Jump to content

L'arte italiana scompare dalla Rete


Recommended Posts

Roma - Pochi giorni fa il Ministro Rutelli ha annunciato il rientro nel nostro territorio di opere d'arte italiane trafugate e portate illegalmente all'estero. Dal 21 dicembre al 2 marzo, sessantotto manufatti d'epoca romana, greco-romana ed etrusca, avranno temporaneamente casa in una mostra al Quirinale, di ritorno dalle teche di prestigiosi musei e gallerie di tutto il mondo (tra i quali il Metropolitan di New York), per poi trovare collocazione nei più importanti musei della penisola.

L'intellighenzia italiana, con in prima fila il ministro Rutelli, si è felicitata e congratulata per quello che rappresenta indubbiamente un notevole successo per i beni culturali nostrani.

Queste opere però - e non solo queste - sono condannate da una misconosciuta legge italiana ad un limbo burocratico dal quale sarà ben difficile tirarle fuori, e che rischia di consegnarle all'oblio più completo.

Il "Codice dei beni culturali e del paesaggio" (che chiameremo Codice Urbani, dal nome del suo ispiratore), regola tutte le opere gestite da enti pubblici italiani, e sta creando non pochi problemi alla loro promozione nel mondo. Tale codice prevede il divieto assoluto di fotografare le opere in mancanza di un'autorizzazione dell'ente che le gestisce (museo, comune, ministero...). Per lo stesso motivo è vietata anche la riproduzione su internet.

Nel silenzio generale dei media, sotto la scure del Codice Urbani sono già passate l'Annunciazione di Leonardo, la Venere di Botticelli, il Bacco di Caravaggio ed altre notissime opere di Raffaello, Tiziano e Rembrandt: tutte scomparse dalla maggiore enciclopedia online del mondo. Ma non è tutto: altre decine e decine di fotografie di opere notissime stanno scomparendo proprio in questi giorni a causa della suddetta legge. E con loro, chissà quante altre nel silenzio di siti più piccoli spersi per la Rete.

Anche le opere appena recuperate rischiano la stessa sorte, con la tutto sommato piccola aggravante che il tempo per fotografarle è pure più ristretto. I reperti, infatti, dopo il breve periodo di permanenza al Quirinale, partiranno per le loro collocazioni definitive in musei e gallerie italiane. A chi volesse fotografarli per inviarne la foto alla nonna che vive in Svizzera, non resta che appostarsi davanti al Quirinale per intercettarli durante il loro ultimo viaggio verso la galera burocratica dei musei italiani (sempre che, com'è ovvio che sia, non siano già ora in gestione a un ente pubblico).

Il governo, interrogato sulla questione, ha recentemente confermato ufficialmente il ruolo e i poteri operativi di questa legge. Nella stessa dichiarazione, il sottosegretario ai beni culturali Andrea Marcucci ha chiarito incontrovertibilmente che anche la "Libertà di panorama" in Italia non esiste.

Riassumendo: non solo non è possibile fotografare le moderne opere architettoniche pubbliche, non è nemmeno possibile fotografare quadri e sculture di qualsiasi epoca presenti nel territorio italiano.

In una società sempre più pervasa dalla tecnologia e dall'immediatezza di comunicazione, dove la maggioranza delle informazioni viene acquisita online, l'Italia si chiude dietro a leggi burocratiche e farraginose che stanno facendo scomparire tutta la sua arte dal Web: coi danni che questo comporterà nel breve ma soprattutto nel lungo termine.

E ora c'è già chi pensa che le opere trafugate stessero molto meglio nei musei che, fino ad oggi, le hanno esposte molto più liberamente.

Da puntoinformatico del 21 dicembre.

Siamo proprio un bel paese...

Link to comment
Share on other sites

Non me la racconta giusta 'sta cosa: se così fosse sarebbe praticamente impossibile scattare fotografie nelle città italiane! E che si fa, si multa preventivamente qualunque sprovveduto con la fotocamera in mano?

Link to comment
Share on other sites

Da futura laureata in Scienze dei Beni Culturali....o meglio, da quasi archeologa...sono proprio felice di essere italiana, di vivere in uno Stato così economicamente e culturalmente sviluppato...che poi, sotto certi punti di vista, pare essere indietro anni luce.

L'Italia, che ha sul suo territorio un patrimonio archeologico, artistico, culturale inestimabile...non riconosce, per esempio, quella dell'archeologo ( e ovviamente mi sento coinvolta :( ) come una professione...

Sono allibita e molto sfiduciata...

Che vada a farsi un giro il caro Rutelli e tutta la sua bella compagnia....e io, da quasi archeologa, i due euro con gli sms per la salvaguardia dei beni archeologici a rischio...non glieli ho mandati...

Con tutti i soldi che lo Stato sperpera per delle grandi cavolate...opere pubbliche mai realizzate o lasciate a metà io devo dargli di tasca mia altri due euro?!

Se vogliono i soldi li possono trovare...

L'Italia ha delle opere bellissime...ma se si partisse dal basso..per esempio riqualificando un pò i musei, dando fondi per la ricerca archeologica, etc..sarebbe cosa buona e giusta..

Purtroppo non mi soprendo di nulla..

Il decreto urbani lo conoscevo, ma non sapevo di questa cosa...che cavolo, ora mi informo :rolleyes:

Link to comment
Share on other sites

Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now
  • Recently Browsing   0 members

    • No registered users viewing this page.
×
×
  • Create New...