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Gasba

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  1. Video caruccio, per certi versi mi ha ricordato Evidence di godfrey reggio (il regista di koyaanisqatsi)
  2. Gasba

    I Quit

    Ma è qui il famoso Vermona?
  3. Gasba

    I Quit

    Completamente innamorato di questo pezzo, ci sono dentro fino al collo
  4. Riguardo alle influenze io ci sento un po' di tutto... Dagli air di talkie walkie a le varie impennate kraute stile can, ma soprattutto tanta tanta psichedelia inglese tipo soft machine. Ma non è riconducibile a nessuna di queste, è una perfetta e armoniosa fusione del sound solista dei due mattacchioni (tra l'altro gli archi a sto giro li ho trovati perfetti, mai pomposi, perfettamente integrati con gli altri strumenti).
  5. ah sì?? io ne ho aperte tipo tre a caso di quelle che hai postato e nessuna arrivava all'8
  6. a proposito, poi mi racconterai cosa ne pensano i teatranti partenopei del compare De Fusco, nuovo direttore illegittimo di teatri di roma e fiore all'occhiello dei fascio-dirigenti al ministero della propaganda. Dovreste conoscerlo bene voialtri...
  7. Bho io non riesco a mettere in fila pensieri chissà quanto razionali. So solo che ogni nota di questo album si incastra perfettamente dentro di me, ed è una cosa che con loro non mi capitava da secoli. Onestamente mi fa strano che le recensioni (di cui ho letto solo i voti e mi sono risparmiato i contenuti) rimangano così blande... bha.
  8. Sì probabilmente è così, a me faceva venire in mente banalmente un qualsiasi selfie (Add some sparkles to create the right effect è una roba tipica), ma in generale parliamo di rapporti umani mediati da uno schermo, da un filtro, o da un muro di ghiaccio appunto (o di occhi, come nelle prime inquadrature di woe). La cosa che caratterizza gli smile è proprio questo falso sorriso, cioè sembra tutto immerso in un limbo in cui non sai bene che sentimento provare, hanno l'atteggiamento di chi ti porta a fare una passeggiata al tramonto mentre intanto ti accompagna all'inferno (a la' no surprises per capirci, ma senza piagnistei). Ci sono decine di esempi in cui le canzoni potrebbero davvero esplodere ma finiscono quasi per implodere, restando in un perimetro ben delimitato. L'esempio lampante è il tanto criticato finale di bending hectic, dove tutti avrebbero voluto una bella esplosione liberatoria come grande espiazione dai peccati, e invece si risolve in un muro di suono. O anche l'attacco delle percussioni su telharmonic, quella cassa poteva certamente essere più corposa e invece rimane quasi sottopelle. Nel missaggio le normali gerarchie degli strumenti mi sembrano assolutamente andate a puttane, il che può non piacere (e infatti spesso non piace), ma è chiaro che si tratta di una cifra stilistica ben ricercata. P.S. La sezione d'archi di friend of a friend che stacca su "All of that money, where did it go?" per me è uno degli apici del disco.
  9. già che c'erano potevano mettere THOM YORKE al posto del titolo
  10. Qui il tema del social non è più solo un'allusione ma è evidentissimo, non solo nel testo ma anche nella forma, cioè questo continuo scontro tra libertà e repressione (secondo me in perfetta continuità con alfaa). Libertà/repressione è un binomio di cui non riesco a sbarazzarmi ascoltando la loro musica. In alfaa si risolveva in una serie di “bozze” dai contorni strappati, che iniziano e finiscono senza fronzoli, con insolenza, stile shuffle (o la “libertà controllata” dello zapping su instagram). Qui viceversa si traduce in questa specie di “istantanea” di un processo in trasformazione, la libertà dell’improvvisazione contro la repressione del “mettere giù”, del registrare e dare forma, che mi ricorda addirittura le toccate del '600, in cui le sbavature e le insofferenze dell’improvvisazione si cristallizzano sullo spartito (con tempi e armonie astruse annesse). È un elemento presente in tutto l'album, ma qui è perfettamente compiuto, proprio perché persiste più che altrove il fantasma della forma-canzone. Il che è meraviglioso perché permette loro di divertirsi e di sperimentare nuovi metodi, ma nel fare questo fotografano un’intera generazione di beoti, di smile, di selfie, di zombie appesi alla croce… I can go anywhere that I want I just gotta turn myself inside out and back to front With cut out shapes and worn out spaces Add some sparkles to create the right effect They're all smiling, so I guess I'll stay At least 'til the disappointed have eaten themselves away
  11. Per me questo discorso vale per bending hectic: se l'avessi ascoltata ieri per la prima volta sarei impazzito Questa invece sono contento di aver avuto il tempo di assimilarla perché all'inizio non mi è arrivata, e messa così in apertura avrebbe rischiato di mandarmi di traverso tutto l'album. Ci sono voluti un po' di ascolti per farci pace...
  12. Anche io primo ascolto con cuffioni, thc e lunga passeggiata Però scusa a questo punto scarica comunque da soulseek anche se aspetti il 26, ci sono dei flac di ottima qualità, sempre meglio di Spotify...
  13. Vabé ragazzi non ce n'è per nessuno. Sono tre geni stregoni, tre alchimisti pazzi, hanno messo nell'alambicco il meglio del meglio e hanno sfornato un album d'oro massiccio. Davvero mi inchino alla maestria di questi fuoriclasse. Viaggione allucinato e introspettivo, picchi di poesia a profusione. Non trovo punti deboli, una canzone più bella dell’altra. Questa roba fa sembrare ok computer un album per ragazzini. Non sono bravo coi voti, ma se dovessi fotografare il mio entusiasmo attuale siamo sicuro intorno al 9.
  14. Io avevo questa idea già con ALFAA, per cui per me continuano esattamente quel discorso lì (da qualche parte dovrebbe esserci un mio post dove ne parlo). La prima inquadratura di thom seduto è in realtà una soggettiva, l'occhio che thom ha di fronte è il nostro, che si insinua attraverso lo schermo e lo osserva. Anche alfaa era pieno zeppo di riferimenti al "vedere" e simili. Pure il titolo friend of a friend ricorda un po' l'impostazione di condivisione dei contenuti sui social (ma chissà). Nel video mi è piaciuta molto la tempesta di neve, un residuo del famoso "wall of ice". La citazione di spellbound penso sia voluta (peccato che il film, ad eccezione di questa sequenza cult, sia una vera merda). Menzione speciale alla fotografia, quasi sicuramente di Anderson stesso, da 10+.
  15. ahahahahahahah mi aspetto un wall of meme da questo video, si presta alla grande
  16. Nessun dubbio. L'incastro che creano gli archi e la chitarra, specialmente nell'outro psichedelico, sono il vero punto forte del brano. Il secondo punto forte è il contrasto, assolutamente straniante, tra la chitarretta brasiliana in levare che evoca piña colada sulla spiaggia, e il cupo incedere degli archi e del sottobosco sonoro da era glaciale. I miei dubbi su thom seguono ovviamente una logica irrazionale dettata dalla pancia e senza il filtro della ragione, ma posso dire che è un problema legato più all'interpretazione che alla melodia in sé.
  17. Diciamo che l'80% del problema per me è Thom. Manca di guizzi, manca di intensità, e smorza quanto di bello ha fatto Jonny. Ammetto comunque che fa un certo effetto aver letto in questi anni peste e corna su brani come speech bubbles, thin thing o open the floodgates, e ora vedere un tripudio unanime per questa. La percezione musicale è un mistero assoluto.
  18. Sinceramente? Tanti spunti, zero emozioni. Colpa mia, aspettative troppo alte. Vedremo se crescerà. (Il video in compenso è bellissimo, ma a pta riesce molto difficile sbagliarne una)
  19. Niente allora per il singolo mi tocca aspettare Ma quindi il 17 novembre è una data inventata di sana pianta? Bha, una lunga serie di strane cose Edit: appunto!
  20. Neanche io sto capendo molto. Oggi esce un singolo e l'album a gennaio? Dove si può ascoltare il singolo?
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