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Lacatus

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Everything posted by Lacatus

  1. ...rincarando la dose: 3)che me ne faccio di sail to the moon, se esiste già pyamid song? (e the great gig in the sky...) 4)che me ne faccio di backdrifts, se esiste già kid a o worry wort? 6)che me ne faccio di where i end and you begin, se esiste già i might be wrong? 7)che me ne faccio di we suck young blood, quando posso mettere su una life in a glasshouse? 8)che me ne faccio di the gloaming quando c'è già idiotque? 9)che me ne faccio di there there, se c'è una bella optimistic? 11)a che serve punchup at a wedding, quando ho già dollars and cents? 12)che utilità può avere ascoltare myxomatosis, conoscendo the national anthem, il giro di basso di how to disappear, e il testo di cuttooth? 13)che me ne faccio di scatterbrain, se esiste già knives out?
  2. io sono totalmente d'accordo. io invece la penso come max............ e comunque httt continua a sorprendermi e ad entusiasmarmi, in maniera diversa, chiaramente, rispetto ad amnesiac o a, chessò, okc, però rimane qualcosa che pulsa, che ha sostanza, come gli altri loro lavori, del resto........... e poi perchè credere che se non cambiano sono finiti......., che vuol dire cambiare???? magari "cambiando" fanno una boiata pazzesca........ per me queste rimangono frasi senza senso. aspettiamo e vediamo cosa torneranno a sfornare........ magari sulla scia di httt confezionano un lavoro che ci farà perdere la testa....... che ne sappiamo???? perchè essere così disfattisti e apocalittici???? a che pro??? thom mi ha detto di nn preoccuparmi, tanto nel prossimo album saranno irriconoscibili
  3. c'è poco da scherzare se non cambiano sono F.I.N.I.T.I. a 1 anno dalla sua uscita (anche se le canzoni le conoscevo dal 2002) "hail" non mi entusiasma+ (a parte SDSU e AWATT, che infatti risalgono al 2000...) eppoi basta con sti paragoni a ok computer che è uscito ormai 7anni fa... fa parte del passato punto e basta...per quale motivo dovrebbero ritornare su quelle sonorità?percheè è pieno di fans che li vorrebbero in quel modo? vabbè allora che facciano come zarrillo,reitano,oxa,pooh... a compiacere il pubblico... a casa mia si chiama assoggiattamento alle leggi di MERCATO
  4. ...che tristezza... consiglio: aspettare al 2006 per un nuovo capolavoro,prego!
  5. neanche io se ci arrivi fammelo sapere complimentooni!!! pensate che per mandare questo topic ho perso un treno e ciò ha causato un bisticcio con la mia ragazza comunque EIIRP=10/8 LIMBO=5/4 sparsi quà&là IDIOTEQUE=contatevi le battute voi! MORNING BELL=5/4 PYRAMID=5/4 (contate i gruppi di accordi a 5 a 5) SPINNING PLATES SDSU=10/8 GTS=10/8
  6. come è risaputo in musica il numero 5 porta sfortuna ciò deriva dal fatto che nel jazz sia molto difficile lanciarsi in improvvisazioni in ritmi tipo 5/4 5/8 10/8... la canzone "maledetta" del jazz è appunto "take five" di dave brubeck in 5/8 la band di thom yorke invece se ne FOTTE!!!! unici e caratteristici nel mondo del rock esempi: everything in its right place in limbo idioteque (qua nel numero delle battute) morning bell pyramid song like spinning plates (quà e là una quinta battuta in +) sit down stand up go to sleep et cetera...?
  7. “Amnesiac” o “Kid B”? Il gioco di parole è fin troppo facile e ce lo perdonerete. Il nuovo disco dei Radiohead è ormai disponibile da tempo in rete, ma uscirà solo domani, venerdì 1 giugno. E, come ci era già capitato di sottolineare nelle anteprime di Rockol, nessuno si aspetti quel ‘disco commerciale” che qualcuno aveva annunciato. “Amnesiac” è la logica prosecuzione dell’acclamato/discusso “Kid A”. “Amnesiac” effettivamente contiene canzoni più dirette del suo predecessore, e segna un ritorno delle chitarre prima quasi assenti; almeno da questo punto di vista è più accessibile di “Kid A”. Ma va detto che Thom Yorke e soci non hanno perso la voglia di sperimentare, come dimostra l’ancora largo uso di elettronica, effettistica e l’inclusione di brani strumentali e/o con la voce filtrata. Insomma, chi si aspettava un “The bends 2” o un “Ok computer 2” rimarrà deluso. Ma, va detto soprattutto che “Amnesiac” è un disco più disomogeneo e meno d’impatto di “Kid A”. I due lavori sono stati concepiti insieme: questo lo si coglie fin dal primo ascolto. Come “Kid A”, “Amnesiac” richiede molta attenzione e diversi ascolti prima di essere compreso. Canzoni “Packt like sardines in a crushed tin box” (un brano elettronico alla “Idioteque”, con ritornello accattivante) e “Morning bell” (nuova versione del brano già presente su “Kid A”: cambia l’arrangiamento, basato su chitarre acustiche ed effetti “space”) segnano la continuità con il passato prossimo, mentre le chitarre e la melodia di “Knives out” (chitarre in bella evidenza, melodia vocale, ritornello che recita “I want you to know/I’m not coming back”; quanto di più simile allo stereotipo Radiohead c’è in questo disco) si rifà ad un passato ormai remoto. Ma a rendere discontinuo il disco , oltre alla diversità delle canzoni, sono soprattutto gli intermezzi come “Pulk pull revolving doors” (brano stralunato basato solo su percussioni elettroniche e voce filtrata, sullo stile di “Kid A” e “Fitter/Happier”) e “Like spinning plates” (il pezzo più sperimentale del disco: base elettronica, suoni in reverse, ritmo irregolare e voce filtrata). I Radiohead vogliono sperimentare, lo si era capito, ma si ha la sensazione che ogni tanto esagerino, perdendo di vista una fruibilità minima della propria musica: non bisogna essere necessariamente “pop” o commerciali per essere piacevoli, e certo la sperimentazione fine a sé stessa finisce con l’essere controproducente. Certo, poi si ascoltano brani come “Pyramid song” e la ballata finale per piano e fiati jazz “Life in a glass house”, due veri capolavori di piacevolezza e originalità, e ci si incavola ancora di più, perché quando vogliono i Radiohead... Il dubbio maggiore che suscita questo disco è: dove andranno a parare in futuro? “Kid A” colpiva a sorpresa, “Amnesiac” è in parte già sentito e questo mette in bella evidenza l’alternarsi di grandi momenti ad altri meno convincenti. “Amnesiac”, soprattutto, segna l’estremo limite di un atteggiamento artistico che, se perseguito a testa bassa, rischia di distruggere i Radiohead. Che sono e rimangono un grande gruppo; ma proprio per questo motivo, per il futuro, legittimano i propri ascoltatori ad aspettarsi qualcosa di più che alcune grandi canzoni insieme a giochi sonori che alla lunga diventano un po’ troppo intellettuali. Gianni Sibilla www.rockol.it A soli otto mesi di distanza dal chiacchieratissimo, amatissimo e odiatissimo Kid A, i Radiohead danno in pasto al mondo il resto dei brani registrati durante i lunghi e tormentati mesi della loro "svolta elettronica". Un album di "avanzi", quindi? No, proprio no. L'impressione che mi dà questo "Amnesiac" è che risenta meno della preoccupazione (ossessione?) accumulata da Yorke & C. nella compilazione del precedente album, con scalette scritte e riscritte per cercare l'unità e la coerenza dell'Opera della Svolta: stavolta si è trattato semplicemente di mettere insieme undici brani, in cui sono finite sia "canzoni" in senso tradizionale, che "tracce" frutto di malesseri e disfunzioni tecnologiche. E alcuni di questi brani, diciamolo subito, sono perle nere di melodia e disperazione, sicuramente tra le migliori che l'inavvicinabile Thom e i suoi abbiano mai elargito. Si comincia con un tipico titolo da "pessimismo cosmico modello Yorke": "Packt like Sardines in a Crushd Tin Box" è un brano decisamente sulla falsariga di "Everything in its Right Place", però più morbido e sommesso, che sa di "quiet desperation" (o meglio "quiet paranoia"). In effetti tutto l'album, permeato dalle ormai note angosce yorkiane sulla perdita di significato degli esseri umani di fronte al mostro della "globalizzazione/capitalismo/manipolazione genetica", si stempera spesso in andamenti ritmici più coinvolgenti e diretti di quelli singhiozzanti e sotterranei di "Kid A"; un flusso che, nei brani migliori, arriva a diventare uno strano e ipnotico swing, perfetto per una danza macabra sul tetto di un pianeta che affonda. Prendete ad esempio la stupenda "You and Whose Army": lenta, scandita da uno spiazzante quanto indovinato basso acustico, vede Thom trasfigurarsi in una specie di cantante confidenziale da club fumoso alla fine del mondo, per poi levarsi in un'invocazione, un urlo liberatorio. E quando il ritmo si fa più serrato, ecco arrivare un'altra cosa memorabile: "I Might be Wrong" è un degno seguito di "Idioteque", batteria elettronica e un ostinato riff di chitarra su cui Yorke si contorce e sibila come un serpente. Ma le promesse riguardanti canzoni in stile "vecchi Radiohead"? "Pyramid Song" è una bella canzone e potrebbe fregare qualcuno, con il suo pianoforte balbuziente, anche se ricorda più "How to Disappear..." che "Karmapolice"; "Knives Out" è molto tradizionale, voce pulita, arpeggi di chitarra… ed è sinceramente anche una delle cose meno notevoli del disco, una specie di versione accelerata del finale di "Paranoid Android". Le gemme sono altrove: "Dollars and Cents", suonatissima durante il tour del 2000 e inspiegabilmente esclusa da "Kid A", è un inquietante e irresistibile crescendo ritmico, in cui un basso ostinato e minaccioso sostiene la voce di Yorke doppiata da una solenne armatura di archi campionati, e finisce per sfociare in un'esplosione ritmica quasi-jungle. Degna di menzione anche "Like Spinning Plates", struggente e fugace lamento su glaciali sintetizzatori; ma è nel finale che arriva la piccola, sconsolata meraviglia di "Life in a Glass House". Saltano fuori di nuovo i fiati, quelli veri e suonati: ma differenza della arrabbiata "National Anthem" qui diventano una sgangherata e struggente marcia funebre, a metà fra New Orleans e Nino Rota, su cui Thom leva la sua voce di bambino freak, più rassegnata e dolente che mai: l'effetto è di dolce abbandono, e si arriva a intravedere un velo di tenue, disperata ironia(!?). Insomma: se avete amato "Kid A", "Amnesiac" vi manderà in estasi. Se invece siete fra i tanti che non hanno gradito il cambiamento di rotta, questo album è forse più fluido, meno aspro del precedente, e potrebbe farvi cambiare idea (solo un po', beninteso). www.kalporz.com (Grazie Sergio) "Dopo anni d'attesa non è arrivato nulla". Queste le prime parole di Amnesiac. Dai tempi di Ok Computer - e sono davvero passati tanti anni - tutti aspettano qualcosa che assomigli a Karma Police, Exit Music (For A Film), o Paranoid Android. Ecco quel che attendevate, pare dire Yorke, mostrando la canzone d'apertura del nuovo album. Un ritmo elettronico che rimanda agli esperimenti dei Matmos apre la strada a un giro di note basse sintetiche e a due chitarre che si dividono tra canale destro e sinistro con voglia di far male. Mini-assolo rumoristi attendono la voce infine storpiata, mentre sul fondo balbettii e nastri al rovescio premono con sforzi caotici. Superato lo scoglio di un brano astruso fin dal titolo (Packt Like Sardines In A Crushd Tin Box) e giunti alla fine dei 44 minuti scarsi dell'album, ci si rende conto del bilancio perfetto degli 11 brani. I primi tre formano, assieme agli ultimi tre, le costole entro cui batte il cuore di Amnesiac, composto da cinque tra le migliori composizioni che i Radiohead abbiano mai concepito. Nelle due "costole" appaiono le devianze elettroniche (Packt Like Sardines..., Pulk Pull Revolving Doors, Hunting Bears - seppure costruita su di una chitarra - e Like Spinning Plates), mitigate da due scintillanti esempi di moderno pop (Pyramid Song) e jazz (Life In A Glass House). A differenza di Kid A, i momenti meno radioheadiani sono parti integranti del disco. Eliminandoli dalla successione con il tasto "program" del lettore CD Amnesiac ansima, invece di procedere. Riportato il giusto ordine, la punizione sonora di Pull Pulk Revolving Doors (mille puntine che torturano un solco consumato) apparirà come chiusa perfetta del trittico iniziale, prima del jazz da 22° secolo di You And Whose Army? e dopo Pyramid Song. Il primo singolo presenta Thom in un falsetto vicino a Jeff Buckley, reminiscenza che suona fatale nella strofa "Sono saltato nel fiume/Che cosa ho visto?/Angeli dagli occhi neri che nuotavano con me". Gli archi volteggiano leggeri attorno a Yorke e agli altri, in una enorme sala da concerto in fondo al mare. Con You And Whose Army? i Radiohead sembrano davvero suonare sott'acqua, nelle tempie il ronzio del sangue. Un crescendo condotto dal pianoforte e dalla batteria li trasporta in superficie, dove li attende I Might Be Wrong. L'inizio fa pensare ai Boards Of Canada, ma entra subito un riff spezzato di chitarra tra la Madonna di Justify My Love e i Soft Cell. Poi, d'un tratto, un'onda di chitarre, acustiche ed elettriche, e la voce pulita di Thom (resiste un effetto eco) trasporta tutto in alto, a livello di Street Spirit (Fade Out). Tuttavia non siamo ancora al massimo del piacere sonoro perchè giunge Morning Bell/Amnesiac tra organetti, campanellini, xilofoni, falsetti e suggestioni alla Strawberry Fields Forever. L'impatto delle parole non è lo stesso, ma l'atmosfera e i suoni hanno un potere incantatore molto simile al capolavoro del Beatles. Più ansiosa e insistita Dollars & Cents, dominata da una batteria - forse influenzata dai Can - lasciata libera di creare spazi. Hunting Bears è l'episodio più interlocutorio, con il suo assolo di chitarra e sullo sfondo un organo (che abbiano ascoltato troppo i Labradford?). Like Spinning Plates è una mossa più decisa verso la sperimentazione, con nastri rimandati all'indietro (ricordate la fine di Rain dei Beatles?). Sembrano mostrarci com'è il suono dalla parte inversa del CD, un mondo al di là della percezione abituale. La fine è spettacolare, uno standard jazz del futuro, da musicisti alieni caduti su New Orleans durante un funerale, in mezzo a una big band. I Radiohead continuano a domandarsi cosa cè più in là, oltre i dischi che hanno già fatto, oltre le cose che hanno già suonato. Amnesiac è l'ennesimo viaggio nel suono di una band che non ha smarrito curiosità e talento. Dovremmo ringraziarli, per averci portato con loro anche stavolta. Giulio Brusati – Rockstar (Grazie Alfredo) Il gruppo di thom yorke ha ormai preso il testimone deel rock,ponendosi con il precedente "kid a" lontano dal mainstream di u2 e rem,ma soprattutto dalla forma canzone tipica del pop e dai compromessi della promozione radio e video. si è preferita la strada della sperimentazione a quella del successo commerciale, che era arrivato con "high & dry" e "karma police"."amnesiac" nasce dalle stesse session di "kid a" e in parte ne ripropone le inquietudini, le visioni oniriche e la strana bellezza delle composizioni.musica senza tempo, senza un filo conduttore se non quello della libertà espressiva:questo è "amnesiac".chi ha apprezzato l'intensità di brani come "in limbo"(il capolavoro di "kid a ") potrà gustare il piano sospeso nel vuoto di "pyramid song". spiazza la voce di yorke che sembra provenire da un vecchio 78 giri in "you and whose army?", mentre non sorprende ritrovare un brano di "kid a" in versione remixata,"morning bell".il legame tra il nuovo e il precedente disco è totale nel live act dei radiohead,quasi del tutto basato su qste canzoni. un grande atto di coraggio.(G.Bi.) Superclassifica – (Grazie Milena) Dove eravamo rimasti? Otto mesi dopo quel Kid A che ha fatto impazzire la critica e indispettito i fan più rock della band, quei cinque allegroni dei Radiohead si riaffacciano con questo Amnesiac che suona ancora più cupo e introverso. D'accordo: gli estimatori di Thom Yorke cantante sono accontentati. A differenza delle alchimie (vocoder e altro) del Ragazzo A la prova numero cinque vede il leader elevarsi in quel gorgoglio-spleen che ere un marchio di fabbrica dai tempi di Creep. E, in effetti, tolta la batteria elettronica dell' iniziale Packt Like Sardines in a Crushd Tin Box (quasi una versione postmoderna dell'incipit di Unforgettable Fire degli U2), Amnesiac è più «suonato» e meno «effettato». Sì, il vocoder si affaccia qua e là, ma - stavolta - più della tecnologia è proprio la voce di Yorke a fare da collante. E non poteva essere altrimenti vista la vastità dell'impresa: il piano di Pyramid Song sembra un 5/4 rallentato, You and Whose Army? ha il fascino di una country-song riletta dai Soft Machine e in I Might Be Wrong torna l'eco di quegli U2 a cui i Radiohead degli esordi sono stati troppo spesso avvicinati (e che ora, evidentemente, dopo la prova-rottura di Ok Computer e Kid A il gruppo può permettersi di citare liberamente). Ma la sorpresa vera arriva con Knives Out: perchè - se melodicamente la canzone sembra la prosecuzione di Paranoid Android - a spiazzare è il riff della chitarra di Jonny Greenwood, tra bossa e jazz. Ed è solo il primo duro colpo per chi si aspettava i Radiohead ancora divisi tra postrock e techno: ecco Dollar & Cents, con l'intera band che suona come un combo jazz. Ed ecco, soprattutto, Life in a Glasshouse, con tanto di trombe e tromboni. Miles Davis? Sì, certo, lo spirito di frontiera davisiano (tirato in ballo in tante interviste della stessa band) si sente, eccome, ma i cinque ex studenti di Oxford sembrano più interessati alla struggente melanconia di New Orleans. Un disco difficile? Ma va: melanconico e triste, questo sì, quella tristezza che nello slang degli afroamericani si traduceva con «blues». Ed è proprio la tristezza che lo pervade l'unico ostacolo da affrontare. Almeno per chi continua a pensare, parafrasando Cindy Lauper, che tutto quello che vogliono i ragazzi è soltanto divertirsi. Angelo Aquaro – “Venerdì” di Repubblica (Grazie Antonio) Amnesiac, registrato nelle stesse sedute che hanno prodotto Kid A, e' un album disorientante come lo e' stato Heroes nel percorso di Bowie. I Radiohead hanno iniziato come innovatori del piu' stantio degli stili, il Brit-pop, ma, album dopo album, hanno poi scoperto una passione per le sperimentazioni sonore. In un certo senso, hanno percorso la strada opposta a quella dei Pink Floyd: i Pink Floyd avevano cominciato con la musica sperimentale e la loro ricerca del "suono" li aveva condotti verso canzoni melodiche sapientemente sofisticate. I Radiohead avevano cominciato con le canzoni e si avviano verso lo stadio della sperimentazione pura. E poi i Radiohead all'inizio erano una sorta di combo "viscerale", capaci di estrarre la massima carica emotiva dalla forma piu' semplice (in qualche modo, l'equivalente british dei Nirvana). Stanno raggiungendo un punto in cui fanno l'esatto contrario: riducono al minimo il contenuto emozionale di strutture estremamente complesse. Innanzitutto, stanno di fatto nascondendo le chitarre, sostituendo il loro contributo emotivo con una serie di spirali semi-meccaniche, strumenti deformati e rumori digitali alla Autechre. Inoltre, la voce da baritono di Yorke si ripiega in un registro disumano ed e' spesso incagliata nel mezzo di arrangiamenti ostili, risultando sempre piu' come uno psicopatico alienato. ("ostile" come nelle fragorose percussioni e ronzanti ondes martenot di Packt Like Sardines in a Crushd Tin Box, come negli ossessionanti effetti vocali e il beat industriale di Pull/Pulk Revolving Doors). Le composizioni di Amnesiac non sono canzoni: sono panorami. Come va di moda nel 2001, i Radiohead mostrano improvvisamente un vivo interesse per ritmi irregolari e suoni alieni: Spinning Plates potrebbe ispirare un intero album. Detto cio', i momenti piu' orecchiabili sono probabilmente la sonata pop Pyramid Song (con un pianoforte che evoca Satie e delicati archi) e You and Whose Army, e forse Life in a Glasshouse (provvista di una sezione di trombe degna delle orchestre funebri ambulanti di New Orleans). In confronto a tale uragano di super-produzione, le rock songs regolari (Dollars and Cents, e soprattutto I Might Be Wrong) suonano un po' insignificanti. Il canto di Yorke e` cosi` depresso, dilatato e criptico che, accoppiato a chitarra e ritmo malinconici, finisce per evocare lo spettro di Tim Buckley in Knives Out. Queste canzoni provengono dalle medesime sedute di registrazione da cui vengono i pezzi dell'album precedente, ma i musicisti che le hanno mixate e ordinate sono semplicemente piu' a proprio agio. Per molti aspetti, Amnesiac non rappresenta la progressione logica di Kid A, ma piuttosto la stessa cosa rifatta con mano piu` sicura. Ho una teoria: Kid A e' stato un tentativo esitante. La band era intimorita da cio' che stava consegnando all'album. Ma alla fine e' piaciuto sia ai critici che al pubblico, e allora ecco dell'altro, e con un po' piu' di coraggio. Kid A e Amnesiac sono lo stesso disco. Kid A e' un po' piu' frammentario ed incerto, piu' incline al compromesso. Amnesiac e' cio' che Kid A avrebbe dovuto essere. Se i Radiohead ri-registreranno mai le canzoni di Kid A, il risultato, credo, mi darebbe ragione. Piero Scaruffi
  8. a-r-t-work a come amnesiac r come radiohead t come thom
  9. qualcuno può dirmi dove posso trovare delle immagini degli atrwork da usare come sfondo desktop...
  10. ...si potrebbe fare un super album con: optimistic (dinosaurs roam the earth) idioteque (ice age coming) i will (bunker underground) where i end and you begin (dinosaurs roam the earth, house falling in the sea) myxomatosis cuttooth ... ma adesso non ho voglia di ordinarle
  11. da qualche parte ho letto che Thom ama quella in studio e quando è a bordo della sua Punto quando mette LSP vibra tutto... dice che è il pezzo meglio riuscito di amnesiac
  12. stavo giusto per postare un topic riguardo alle frasi + belle dei testi dei TESTARADIO... ormai queste critiche le ignoro
  13. BEN VENUTO, BELL AVATAR, BELL' ALBUM (ennuì...)
  14. la canzone della piramide tu, e l'esercito di chi? colonna sonora di un film fortunato mi perseguita l'inno nazionale tu campagna elettorale fuori i coltelli sedetevi,alzatevi il vero amore aspetta calcolatore cinetico lì lì alla deriva all'incontrario ospite del talk show
  15. molti di questi gli ho visti alle fiere del bootleg, in effetti è un bella goduria sopratt per la vista... che copertine!
  16. ho levato via anche la voce & editato:ora pesa 2.408 mb è venuta bene ma si paga questo altervista?
  17. AZZ.. pesa 3.712 mb in realtà vorrei editarlo perchè thom x mischiare le carte ha aggiunto battute qua & là... quindi il "peso" diminuirebbe... per fare sparire la voce invece basta metterla sull' hi-fi con l'equalizzazione "karoke" che di solito è tra le predefinite dalla ditta
  18. Lacatus

    Fender Rhodes

    il fender rhodes è un piano elettrico lanciato dalla fender si usa molto nel jazz-rock:"bitches brew" di miles davis (lo suona chick corea per esempio) johnny che ama quell'album ha dichiarato che voleva tentare di "plagiarne" il clima in subterranean homesick alien... (nei botta e risposta chitarra filtrata & piano rhodes)
  19. se qualcuno mi spiega come fare provo a fare un link...dato che... ...non sono un genietto del personal computer così sentirete il suono del giorno del giudizio
  20. ho rovesciato like spinning plates. (con gold wave) l'ho trasferita in mp3, l'ho masterizzata, l'ho messa nell'hi-fi modalità "karaoke" ci ho cantato i will sopra, l'ho immaginata nei ghiacciai di kid a, o nella miniera di zolfo di amnesiac e... ...e mi sono chiesto perche? solo:perchè? è... bella...
  21. bellissimo! "lighten up,squirt" "empty all your pockets" "in a belly of a whale at the bottom of the ocean" mi ricorda quando torno nella mia sardegna a bordo della moby-lines ,ma anche quando riparto il mio nick lo conoscono tutti: Marius Lacatus=ala della romania&della fiorentina uno dai giocatori di calcio + tristi assieme al Oscar Alberto Derticya argentino della fiorentina... Lacatus era famoso per la capiglitura a caschetto tipo Beatles
  22. io non ho mai capito se la batteria di myxomatosis sia in realtà l'unica cosa salvata dalla canzone chiamata "up on the ladder" comunque di up on the ladder esisterebbe la versione registrata per kid a/amnesiac...
  23. quale preferite delle unrelased? lift=(versione "iberica 2002") spero ancora finisca sul prossimo album/ep/singolo è perfetta con l'arrangiamento nuovo,lenta...aspetto e spero follow me around=muoio dalla curiosità di sapere com'e l'arrangiamento pro tools che fecero per kid a/amnesiac
  24. che dire di cuttooth inizio in fade in (rarissimo) fade in di thom eppoi a metà canzone altro giochetto quando spariscono batteria e basso,che tornano in fade in... questa è post produzione!
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