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gilbertstrang

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Optimistic

Optimistic (7/66)

  1. Mi rifaccio vivo dopo aver completato la lettura, anche se purtroppo non ho il tempo di commentarla lungamente. Allora che dire? Chapeau! Leggendo tutto ciò che mi mancava della prima parte, ho trovato qualche episodio, secondo mio gusto, minore (si veda "The dinosaurs...", "Geologia..", sia per i brani che per le relative foto) e qualche perla di ottimo livello, se non nel tema affrontato almeno per l'espediente letterario utilizzato per concretizzarlo (fra tutte, RobesPR"). A mano a mano che mi sono addentrato nella seconda parte, invece, ho sentito la necessità interiore di proseguire ammirato. Devo farti davvero i complimenti: mi sembra tu sia riuscito a rompere quel guscio ultra piccolo-borghese (eppur funzionale alla liberazione di energia attraverso la sua stessa frattura!) per spaziare in riflessioni e forme che non si possono non ammirare, fino anche all'invidia, almeno un po', almeno "di secondo grado" direbbe D.F. Wallace. Forse, volendo dare maggior corpo alla produzione letteraria, si sarebbero potuti arricchire i contenuti di alcuni pezzi che sembrano soffrire di pigrizia, ma in ogni caso il livello complessivo è proprio elevato, visivamente e letterariamente. E' vero, la paura toglie il sangue al cervello e lo mette nei muscoli, ma l'impressione che mi trasmette quello che io ritengo sia un altrimenti ingiustificato sbilanciamento qualitativo tra le due parti è che del viaggio ne avevi davvero bisogno, se non altro per il forte calo di tensione che avrai avvertito. Fossi in te, mi misurerei con qualcosa di più universale, come un romanzo o un periodo sabbatico "on the road", tanto per vedere che cosa salta fuori dai polpastrelli. La tua firma già lo meriterebbe!
  2. Se vuoi un solo parere nudo e crudo devo dire che, nella frazione che ho letto e su cui ho riflettuto, mi sembra proprio un bel lavoro, semplice e pulito, qualche volta ovvio ma assolutamente non banale. D'altronde, sperando che possa servirti, provo ad aggiungere qualche parola in più. Il tempo che ho (avuto) è poco mi lancio in qualche considerazione piuttosto libera e priva di struttura coerente e unitaria. Qualche pezzo meno circostanziato (appunti generali presi mentre leggevo: probabilmente se questa dovesse diventare una recensione molti di questi finirebbero cassati; prendili come un work in progress del lettore, non del recensore!) Esiste un incanutimento inquadrabile nell'intera sequenza di poesie? Un libro di poesie, ancor di più se associate ad immagini scelte e, presumo, scattate dallo stesso autore voglio paragonarlo ad una successione, a differenza di un romanzo che può esser visto come una funzione in uno spazio compatto. Ancor più se le poesie sono state scritte nello stesso momento e non sono una raccolta frutto di idee affiorate nei decenni. In una struttura del genere, più complicata, la natura del messaggio si ha nell'idea di comportamento al limite che suggeriscono, non nella completezza propria dei caratteri e delle parole e della continuità delle vicende hce in quello spazio si spiegano. Al di là di aspetti legati alla quantità di se stesso messa a nudo in un libro di poesie, maggiore di quella di un romanzo, le poesie danno nella loro sequenza un senso di ritmo, di scosse e qui ritorna il concetto di successione. E' molto più arduo trasmettere attraverso la successione, interrotta ma che si suggerisce infinita, asintotica, l'idea. Forse si trasmette il singulto, ma è un percorso ad ostacoli per il lettore, non è un video dall'elicottero. Il viaggio, però, non mi torna. Perchè il viaggio raccontato con lo stesso ritmo, attraverso la pulsazione? Vuole trasmettere maggior fisicità nelle emozioni? Se è così, perdona la tautologia, le parole non riescono a mascherarlo. Continua a ronzarmi nella testa l'idea che la seconda parte sia un espediente non della penna ma della psiche. Ma ho letto ancora pochi pezzi. Qualche pezzo più circostanziato (mi perdoni Feynman da lassù per aver preso indebitamente spunto dal titolo dei suoi celebri "pezzi"...) La citazione di Godot è più che ovvia, quasi banale perchè abusata. Però in quel punto è efficace: forse trasmette la banalità della speranza o dell'assenza del tragico? E, comunque, la stessa banalità decritta (decrpta?) per me un'ansia legata ai tentativi di procreazione della coppia. La foto mi sembra voglia evocare l'immagine delle ecografie pre natali che ne hanno tutti i non ancora genitori. Ottima scelta di alcuni termini chiave che non potevano essere selezionati meglio: superstizione, Mi è piaciuta la figura retorica (non saprei darle un nome) de "Il mare di primavera" quando usi la locuzione "spogli d'estate" per rendere ambiguità tra il paradosso del complemento di tempo e il senso compiuto del complemento di specificazione. Il resto della poesia non mi ha particolarmente sollecitato. Notevole l'idea fotografica del campo santo (tutti con un dolore da portar via?) Molto semplice e diretta Generazione-X?, colpisce bene nel segno anche se dopo le prime tre strofe la conclusione è telefonata. Ancora una volta, ottima la scelta dell'immagine, e per il simbolo evocativo della quasi salute in cui viviamo, e per l'accostamento di geometrie con la torre del castello. Idiosincrasie è meritevole il brano ma la foto è inadeguata, troppo violenta rispetto alla morbidezza del testo. Più da shock anafilattico che da idiosincrasia... Red zone mi sembra un tentativo di mettere in ridicolo un mini cataclisma interiore, del tipo di una sbandata per una diciottenne direi Ma il tutto è solo condizionato dalla scelta della foto, con quell'errore ortografico ridicolo, quasi comico nel suo riecheggiare romanesco, messo a contrastare con la serietà del pericolo e la concretezza del messaggio. Mi piace pensare che sia voluto un certo gioco di ambiguità nel refrain che dà titolo alla prima parte, ambiguità tra sostantivo plurale e terza persona dell'imperativo a rappresentare l'equilibrio precario del dopo scossa. Terremoto/1 mi comunica l'idea di una placenta rotta, mi dà l'idea della volontà di trasmettere di un messaggio specifico e non universale. L'immagine infatti è intima e personale, familiare direi. Terremoto/2 è un'ottima idea. Sarebbe un bel testo declamato da Max Collini e arrangiato da Enrico Fontanelli. Pochi gradi dalla fine Io la percepisco come sovradimensionata rispetto a ciò che è accaduto. Manifesta un gran fifa, altroché. In ciò non intendendo ridicolizzare il trauma che sicuramente avete vissuto, ma sospettando che ci sia la necessità interiore di manifestare platealmente ciò che pulsa all'interno un po' forzandone l'occasione. Rimanendo ad un piano più oggettivo, quel contenuto mi stimola di più il senso di critica che quello di solidarietà: forse è proprio la colpa di chi è "lontano" ciò che vorrebbe denunciare la poesia? Le tre guglie sono obiettivamente poca roba (per giustificare una tale persistenza dell'emozione), ma l'immagine nello specchio che rimane a colori mi sembra una chiara denuncia all'intrusione curiosa delle telecamere... Avrei bisogno di pensarci un po' di più.
  3. Ma io non conosco il tuo amico e non mi sognerei di dare lui dell'idiota. Ciononostante usare i sandali senza calzino in estate rimane da idioti. Giacchè hai tirato fuori l'argomento, confermo che i piedi delle donne in estate siano da tenere alla giusta distanza, quasi quanto le loro ovaie e per lo stesso motivo. A meno che non siano piacevolmente innaffiati da acqua di mare...
  4. Sinceramente, prima di questo tuo commento avevo letto solo l'introduzione e le prime 3-4. Fino a lì e prescindendo da quello che spiega l'introduzione, mi ero fatto l'idea che la principale fonte d'ispirazione fosse una turbolenza esistenziale, con l'odore di piccolo mondo borghese ingioellato che inizia a mostrare le prime crepe, odore di radon direbbe quel ciarlatano di Giuliani per rimanere nella metafora del titolo. In fondo, mi ero fatto il classico filmino meta-gossip. Ma da autore di post che sa il fatto suo, quale evidentemente tu sei, con le righe che quoto mi hai punto nell'orgoglio e testé acquisterò il pdf...
  5. Ma cosa c'entra il vedere? Il sandalo d'inverno è da idioti, come usarlo senza calzini d'estate, col sudore che si impasta allo smog...
  6. E va bene l'ironia, l'autoironia e tutto quel cazzo che volete, tutto! Ma sui calzini con i sandali si è superato il limite. Il sandalo è semplicemente una scarpa estiva più intelligente delle altre e, come tale, va evidentemente usato col calzino che, comunque, fa sempre molto ricercatorone. Inoltre, vorrei inserire nella lista tutti coloro i quali non hanno prima verificato che i vincoli posti per gli attuali votantes lasciano perfettamente compatibili gli attuali votati. Infine, almeno una pausa di un giro la darei a tutti gli autori che sentono la necessità di "introdurre" i propri libri. Che teneri, addolciti dal tempo che passa!
  7. Via, non scherziamo! Nadal non ha tante speranze di eguagliare quel record, evidentemente ancora in corso. La vittoria di oggi, costruita da un campione fisicamente al 70% del suo apice e tecnicamente e tatticamente all'apice, ha un peso specifico che solo Roger può sostenere. Nadal non continuerà a vincere così a lungo: Djokovic, Del Potro e Murray sono anche più giovani. Eppoi arriverà Goffin... ;-P
  8. Assolutamente sì, quella stop volley di rovescio a uscire per il break point del 5-7 e secondo set... che controcoglioni ci ha a giocare una palla così in quel momento? Un po' come la semifinale è stata decisa dal break point finale del terzo set, giocato a pieno braccio con dritti anomali, voleè e chiuso con smash.
  9. Sì, Sig.Bakke, sono d'accordo che difficilmente avrebbe perso, intendevo che con queste superfici nel quadriennio avrebbe portato a casa sicuramente risultati meno netti ed un dominio meno implacabile, d'altronde si sarebbe trattato di un altro sport, e come conseguenza del logorio probabilmente non avrebbe più potuto vincere nulla nel 2009/2010... Se almeno l'erba tornasse quella dei '90, qualcuno dubita del fatto che vincerebbe olimpiadi ed un altro paio di tornei a Wimbledon? McEnroe non ha vinto wimbledon a 35 (non ho voglia di controllare ma se non 35 saranno stati 34)? Sampras a 31? Agassi finale USOpen (quella postata poco su) a 35? Naturalmente un tennista atleticamente più "anziano" deve sfruttare creatività, talento ed esperienza, ma queste sono caratteristiche dalle quali l'attuale tennis è stato ormai "purificato"... Io ho preso la mia decisione: se quest'anno non accorciano ben bene l'erba di Wimbledon dal prossimo anno seguirò solo Halle, UsOpen e Londra indoor. E sul doping, sì, ho delle certezze per pensare ciò che ho scritto: l'unica cosa di cui non ho contezza è la misura del fenomeno...
  10. ...e ciò nonostante non sarebbe stato sufficiente per trionfare sulle superfici di oggi! Agassi nel 2005 aveva pur sempre 35 anni, ma io ho il ricordo indelebile degli incredibili recuperi sull'erba di Wimbledon, servizio degli avversari, nel 2006-2007: era umanamente impossibile arrivarci ma lui ce la faceva, come oggi fanno Nadal e Djokovic ma su superfici veloci, e chiudeva il punto. http://www.youtube.com/watch?v=bBZSJbdi4lA Questo è per pura nostalgia, ma youtube è lì per il san tommaso che c'è in ognuno di noi... Sulla polemica finale alzata da Ansaloni, io ho seri motivi per credere che l'ATP abbia deciso di liberalizzare internamente il doping: tutto sommato mi sembra una scelta più giusta, anche se insopportabilmente antisportiva ed ipocrita.
  11. Sulle palline potete leggere qui: http://www.heraldsun...t-1226245928370 L'omologazione era in fieri fino a ieri; ora il passaggio è concluso. E' possibile che prima o poi salti fuori un "mostro" che unisca all'atletismo degli attuali campioni una tecnica sopraffina, ma sarà un evento con probabilità tendente a zero, dal momento che la stragrande maggioranza degli atleti cresceranno comunque in un contesto che incentiverà altri canoni, ma in ogni caso ciò che si vedrà sui campi sarà uno spettacolo che nel migliore dei casi sarà quale quello cui abbiamo assistito. P.S. Bellissima la vignetta Sig.Bakke! Complimenti anche per la meraviglia che hai affrescato nella tua casa!
  12. Bah, per me è stata una partita tennisticamente media, per quanto al top per adrenalina. Ma la delusione più cocente non è stata né la qualità della finale né l'ennesimo dolore in semifinale: è stato l'intero torneo. Perchè la tipologia di finale, purtroppo ma comprensibilmente, è proprio ciò che interessa a sponsor e ad organizzatori del tennis odierno, ai quali ovviamente non può bastare soddisfare gli appassionati seriali ma attrarre il maggior numero possibile di consumatori. Ormai questa è una tipologia di gioco che ha sempre meno a che vedere non solo con il tennis della velocità e della tecnica, irrinunciabile per contrastare la velocità, ma anche con il tennis emozionante della varietà. Evidentemente è un tennis che appassiona molto di più in tv, giacché la velocità degli scambi brevi è quanto di più bello a vedersi dal vivo (e solo da posizioni particolarmente vicine al terreno, non certo dagli ultimi anelli del san siro di Melbourne), dove la sensazione di velocità è reale e dove sembrano incredibili velocità, tecnica e riflessi dei protagonisti, ma effettivamente più noioso dal divano dell'utente occasionale rispetto a 6 ore di corsa e rally. C'è poco da fare: la crescente massificazione necessaria a sostenere costi sempre più esorbitanti ha come immancabile conseguenza la progressiva omologazione delle superfici in favore della colla (verde, argillosa o sintetica che sia), delle palline e persino della loro usura, come a ragione faceva notare Sig.Bakke. Non ho più speranze che questa progressione degli ultimi 3-4 anni (diciamo dal wimbledon 2008?) si inverta: nelle sale ci sarà sempre più pubblico a vedere "Il gladiatore 4" di quanto a vedere "Faust"... L'immenso Talento di federer, personificato nel giocatore ma a lui sopraccedente, è rimasto agganciato fino a quando l'anagrafe gliel'ha permesso: io provo una grande nostalgia nel credere sempre più fermamente che dall'interno del nostro modello sociale non si possa più rivedere il tennis che è stato, almeno quanto dall'interno della nostra cultura non si possano più toccare le vette raggiunte nella musica popolare dalla sperimentazione dei '60 e '70.
  13. Terzo turno di lusso nell'arena! Chissà tra 3-4 anni che belle semifinali si giocheranno questi due! Che tabellone irriverente per Roger! Per me ha possibilità di arrivare in semifinale quanto negli slam passati ne aveva di vincere...
  14. Sì, io ho capito che si trattasse essenzialmente di concordare "infortuni" (per abbattere il punteggio e controbilanciare le classifiche?) e pianificare più o meno parzialmente le stagioni seguenti in termini di numero (abnorme) di partecipazione a tornei. Purtroppo, considerando il ruolo professionale della fonte non c'è stato alcun verso di ottenere qualcosa di meno vago e, in ogni caso, io non mi sognerei mai di scrivere qualcosa di più nitido. Le informazioni che mi sono state riferite riguardano un generico periodo che copre gli anni '00: ulteriori coordinate, me ne scuso, sono escluse.
  15. L'ex preparatore atletico di una (very) top italiana mi ha assicurato che tra i top 20 uomini ce ne sono stati parecchi ad essere stati beccati dalla ATP a bombarsi per poi semplicemente patteggiare un calendario che sistemasse tutti (sponsor in primis). Non è stato esplicito nel fare nomi, ma per come è andato il discorso era chiaro il riferimento a nadal. E' una notizia che vi riporto perché, conoscendo intimamente la fonte, so che si tratta di un'affermazione indubitabilmente certa e addirittura "misurata". Lui ha esattamente sostenuto che nel circuito OGNI preparatore sa che certe parabole nel rendimento sportivo di un atleta sono inspiegabili. Tornando a federer, INVECE, dopo prestazioni così sontuose mi chiedo come mai non abbia calibrato le ultime due stagioni principalmente sul periodo us open - londra - australian open. Tra l'altro nel 2012 sarebbe impossibile farlo puntando all'oro di londra...
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