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June Ogilvie

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Everything posted by June Ogilvie

  1. Anche se la Fiera delle Vanità non è così tremendamente distensiva, ecco (almeno secondo me): quell'uomo trasuda tagliente sarcasmo da ogni parola.
  2. Vale sempre la pena abbandonare Coelho. Anche se spezzo uno stuzzicadenti in favore delle letture nella stanza da bagno, che come è risaputo è luogo di nascita di tutte le migliori idee; quindi perchè non degnarla di buone compagnie? Sebbene la vasca da bagno, se presente, sia l'arredo preferenziale per la lettura.
  3. ma in realtà sono divertenti eh, aveva anche un discreto senso dell'umorismo quell'uomo
  4. scommetto che la rubrica "Letture Spocchiose" vi sia mancata immensamente. in un interludio di Guerra e Pace leggo queste, un modo raffinato per dire che trovo estremamente piacevole farmi i cavoli del Maestro.
  5. la cosa davvero geniale della foto di iaia è che lei è davanti a un cartello recante la scritta "trovare pulito è un piacere, lasciar pulito è un dovere", con tanto di freccia indicante
  6. la lotta per il post del mese è una lotta senza quartiere.
  7. @Canente: è un discorso semiserio: ho le capacità musicali innate di uno sgabello e oltretutto mi manca il tempo di intestardirmi ad imparare uno strumento difficile come l'arpa. In sunto: te beata! pensami quando arpeggerai
  8. la faccia di Chiara-sgabello è codesta:
  9. Desponsamus te, mare. In signum veri perpetuique dominii...
  10. (Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa. stop.) comunque, la mia formazione musicale consta una decisa persistenza nonchè perseveranza nello squillar il di casa campanello nonchè un'ottima preparazione in cacofonie per valigia e rampe di scale. Incidentalmente, ho acquisito una certa manualità con la campana tibetana (grazie a una Certa Persona, la quale ha permesso che si instaurasse un rapporto di mutua sopportazione fra la mia persona, la sua chitarra e uno space echo.) Tralasciamo due anni pianistici, in cui l'unica cosa che suonava veramente era la mia testa: a vuoto.
  11. quei biscotti, panic, sarebbero scozzesi ciò non toglie che siano burrosamente salati e buonissimi (ma, per fortuna, se ne può fare allegramente a meno.) sta di fatto che io ormai mi autoproduco biscotti e ne sono molto soddisfatta.
  12. Trucebaldazzi c'ha troppo odio per queste cose. E guarda che se legge il suo nome in contesto lady "vorrei essere duchamp ma non posso" viene dritto da Rastignano a prenderti.
  13. pratica reiterata all'interno della vita claustrale. cf. :
  14. nessuno ha ancora espresso stima e ciò è molto grave.
  15. dipende molto da come si è stati buttati nel mondo, secondo me: al liceo mi sono trovata costretta molte volte all'improvvisazione selvaggia (=interrogazioni volontarie forzate causa assenza del 70% della classe), il che mi ha aiutato moltissimo all'università (ho praticamente solo esami orali) in termini di sicurezza e faccia di bronzo.
  16. buonasera. è sabato sera, e sono talmente stanca che fra 14 minuti sarà tempo di siesta.
  17. Mi dissocio su questo, e lo sai (Diciamo che la fatica e il tempo che ci si mette a leggerlo in inglese vengono abbondantemente ripagati da tutto il resto)
  18. Alle 3.55 AM so gar den großstem Stars, leben ihre Leben im Spiegelglas. Kraftwerk - Spiegelsaal.
  19. June Ogilvie

    Verdena

    Tutti bene o male prendono dai propri predecessori, non è un male: è che normalmente si rielabora. A me, sinceramente, uno che metaforicamente parlando prende un William Faulkner, lo traduce in italiano con google translate e lo spaccia per roba propria, non piace. Anzi, mi urta i nervi. Essere italiani non è una giustificazione valida per essere fuori tempo massimo, benchè spesso possa essere una spiegazione. (Anche Beethoven deve tantissimo a Bach e Mozart, ma sapete com'è, c'è sempre quel trascurabile aspetto dell'apporto personale.)
  20. Maturità: se i sintomi persistono, consultare il medico!!!!!!!!!!!
  21. ah certo, perchè è la quantità di punti esclamativi alla fine di una frase che ti fa distinguere in quanto persona indipendente e matura. Nessuno qui è obbligato a raccontare il proprio vissuto: la vaghezza può essere una scelta (anche se a volte ti si può ritorcere contro), ma non penso che nel merito di questo argomento si possa essere snob; estremamente cinici al massimo. In più non sempre c'è bisogno di sbandierare i propri stati d'animo in pubblica piazza, l'adolescenza è finita: anche il discorso argomentativo è sincero e "viene da dentro" (alla testa, però).
  22. e mettere più di un punto esclamativo è da irrispettosi della propria lingua madre. Purtroppo la nostra vita, ad essere oggettivi, è un equilibrio estremamente delicato di dipendenze e indipendenze, metterla così è un po' superficiale. Vorremmo dipendesse solo da noi stessi, ma perchè ciò sia vero non dovrebbe esistere oggettivamente nient'altro al di fuori di noi.
  23. ma posso dire, trincerata dietro ai Turbamenti del Giovane Törleß, che le operazioni commerciali rivolte ad adolescenti infoiate per i vampiri non hanno mai lodevoli intenti divulgativi ma solo sudici intenti lucrativi con la beffa, in più, di essere riusciti a vendere alle Sceme delle edizioni completamente orribili sotto ogni punto di vista - talmente brutte che mi vergognerei meno di avere in casa un'intera collezione di tazze con su la faccia dei Windsor?
  24. per come la vedo io, se la cosa accade in giovane età è l'atto di più estremo egoismo che si possa compiere (sto male, me ne vado: ma di chi resta non me ne importa nulla.); perchè in fondo, per quanto ci si possa sentire non amati nell'adolescenza, si ha la consapevolezza che in realtà è un "non abbastanza amore rispetto a quello che vorrei", non un ripudio totale da parte di chi ci sta intorno. Ecco, se ti getti dal terzo piano della scuola per un brutto voto, certo non l'hai premeditato: però lo stesso non è un gesto come un altro, da qualsiasi presupposto lo si voglia vedere (se c'è l'afterparty allora prima deve esserci il party, per cui potrei anche pazientare; se non c'è l'afterparty non ha senso non godersi il party.), soprattutto perchè se manca l'istinto di autoconservazione dovrebbe esserci sempre qualcuno a sbollirti gli spiriti e a farti contestualizzare. In caso di condanna a morte istituzionalizzata o sanitaria che sia, è un altro paio di maniche: lì penso sia una scelta ben meditata, ma non certo un gesto qualsiasi. In più, e sono serissima, se tirate tutte le somme della propria vita uno dovesse decidere che il gioco non vale più la candela, ebbene, mai l'ultimo atto dovrebbe essere il farsi investire da un treno: primo, perchè ci sono modi ben più puliti; secondo, perchè fai del male alla tua cerchia; terzo, crei dei sonori disagi a centinaia/migliaia di sconosciuti che di due ore di ritardo non hanno certo bisogno.
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