Jump to content

HypFra

Members
  • Posts

    1,684
  • Joined

  • Last visited

Posts posted by HypFra

  1. 2 minutes ago, Lacatus said:

     

    P.S. ma nella parte "honestly", okay c'è Skinner che fa rullare i tamburi, ma sentite che combina pure Thommaso col basso!

    Danno spettacolo!

  2. 2 minutes ago, Lacatus said:

    Minchia! :o 

    A Cagliari c'era La Casa Del Disco: un negozio bellissimo su due piani, molto coreografico. Le cose belle erano sempre al piano di sopra, dove c'erano anche i cartonati tipo quello della vetrina che hai postato tu. Arrivavamo dai paesi appositamente per compare lì: che spettacolo gli anni '90 :bye: 

    ♥️

  3. 6 hours ago, Lacatus said:

    Decisamente.

    Bending Hectic ha il DNA di Exit Music (For A Film) e How To Disappear Completely. Se l'avessero registrata i Radiohad di Ok Computer o Kid A, sarebbe considerata un totem.

    Assolutamente, anche altrove ho espresso lo stesso pensiero. È il mio parere, non pretendo sia legge.

  4. 8 hours ago, Lacatus said:

    @echoes questa canzone è arcigna, capisco che non ti sia rimasta.

    La chiave per capirla (almeno per me) è stata entrare nella luciferina sezione centrale e anche nella coda. 

    Ecco la coda di Thin Thing è un perfetto esempio di quello che intendo per "lasciar respirare un brano": continua a ripetere, quell'ostinato arpeggio di chitarra, con la batteria che finalmente si abbandona al 6/8 e il basso che si contorce in una spirale fino all'ultimo accordo esausto, che risolve in maggiore.

    Pezzone. E "entra" bene nell'ascolto casual paradossalmente.Varie persone ascoltandola a casa mia a un paio di feste mi hanno chiesto che roba era o hanno shazammato.

  5. 15 hours ago, Valderrama said:

    In realtá, al momento, qui su Scatter piace solo a me e a @Lacatus mi sa, visto che nel sondaggio sul "Pezzo peggiore di WOE" è prima per distacco, dunque tranquilla :laugh:

    NO, anche a me 

  6.  

    16 minutes ago, echoes said:

    Ho letto il dibattito su facebook. Mah non mi pare che ne esca bene il recensore, alla fine invece di replicare all'ottima analisi di @HypFra si è messo a sfottere.

    Stavo per chiudere scrivendo: "Questa discussione mi lascia con un pizzico di noia e amarezza. Quindi 7. E grazie per tutto il pesce".

    Dici che si incazza sul serio? 😂

     

     

  7. Se vi interessa (non credo, ma non si sa mai) su fb c'è un catfight in atto fra me e il (re)censore di Ondarock 🤭

    Quote

     

    Ho fatto miei anche vari vostri pensieri, spero non me ne vorrete...

     

    PS: quote a caso che non riesco a rimuovere dal cellulare 

  8. 21 hours ago, @li said:

     

    oh io ci ho provato a trovare il "tema",  prendendo spunto dal bel post di @Gasba qui sopra

    ... è lunga vi avviso ma secondo me torna :)

     

    The Smile by William Blake
    There is a Smile of Love
    And there is a Smile of Deceit
    And there is a Smile of Smiles
    In which these two Smiles meet

    C’è un sorriso d’Amore
    E c’è un sorriso di Inganno
    e c’è un Sorriso dei Sorrisi
    nel quale questi due sorrisi si incontrano.

     

    Il tema della dualita’ comincia dalla presentazione degli Smile, a Glastonbury (l’edizione pandemica online) nel 2021 ed è subito una dichiarazione di intenti.
     

    Ci sono due grossi argomenti ricorrenti che popolano i testi di Yorke fin dal primo album e culminano in questo Wall of Eyes.

     

    -          Il primo è appunto il tema della dualita’ (tra verita’ e menzogna, tra immagine privata e pubblica)

    -          Il secondo è il tema liberta’/repressione

     

    Il secondo tema è fortemente legato al primo perche’, dipanando i testi, si scopre che la liberta’ e’ disegnata come la chiave per avvicinarsi “Verita”, allontanarsi da ipocrisia e menzogne e affermare il se’.

    Panavision, dal primo album, per me è sempre stato un pezzo chiave di questa fase fin dal titolo che indica una visione “cinematografica”.

    La voce narrante di Panavision guarda davanti a se’ e vede un orizzonte di possibilità (ricorre il termine wide: aperto, ampio) ed si chiede quale direzione prendere, senza ancora saperne la risposta.

     

    Il disco di esordio degli Smile, ALFAA rappresenta, anche musicalmente uno spettro di possibilita’ aperte, riflesso nella sua natura cosi composita e variegata. E’ l’espressione di tre musicisti che sfogano la loro necessita’ espressiva senza porsi limiti, un po’ come se facessero un’abbuffata di musica (dub, new wave, punk, math, pop) dopo un lungo periodo di digiuno (la pandemia).

     

    A door that opens wide
    My, how you've altered
    Oh, Heaven, help me
    Is that the time?

    Beginning without end
    Never lost, never dies
    Unending, a beam of light
    A tunnel in my mind

    As it all pans wide
    With a filter on the lens

    She sees everything I do
    She sees everything I do

    And without my shoes on
    Over broken glass
    I am dancing for pennies
    I am staring straight ahead

    A view that is so wide
    It's gonna break
    It's like it holds me in its gaze

     

    Le possibilità, tutte aperte due anni fa, si incanalano nel secondo lavoro della band, Wall of Eyes in una direzione e visione molto più precisa e definita. Dell’esordio mantengono la stessa voglia di “liberta’ espressiva” che questa volta, anziche’ spaziare tra i generi, si esprime nella forma “libera” dei brani.

    Liberta quindi come forma, ma anche come sostanza.

     

    Ma dovevamo divertirci a trovare un canovaccio di temi e quindi procediamo.
    Verita’/Menzogna, Liberta/Costrizione dicevamo. Due temi subito affrontati nel brano di apertura Wall of Eyes che è una fotografia di tutti noi, dietro i nostri telefonini e computer (your own device), osservati costantemente dal muro di occhi degli altri utenti (e ben rappresentato dallo schermo con l’occhio gigante che scruta Thom del video di PTA).

     

    Quella che vediamo (e rimandiamo agli altri) però è un’immagine falsa, lontana dalla nostra vera essenza individuale.

    La frase chiave è ovviamente “let us raise our glasses, to what we don’t deserve, or we are not worthy of” a descrivere, tramite i social e in generale l’immagine pubblica, un finto benessere, che nemmeno ci meriteremmo e che è talmente effimero da scivolare via come granelli di sabbia. Abbiamo tutti occhi svuotati di espressione e siamo diventati irriconoscibili (Is that still you? With the hollow eyes?)

     

    Down a peg or two you'll go
    Behind a wall of eyes
    Of your own device
    Is that still you
    With the hollow eyes?

    Change to black and white
    Strap yourself in


    Let us raise our glasses
    To what we don't deserve
    What we're not worthy of

    So rich and wide
    To the grains of sand
    Slipping through our hands

     

    L'ipocrisia e la menzogna tornano anche in Teleharmonic che usa il campo semantico della guerra per descrivere ancora una volta uno stato d’animo. “Arrivero’ a domani? Non so” si chiede la voce narrante, “costretto in mezze verita’, voglio un risarcimento, una vendetta”.
    Qui credo torni un po’ l’idea di Panavision: dove andare, dove farsi portare, tra tante alternative e quello della liberta’ e della costrizione (tied up, caught in dragnets by fishermen) che culmina con una richiesta a un ideale partner di essere “sepolti in una via d’uscita” mentre il passato è visto come una prigione a cui si è addirittura inchiodati (In the past, Oh, Lord, how should I forget? Hung up, pinned up, by hammer and nails). Il futuro anche qui si intravvede in modo indefinito (Where are you taking me?)

     

    Will I make the morning?
    I don't know

    Tied up
    In half-truths
    Wanting
    Payback, payback

    Whining drones
    On a cold sea
    Ramming down doors
    Piling in
    Caught in dragnets
    By fishermen
    Wanting
    Payback, payback
    Where are you taking me?
    Where are you taking me?

    Somewhere you'll be there
    So long
    Somewhere you'll be there
    So long
    Soon you'll be there
    So long
    Soon you'll be there

    In all that fire and ice
    In all that fire
    In all that ice

     

    Bury me
    In the way out
    In the past
    Oh, Lord, how should I forget?
    Hung up, pinned up
    By hammer and nails


    Somewhere you'll be there
    So long
    Somewhere you'll be there
    So long
    Soon you'll be there

    In all that fire
    In all that ice

    Where are you taking me?
    Where are you taking me?

     

    Read the Room (traducibile con “Cerca di capirla” ) è un brano caustico, filosoficamente un po’ una Bodysnatcher (che guarda caso trattava della costrizione - dentro un corpo). Anche qui vengono stigmatizzati gli ego ipertrofici con cui tutti i giorni dobbiamo scontrarci sul web dove l’opinione personale assurge a verita’ assoluta tanto da essere assimilata da Yorke a un arcobaleno magico.

     

    That's your opinion
    That's how your story goes
    A magic rain-, a magic rainbow (A magic rainbow)
    So big, it bends the light high, high

    Se non fosse abbastanza chiaro Thom ci mette un altro carico da 100 sui “massive egoes”

     

    Maybe I can't, maybe I can't be arsed
    This crashing currency
    These kind of phone calls (These kind of phone calls)
    These candy aerosols
    These massive e-, these massive egos
    So big, they bend the light high, high

     

    Ma ancora una volta c’e’ l’esortazione a uscire da questa isteria collettiva e affermare la propria individualita’

     

    Who knows what it wants from me?
    This goes where it wants to be
    Honey for the honey bee
    But I am gonna count to three
    Keep this shit away from me

    Honestly?
    Maybe you should read the room
    What on earth?
    Come on, honey, read the room


    Come on out
    Come on out
    We know
    You're in there
    We know
    You're in there"

     

    L'argomento viene ripreso anche in Under Your Pillows che sembra un invito riconnettersi col proprio se’ per distanziarsi dalla massa che condivide ogni cosa ma che non ha piu’ un cuore pulsante (Nowadays everyone's for sharing , that doesn't have a heartbeat)
     

    Just allow it all to sink in
    And you give yourself, give yourself, freely

    Don't let them take me!
    Try to convert me
    With a voice I can only see though

    Friend of a Friend parla della pandemia vissuta in Italia e la gente sui balconi a cantare durante il lockdown, ma anche qui è tutto un pretesto per denunciare la menzogna delle possibilita’ (fittizie) che ci danno i social/Skype Calls etc di trovarci in qualunque posto, con un bello sfondo dietro e qualche effetto speciale per abbellirci ma “seppelliti dalla vita in giu” davanti a uno schermo.

     

    Ancora una volta pero’ troviamo una affermazione di individualita: se c’e’ qualche deluso, beh che si fotta (They're all smiling, so I guess I'll stay, At least 'til the disappointed have eaten themselves away). 

     

    I can go anywhere that I want
    I just gotta turn myself inside out and back to front
    With cut out shapes and worn out spaces
    Add some sparkles to create the right effect
    They're all smiling, so I guess I'll stay
    At least 'til the disappointed have eaten themselves away

    Buried from the waist down
    Stop looking over our shoulder

     

    I Quit è la resa finale e l’affermazione definitiva della propria volonta': la destinazione non è ancora chiara; la tensione è ad uscire da un presente scomodo per cercare una nuova direzione.
     

    I quit
    My head is lit
    A piece of me

    This is the end of the trip
    A new path
    Out of the madness

    To wherever it goes
    To wherever it goes
    And wherever it goes
    And wherever it goes

     

    Libero arbitrio e costrizione tornano anche in Bending Hectic che parla di un tentativo di suicidio (se portato a compimento o meno è lasciato alla nostra interpretazione). Nonostante le difficolta (slings and arrows, citazione shakespeariana) mi costringero’ a svoltare, la macchina certo, verso il precipizio, ma anche metaforicamente la propria vita?

     

    The ground is coming for me now
    Wе've gone over the edge
    If you've got something to say
    Say it now

    No one's gonna bring me down, no
    No way and no how
    I'm letting go of the wheel

    Despite these slings
    Despite these arrows
    I'll force myself to
    Despite these slings
    Despite these arrows
    I'll force myself to
    Turn, turn

     

    E infine anche You Know Me!… una specie di salmo conclusivo con tema l’impossibilita di conoscere davvero un l'altro a e quindi ancora una grossa affermazione di individualita': ti sei avvinghiata a me come se mi conoscessi ma nn pensare che sia vero.

    La maschera, che nel pezzo di apertura era collettiva, finisce con un primo piano sul protagonista.
     

    Don't think you know me
    Don't think that I am everything you say...

     

    Molto interessante, grazie.

  9. 14 hours ago, modifiedbear said:

    Questo album in un certo senso mi inquieta, per come mi sguizza tra le mani come una massa viscida ed informe.

    Ieri nel primo mattino, complice l'insonnia e il mio trovarmi in isola-madre, ho pigliato il barchino per andare ad aspettare l'alba in laguna nord. Per l'occasione ho deciso di dare una seconda ed ultima chance a WOE, con aspettative molto basse circa la riuscita della (presunta noiosa) operazione.
    Ed invece :o Il disco mi ha fatto dieci capriole, senza prevenire.
    Ho navigato a naso nel buio verso Le Vignole in preda all'estasi dei ruggiti di Read the Room. Ho gustato a motore spento, da qualche parte verso San Francesco del Deserto, il passaggio della bruma insieme alle allucinazioni di Under Our Pillows. Ho pellegrinato all'albeggiare verso Santa Maria Assunta a Torcello invaso da un'ascensione di I Quit.
    Nel frattempo, mi si è confermato un totale rigetto post-indigestione per Teleharmonic, e quel rutto di Bending Hectic non mi si è mosso di una virgola.
    Magia delle magie: per la prima volta dall'esistenza degli Smilzi non mi è venuto in mente di dover maledire la presenza di Skinner.
    Comunque: che trip, ragazzi! Tutto questo uso illegale dei delays!
    Una giornata più mistica che terrena, ieri.

    Quali altre acrobazie devo aspettarmi da questo collage allucinato di WOE?

    QUESTA è la recensione più bella, per me. Pur non condividendola in toto.

  10. Just now, @li said:

    Io nn l’ho ancora capito bene. E per ora nn sono affatto convinta che parli della guerra.

    O guerra o più precisamente pulizia etnica. Se non è un rastrellamento visto dagli occhi di lo patisce quello che viene descritto non so cosa altro immaginare.

    È comunque un distillato di tragedia, tu che sensazione hai? 

  11. 38 minutes ago, TomThom said:

    yorke che canta beibe beibe... lol

    LOL, hai preso in giro uno dei testi più evocativi e impegnati di Yorke 😀

    Scherzo, ci eravamo cascati in tanti sul beibe beibe ai tempi dei live 😉

  12. 9 minutes ago, Valderrama said:

    È uscito dapertutto, anche su Amazon.

    È un problema dell'app, mi sa.

    Cancella i dati dell'app, ri-loggati e vedi se riesci ad ascoltare l'album intero ;)

    La cancellazione della cache già l'avevo provata...

    Sloggato e rientrato come dici tu è ok, grazie 😀

  13. 6 hours ago, @li said:

     

    1 Wall of eyes 

    2 Teleharmonic 

    3 Read the Room 

    4 Feral

    5 Lotus Flower

    6 I Quit

    7 Bending Hectic 

    8 You Know Me

     

    Giochino interessante che mi ha fatto realizzare come Friend of a Friend abbia proprio un po’ la stessa funzione di Lotus nell’economia del disco e siano entrambe in posizione n.5 nella tracklist.

     

    Comunque se qualcuno avesse proposto un ALFAA vs HTTT 1 anno fa sarebbe venuto giu il forum quindi mi fa piacere vedere che questo disco sia servito a far prendere gli Smile un po’ più sul serio.

    Non ci avevo pensato, ma è vero, fungono entrambe da boccata d'aria.

    Sacrosanto anche quello che scrivi sui confronti. Ho scelto TKOL perché ha lo stesso numero di tracce e per struttura è quello che può essere messo più in crisi da WOE. E infatti mi pare che soffra.

×
×
  • Create New...