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Korg

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Everything posted by Korg

  1. LG - BH6220C: Un duecentino (ma ci sta anche meno) e sei felice. O ti servono solo le casse senza ampli? Oppure vuoi spendere ancora meno?
  2. I miei: Portieri: Buffon, Sirigu, Viviano. Difensori: Balzaretti, Barzagli, Bocchetti, Chiellini, Criscito, Maggio, Ogbonna, Ranocchia. Centrocampisti: De Rossi, Diamanti, Marchisio, Montolivo, Thiago Motta, Nocerino, Pirlo (ma Mauri e Candreva? Perchè no?). Attaccanti: Balotelli, Borini (avrei preferito Matri o Quagliarella), Di Natale, Cassano, Giovinco.
  3. Geniale! myxo > Marino (Pier Paolo) Che poi, in tutta onestà, cosa se ne dovrebbe fare di Lavezzi il City che in quel/i ruolo/i ha già Silva, Tevez, Nasri e potenzialmente pure Agüero e Balotelli vorrei che mi fosse spiegato.
  4. Perchè non posso sposarti, Cut?
  5. Aho ma me state a piscia' fori d'aaa festa! :'(
  6. Va' vai con l'esultanza, ora, bu'o!
  7. Beh oddio, sì: sulle dirigenze hai ragione plenaria, ma a maggior ragione considerando il divario "gestionale" e "imprenditoriale" che corre tra noi e la stessa Germania, il nostro campionato è in realtà ad un livello ancora superiore rispetto a quanto non possa dare a vedere! Peraltro, anche lì: ok, ma ricordiamoci che lo United è la stessa squadra che ha debiti da capogiro che le sono costati un calciomercato penoso il quale, a sua volta, l'ha costretta a defilarsi dalla Champions e dall'Europa League: vince il campionato perchè - vedrai - tra le squadre forti di Premier è l'unica a non aver subito rivoluzioni e gioca d'esperienza (Arsenal senza Fabregas, Nasri, Clichy e praticamente senza Arshavin al posto dei quali sono arrivati poco più che primavera; Manchester City con una formazione tutta nuova, Chelsea che ha iniziato con allenatore nuovo in una salsa di vegliardi poco flessibili e nuovi innesti a volte discutibili, Liverpool che si indebita per il Carroll di cui sopra - 35 milioni di sterline, 6 gol in 39 presenze - e ancora devono tirare la carretta Gerrard, Carragher e Kuyt...) . E sugli stessi investimenti: spendi una sassata per De Gea e il Chicharito Hernandez per poi tenerti ancora i vari Park Ji Sung, Valencia, Anderson...: tutti giocatori che hanno mercato, dei quali avresti potuto fare a meno rimpinguando le casse e magari trovando il modo per non piangere perchè Scholes, asmatico di 37 anni, ha deciso che potrebbe essere il caso di smettere; il modo per capire come poter fare a meno di Giggs (38 anni)... che in confronto Owen (32) e Ferdinand (33) son' regazzini con tutta una vita davanti! Per la Roma: te pigliale una bella coppia di centrali (anzi, forse solo uno se Juan torna quello di due anni fa, e c'è Skrtel al Liverpool che gioca poco e ha 27 anni) e uno che non metta la difesa a centrocampo e poi vediamo se non diventa uno squadrone. Per me un centrocampo con De Rossi, Pjanic e Gago è semplicemente uno dei più forti d'Europa, aggiungici gente in gamba come Marquinho e Lamela, scommesse già mezze vinte come Osvaldo e Borini...! Per me con un allenatore che sappia il suo - un nome a caso: Capello - già dal prossimo anno potrebbero essere *azzi amari per tutte. Dimenticavo! Quel Panuzzi... un ziocatore arogànte, shensza ümiltè. http://www.youtube.com/watch?v=kfq3rVmyaGQ
  8. codadipagliamode: on - No, aspe', non ho detto che i gobbi siano "meglio" tout court, ho detto che per come io posso intendere il calcio, ovvero agonismo, corsa, trame, imprevedibilità etc etc etc..., il Barça ne rappresenta quasi l'antitesi e preferisco enormemente di più squadre come lo stesso Borussia o il mio stesso Arsenal quando decide di giocare! Sul discorso "Serie A" in declino: secondo me è vero fino a un certo punto. A conti fatti l'unico campionato che ci dà le paste è la Premier League, ma parliamo di un campionato che negli ultimi... 20 anni? ha sempre visto un equilibrio favoloso: è il campionato in cui un Q.P.R. o un Millwall può suonarle a uno United e, anzi, da questo punto di vista credo che quello italiano sia, piuttosto, diventato un campionato più omogeneo. Cosa che, da un certo punto di vista, lo rende anche più bello e avvincente, comunque ancora superiore rispetto a campionati come quello tedesco o francese - dai tassi tecnici ancora modesti rispetto ai nostri - e anni luce avanti rispetto a campionati fuffa - e guai a chi sostiene il contrario - come quello spagnolo. Poi sì, ci sta che non si riesca più ad attirare i fenomeni, ma è anche vero che potrebbe trattarsi della tanto auspicata fine del "giro di schiaffi Sacchi/Berlusconiano" per il quale i fenomeni vanno presi da dove vengono fuori, strapagandoli piuttosto che facendoseli crescere in casa. In questo senso, anzi, farei notare tutta una quantità sia di giovani/ssimi italiani che fanno le buche o potrebbero tranquillamente farle (Balotelli, Marchisio, Poli, Destro, Verratti...), sia tutta una serie di ragazzi stranieri che hanno chiaramente un grande avvenire scoperti e cullati da club italiani (Obi, Muriel, Peluso, Marquinho...). Quali sono state le scoperte inglesi degli ultimi 5 anni? Walcott, Wilshere, Sturridge e Jones. Carroll: 22 anni, 35 milioni di sterline e la stagione che sta facendo parla da sè. Giusto la Germania, quella sì, attualmente stracolma di talenti, ma per il resto "non vedo giganti intorno a me" in prospettiva, ci sta che sia io in errore...!
  9. Il modo più semplice (e purtroppo forse anche più antiestetico) per risolvere il problema sarebbe inserire dei fogli di spugna all'interno delle buche ad "f" - si possono anche trovare scappatoie non così orrende; una seconda possibilità può essere chiaramente quella di disciplinare il chitarrista "avversario" intimandogli di stare più basso (tip: nel caso in cui aveste gli ampli poggiati a terra, sopraelevateli: quando si renderà conto di quanto soffrirebbero le sue orecchie se fossero schiantate sui coni a quel volume, si canterà da solo "idiot slowdown"). Una terza possibilità potrebbe essere rappresentata da un qualche feedback eliminator (ne fa uno anche la Behringer, per dire), anche se si tratta di un'opzione forse un po' "estrema". Molti dei nomi che hai citato utilizzano semiacustiche, ma chiaramente tengono conto di tutte queste accortezze e, preme dirlo, siamo anche a livelli nei quali diventa molto più semplice detronizzare un problema del genere, tuttavia la quarta possibilità è - guarda un po' - cambiare chitarra.
  10. A me duole dirlo, ma in una maniera immane, però, rispetto a quanto si diceva qualche pagina fa, ecco: per me la Gobbitas di quest'anno è una squadra che gioca a calcio. Pressa, ragiona, riparte, subisce, reagisce, manovra, corre, alterna vari tipi di gioco. Annichilire il gioco dell'avversario rendendolo inerme sì, da un punto di vista "bellico" è la vittoria assoluta, ma per me semplicemente non è "calcio", è un privatizzare la palla, un evitare lo scontro. Cosa che, assieme a quest'idea assolutamente marcia per la quale ammonire o espellere uno di loro venga tutte le volte ritenuto un ammonire o espellere "il gioco del calcio" tout court, mi rende assolutamente intollerabile il Barcellona.
  11. Spiacente, wrong: non sono un moderatore ma personalmente se ad ogni discussione in cui intervieni basta che uno tra sex e kid intervenga a sua volta per mandarla a travelli, vedrai un po' mi girano...! Il succo è: avete scazzato tra di voi? Risolvetevela in privato, o apritevi un thread apposta ma se s'alluviona gli altri thread a botte di "tu ma' majala" "tu babbo becco" anzitutto mi togliete il primato in "scoraggiamento alla lettura" a causa della lunghezza dei miei post, e in secundis FORSE diventa tutto abbastanza ridicolo, no?
  12. Probabilmente leggo con troppa buona fede io ma non ho la certezza che si stia riferendo a te, non più di quanto non possa essere un "suca" generalizzato nei confronti di gufi antigobbi (tra i quali mi schiero in tutto il mio splendore ) . In generale, comunque, mi pare una serie di battibecchi che ha ben più dello "stucchevole" ormai: a questo punto non ha più senso capire chi abbia iniziato e chi no, chetatevi e stop.
  13. Green Plastic, semplicemente: perchè?
  14. Dunque; un valvolare non è sempre e per forza meglio di un transistor: lo è in alcuni termini tecnici, ma può non esserlo in termini di esigenze. Volendo fare una lista di pro e contro, verrebbe fuori un risultato del genere: pro valvolari: - maggiore dinamica - migliore risposta al tocco - suono più "rotondo" - maggiore "presenza" del suono - comportamento coerente con overdrive/distorsioni a pedale - distorsione "armonica" [concetto che per ora non spiegherei] contro valvolari: - costo (anche se dipende) - manutenzione (le valvole dopo qualche anno vanno cambiate e in generale è meglio non schiantarli giù dal quarto piano) - (in diversi casi) peso - a conti fatti, il suono può essere leggermente diverso da un giorno all'altro, ce ne si accorge soprattutto in distorsione pro transistor: - (generalmente) maggiore versatilità; - costi contenuti; - (in alcuni casi) maggiore headroom [concetto che per ora non ti starei a spiegare a meno che tu non lo voglia] - maggiore trasportabilità; - suono sempre uguale contro transistor: - minore "presenza" del suono; - normalmente mettendogli davanti un distorsore a pedale è abbastanza raro sentirlo suonare per come dovrebbe; - minore dinamica. Sono "macrofamiglie" perchè, naturalmente, esistono varie eccezioni (ad esempio i Jazzisti normalmente preferiscono usare ampli a transistor [Polytone, Roland Jazz Chorus..] proprio per il discorso di "headroom" di cui sopra, esattamente come ci sono transistor dai 100€ ai 2000€); però da rocckettari si preferisce di gran lunga usare valvolari: in un contesto di band che "pesta", si ottiene un suono più presente e più "grosso". Sui wattaggi 50W valvolari ti bastano senza problemi (potrebbero anche bastartene 30), a transistor - invece - sarebbe meglio avere un ampli da almeno 80/100W. Come modelli... gli Engl sono generalmente abbastanza "metal oriented" anche se, in realtà, per il rock sono perfetti. Dipende da quanto vuoi spendere, se il budget è di 500€ ti consiglierei: - Bugera 6260 (il pulito è abbastanza orrendo anzichè no, ma il distorto è ottimo. È la sottomarca della Peavey: garantisco sul suono ma non sull'affidabilità: non ho esperienze dirette ma qualcuno a cui s'è fiammato lo conosco - come conosco, beninteso, gente a cui s'è fiammato un Fender Deville piuttosto che un Marshall. In ogni caso per i valvolari vale sempre la stessa regola: trattali bene e ti vorranno bene). - Yamaha T100C (preme anticipare che non c'entri NULLA con i Soldano - visto che ovunque troverai scritto che quest'ampli sia stato disegnato da Mike Soldano - ma ha un pulito che digerisce perfettamente qualunque pedale e un distorto interessante, molto Marshalloso) - Hayden Cotton Club (somiglia al Vox AC30, se non ricordo male è un monocanale - ha solo il pulito oppure puoi farlo distorcere tirandolo a canna ma non avresti più un pulito di base - ma se hai distorsioni a pedale è perfetto) - Engl Thunder 50 (puliti così così ma distorti molto belli) - Mesa Boogie Subway Blues (piccolo, grandissimo ampli: coi Mesa non si scherza, 20 W possono tranquillamente coprire una batteria, ma il rischio che si riveli un po' sottodimensionato c'è) - Bogner Alchemist (questo lo prenderei io ora se avessi cash, semplicemente meraviglioso). Per ora questi sono quelli che mi vengono in mente, dovessi ricordarmi di qualcos'altro aggiungerò! Per quanto riguarda la chitarra: sì. Pur essendo, la tua, una semi-hollow body (ovvero non è del tutto vuota dentro), comunque quel tipo di chitarra tende maggiormente al larsen e non andrebbe utilizzata in contesti con molto gain a meno di non poter tenere un'adeguata (leggi "grande") distanza tra chitarra e ampli/monitor da palco. Andrebbe valutato, tuttavia, un complesso di cose: - quanto sei vicina all'ampli quando suoni? - Quanto (accidenti) pestate e, di conseguenza, quanto sono alti i vostri volumi all'interno della sala? - Per caso la chitarra ti fischia anche sul pulito ad alti volumi? - Se colleghi la chitarra direttamente nell'ampli e poi provi a collegare la chitarra nella pedaliera e da lì all'ampli, noti delle differenze di volume? (Ci sta che la pedaliera abbia un volume generale che magari è più sostenuto del volume che l'ampli avrebbe se dovesse "ospitare" la sola chitarra) - Stai usando cavi decenti o si tratta di cavi raccattati?
  15. Korg

    Liars

    Spero di parlare troppo presto, ma per me troppo kraut gli ha dato alla testa...: in questo pezzo sento i "veri" Liars - per come io li intendo - solo nei "suoni" e nell'ultimo minuto!
  16. Per quello che può interessare, il mio rapporto con la sfera religiosa è un po' particolare: sono squisitamente anticlericale, a un tempo ateo e a un tempo agnostico, ma se fossi credente probabilmente sarei affine all'ebraismo. Sono sostanzialmente affascinato dall'uomo, dal singolo uomo come dall'umanità nel suo complesso. È questo l' "archè" in cui ripongo totale ed incondizionata fiducia e in questo senso se da una parte non riesco a tutti gli effetti ad accettare l'idea di un "über" che non sia in grado di essere messo quantomeno in pericolo dal questionare le stesse capacità umane - probabilmente per via d'una personale "miopia" - , dall'altra mi è impossibile rimanere indifferente nei confronti del concetto di "spiritualità". Da questo punto di vista, se da un lato non riesco a identificarmi esattamente con un percorso spirituale specifico (e non invidio ma certamente non biasimo chiunque in questo sia riuscito) nè ripongo le mie speranze e le mie attenzioni all' "aere" quanto, piuttosto, al mio "prossimo"; dall'altro lato sarebbe terribilmente presuntuoso da parte mia considerare di essere perfettamente edotto in merito alle varie religioni. Comprendo in pieno, tuttavia, il concetto di "devozione" nella sua accezione più sincera poichè conscio d'averlo sperimentato in prima persona ma per tutt'altra forma di religiosità - appunto - prettamente "umana" (colui che move il sole e l'altre stelle), e in qualche misura invidio chi raggiunge tali stati di profonda "comunione in absentia", ma è un' "invidia" sempre indirizzata al piano "umano" anzichè a quello spirituale. Riguardo il capitolo "bestemmie" sono pienamente d'accordo con karma, quoto ogni pixel!
  17. Boia se fui profetico..! http://www.clandestinoweb.com/number-news/57932-claudio-ranieri-esonerato-andrea-stramaccioni-nuovo-allenatore-dellinter/
  18. Ti quoto parola per parola, hajime, post semplicemente perfetto. Peraltro c'è coso, Raiola che pare abbia portato all'Inter tale Guidiala, potenziale erede di Balotelli: se ci aggiungiamo i vari Crisetig, Longo agli stessi Faraoni, Viviano, Obi, Poli, Destro (si parla di un suo ritorno, ancora non capisco perchè l'abbiamo ceduto), Natalino, Alborno, Kysela, Coutinho, Mbaye, Alvarez, Mariga... con un paio di nomi abbastanza grossi e capitan Zanetti a fare da chioccia (magari non giocando), basterebbe solo un po' di coraggio per ritrovarsi con una delle squadre più veloci e grintose del prossimo campionato. Il problema è che mai come ora ci vorrebbe un Mancini di nuovo ad Appiano Gentile, ed io continuo a sperare in un cambio d'allenatore comunque ora: gli si darebbe il tempo di conoscere la rosa ad hoc, capire tutte le esigenze, iniziare ad impostare un gioco e intervenire ad hoc sul calciomercato; è veramente così difficile? Mah...! EDIT: Su Corno: Ha ragione, è un deficiente, ma è soprattutto un PISANO. NON un "fiorentino", GIAMMAI.
  19. No, no, tranquillo, leggo tutto volentieri: mi rassegno al giusto contrappasso considerando i panegirici ai quali sottopongo la gente...! Ale, temo di doverti deludere perchè è assolutamente verità oggettiva il fatto che si possa giudicare il "rock" secondo parametri precisi, è verità oggettiva la possibilità di giudicarlo dividendolo in due "filoni d'analisi", è verità oggettiva il fatto che questi due filoni (movimento musicale / movimento culturale) esistano ed è verità oggettiva il considerare che fenomeni/eventi/evoluzioni riguardanti un filone possano non aver trovato la propria controparte nell'altro e viceversa. Herbie Hancock ha introdotto il Fender Rhodes nel rock (non il Bass Rhodes), alla lontana ha determinato la svolta dei Radiohead, è uno strumento che segna in tutto e per tutto una rivoluzione: non mi risulta l'esistenza di magliette di Herbie Hancock, non mi risulta che Hancock sia mai divenuto un fenomeno di costume. Parallelamente il fatto che migliaia di persone andassero a giro con la maglietta dei Judas non spiegherà mai, nemmeno parzialmente da sè, la necessità del sound "Korn". Perdonami, ho sottolineato la parte in grassetto per anticiparla rispetto al resto e per poter dire: "COOOOOOOOSAAA!?" E... il "Montezuma" di Giusti? E Goldoni? E Metastasio? E Beaumarchais? E Corneille? E Rousseau? E Voltaire? E Racine? E Zola? E Dryden? E Hugo? E Maeterlinck? E Scribe? E Davenant? Personalmente non mi avventurerei a cuor leggero nella lirica, molta della critica teatrale s'incentra sull' "interpretazione", un cantante favoloso può essere ridotto a caprone se forza un personaggio, se non si ritiene sia entrato nello spirito di una particolare figura, se si ritiene sia stato "alieno" rispetto al contesto... e anche lì ci sono due filosofie di pensiero diverse sin' dai tempi del trio Montdory, Bellerose e Montfleury che divise in due i gusti critici del tempo. La critica teatrale è un campo drasticamente diverso da quello in cui ci siamo addentrati noi, e io me ne terrei distante non foss'altro per personale incompetenza. Il discorso di "musica colta" (mi riferisco anche al jazz), per me, è un alibi. Non tuo, dico, quanto un "alibi" in sè: un modo per lavarsi le mani da parte della critica rispetto a tutto quello che succede (ed alle proprie responsabilità) su un piano d'evoluzione storica, un modo per sminuire l'importanza di molti elementi da parte di chi compone sotto lo scudo del "vabbè ma io non sono un dotto", un modo per ghettizzare sè stessi e le proprie capacità di comprensione rispetto alla pigrizia mostrata nel non voler compenetrare certe cose. Anche il rock è musica colta, solo perch'è sostanzialmente impossibile trascrivere i feedback su pentagramma ciò non fa dei "My Bloody Valentine" una band di pischelli, priva di cultura, di radici, di peso concettuale, di conoscenze, di importanza presente, passata, futuribile. Il punto è che sia innegabilmente troppo comodo il calderone "rock", ma ad uno sguardo attento - come ho scritto nel precedente messaggio - è molto facile individuare chi sia davvero un fenomeno e chi no, e da questo punto di vista - ripeto - se in un contesto ho testi che valgono 10 e musica che vale 3, non sono evidentemente allo stesso livello di un contesto in cui ho testi che valgono 6 e musica che vale 15 o 20. È quando tutto questo non viene tenuto in considerazione che Mannarino diventa un genio, e purtroppo mi pare una situazione criticamente simile a ciò che accade in questo momento. Come tua volontà è il considerare il tutto come unicum. Capisco in questo caso specifico tu ti stia riferendo a "No Surprises", ma l'estetica della canzone in sè non prevede assolutamente la commistione tra più forme artistiche nè nobilita la parte letteraria rispetto a quella musicale. La "canzone" nasce come strumentale, e ci vorranno MOLTI anni prima che all'interno di questa forma musicale (basata sul CANTO, a sua volta uno strumento, non un messaggio letterario) si inizino a veicolare messaggi testuali. Tornando all'unicum: in tutto quello che ho scritto finora non mi pare di aver negato la portata enorme di due forme artistiche che creano un connubio in grado di fornirsi reciprocamente senso; quello che questiono è il grado che questi connubi possono raggiungere. Quello raggiunto dai Radiohead di "No Surprises" è un grado estremamente più elevato rispetto a quello raggiunto dai Doors in "The End". Come posso fare un'affermazione del genere? Analizzando le due componenti separatamente: ho un tema letterario estremamente interessante con richiami filosofici, sociali e concettuali dalla portata estremamente vasta; ho un tema melodico e un'interpretazione che da sole mi restituiscono già l'effetto del testo (Yorke canta come se stesse morendo, o in alternativa come se si fosse risvegliato da un coma o stesse per entrarci: non è affatto un canto dolce e suadente), due temi melodici molto particolari tra voce e chitarra arpeggiata, un ottimo movimento armonico, una grande varietà di "colori" in tema di strumenti utilizzati, un ottimo studio compositivo. (Il tutto calato in un contesto artistico e concettuale enorme, in cui viene inserito un lavoro artistico grafico enorme ed un lavoro cinematografico pazzesco: questo è quello che rende "Ok Computer" una pietra miliare della storia artistica della fine del '900 mentre, ad esempio, "Parachutes" dei Coldplay è e sempre sarà "solo" un bel disco). Se uso gli stessi parametri coi Doors, scopro che a fronte di temi concettuali, filosofici e letterari molto molto alti, ho una realizzazione musicale statica, banale e inviluppata su sè stessa, che arriva dal passato e non prospetta un futuro e per di più non pare essere coerente con le stanze narrative suggerite dal testo. Faccio un controesempio per capire la differenza di livello rispetto a chi poteva avvalersi di 12 semplici parole per esprimersi in modo infallibile: "One of these days I'm going to cut you into little pieces" (per inciso: 1971). Tutto il resto è SOGGETTIVITA', ed è questa a rendere discrezionalmente - in questo caso - impossibili analisi in grado di stabilire "chi meriti più di chi" all'esterno dei discorsi di costume. Non voglio certo convincerti a far retrocedere di posizioni i Doors nella lista delle tue preferenze, non sarebbe mai possibile e mai sarebbe in ogni caso una mia mira, ma se sto cercando di dimostrarti qualcosa, essa è il fatto che i tuoi assunti siano fortemente appartenenti al campo della soggettività e che non tengano conto, per l'appunto, del peso del discorso di "costume" che appartiene ai Doors. Risposto appena sopra, però se dici che non si può valutare "No Surprises" come opera, o tu hai appena sputtanato il tuo ragionamento oppure io sto capendo male il significato di "opera"! Forse non ci siamo capiti: non ho detto che il testo non serva a nulla e non ho negato che la commistione tra testi e musica possa dare origine a "qualcos'altro": ho detto che nel momento in cui mi trovo dinanzi a questo "qualcos'altro" e mi rendo conto di non notare particolarità trascendentali, posso procedere ad un'analisi in virtù di mezzi oggettivi a tutti concessi (che includono anche i risvolti storici), e se alla fine di quest'analisi mi ritrovo con un risultato di "imparità" tra le due componenti e dall'altra parte esempi in cui al netto di tutte le potenziali analisi mi è solo concesso il rimanere a mascella per terra, concludo che il primo operato artistico abbia minor valore degli altri esempi. Ripeto: è il motivo per il quale Picasso si studia a scuola e Jovinge lo conosceremo in 6 e la mancanza di tutto questo è il motivo per il quale i Queen sono considerati una delle band più importanti del pianeta. Ho, inoltre, fatto notare che il testo è un linguaggio a parte comunque accessorio, che il fatto che esso sia meraviglioso possa nobilitare un operato artistico ma che Musica - aggiungerei "fortunatamente" - non ne postula la presenza quale "conditio sine qua non". Bene: se il valore artistico corrisponde alla somma delle parti, il valore artistico di "The End" è minore rispetto al valore artistico di "Love You To", e questo non è che un corollario del mio ragionamento. Che poi "The End" evochi in te sensazioni che "Love You To" non saprebbe nemmeno comprendere è un altro paio di maniche, la cui discussione appartiene ai parametri - again - della soggettività. Eh, porca vacca, "irrilevante" una sega! E il film "Doors"? E tutta la gente che ancora cita frasi di Morrison ovunque? E tutto il merchandising sul quale ancora Manzarek e Krieger campano? E i tatuaggi di Morrison? E le filosofie di vita? E mi fermo qui per pura mancanza di tempo...! Di sicuro, a questo mondo, c'è davvero solo la morte: quello che posso dire è che se il discorso va su basi di "tecnica sterile" ovvero "bagaglio di conoscenze esecutive", i Doors erano un buon gruppo ma certamente non al livello dei già citati Zappa, Mahavishnu Orchestra, Return To Forever, Allman Brothers, Genesis, Grateful Dead etc etc etc. . Mi torna perfettamente che molti critici molto competenti tributino lodi alla competenza tecnica dei nostri, ma appunto, ripeto: se parliamo di "bravura sul proprio strumento" stiamo parlando di un parametro comunque ai miei occhi estremamente riduttivo, in virtù del discorso sulla tecnica fatto in precedenza. Sul fatto che non ci fossero molti complessi simili dipende dal punto di vista: per quello dei risultati prettamente musicali mi pare ce ne fossero eccome (questo per rispondere al discorso di originalità), per quello del tipo di ensemble in effetti no (e anche qui per merito di Manzarek) ma ce n'erano di più particolari, per estrazione gli Who (Townshend dal bluegrass, Moon dal Jazz, Entwistle dalla classica), i Led Zeppelin e gli stessi Beatles non ritengo avessero granchè da invidiargli! Per chiudere: non voglio inserirmi nella polemica ma sono pienamente d'accordo coi giudizi di Sex circa "The Wall" e "Born In The USA"; non penso tuttavia volesse provocarti, Bak!
  20. No. Ecco, vedi, questo è un altro punto fondamentale: parliamo di "rock" e non riusciamo a dare dei limiti precisi alla definizione di "rock". Io per primo, talvolta, dimentico che persino Madonna in alcuni momenti sia stata considerata "rock", che per Christina Aguilera si parla di "rockstar", che i Pink Floyd sono considerati "un gruppo rock". Ci sono due campi ben distinti che vengono chiamati in causa in rapporto alla questione "rock": uno è quello musicale, l'altro è quello del livello sociale, altresì noto come "costume". Dal punto di vista musicale, tutte le analisi, tutti gli apporti che ho fornito nel precedente messaggio hanno nessi e logicità estremamente coerenti fra di loro e rendono possibile l'individuazione di parametri oggettivi che, al contrario, rendono tutt'altro che "irragionevoli" i vari "distinguo" sin qui operati. Livello "musicale" equivale a livello "artistico", ed artisticamente parlando Dylan una mattina si è alzato ed ha re-inventato il folk, e nel mezzo ci ha infilato messaggi letterari altissimi: prima ancora di questi messaggi c'è una portata innovativa praticamente incalcolabile, che può piacere come non piacere (a me il folk, ad esempio, tendenzialmente non piace, duole dirlo ma mi annoia) ma che diviene comunque una pietra miliare per la musica tutta. "No Surprises" ha un arrangiamento e delle idee che possono tranquillamente prescindere dal testo: possono assumere significato (maggiore o significati diversi) grazie alla parte letteraria, possono essere state concepite partendo dalla base letteraria, ma questo non muta il valore di ciò che di musicale è stato fatto. (E può accadere il contrario, anche Tolstoj non ha saputo resistere all'impulso d'inventarsi "La Sonata a Kreutzer" dopo averla ascoltata). Tutti gli esempi che tu stesso hai appena chiamato in causa, raggiungono e completano quella che può davvero definirsi come arte, poichè si raggiungono commistioni altissime tra varie forme d'espressione artistica e proprio per quello assumono valori enormi; questo coi Doors non accade se non a metà, ovvero nella parte letteraria (perchè s'è già ampiamente dimostrato per quale motivo musicalmente siano 3 su una scala da 0 a 10) ed è pazzesco che se ne parli in relazione ad un "gruppo musicale", QUESTO - non solo a mio parere - è il vero controsenso. Au contraire, in chiusura di questa parte, vallo a dire a Hendrix, Allmann Brothers, Clapton, Zappa, Mahavishnu Orchestra, Weather Report... che "il rock, se si considerasse fatto di sola musica, non sarebbe così interessante" e vediamo cosa ti rispondono! Peraltro, a conti fatti, il "rock" di Hendrix non è affatto distante da quello dei Doors! L'altro piano è quello del costume, ed è lì che si possono davvero collocare come regnanti i Doors: un fenomeno sociale, una moda, un "catalizzatore" di attenzioni per via di ciò che Morrison proferiva, per come lo proferiva e per l'immagine che di se stesso era riuscito a dare. È in quest'ambito e in questo soltanto che fa fede il tuo ragionamento che individua come "fazioso", "arbitrario" e "irragionevole" lo scindere le componenti: una forma artistica viene USATA per veicolarne un'altra, conquistare degli spazi, raggiungere evidenza e imprimersi - in modo anche talvolta subliminale - nelle menti della gente. È lo stesso motivo per il quale i "Sex Pistols" valgono più dei "Ramones" nella coscienza comune, quando in realtà ai fatti non potrebbe essere più giusto il contrario. Un vero poeta non è mai riuscito a conquistare tanto, e quanti "musicisti", invece, sono considerati poeti?! Non sarebbe possibile comprendere il fenomeno "Doors" se non in un'accezione di "musicisti che nei testi parlano di cose particolari", ed è lo stesso identico contesto all'interno del quale diventa spiegabile un'infinità di fenomeni e che ha determinato il valore della "singola dote" (la sola immagine, la sola capacità vocale...) che crea come estremo risultato proprio quel "mainstream/baratro" cui tu stesso facevi accenno. Ovviamente non voglio dare la colpa di Adele ai Doors, per carità d'iddio , cerco di farmi capire. Non ritengo sia giusto dire che giudicare i Grateful Dead solo per la musica, Dylan soprattutto per i testi... abbia senso: quando un artista è completo, riesce a gestire e addirittura convogliare nella sua opera diverse forme (anche i Beatles hanno dalla loro parti letterarie del tutto non trascurabili), riesce ad evolversi... allora questi è un grande artista. Un artista bravo solo in una cosa è un artista incompleto, bravo a metà, come un calciatore bravo nel dribbling ma lento come un bradipo è un calciatore sostanzialmente inutile se non per meri spettacoli "leggeri" di tipo circense. Questo sono i Doors: un fenomeno di costume con ottime basi concettuali e letterarie ma con fragilissime doti, peculiarità e particolarità musicali; non c'è "arbitrarietà" alcuna nel ritenere "ridicolo" considerarli più importanti dei Pink Floyd nella storia del "rock" a meno di non tenere presente un parametro - ripeto - di costume. Ma il caro Scaruffi mette al primo posto "Trout Mask Replica", un disco che richiede anni per essere capito e decenni (e un grosso lavoro sul proprio senso di "gusto") per essere apprezzato. Allora ci pigliamo per il culo, inutile girarci intorno. Aaah ok! Cioè: ti seguo all'80% perchè comunque sono almeno 30 anni che quello delle vendite non è più un parametro affidabile, però ora ho capito meglio cosa intendessi dire, grazie!
  21. Korg

    Dischi insospettabili

    Boia, Der, ma sembra solo a me sia esattamente lo stesso modo di cantare di Waters in tutto "The Wall" (prendi "Don't Leave Me Now")?
  22. Dimenticavo, un ultimo appunto al riguardo del fumetto: in che senso parli di "voragine" tra mainstream e "autentica qualità"? Nel senso, prendiamo una Rihanna e prendiamo la M.I.A. di "Galang": mi sembra quasi lapalissiana l'idea che si sia detto alla prima "non hai stile, te lo diamo noi: canta come lei e poi t'atteggi". Da questo punto di vista, però, la continuità tra mainstream e "underground" è pressocchè assoluta come lo è sostanzialmente sempre stata: "sotto" si crea e "sopra" si "cristallizza", e generalmente chi ha idee troppo forti "scavalca" finendo nel mainstream in quanto "irresistibile". Sì, i Beatles erano universali, ma lo erano anche i Floyd, lo sono i Depeche Mode, lo erano i New Radicals, lo sono i Daft Punk, lo erano i Police... mi sfugge l'assunto "monolitico", ammesso che quando l'hai scritto gli avessi attribuito gli stessi connotati di "monoliticità" che gli sto attribuendo io! In ogni caso si fa cacare, ragazzi, 4 pagine dedicate a Scaruffi, e non è ancora finita...!
  23. Dunque, prima di cominciare: complimenti per il fumetto! Purtroppo ti scontri con un totale inetto in materia, sostanzialmente rimasto al tratto Disney e quindi - ai fatti - del tutto incapace di identificarsi con il tuo tratto/stile ma come con quello di un qualunque altro fumetto che non sia "pacioso" e "tondeggiante" come "La Linea" di Cavandoli o Charlie Brown o Sturmtruppen e similia. Tuttavia ciò non m'impedisce di riconoscerti grande perizia e nel mio piccolo invidiarti da perfetto impedito nel disegno quale sono. Ti confesso, però, che il tipo di linguaggio utilizzato non mi ha entusiasmato ma ritengo anche questo un mio problema e non un "problema" generale. Mah, se penso che allo stato attuale Brunori è universalmente riconosciuto come un grande artista da critici e riviste, se penso che uno come Christgau ha capito tutto di Thelonius Monk e nulla di nulla di Lou Reed (sul quale però forse DEL TUTTO male non ci ha visto; sicuramente sì sui Velvet Underground), se penso che "Come On Over" di Shania Twain è 4 volte disco di diamante... non dico che non si possa essere critici a meno di non essere Berlioz, ma sicuramente diventa difficile se non impossibile basarsi su "pareri", specialmente se a darli può esserci persino Simona Ventura. Non sono certo così cieco da non ritenere i Doors una band in ogni caso importante, anche i Rolling Stones sono un grande gruppo per quanto non siano certo una delle mie band preferite e non li ritenga certo dei "dotti"; ma è altrettanto vero che molto spesso la storia sia ingiusta e che lì dov'è possibile utilizzare parametri oggettivi per stabilire meriti, beh: possa essere utile farlo! Anche qui ci si addentra in un campo minato di nulla concernente la stramaledetta "forma canzone"; anzitutto non mi pare i Doors si siano librati in "suites" in grado di superare la stessa forma: "The End", "When The Music Is Over", "Soft Parade" e toh "Riders On The Storm": tutte ancorate nel migliore dei casi a due idee di numero, portate avanti in ottica di "jam", e dall'altra parte "Revolution n°9" e "I Want You" che soprattutto nel primo caso sostanzialmente dilaniano la tanto (da me) odiata forma. Al di là di tutto ciò, però, perdonami ma ritengo un attimo troppo semplicistico e anche un po' fuorviante il tuo ragionamento. Creare musica seriale è - paradossalmente - molto più semplice dell'inserirla come "opzione" in un contesto diverso. Perchè chiaramente se stai sviluppando un percorso preciso e del tutto nuovo come quello atonale, definisci un sistema, definisci delle regole e resti in un solco internamente al quale valgono delle cose e non ne valgono altre; in un contesto più aperto come il loro, le difficoltà sono immani: vale tutto. Vale tutto eppure non vale l' "esercizio" in sè (che sarebbe, appunto, la strada più semplice). È qui che individuo già un errore nelle tue considerazioni: l'effetto dell'orchestrazione di "ADITL" è straniante, mette ansia, crea disorientamento e proprio qui sta il discriminante: cercavano qualcosa (questi effetti) e sapevano come ottenerla. I Beatles non facevano musica seriale ma la conoscevano e potevano utilizzarla; non erano ricercatori nello stile di Berio ma con Berio, Lennon e Macca ci lavoravano: la loro ricerca - ripeto - (a parte il caso di "Revolution 9", episodio a parte) non era mai "settoriale" e "fine a sè stessa" ma sempre, costantemente mirata all'integrazione, al superamento delle barriere che molto spesso lo stesso sperimentare impone, soprattutto in termini di "fruibilità". Introdurre in "canzone" e in un'armonia talvolta sostanzialmente banale un mostro come la serialità, come introdurre nel cinema il sonoro (Russolo) iniziando dai rumori - perchè il rumore è molto maggiormente sinonimo di "normalità" rispetto al suono, la cui presenza esige condizioni ben più particolari - è una difficoltà pari al raggiungere la Luna. È come riuscire a comporre rendendo udibili gli ultrasuoni e utilizzandoli per un brano come, che ne so... "Barely Breathing" di Duncan Sheik (a noattri già famosa come "Il Male Minore" di Niccolò Fabi): fare un disco di soli ultrasuoni udibili sarebbe difficilissimo, ma in fin' dei conti sarebbe un attimo, sarebbe la "semplice" applicazione di un modus operandi. Sarebbe il "manifesto" di una nuova tecnica che in quello stesso momento cesserebbe d'essere una conquista per divenire un nuovo punto di partenza. Loro facevano questo, trasformavano i "modus operandi" in strumento, i risultati già acquisiti in nuovi punti di partenza. Non avevano bisogno di citare musicisti più "alti": erano già altissimi di loro. Non avrebbero avuto il minimo interesse nel creare una composizione seriale e sarebbero stati perfettamente in grado di farlo, come Van Gogh sarebbe stato perfettamente in grado di replicare un "Bacchino Malato" e non avrebbe avuto il minimo interesse nel farlo, giusto per anticipare un paragone che segue. Inutile aggiungere, peraltro, che io e te, ora, coi mezzi a nostra disposizione e da comuni mortali possiamo accedere allo scibile (o quasi) di Schönberg e compagnia ed esserne a conoscenza, cosa quasi infattibile all'epoca. Di qui la sola idea di "citare" un qualcosa che neanche gli stessi critici musicali avrebbero probabilmente potuto cogliere (figuriamoci il pubblico medio) mi suona un attimo irrealistica. In questo senso si può dire quello che si vuole, ma musicalmente parlando i Doors (a prescindere dal confronto coi Beatles) sono un gruppo incancrenito sulle stesse idee già da "Waiting For The Sun", totalmente disinteressato nei confronti sia della propria evoluzione sia nei confronti di evoluzioni stilistiche in generale (leggi: trovano un loro stile e si fermano lì, al massimo tornano indietro), che ha un approccio indubbiamente innovativo ma applicato a coordinate musicali assolutamente non inedite già per il periodo, e questo è un dato oggettivo al quale si presta sempre scarsa attenzione. Qui c'è una discontinuità molto importante: "Tecnica" non è un mix d'ingredienti che ognuno può gestire a suo modo. tecnica [tè-cni-ca] s.f. (pl. -che) 1 Insieme di norme che regolano la pratica di un'attività: t. chirurgica, militare, pittorica; t. delle costruzioni, dell'incisione; un atleta che possiede un'ottima t. 2 (solo sing.) Applicazione delle conoscenze elaborate dalla scienza a scopi pratici e alla produzione di strumenti per realizzarli SIN tecnologia: i miracoli della t. 3 Modalità esecutiva di un lavoro SIN procedimento: una nuova t. per costruire le automobili 4 Nel l. com., metodo, sistema: ha una t. tutta sua per attirare i clienti Possedere un bagaglio di "tecniche esecutive" (es.: per la chitarra gestisco alla perfezione alternate picking, sweep, tapping, string skipping, vibrato, legato, rake, acciaccatura, finger picking, ho uno strumming della madonna, sono un metronomo vivente, sono diplomato in armonia e composizione) non è sufficiente a definire "l'insieme di norme che regolano un'attività" e non lo è al fine dell' "applicazione delle conoscenze elaborate dalla scienza a scopi pratici e alla produzione di strumenti per realizzarli". Quello che mi consente di imparare ad utilizzare gli "strumenti esecutivi" dei quali sono in possesso sono l'esperienza e la cultura, ma l'esperienza è frutto della capacità di discernimento (e) del vissuto, come lo è anche la cultura. Capacità di discernimento che m'impone di prendere delle decisioni, di capire cosa sia affine alla mia sensibilità e cosa no, alla stregua di come "cultura" m'imponga di evolvermi, nel senso di saper ri-tracciare il mio cammino, riuscire ad individuare le mie mutazioni, elaborare intuizioni su un piano che mi astragga dal tempo (posso analizzare passato e presente contemporaneamente elaborando già un futuro da considerare a sua volta possibile presente o già potenziale passato). Questo è il "gusto". Gusto, cultura ed evoluzione determinano scelte, che a loro volta determinano risultati, che a loro volta determinano la creazione (o il definirsi di) nuovi strumenti: è un ciclo che nelle menti più fervide conduce alla "sana pazzia" poichè mai destinato a concludersi, e nelle menti più coraggiose (proprio perchè in grado di riconoscere il raggiungimento del proprio completamento) conduce alla "firma", al Mirò, all'Einstein, al Dalì. Ne consegue che proprio quest'idea di "definizione dei confini" sia l'abominio maggiore che determina tutta quella serie pressocchè infinita di insulti alle arti, maturati sotto l'egida del "però TECNICAMENTE è competente": non esistono "mezzi" al servizio della creatività nè di doti, ma ESSERI al servizio di concetti ed obiettivi. Finchè non ci si schioda dall'idea che "tecnica" siano i "mezzi dell'artista" e non che l'artista tout court costituisca il proprio mezzo per la creazione di arte, troppe cose risulteranno poco chiare e si continuerà a non saper dare risposte circa i vari "perchè Picasso sì e Jovinge no". E mi duole dirlo, ma la mia non è affatto una "prospettiva romantica", quanto semplicemente il percorso più difficile sul quale incamminarsi. Sì, anche qui, ora: prendiamo il dato con pinze grandi quanto una casa. Già solo alla luce di quanto scritto appena sopra, il discorso di "musicisti migliori" può andare a farsi benedire, rimane quello di "esecutori migliori" ma è bene ricordare che al riguardo dei Beatles parliamo di 4 polistrumentisti (Ringo ha anche cantato), e se tra Manzarek e McCartney sono certo che il primo sia il "migliore" dei due, tra Krieger e Lennon o tra Krieger ed Harrison non lo sono per nulla: il fatto che Krieger si lanciasse in soli dalla lunga durata lì dove sia Lennon che Harrison al massimo si lanciavano in "frasi" può abbindolare molti, ma non chi più o meno conosce lo strumento in questione e riesce a rendersi conto di certe complessità. Ad esempio il solo di Lennon in "You Never Give Me Your Money" è decisamente più complesso di quelli di Krieger in "Five To One" - comunque tra i suoi migliori - che da standard soli blues risultano estremamente prevedibili e "rintracciabili" all'interno del classico "metro" pentatonico. Ambedue - al mero livello "terra terra" di tecniche esecutive utilizzate - dimostrano sostanzialmente eguale possesso dello stesso bagaglio: bending per uno, bending per l'altro, glissati per uno, glissati per l'altro... . Ovviamente questo non vuol dire che un solo sia meglio dell'altro, questo è il campo della soggettività: oggettivamente bisogna disporre di competenze maggiori per strutturare un solo come quello citato di Lennon rispetto a quelli citati di Krieger. È proprio qui il problema. Quando ti ho scritto "so che tieni particolarmente ai Doors", Bakke, intendevo sottintendere che il tuo mi sembra un parere privo di oggettività poichè troppo influenzato dai giudizi emotivi. Che piaccia o no, "musica" è un codice linguistico a se stante, perfettamente concluso di suo. Questo dovrebbe essere sempre tenuto a mente da chiunque si muova nel dare "giudizi", il non averlo presente è il motivo stesso per il quale un cialtrone a caso può scrivere testi potenzialmente interessanti accompagnandosi col giro armonico di DO e divenire "the next big thing" sospinto dal "dice cose sensate" che tanto spesso viene regalato. Anche Travaglio spesso dice cose sensate: ha l'accortezza di scrivere libri, non registra dischi. Mi rendo conto possa sembrare una prospettiva "algida", ma non esclude minimamente l'emotività: la conduce a livelli superiori. Le "Gymnopèdies" di Satie non hanno bisogno di nient'altro per sconvolgere chiunque sia dotato di un minimo di sensibilità, "The End" varrebbe molto meno di una "We're Not Gonna Take It" degli Who (brano del quale adoro follemente le strofe ma del quale vorrei non aver mai ascoltato i ritornelli) se non ci fosse quel testo, se non sapessimo di cosa parla, se non fossimo tutti a conoscenza del carisma, della storia e della personalità di chi l'ha scritto. Ma musicalmente parlando è un brano catastroficamente banale (Re, Do, Sol) e non vi fosse stato il lavoro di struttura, dio solo sa quanto poco se ne parlerebbe non avesse avuto quelle liriche! Si tratta di serie di accordi, di armonie, di atmosfere che affondavano radici in decenni precedenti, tradizioni musicali perfettamente assodate (voglio dire: Bo Diddley, Muddy Waters, Billie Holiday, Chuck Berry, DYLAN, Baez...) quasi del tutto non rinnovate dal loro apporto musicale, soprattutto se si pensa a gruppi come i "Cream", i "Jefferson Airplane", "Crosby Still Nash & Young" e a quello che facevano negli stessi anni dei primi Doors... (per non infierire spostandosi su gente come i "Tangerine Dream" o lo stesso John Cage)! E come "The End" "L.A. Woman", "Light My Fire", "People Are Strange" (che però fortunatamente ha una grande linea vocale)... potrei andare avanti per quasi tutta la discografia. E, per carità: per me anche una "Lovely Rita" non si può sentire per lo stesso identico motivo, ma da quella parte c'è stata - appunto - un'evoluzione, c'è stato uno studio costante ed ossessivo, c'è stato progresso... tutto quello che musicalmente sarebbe a dir poco "avventato" identificare nei Doors come tu stesso hai ammesso in più d'un'occasione. Parlando dei Doors, chi mi conosce sa che ho sempre scisso il discorso "Morrison" dal discorso "band", attribuendo al primo doti da conclamato extraterrestre, e quanto scritto finora non fa che confermare e consolidare questa mia posizione: stiamo parlando d'una band che senza quell'uomo avrebbe avuto buone chances di non essere niente. E non si provi nemmeno a parlarmi dell' "energia live", siamo sullo stesso punto di prima: "Morrison" è un discorso, poteva scatenare orgie da solo, la "band" è un altro, e di band davvero irresistibili ce ne sono state prima di loro (gli Stones), ce ne saranno di molto più irresistibili (Led Zeppelin), di più energiche (Who), di più preparate (Genesis) e di più innovative (Grateful Dead) già contemporaneamente a loro. Anche qui non sono d'accordo nè sull'adozione del termine "estetica" nè sul paragone. Se parliamo di "estetica musicale" no, i Doors sono poca cosa (potrebbe interessarti questo libro, si trova facilmente: http://www.ibs.it/co...sicale-dal.html è una storia dell'estetica musicale) e lo sono per tutta la serie di motivazioni sopra espressa - e ve ne sarebbero di ulteriori. E non si muovevano "totalmente fuori dalle regole", anzi: erano costretti nelle regole dei generi musicali e degli artisti dai quali attingevano senza riuscire davvero a divincolarsene se non - appunto - grazie all'intervento fondamentale di Morrison che quantomeno costringeva a mettere il tutto al servizio di una comunicazione EXTRA-musicale. Se si parla di "estetica" letteraria sono perfettamente d'accordo con te, se si parla di "estetica" in senso artistico sono assolutamente certo la portata dei lavori di Velvet Underground, Franco Battiato, Pink Floyd, Bob Dylan, fino a quelli dei Devo e di centinaia di altri in mezzo - persino il Marconi Notaro di "No Sub Reinos Dos Metazoarios", disco pretenziosissimo ma alienante per la tradizione musicale brasiliana - terribilmente superiore a quello dei Doors, non foss'altro perchè si tratta di lavori in grado di essere inappuntabili sia sull'aspetto concettuale, sia su quello letterario (ripeto, codice ACCESSORIO rispetto alla musica) sia su quello musicale in senso di evoluzione, ricerca, comunicazione. A livello pittorico per me i Doors potrebbero essere sensibilimente più affini a Beckmann (http://digilander.li...es/page2_65.jpg) o a Morandi: gente "tecnicamente" dotata, sinceramente ispirata e in grado di esprimere concetti precisi ma priva di quel "quid" in grado di condurla ad uno stadio di reale "unicità". Munch rappresenta esattamente quell'incarnazione del concetto di "tecnica" espresso poco sopra: "tecnica" non è avere i mezzi per partorire un Caravaggio, "tecnica" è "sè stessi" dinanzi all'opera d'arte che si è creata: nei suoi quadri, Munch ci si scaraventa in pieno, con tutto se stesso, il suo vissuto, le sue decisioni (scelgo certi accostamenti cromatici al posto di altri, certe pennellate al posto di altre, certe regole al posto di altre...) e le sue proiezioni, e determina se stesso in quello che crea stabilendo per se stesso nuovi punti di partenza e nuovi strumenti per sondarsi e continuare a produrre. I Doors sono un gruppo fermo allo stadio iniziale di questo processo: quello sanno fare e quello fanno. Morrison no, va oltre e questo rappresenta il solo motivo per il quale, personalmente, accetto di discuterne al riguardo partendo dal presupposto di considerarli "una band importante"; di contro m'intriga associare i Beatles a Hieronymus Bosch: la loro perfezione stilistica poteva convivere coi dogmi, con il presente prospettando un futuro e con perfetta coscienza del passato, e in tutto questo potersi tranquillamente permettere d'introdurre "mostri" neanche immediatamente identificabili.
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