano capitante da bianchi (tipo Benny Goodman); i neri, anche se all'interno dell'orchestra, venivano considerati come meri esecutori, come "attrattive" per il pubblico bianco. All'inizio non esisteva alcuna parità: il jazz era divertimento e quindi i neri erano divertimento, non esisteva un movimento artistico.

Lo stesso Armstrong vivrà questo conflitto: lui, per tutta la carriera, anche quando divenne ricco e milionario, si pose il problema di suonare sempre quello che al pubblico piaceva (bianco ovviamente). Le famose smorfie, il diventare poi cantante, fu tutto a beneficio del pubblico che lo ascoltava e lui non voleva far altro che accontentarli (attenzione: voleva!): poi, suonava la tromba in maniera divina, ma per lui emanciparsi non è mai stato un problema. o forse, per la sua arte non è mai statoun problema. Ti riporto quindi questo esempio, per dirti che anche un musicista come Armstrong (Armstrong!) non aveva parità con i bianchi.

Il Jazz divenne arte consapevole dopo, negli anni del cool jazz, del bop eccetera (insomma dal post guerra) e anche se artisti famosi si affermavano, la pairtà non esisteva affatto: nonstante avessero successo, certi musicisti non potevano suonare in determinati locali, subivano vessazioni di ogni tipo. Per dirne una, Miles venne arretstato senza alcun motivo e umiliato da un poliziotto bianco e si ricorderà di questo episodio per tutta la sua vita. E proprio miles inizierà una sorta di razzismo "al contrario" pensando al Jazz come priorità assoluta dei neri, nutrnedo un disprezzo assoluto per i bianchi, salvo poi avvalersi di molti di questi per i suoi dischi: uno su tutti Bill Evans che, quando suonò su Kind Of Blue, chiese a Miles: "Come vuoi che suoni Miles?" e Davis disse: "Suona come un negro!". Evans fu trattato ovviamente bene da tutti i membri del complesso, ma non mancavano mai le frecciate di Miles, salvo però poi il fatto che Miles stesso aveva una stima immensa di quel pianista (tanto che si dice che Kind Of Blue fu più opera di Evans che non di Davis). E che dire dei più tardi collaboratori come Teo Macero, Zawinul e John McLaughlin? Insomma, un pò contradditorio. Ma è chiaro che Miles esprimeva un concetto che poi molti musicisti pensavano: il jazz come cultura africana, come idea nostra e basta. E a conti fatti, non potevano che aver ragione, in fondo si trattava della loro musica!

Col tempo ovviamente, ci si slego da questa convinzione di razzismo "puro" e "razzismo al contrario" perchè le condizioni cambiarono: ma tutto questo ti fa capire che anche i più grandi artisti, almeno sicuramente fino agli anni 70-80 vivevano in questa sorta di limbo: riconosciuti per notorietà, ma non riconosciuti in quanto neri. Ovviamente, ai tempi di Miles, nessuno la pensava più come quelli che avevano sentito Armstrong nel 30, ma un certa sensazione rimase.

Perchè i neri si sono definitivamente emancipati, o meglio, i Jazzisti neri: perchè ovviamente è cambiata la mentalità al giorno d'oggi, come detto, ma sopratutto perchè sono riusciti a creare un movimento artistico (e ovviamente non dimentichiamo che avaevano le condizioni per poterlo fare: Davis era si povero, ma poteva permettersi di vivere a new york, di suonare con ingaggi...insomma non tutti erano poveri in canna) e a scindere l'uomo dalla creazione artistica. Per farla semplice, la mia idea è che questi (che comunewu avevano qualcosa in più di quelli che viono sotto casa tua) sono riusciti a farsi accettare in quanto artisti, e visti in quel modo. E pian piano siano riusciti a plasmare la società intorno a loro, con la loro arte, diventando cosi parte integrante della società stessa, una voce sempre più sentita.

Non è stata la società ad inserirli, ma è stata la società a volerli, per le loro incredibili doti. Triste a dirsi, ma è cosi. E loro hanno forzato tutto questo, riuscendo ad imporsi: ma c'erano le condizioni per poterlo fare

Non so se quelli che vivono vicino a te possano farlo!

E comunque, e chiudo, anche l'artista più ricco (Miles aveva un montagna di soldi quando mori)sentiva sempre questa ambivalenza tra il suo essere uomo ed artista. E nonostante la tollerenza con il tempo sia ovviamente cresciuta fino a divenire totale, moltissimi non riuscivano a togliersi di dosso questa sensazione, per l'esperienza che hanno avuto.

Insommma, dai tempi di Armstrong ne è stata fatta di strada, ma credo che a quei tempi le condizioni esistessero per un inserimento sociale che oggi è molto molto più complicato.

Scusa la lunghezza

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Scusa la lunghezza

Ma figurati! Ho letto tutto d'un fiato ;)

Però non ho capito come la vedi tu: perche qui gli extracomunitari non prendono in mano una tromba, un contrabbasso, una tastiera Bontempi, un beatbox? io mi chiedo questo... cioè negli USA gli afroamericani mica nascevano col sassofono in bocca, da qualche parte avranno dovuto apprendere e acquistare uno strumento, nonostante la povertà...

non capisco perchè questi senegalesi che vendono fazzoletti ai parcheggi girano con i pantaloni Armani e l'I-Pod più nuovo che c'è (cose che io non mi posso permettere) e non si ritagliano una cultura loro, come fu il blues, il jazz o il rap in USA. Sono dei superfighetti che sognano di farsi fotogrfare da Corona mentre vanno a cena con Belèn. Possibile che non si sono dei nigga alternativi che magari scoprono che la loro cultura nera ha portato dei giganti come Miles, Coltrane, Sun Ra, Mingus, Parker, Fela Kuti...tutta gente che era così perchè era black! Sono completamente sradicati dal loro backgraound. Sembra che facciano di tutto per mimetizzarsi, omologarsi ai bianchi occidentali. E' agghicciante!

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Dato che nella sezione Radiohead si discuteva di qualità audio di vinili, cd, mp3 e quant'altro

Iri sera sono tornato a casa dalla biblioteca e mi sono sparato Ascension sullo stereo, da cd otriginale ovviamente

Beh, è tutta un altra esperienza, sembrava di averli li, tutti quei matti a suonare

E non oso pensare al vinile

Non fraintendetemi, gli mp3 sono una gran roba, ormai ho il lettore che è una parte del corpo

ma cd (e vinili!) sono un'altra roba

In tutto questo, ormai ci sto dentro ad Ascension ed è sempre meglio, riesco a sentirci pure un sacco di cantabilità

Trane :prego:

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