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kidfabio

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Posts posted by kidfabio

  1. On 2/4/2024 at 6:07 AM, Thomyorke said:

    in ascolto mentre risalgo con sci di alpinismo cima Paganella in solitaria...brividi

    OT Ma sei di Trento?

     

    Comunque ormai non ho più dubbi: per me è la migliore di WOE.

  2. 5 hours ago, principles said:

    Cito da samuelbeckett.it

    . Ancora una volta Beckett ci sorprende con un’immagine scenica al tempo stesso semplice e terribile: una donna conficcata nel terreno fino alla vita. Il suo nome è Winnie ed è lì da tempo immemorabile con un lezioso ombrellino come unico riparo contro sole o pioggia. Accanto a lei, ma quasi fuori dalla portata del suo sguardo, il marito (Willie) che vegeta in un buco nel terreno, come un verme. Alla loro degradata condizione fisica fa da contrasto il tono del dialogo (o meglio del quasi-monologo, visto che Willie non dice che poche brevissime battute): un testo che spesso riproduce le dinamiche e i toni del teatro borghese. Winnie stessa è una perfetta borghese, tutta concentrata sulla cura del suo corpo (pettinarsi, truccarsi, essere sempre in ordine) e in un continuo chiacchiericcio da salotto. E Willie è il marito perfetto per questa situazione: borbotta, sopporta con fatica la petulanza della moglie, legge il giornale.

     

    felicità di Winnie è la chiave dell’opera. Winnie non vuole ammettere che si trova in una situazione infernale. Lei si proclama felice, la sua è una vita felice. Cosa può desiderare di più? Ha la sua borsetta con la spazzola, lo specchio (e una piccola pistola con la quale potrebbe velocemente farla finita, ma significherebbe ammettere la sconfitta della sua esistenza). Ha un marito che può tormentare col suo continuo parlare. È una vita meravigliosa. E i suoi giorni – che trascorrono tra l’assordante campanello del risveglio e l’altrettanto assordante campanello del sonno – sono giorni felici.

    Nel secondo atto la sua condizione diventa ancora più terribile. Winnie si ritrova infatti interrata fino al collo. Non può più distrarsi con la sua borsetta, non può più fare niente altro che stare lì e parlare. Willie è ormai sempre meno presente. Ma nonostante questo lei continua a dire che la sua è una vita felice, che i suoi giorni sono giorni felici. E quando per l’ennesima volta il campanello del sonno porta la pietà delle tenebre sulla sua esistenza larvale lei saluta il giorno felice appena trascorso cantando una allegra aria d’operetta.

     

    insomma non credo tratti giorni felici nello specifico ma credo ne tragga ispirazione per creare una metafora con il periodo della pandemia. 

    Interessantissimo, grazie davvero 

  3. 2 hours ago, OKPC_82 said:

    Mamma mia che groove sto disco…a me continua a piacere una cifra. I pezzi ritmati considerati dei riempitivi io li trovo goduriosi…

     Probabilmente WOE in termini assoluti è più ricercato ed ha più qualità dentro, ma sto disco è liberatorio…

    Il valore di Woe non scalfisce la mia opinione su questo ottimo album  Probabilmente nell'insieme ha anche più pezzoni rispetto a Woe, ma quest'ultimo è un insieme perfetto 

  4. 40 minutes ago, Lacatus said:

    Uhm, sì anche un pizzico di quella qua e là: soprattutto lo sbarramento rumoroso degli archi stile Ligeti che si sentono nel finale. 

    Climbing la sento molto nella coda di UOP... quello stranno suono che sa un pò di clacson nel traffico....

  5. 1 hour ago, principles said:

    Ho letto meglio il testo, molto interessante. Come atmosfera/metrica/ritmo (parlo del testo!!) mi ricorda A wolf at the door e subterranean. 
     

    comunque il verso “buried from the waist down” mi rimanda ad un immagine: Giorni Felici di Beckett, in cui i protagonisti son sepolti dalla vita in giù. 

    Non è che avresti voglia di fare una disamina del testo?

  6. 5 hours ago, @li said:

    Grazie, troppo buono (mi sono divertita a scriverlo :) ). Non so quanto senso possa avere perche sono certa che Thom nn si sia messo li a buttare giu i testi con lo scopo di "fare un concept album" pero' sicuramente ha queste idee in testa (gia dalla doppietta The Same/The Opposite di ALFAA) e leggendo le lyrics è abbastanza evidente da trovare una specie di canovaccio.

    Ma guarda, ti dirò: se woe non è un concept album (e non lo è, almeno nelle intenzioni), ci si avvicina molto.

  7. 14 hours ago, @li said:

     

    oh io ci ho provato a trovare il "tema",  prendendo spunto dal bel post di @Gasba qui sopra

    ... è lunga vi avviso ma secondo me torna :)

     

    The Smile by William Blake
    There is a Smile of Love
    And there is a Smile of Deceit
    And there is a Smile of Smiles
    In which these two Smiles meet

    C’è un sorriso d’Amore
    E c’è un sorriso di Inganno
    e c’è un Sorriso dei Sorrisi
    nel quale questi due sorrisi si incontrano.

     

    Il tema della dualita’ comincia dalla presentazione degli Smile, a Glastonbury (l’edizione pandemica online) nel 2021 ed è subito una dichiarazione di intenti.
     

    Ci sono due grossi argomenti ricorrenti che popolano i testi di Yorke fin dal primo album e culminano in questo Wall of Eyes.

     

    -          Il primo è appunto il tema della dualita’ (tra verita’ e menzogna, tra immagine privata e pubblica)

    -          Il secondo è il tema liberta’/repressione

     

    Il secondo tema è fortemente legato al primo perche’, dipanando i testi, si scopre che la liberta’ e’ disegnata come la chiave per avvicinarsi “Verita”, allontanarsi da ipocrisia e menzogne e affermare il se’.

    Panavision, dal primo album, per me è sempre stato un pezzo chiave di questa fase fin dal titolo che indica una visione “cinematografica”.

    La voce narrante di Panavision guarda davanti a se’ e vede un orizzonte di possibilità (ricorre il termine wide: aperto, ampio) ed si chiede quale direzione prendere, senza ancora saperne la risposta.

     

    Il disco di esordio degli Smile, ALFAA rappresenta, anche musicalmente uno spettro di possibilita’ aperte, riflesso nella sua natura cosi composita e variegata. E’ l’espressione di tre musicisti che sfogano la loro necessita’ espressiva senza porsi limiti, un po’ come se facessero un’abbuffata di musica (dub, new wave, punk, math, pop) dopo un lungo periodo di digiuno (la pandemia).

     

    A door that opens wide
    My, how you've altered
    Oh, Heaven, help me
    Is that the time?

    Beginning without end
    Never lost, never dies
    Unending, a beam of light
    A tunnel in my mind

    As it all pans wide
    With a filter on the lens

    She sees everything I do
    She sees everything I do

    And without my shoes on
    Over broken glass
    I am dancing for pennies
    I am staring straight ahead

    A view that is so wide
    It's gonna break
    It's like it holds me in its gaze

     

    Le possibilità, tutte aperte due anni fa, si incanalano nel secondo lavoro della band, Wall of Eyes in una direzione e visione molto più precisa e definita. Dell’esordio mantengono la stessa voglia di “liberta’ espressiva” che questa volta, anziche’ spaziare tra i generi, si esprime nella forma “libera” dei brani.

    Liberta quindi come forma, ma anche come sostanza.

     

    Ma dovevamo divertirci a trovare un canovaccio di temi e quindi procediamo.
    Verita’/Menzogna, Liberta/Costrizione dicevamo. Due temi subito affrontati nel brano di apertura Wall of Eyes che è una fotografia di tutti noi, dietro i nostri telefonini e computer (your own device), osservati costantemente dal muro di occhi degli altri utenti (e ben rappresentato dallo schermo con l’occhio gigante che scruta Thom del video di PTA).

     

    Quella che vediamo (e rimandiamo agli altri) però è un’immagine falsa, lontana dalla nostra vera essenza individuale.

    La frase chiave è ovviamente “let us raise our glasses, to what we don’t deserve, or we are not worthy of” a descrivere, tramite i social e in generale l’immagine pubblica, un finto benessere, che nemmeno ci meriteremmo e che è talmente effimero da scivolare via come granelli di sabbia. Abbiamo tutti occhi svuotati di espressione e siamo diventati irriconoscibili (Is that still you? With the hollow eyes?)

     

    Down a peg or two you'll go
    Behind a wall of eyes
    Of your own device
    Is that still you
    With the hollow eyes?

    Change to black and white
    Strap yourself in


    Let us raise our glasses
    To what we don't deserve
    What we're not worthy of

    So rich and wide
    To the grains of sand
    Slipping through our hands

     

    L'ipocrisia e la menzogna tornano anche in Teleharmonic che usa il campo semantico della guerra per descrivere ancora una volta uno stato d’animo. “Arrivero’ a domani? Non so” si chiede la voce narrante, “costretto in mezze verita’, voglio un risarcimento, una vendetta”.
    Qui credo torni un po’ l’idea di Panavision: dove andare, dove farsi portare, tra tante alternative e quello della liberta’ e della costrizione (tied up, caught in dragnets by fishermen) che culmina con una richiesta a un ideale partner di essere “sepolti in una via d’uscita” mentre il passato è visto come una prigione a cui si è addirittura inchiodati (In the past, Oh, Lord, how should I forget? Hung up, pinned up, by hammer and nails). Il futuro anche qui si intravvede in modo indefinito (Where are you taking me?)

     

    Will I make the morning?
    I don't know

    Tied up
    In half-truths
    Wanting
    Payback, payback

    Whining drones
    On a cold sea
    Ramming down doors
    Piling in
    Caught in dragnets
    By fishermen
    Wanting
    Payback, payback
    Where are you taking me?
    Where are you taking me?

    Somewhere you'll be there
    So long
    Somewhere you'll be there
    So long
    Soon you'll be there
    So long
    Soon you'll be there

    In all that fire and ice
    In all that fire
    In all that ice

     

    Bury me
    In the way out
    In the past
    Oh, Lord, how should I forget?
    Hung up, pinned up
    By hammer and nails


    Somewhere you'll be there
    So long
    Somewhere you'll be there
    So long
    Soon you'll be there

    In all that fire
    In all that ice

    Where are you taking me?
    Where are you taking me?

     

    Read the Room (traducibile con “Cerca di capirla” ) è un brano caustico, filosoficamente un po’ una Bodysnatcher (che guarda caso trattava della costrizione - dentro un corpo). Anche qui vengono stigmatizzati gli ego ipertrofici con cui tutti i giorni dobbiamo scontrarci sul web dove l’opinione personale assurge a verita’ assoluta tanto da essere assimilata da Yorke a un arcobaleno magico.

     

    That's your opinion
    That's how your story goes
    A magic rain-, a magic rainbow (A magic rainbow)
    So big, it bends the light high, high

    Se non fosse abbastanza chiaro Thom ci mette un altro carico da 100 sui “massive egoes”

     

    Maybe I can't, maybe I can't be arsed
    This crashing currency
    These kind of phone calls (These kind of phone calls)
    These candy aerosols
    These massive e-, these massive egos
    So big, they bend the light high, high

     

    Ma ancora una volta c’e’ l’esortazione a uscire da questa isteria collettiva e affermare la propria individualita’

     

    Who knows what it wants from me?
    This goes where it wants to be
    Honey for the honey bee
    But I am gonna count to three
    Keep this shit away from me

    Honestly?
    Maybe you should read the room
    What on earth?
    Come on, honey, read the room


    Come on out
    Come on out
    We know
    You're in there
    We know
    You're in there"

     

    L'argomento viene ripreso anche in Under Your Pillows che sembra un invito riconnettersi col proprio se’ per distanziarsi dalla massa che condivide ogni cosa ma che non ha piu’ un cuore pulsante (Nowadays everyone's for sharing , that doesn't have a heartbeat)
     

    Just allow it all to sink in
    And you give yourself, give yourself, freely

    Don't let them take me!
    Try to convert me
    With a voice I can only see though

    Friend of a Friend parla della pandemia vissuta in Italia e la gente sui balconi a cantare durante il lockdown, ma anche qui è tutto un pretesto per denunciare la menzogna delle possibilita’ (fittizie) che ci danno i social/Skype Calls etc di trovarci in qualunque posto, con un bello sfondo dietro e qualche effetto speciale per abbellirci ma “seppelliti dalla vita in giu” davanti a uno schermo.

     

    Ancora una volta pero’ troviamo una affermazione di individualita: se c’e’ qualche deluso, beh che si fotta (They're all smiling, so I guess I'll stay, At least 'til the disappointed have eaten themselves away). 

     

    I can go anywhere that I want
    I just gotta turn myself inside out and back to front
    With cut out shapes and worn out spaces
    Add some sparkles to create the right effect
    They're all smiling, so I guess I'll stay
    At least 'til the disappointed have eaten themselves away

    Buried from the waist down
    Stop looking over our shoulder

     

    I Quit è la resa finale e l’affermazione definitiva della propria volonta': la destinazione non è ancora chiara; la tensione è ad uscire da un presente scomodo per cercare una nuova direzione.
     

    I quit
    My head is lit
    A piece of me

    This is the end of the trip
    A new path
    Out of the madness

    To wherever it goes
    To wherever it goes
    And wherever it goes
    And wherever it goes

     

    Libero arbitrio e costrizione tornano anche in Bending Hectic che parla di un tentativo di suicidio (se portato a compimento o meno è lasciato alla nostra interpretazione). Nonostante le difficolta (slings and arrows, citazione shakespeariana) mi costringero’ a svoltare, la macchina certo, verso il precipizio, ma anche metaforicamente la propria vita?

     

    The ground is coming for me now
    Wе've gone over the edge
    If you've got something to say
    Say it now

    No one's gonna bring me down, no
    No way and no how
    I'm letting go of the wheel

    Despite these slings
    Despite these arrows
    I'll force myself to
    Despite these slings
    Despite these arrows
    I'll force myself to
    Turn, turn

     

    E infine anche You Know Me!… una specie di salmo conclusivo con tema l’impossibilita di conoscere davvero un l'altro a e quindi ancora una grossa affermazione di individualita': ti sei avvinghiata a me come se mi conoscessi ma nn pensare che sia vero

    Don't think you know me
    Don't think that I am everything you say...

     

    Sono estatsiato dalla tua disanima. Complimenti davvero.

    Il tema portante dell'album penso fosse ormai chiaro, ma tu hai snocciolato per bene il lavoro dando un senso alle teorie dei fans.

  8. 10 hours ago, Lacatus said:

    Per me è un sì. 

    Siamo tranquillamente ai livelli di You And Whose Army, Life In A Glasshouse e The Daily Mail.

    #nototem

    Davvero? A me sta crescendo dopo ogni ascolto, ma ancora non so se darle il titolo masterpiece.

  9. 12 hours ago, Lacatus said:

    Perle ai porci 🐷 

    WOE, non conterrà pezzi deboli, è vero, ma non ha nemmeno 5 pezzi a questo livello: ne avrà uno... due... tre... quattro... ma a cinque non ci arriva.

     

    Come valore singolo dei pezzi forse ALFAA conteneva più perle (conteneva anche più pezzi), ma come "album" WOE è molto superiore, per tante ragioni di cui si è già discusso.

    Se dovessimo misurare il valore di un album dal numero di "hit", probabilmente HTTT sarebbe l'album migliore dei Radiohead..

  10. Non ha senso per me mettere i voti ad ogni singola canzone, in quanto variano molto dal periodo in cui li ascolto. Di sicuro Teleharmonic rimarrà sempre una perla, ma per il resto trovo che i brani siano tutti più o meno allo stesso livello. Anche Friend of a friend che all'inizio nonj mi convinceva, nell'album è stata piazzata nel posto perfetto e ora mi suona decisamente meglio. Il suo scopo è un pò quello di Deep water su Third per capirci.

    WOE è un album nettamente migliore di ALFAA soprattutto per la forte coesione della tracklist che lo rende un album vero, frutto di un lavoro certosino che in ALFAA non c'era (somigliava un pò a HTTT in un certo senso... grandi pezzi che però non quagliavano molto tra loro).

    Anche l'elettronica è più inquadrata e funzionale al lavoro rispetto al precedente album.

    All'inizio mi sembrava che WOE non suonasse molto "Radiohead" e lo penso tuttora per certi pezzi, ma qua e là con un orecchio attento ho cominciato a sentire suoni familiari, che sembrano più degli omaggi che altro. Ho sentito robe da Kid A, da Climbing up the Walls, 4 minute warning e altri che ora non mi sovvengono.

    A fine album mi rimane quella voglia di sentire altro, ma non come con TKOL (lì era proprio un problema di lunghezza/qualità per me), ma piuttosto perchè sento che questa è la strada giusta e non mi basta quello che ho a disposizione, nonostante WOE non sia per nulla breve.

     

  11. 9 minutes ago, Myork said:

    Posso dire solo che non mi piace dove è posizionata nel disco...e come attacca dopo Teleharmonic...

    Forse ho solo bisogno di digerire il passaggio.

    Brano molto interessante. Mi piace l'atmosfera che crea e soprattutto è quella che mi sembra più distante da ciò che ha fatto Thom nella sua carriera. 

  12. 2 minutes ago, modifiedbear said:

    Vabbè. Sono senza parole.

    Teleharmonic mi ha D E V A S T A T O.
    Ho la mandibola ai piedi per lo stupore.
    BOIADIO RAGAZZI!!!!!!!!!!!

    Per ora sono bloccato lì e non riesco ad andare oltre: NE VOGLIO ANCORA.

    Ma chi l'avrebbe mai detto :OOOOOO

    Anch'io sono in amore con Teleharmonic... Ma non vorrei fare ingelosire You know me.

    Comunque era da tempo che non sentivo così tanto calore nella voce di Thom e nelle corde di Johnny, nonostante la tecnologia sia comunque presente in maniera marcata 

     

  13. 9 minutes ago, Lacatus said:

    Verissimo: disco completamente diverso da ALFAA.

    ALFAA affondava le radici nei Radiohead del passato, questo WOE invece forse sarà il terreno in cui affonderanno le radici dei Radiohead (o degli Smile) del futuro.

    Dopo quasi due ascolti si: è una strada finalmente nuova e affascinante. ALFAA a me è piaciuto ma questo è superiore, se non altro per il fatto che Woe non mi pare sporcato da nessun pezzo .mediocre.

  14. 2 minutes ago, Lacatus said:

    Prime impressioni?

    Ci sono almeno due pezzi sopra le righe, tre se si aggiunge BH che reputo un gran pezzo. Il resto è tutta roba di alto livello. Dopo un solo ascolto non mi voglio sbilanciare troppo, ma diciamo che non mi pare ci sia un brano skippabile. Pure la tanto bistrattata I Quit secondo me ha un suo perché e comunque ho sentito pochi suoni riciclati da ALFAA, giusto in un brano il dejavu viene tirato in causa e  comunque rimane un pezzo molto godibile. Fatemi fare un secondo ascolto per fare una disamina pezzo per pezzo.

  15. 18 minutes ago, modifiedbear said:

    Grandissimo kidfabio!
    Quindi lo spoil sarebbe che il rip ti piace di più della versione digitale ufficiale?

    Si, nonostante i bassi in generale non sembrano messi bene in sto rip. Ma ha un suono più.... Aperto.

  16. 15 hours ago, Lacatus said:

    Non capisco perché non è stato aperto un topic a parte su quello che inizialmente veniva definito (con vago disprezzo) un "videogioco", ma che, di fatto, è l'apertura degli archivi di Kid A e Amnesiac.

    Per esempio grazie a questo link messo da @Valderrama 

     

     

    ho potuto sentire un mix differente ed esteso di Pyramid Song con dentro suoni di violoncello e altri parti di archi escluse dal mix pubblicato su Amnesiac e una versione di You And Whose Army con un arrangiamento vocale diverso, con una voce baritonale...

    Grazie anche a @CutToShreds per aver postato l'elenco di tutti i brani contenuti in Kid A Mnesia Exhibition:

    https://docs.google.com/spreadsheets/u/1/d/1QrIO695ah_8LeoOTlvkZd9D02CI0IVfOVo464lSQfx4/htmlview#

    Anche se non sono più moderatore da anni, vi chiedo di non incasinare il forum postando i contenuti dell'Exhibition su altri topic, come quello su Kid A o sull'edizione anniversario, altrimenti non di capisce nulla.

    Grazie.

    Trovo che sia la cosa migliore di tutta questa operazione di revival. Non capisco le critiche: non è u nvideogioco, è uno showcase di contenuti multimediali, affascinante e fatto davvero bene.

     

    Un'operazione diversa e meritevole, tra l'altro assolutamente gratuita. Promosso a pieni voti.

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