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Intollerante all'intolleranza


HypFra

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C'è un momento in cui si raggiunge il limite, e ci si chiede se si è impazziti, o se è il resto del mondo a impazzire.

Ci sembra che le persone intorno a noi abbiano perso il contatto con la realtà: non ascoltano, percepiscono qualche parola. Non leggono, scorrono il testo. Non guardano, incidentalmente immagini incontrano i loro occhi.

In queste righe sarò rigoroso ma non strutturato. Mi spiego: illustrerò semplicemente i fatti in cui sono incorso nell'ultima settimana e il percorso mentale che mi sta conducendo lontano dalla tolleranza.

Avvenimenti, parole, opinioni, scandali infatti si affastellano sui ripiani della mia mente, lasciando poco spazio alla tolleranza.

"Tolleranza". Che significa? Più che andare a sfogliare il Devoto-Oli, mi piace andare a pescare una definizione da Wikipedia, oggi.

"La tolleranza è un termine sociologico, culturale e religioso relativo alla capacità collettiva ed individuale di vivere pacificamente con coloro che credono ed agiscono in maniera diversa dalla propria (e che magari, da questa prospettiva, potrebbe apparire quantomeno biasimevole). I sistemi autoritari si fondano, al contrario, sull'intolleranza. La tolleranza è un termine più ampio di “accettazione” e di “rispetto”, che conservano una connotazione passiva (“rispetto l'altro purché non ci abbia niente a che fare”), mentre la tolleranza richiama esplicitamente l'esigenza di una vita in comune, dove l'incontro è inevitabile. Termine solitamente collegato alla pratica della nonviolenza, estende le sue implicazioni agli ambiti della religione, del sesso e della politica, e ben difficilmente conduce a comportamenti violenti; tolleranza significa indulgenza e pazienza nei confronti degli altri."

E' una splendida definizione! Anche se adesso -soprattutto- mi voglio concentrare su di me, questo "uno, nessuno e centomila", che, davvero, non ce la fa più!

Nei mesi, negli anni, sono stato tollerante. Ho tollerato un paese imbarbarito, stuprato dalla sua classe politica, di sinistra e di destra (tenendo bene a mente però chi ha governato per più tempo). Sono stato tentato dall'isolamento del pensiero, dal non voler più confromtarmi profondamente con chi la pensa in maniera differente da me. In questi ultimi giorni invece ho un impeto di indignazione e di ribellione così forte da farmi perdere la pazienza assai facilmente. E' su questo aspetto che torneremo, ma vediamo prima cosa ha saturato gli scaffali della tolleranza nel mio cervellino, in questi giorni.

Iniziamo il percorso: è tortuoso, lungo e, per i più, temo noioso. Ma sono tutelato dalla Costituzione nell'esprimere le mie opinioni e ne approfitto: chi si scoccia non legga.

Si inizia da un cognome, purtroppo non da una bella ragazza bruna, come si potrebbe sperare.

Brunetta. Non i suoi "non risultati" (le sue percentuali sono state smentite, i suoi provvedimenti ridotti a stracci di incostituzionalità), ma le sue parole.

Brunetta invita la sinistra "per male", quella che sta "preparando un colpo di stato" ad "andare a morire ammazzata". In pratica invita tutti coloro che sono in disaccordo con questo governo ad andare a morire ammazzati.

Perchè il punto è questo, l'equazione verificata: "chi non è con noi è contro di noi, chi ritiene che gli scandali che si stanno susseguendo avrebbero dovuto minare la fiducia in chi guida il governo è un eversivo". Quindi, deve "andare a morire ammazzato".

Proseguiamo per associazione mentale in questo viaggio verso l'intolleranza.

Annozero. E Brunetta. Annozero e Brunetta. La trasmissione "Annozero" (e chi mi conosce sa come io non abbia tutta questa simpatia per Santoro) dello scorso 24 settembre, fra le varie cose manda in onda il filmato in cui Brunetta augura la morte a una cospicua fetta della popolazione italiana. Ad un'attenta osservazione del filmato possiamo notare come (almeno così a me è parso) ci sia un solo "taglio": si tratta in pratica di un unico lungo piano sequenza, interrotto una sola volta. Mettete da parte per un attimo questa considerazione in uno dei vostri "scaffali". Servirà fra poco...

E così un'ennesima sinapsi illumina i prossimi passi lungo la strada, ormai tracciata...

Renato Farina e Annozero. Su "Il Giornale" (http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=385626). Attenzione, leggete bene: "È la famosa tecnica del blog. Si ritaglia e si incolla deformando, costruendo grugni grotteschi con parole vere. Ma questo va bene se si chiama satira, se no diventa falsificazione. Quindi tocca lo stesso servizio a Renato Brunetta: «L'Italia sporca, i cattivi dipendenti pubblici, i cattivi magistrati, le cattive banche, quelli che vivono sulle spalle della prima Italia che rischia. Gli stiamo facendo un mazzo così, certo culturame parassitario, che sempre ha sputato sentenze contro il proprio Paese... non hanno mai lavorato per un'Italia migliore. Fai bene a chiudere il rubinetto dei fondi pubblici, Sandro Bondi, ai parassiti dei teatri lirici, ai finti cantanti, ai finti scenografi... a lavorare!»

Ci sono persone, che io stimo, che si permettono di essere d'accordo con Renato Farina pur senza aver visto la trasmissione. Peccato che non ci sia stato nessun "copia/incolla", come detto sopra: bastava guardare Annozero senza affidarsi alla "verità" di Farina per rendersene conto. Farina è un grande conoscitore dei blog e del web, e lo dimostra il suo delirio sul come gli algoritmi di Google siano di sinistra (link a caso: http://hightech.blogosfere.it/2008/07/internet-secondo-renato-farina.html). Testuale: "Se digitate il vostro nome su un motore di ricerca e siete di centrodestra, verranno fuori le cose più atroci del mondo. Se siete di sinistra, vedrete le cose migliori. Ve lo garantisco. Google Italia è così, provate. Ci saranno al suo interno certi algoritmi che permettono questo". Un grande giornalista, indubbiamente. Meticoloso. Ma anche il primo dei mistificatori: è lui stesso a utilizare un "copia/incolla" farsesco nel riportare le parole di Brunetta, così da screditare Annozero di fronte ai suoi stessi lettori. Farina, ascoltaci: non c'è bisogno di screditare "Annozero" di fronte ai tuoi lettori. Non lo guardano e ne parlano comunque male, è fatica sprecata.

E' piuttosto singolare fra l'altro, che sia Farina a screditare l'anonimato in rete. Perchè questo intende fare nella sua invettiva contro "la famosa tecnica del blog". Riportiamo alcune sue parole comprensibili, visto che quelle dell'articolo de "Il Giornale" non lo sono. Farina dice (sempre di fronte alla Commissione Cultura Scienza e Istruzione della Camera, come per il Google bolscevico): "Se infilate una mano in Internet e poi cercate di ritirarla, vi mancheranno almeno tre falangi, perché qualcuno nel frattempo ve le avrà mangiate! Internet prospera moltissimo sull'anonimato, ma non ritengo democrazia quella, basata sulla delazione fatta attraverso i famosi nickname, che non sono regolati e che portano a cause di diffamazione che non si risolvono mai."

Rileggiamo: "Internet prospera moltissimo sull'anonimato, ma non ritengo democrazia quella, basata sulla delazione".

Lo dice Renato Farina. Chi è Renato Farina? Ex vicedirettore di Libero, è stato radiato dall’Albo dei giornalisti per aver collaborato con i servizi segreti (che a parte l'"ooooo" di meraviglia è cosa vietata dalla legge), con 68 voti a favore, 5 astenuti, 2 contrari e 4 schede bianche. Renato Farina, alias Betulla, è stato condannato a 6 mesi per favoreggiamento nel sequestro Abu Omar. Per questi meriti è stato ricompensato con un seggio di parlamentare del PDL e la presidenza di una commissione parlamentare. E' paradossale che chi ha fatto lo spione in incognito per anni, praticando contemporaneamente la professione di giornalista, si lamenti del fatto che in rete si può scegliere l'anonimato. No, non è paradossale, sarebbe comico se non fosse terribile. Visto l'andazzo... ma non è che ha ragione "Il Riformista" sul fatto che la "velina" sulla presunta omosessualità di Boffo sia passata proprio dalle mani di Farina a quelle di Feltri? Sì perchè, pur non potendo praticare la professione, Farina corsiveggia quasi tutti i giorni su "Il Giornale", in nome del fatto che la Costituzione garantisce a tutti la libertà di espressione del pensiero.

Ancora Farina, in sfumature e declinazioni diverse: scusatemi ma in questi giorni ha assunto il ruolo di un Virgilio, nel mio viaggio verso l'intolleranza. Oltre a quanto detto, Renato Farina è uno che spinge forte per la pace fra i popoli: eccolo qui (http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=KM5JO) che giustifica qualche cittadino di Guidonia che ha lanciato una bomba carta contro la macelleria di un romeno in seguito a uno stupro condotto da romeni (altri romeni, non il povero macellaio nè suoi parenti). "E se la politica e le forze dell'ordine non riescono a stabilire le leggi e l'ordine, che qualcuno sia pure rozzamente ci provi, magari è utile. Non fa bene ma forse giova." Ipse dixit. Un democratico, uno che la legge sa cos'è.

Feltri, lei che ha un busto di Mussolini sulla sua scrivania, lei che è un "duro e puro", "mi FACCI il piacere" (un premio a chi capisce questa), smetta di presentare sulle sue pagine l'impresentabile.

Ma ora basta con Farina, ne avrei per ore... ma basta.

Di sbieco, mentre passeggio nel bosco dell'intolleranza, vedo l'orrida campagna di "Libero" e "Il Giornale" CONTRO il pagamento del Canone RAI. La prossima sarà contro il pagamento delle tasse tout court (se mai tornerà al governo il centro-sinistra) ma... come diceva qualcuno "non ragioniam di lor, ma guarda e passa": niente distrazioni nel mio personale viaggio verso l'intolleranza.

Fra cespugli di more trovo "Le invasioni barbariche", di Daria Bignardi. Era ospite un certo Roberto Saviano, che durante l'ultima puntata ha spiegato perchè ha firmato l'appello per la libertà di informazione. E' importante, perchè, scava scava, tutte le barbarie degli ultimi giorni sono condotte col minimo comun denominatore di chi è "pro" o "contro" lo status quo ormai affermato in sede RAI, ma anche le pluriquerele ai giornali che non assumono una posizione di angolo retto di fronte a Silvio Berlusconi.

Come ha giustamente detto Saviano (mi posso pregiare di aver scritto le stesse parole poche ore prima) in Italia i giornalisti non vengono arrestati, i giornali non vengono chiusi: ma manca la serenità di poter fare il proprio lavoro senza paura di ripercussioni: ci sono troppe intimidazioni. Ripercussioni, intimidazioni, mancanza di serenità nello svolgere il proprio lavoro di giornalisti. Parole da tenere a mente.

Ormai aspettiamo con ansia che l'Italia berlusconiana e destrorsa (oh oh, attenzione: la destra "per male", per riprendere il saggio Brunetta) dia torto anche a Saviano, che conosce bene il significato della parola intimidazione.

Giungo, dopo estenuante dissertazione (è tarda notte mentre scrivo) e lunga camminata, al termine del mio viaggio: sono finalmente INTOLLERANTE.

Così intollerante che, sabato, di fronte a un mio caro parente (stimato medico) non ho esitato a indignarmi e ad alzarmi dal desco familiare, senza più risedermi, di fronte alla negazione della candidatura di Patrizia D'Addario al Comune di Bari. Questo subito dopo che sempre il mio parente, mentre parlavo con mia madre (ultras cattolica, e persona onesta e coerente) del possibile scambio fra la legge 140 sul fine-vita e la fine-di-Boffo, si era prodotto in un "ah, quel frocio di merda di Boffo!". Mi sono alzato, serenamente gli ho dato dell'ottuso fascista, e me ne sono andato. E, statene certi, non gli ho chiesto scusa.

Così intollerante che a cena in un ristorante (e spero che il mio interlocutore ideale in quest'articolo colga l'obbrobrio) sono stato distolto dagli strepiti gallineschi di un avventore che affermava che le dittature sono SEMPRE un bene, COMUNQUE siano in QUALSIASI paese, mentre io degustavo in parallelo un Sauvignon Miani 2003 e un "Il San Lorenzo" di Crognaletti 1997. Tale figuro si pregiava di tali esternazioni nel momento in cui io affermavo che il franchismo aveva lasciato qualcosa di buono in Spagna (una burocrazia snella ed efficiente), nonostante le tragedie e sofferenze arrecate alla popolazione. Rendiamoci conto. Se non altro del fatto che se la penso in un certo modo politicamente so essere libero nel pensiero. E rendiamoci conto che quest'esempio di virtù, questo splendido difensore degli autoritarismi nel mondo, fa parte dell'elite politica del PDL locale (o così lui dice). Fosse l'unico non sarebbe un problema, ma non lo è. Mi sono alzato e me ne sono andato, senza mancar di far notare che le elementari le ho terminate da un pezzo (e altro che non sto qui a dire).

Sono solo due casi fra i tanti ma se tu, caro lettore, sei arrivato fin qui, meriti sicuramente pietà e un taglio a questa dissertazione, senza portare altri inutili esempi. Questo mio sforzo è solo per affermare che sono ormai così intollerante che da giorni casi come questi si susseguono, arrecandomi disagio continuo: non manco di causarmi la gastrite per "non lasciar passare", per non lasciar cadere.

Ma, alla fine della giornata, mi rendo conto che nonostante il disagio procurato (a me e agli altri), il mio cervello si sta svegliando: sono più lucido, più analitico e riesco a capire anche qual'è la reale pochezza delle alternative politiche in Italia, al di là dei partigianismi.

Dobbiamo riscoprire, a mio modesto parere, la nostra vis polemica e la nostra durezza. Occorre smettere di abbozzare di fronte a ogni schifezza ci viene propinata. Il piatto del giorno ormai è la disinformazione, e il bello stile lascia il tempo che trova. Occorre riscoprire la VIOLENZA nella discussione, i pareri accesi e talvolta anche le voci alte. Stiamo lasciando ai nostri parlamentari la facoltà di gridare, mentre una volta si faceva per strada: si difendevano a spada tratta le proprie idee, anche a costo di non parlarsi per giorni (o per anni) col proprio migliore amico. Oggi tutta la nostra comunicazione, tutte le nostre riflessioni, si sviliscono in un "non vale la pena di litigare per questo" o un "pensala come ti pare", detto pure sottovoce. Non ne vale la pena? Dov'è finito il nostro popolo? Dov'è finita la nostra proverbiale inventiva e genialità? Bisogna dichiarare la guerra alla "tolleranza" intesa come "laissez faire", come "lasciar correre". Ognuno di noi ogni giorno vede svilito il proprio pensiero dietro un muro di "conta poco o nulla, tanto non si cambia". E' questa la vera intolleranza: il lasciarci credere che non possiamo fare nulla. Il lasciare ad altri, come il simpatico avventore del ristorante di cui sopra, la possibilità di gridare impunemente. Non è più vero, purtroppo, che a star zitti si fa bella figura: non propongo certo di aggredire, ma sono certo ormai che sia giusto reagire con durezza a chi aggredisce, senza lasciar correre nulla.

In una parola, se si riesce a cogliere la questione, si deve essere INTOLLERANTI NEI CONFRONTI DELL'INTOLLERANZA.

E, anche se queste righe e queste idee a poco valgono, quel poco è come minimo la mia necessità di esprimerle. Necessità che tutti dovremmo riscoprire.

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Dobbiamo riscoprire, a mio modesto parere, la nostra vis polemica e la nostra durezza. Occorre smettere di abbozzare di fronte a ogni schifezza ci viene propinata. Il piatto del giorno ormai è la disinformazione, e il bello stile lascia il tempo che trova. Occorre riscoprire la VIOLENZA nella discussione, i pareri accesi e talvolta anche le voci alte.

Sottoscrivo in pieno, in particolare questo passaggio.

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Quoto, ma aggiungo, e me ne dolgo, ieri ho avuto a che fare con una situazione del genere, un ragazzo che crede di avere delle idee ma in fin dei conti è una marionetta, in perenne contraddizione e efficace nel tirare fuori climax di minchiate su argomenti seri, uno tra i quali l'annosa questione islamica dove sto tizio qua, lascio immaginarvi, ha posizioni abbastanza estreme.

Bene, dopo un pò che stavo ad ascoltare e ogni tanto intervenivo, di fronte a quel muro che avevo di fronte non ho più trovato le forze di seguire e controbattere, ho preso e mi son messo davanti allo stereo solo per coprire il rumore del dibattito.

La violenza del dibattito va riscoperta, ma in certi casi, e non sono pochi, tutta la violenza del mondo non può bastare a mutuare posizioni profondamente radicate nella coscienza di un individuo.

Al che mi chiedo: cos'è "giusto" (termine da prendere con le molle)? Continuare a dibattere, tentare di distruggere un muro a testate, nonostante sia ovvio che non crollerà mai, o rinunciare/farsi prendere dallo sconforto, mandare tutti a cagare e isolarsi dal resto con un pò di musica a volume massimo nelle orecchie?

Io, attualmente, propenderei per la seconda.

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Dobbiamo riscoprire, a mio modesto parere, la nostra vis polemica e la nostra durezza. Occorre smettere di abbozzare di fronte a ogni schifezza ci viene propinata. Il piatto del giorno ormai è la disinformazione, e il bello stile lascia il tempo che trova. Occorre riscoprire la VIOLENZA nella discussione, i pareri accesi e talvolta anche le voci alte. Stiamo lasciando ai nostri parlamentari la facoltà di gridare, mentre una volta si faceva per strada: si difendevano a spada tratta le proprie idee, anche a costo di non parlarsi per giorni (o per anni) col proprio migliore amico. Oggi tutta la nostra comunicazione, tutte le nostre riflessioni, si sviliscono in un "non vale la pena di litigare per questo" o un "pensala come ti pare", detto pure sottovoce. Non ne vale la pena? Dov'è finito il nostro popolo? Dov'è finita la nostra proverbiale inventiva e genialità? Bisogna dichiarare la guerra alla "tolleranza" intesa come "laissez faire", come "lasciar correre". Ognuno di noi ogni giorno vede svilito il proprio pensiero dietro un muro di "conta poco o nulla, tanto non si cambia". E' questa la vera intolleranza: il lasciarci credere che non possiamo fare nulla. Il lasciare ad altri, come il simpatico avventore del ristorante di cui sopra, la possibilità di gridare impunemente. Non è più vero, purtroppo, che a star zitti si fa bella figura: non propongo certo di aggredire, ma sono certo ormai che sia giusto reagire con durezza a chi aggredisce, senza lasciar correre nulla.

In una parola, se si riesce a cogliere la questione, si deve essere INTOLLERANTI NEI CONFRONTI DELL'INTOLLERANZA.

Condivido tutto, particolarmente questo pezzo qui.. Sono così pure io, purtroppo a volte cerco di limitarmi da sola perché perdo le staffe facilmente, con certa gente :( Anche se sono pacata, molti vedono una critica come un'imposizione o comunque fanno finta di ascoltare. Allora resta un'ameba e amen! Comunque è davvero difficile fare cambiare idea alle persone che ne hanno già una, e in ogni caso anche chi un'idea non ce l'ha sembra prevenuto a seconda di chi esprime la propria opinione.

EDIT: noto che anche Bob Dylan nella mia firma è d'accordo con te: "Don't hate nothing at all, except hatred!"

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Si prova a persuadere con le buone prima, ma presto o tardi certe idee ci vengono poste davanti come un'aggressione. Perchè SONO aggressive nei concetti. Non è uno strattone fisico, ma un ledere i nostri stessi diritti. E' per questo che si deve giocoforza reagire. Fra persone di buona volontà, anche con idee politiche opposte, si può sempre trovare un punto di incontro, che serva a tutti. Perchè comunque la politica dovrebbe perseguire il bene della società tutta, non solo di chi è di destra o di chi è di sinistra. Quando si esce da questo principio si fa cattiva politica, a prescindere. E' in questi casi che la nostra reazione, la nostra "intolleranza", deve uscire fuori, anche con violenza. Perchè si deve credere, nonostante tutti i relativismi possibili, che ci sono cose che sono per il bene di tutti, e che fanno parte dei nostri diritti.

Grazie innanzitutto per il conforto, come al solito è bello stare qui, al di là dei Radiohead :)

Una cosa, questa nota è pubblicata anche sul mio profilo su Facebook. Non è mia intenzione farmi pubblicità al di fuori della mia cerchia, anzi (mi potrebbe anche recare danno, ma ormai ho deciso che sticazzi, come da nota). Se però qualcuno vuole diffonderla, condividendola così com'è, o facendo cut&paste e rendendola anonima o anche rendendola "propria" col proprio stesso nome, ha il mio incoraggiamento e il mio apprezzamento. E' molto personale per come nasce, ma anche universale a ben vedere. Se strilliamo tutti può essere che qualcuno ci senta e cominci a strillare anche lui. Piccole cose :)

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Sono pienamente d'accordo con tutto quello che hai scritto.Io per primo sono cresciuto in un ambiente dove essere fascisti è una cosa tutto sommato accettabile...

Si sorvola su troppe cose,che alla lunga vengono giustificate anche e ritenute non biasimabili,vorrei avere anche io la forza di alzare la voce,ma verrei preso per matto dai più.

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Sono pienamente d'accordo con tutto quello che hai scritto.Io per primo sono cresciuto in un ambiente dove essere fascisti è una cosa tutto sommato accettabile...

Si sorvola su troppe cose,che alla lunga vengono giustificate anche e ritenute non biasimabili,vorrei avere anche io la forza di alzare la voce,ma verrei preso per matto dai più.

Se i matti numericamente superano il numero dei "normali", alla fine i "normali" diventano gli effettivi matti ;)

Si tratta di resistere per un po' :)

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dibattito e vis polemica non mi sono mai mancati, mai ho rinunciato a confrontarmi con chiunque e in qualsiasi situazione, non ho mai lasciato cadere nessuno spunto di discussione su questioni politiche (che poi sono sempre riportabili all'idea di rispetto, libertà e giustizia che uno agisce) e spesso mi ritrovo a reagire, urlare e a litigare quando è il caso, quando esce fascismo, mistificazione, ignoranza o qualunquismo.. sono incazzato nero, da anni.. ma ormai credo che il "risveglio delle coscienze" perseguito con il dibattito e il sano scontro individuale non basti più.. anche se è quanto di più lontano da me e dall'ambiente politico in cui sono radicato forse una stagione di terrore e omicidi, di scontro armato, di guerra civile è l'unica opzione attraverso la quale possa passare la rifondazione della nostra repubblica e dell'homo italicus

pensate anche solo alla gravità delle parole di ieri del Presidente Napolitano, in Basilicata ad un cittadino che gli chiedeva di non firmare l'ennesima schifezza di questo governo maledetto, per dare un segnale alle persone oneste, Napolitano ha risposto sostanzialmente: non conto un cazzo, non sono nessuno. Il vulnus dell'impotenza e della rassegnazione ha contagiato anche un lottatore cazzo, uno che durante l'occupazione tedesca resisteva, un uomo capace di fare abiura, di imparare dagli errori del passato (la storia dell'Ungheria), oggi abdica come dice giustamente Di Pietro, preferisce svilire e calpestare il suo ruolo costituzionale, il suo potere di emanzione delle leggi riducendolo a puro meccanicismo. E' vero, dopo il rinvio deve per forza firmare ma è una cosa delicata una bocciatura di una legge, si ripartiva da zero, in aula mancavano 60 deputati Pdl (soprassediamo sulle assenze Pd che avrebbero portato alla bocciatura del testo), la questione è controversa, e poi è suo compito non firmare quando lo ritiene, non può banalizzare così un compito che la Costituzione gli affida. Guardate che è una cosa gravissima, non ha detto firmo perchè sono d'accordo, ha detto firmo perchè sono una merda, ma vaffanculo cazzo!! Il primo difensore della Costituzionalità delle leggi che piscia sopra al suo ruolo di garante, è una vergogna.. e bene fa Di Pietro a dargli del vile, ad urlare e a strepitare, ma, tornando a bomba, basterà?

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ma ormai credo che il "risveglio delle coscienze" perseguito con il dibattito e il sano scontro individuale non basti più.. anche se è quanto di più lontano da me e dall'ambiente politico in cui sono radicato forse una stagione di terrore e omicidi, di scontro armato, di guerra civile è l'unica opzione attraverso la quale possa passare la rifondazione della nostra repubblica e dell'homo italicus

Ecco, questo sarebbe un punto da sviscerare per bene e su cui spesso anche io mi espongo a critiche sanguinarie (soprattutto quando sono esasperato, quindi per dire anche sabato sera scorso). Dico solo che questo paese negli ultimi 60 anni ha vissuto tentativi di colpi di stato nascosti in quantità (dalle ingerenze delle potenze straniere al golpe Borghese, che è una delle questioni storiche che mi solleticano di più, tuttora irrisolta su molti aspetti). Lo stesso dicasi per le guerre civili: in primo luogo quella "col silenziatore" (nelle dinamiche, non negli effetti purtroppo) degli anni di piombo.

Ciò che è mancato è stato un confronto aperto sul campo: la grande maggioranza della popolazione italiana non si è mai davvero dovuta schierare fino in fondo. Tra velate simpatie, doppiogiochismi e oscure manovre, non si è mai saputo per bene chi faceva cosa e soprattutto perchè lo faceva (o dichiarava di farlo).

Ritengo anche io, insomma, che uno scontro a viso aperto fra queste 2 (ma anche 3 o 4) italie ci avrebbe portato a un'autocoscienza e a una responsabilità decisamente maggiori. Anche io ovviamente provo un moto innato di repulsione verso una guerra civile e il dolore che potrebbe portare. Ma allo stesso tempo si sente che "manca" qualcosa al popolo italiano, ed è questa mancanza di completezza che ci rende così vulnerabili.

In fondo anche lo scontro partigiani-fascisti è stato abbastanza "light" (nonostante le tragedie terribili avvenute), nel senso che erano solo dei piccoli gruppi guerriglieri a confrontarsi con la dittatura, e non una vera e propria guerra civile con la necessità palese di contarsi, schierarsi e combattere, come la guerra civile spagnola (ad esempio).

La libertà, come italiani, non l'abbiamo mai conquistata come "massa" o come "popolo" sul campo: ci è sempre stata elargita (col dubbio intrinseco che non sia mai stata vera libertà, proprio perchè la libertà si conquista, non si riceve in dono).

E' un argomento da approfondire.

Riguardo Napolitano: sono profondamente deluso. Un moderato come Ciampi seppe essere molto più incisivo verso certe aberrazioni del sistema. Quindi... meglio che io non dica cosa penso di Napolitano, almeno evito una possibile denuncia per vilipendio delle istituzioni :)

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guardate che se ci fossero guerre civili e/o stagioni del terrore varie ed eventuali, i vostri paparini - di american express farciti - farebbero fatica a comprarvi il mac.

la storia, è vero, si ripete, così come l'idiozia umana.

a proposito di qualunquismo...

Edited by holden
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guardate che se ci fossero guerre civili e/o stagioni del terrore varie ed eventuali, i vostri paparini - di american express farciti - farebbero fatica a comprarvi il mac.

la storia, è vero, si ripete, così come l'idiozia umana.

a proposito di qualunquismo...

Non credo che tu possa fare di tutta l'erba un fascio, holden.

Ci sono figli di papà qualunquisti e radicali modaioli e figli di papà sensibili e intelligenti. Se la contingenza permette loro di avere soldi da spendere è un altro paio di maniche e magari alcuni (pochi, sì) rinuncerebbero pure al mac di oggi per avere un futuro decente per loro e per i loro figli domani.

Per quanto mi riguarda mio padre è morto ormai vari anni fa (avevo 25 anni). Mio padre, che era il primogenito, per varie vicissitudini familiari ha vissuto i primi anni della sua vita in brefotrofio, per poi iniziare a lavorare "legalmente" a 14 anni per tirare avanti la famiglia, dopo che per andare a scuola ogni mattina si faceva 10/12 chilometri a piedi fra andata e ritorno. Nel frattempo è arrivato fino a una laurea facendo tutte le scuole da privatista e crescendo e mandando all'università 4 figli. Mio nonno paterno (classe 1911), invece, era un minatore, che è stato distaccato dalla sua famiglia in un certo periodo in quanto socialista. Lato materno la mia famiglia è veneta... mio nonno è morto di tetano a 40 anni e mia madre è stata trapiantata in un Umbria per seguire un suo zio prete che aveva il buon cuore di mantenerla e di farla studiare.

Non parlo per kid b, sa lui la sua storia e il perchè arriva a determinate conclusioni, quali sono le sue riflessioni, pulsioni e motivazioni.

Ma per quanto mi riguarda cerco solo serenamente, almeno qui, per quello che leggo e per ciò che ho studiato di dare una spiegazione a un determinato status quo, che, pur con molte mutazioni ha delle linee comuni che partono dal dopoguerra e arrivano fino ad oggi.

Se per te questo è qualunquismo (e bypasso il qualunquismo nella tua riflessione su "se il mondo non fosse così non avresti i soldi", che è tipica ANCHE di qualsiasi persona fortemente liberista che critica chiunque abbia un'idea socialista ma anche socialdemocratica, ma che NON credo ti appartenga per quel poco che ho letto di te), penso che ci dovrebbero essere più qualunquisti nel mondo, visto che una percentuale di questi ragionano (magari male), si fanno un'idea e provano ad arrivare a delle conclusioni, piuttosto che rifugiarsi nel classico "il mondo è una merda e non sono io che posso fare qualcosa in proposito".

Ciao

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Non credo che tu possa fare di tutta l'erba un fascio, holden.

Ci sono figli di papà qualunquisti e radicali modaioli e figli di papà sensibili e intelligenti. Se la contingenza permette loro di avere soldi da spendere è un altro paio di maniche e magari alcuni (pochi, sì) rinuncerebbero pure al mac di oggi per avere un futuro decente per loro e per i loro figli domani.

Per quanto mi riguarda mio padre è morto ormai vari anni fa (avevo 25 anni). Mio padre, che era il primogenito, per varie vicissitudini familiari ha vissuto i primi anni della sua vita in brefotrofio, per poi iniziare a lavorare "legalmente" a 14 anni per tirare avanti la famiglia, dopo che per andare a scuola ogni mattina si faceva 10/12 chilometri a piedi fra andata e ritorno. Nel frattempo è arrivato fino a una laurea facendo tutte le scuole da privatista e crescendo e mandando all'università 4 figli. Mio nonno paterno (classe 1911), invece, era un minatore, che è stato distaccato dalla sua famiglia in un certo periodo in quanto socialista. Lato materno la mia famiglia è veneta... mio nonno è morto di tetano a 40 anni e mia madre è stata trapiantata in un Umbria per seguire un suo zio prete che aveva il buon cuore di mantenerla e di farla studiare.

Non parlo per kid b, sa lui la sua storia e il perchè arriva a determinate conclusioni, quali sono le sue riflessioni, pulsioni e motivazioni.

Ma per quanto mi riguarda cerco solo serenamente, almeno qui, per quello che leggo e per ciò che ho studiato di dare una spiegazione a un determinato status quo, che, pur con molte mutazioni ha delle linee comuni che partono dal dopoguerra e arrivano fino ad oggi.

Se per te questo è qualunquismo (e bypasso il qualunquismo nella tua riflessione su "se il mondo non fosse così non avresti i soldi", che è tipica ANCHE di qualsiasi persona fortemente liberista che critica chiunque abbia un'idea socialista ma anche socialdemocratica, ma che NON credo ti appartenga per quel poco che ho letto di te), penso che ci dovrebbero essere più qualunquisti nel mondo, visto che una percentuale di questi ragionano (magari male), si fanno un'idea e provano ad arrivare a delle conclusioni, piuttosto che rifugiarsi nel classico "il mondo è una merda e non sono io che posso fare qualcosa in proposito".

Ciao

l'accenno al "qualunquismo" era per ironizzare su quelli che sogliono riparare in corner utilizzando qualunquemente questo termine. inoltre, non era mio intento scatenare carrambiche biografie. intelligenti pauca.

arrivederci caro lettore.

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l'accenno al "qualunquismo" era per ironizzare su quelli che sogliono riparare in corner utilizzando qualunquemente questo termine. inoltre, non era mio intento scatenare carrambiche biografie. intelligenti pauca.

arrivederci caro lettore.

se non altro holden è un personaggio interessante, e sono lieto sia tornato a farsi vivo.. mi chiedo, sarò tra quelli "che sogliono riparare in corner utilizzando qualunquemente questo termine"? boh.. io volevo riferirmi, usandolo, a quella precisa incazzatura che provo quando sento la gente dire che fa tutto schifo, che prodi e berlusconi sono uguali, che tanto non ci possiamo fare niente, è qualunquismo questo no? mi sembrava rendesse bene l'idea.. soldi o non soldi queste sono le mie idee, oltre al portafogli ho in tasca una tessera del prc e una dell'anpi e sì, credo sarei pronto a schierarmi apertamente in caso di lotta.. magari no, però vedo la situazione così irrimediabilmente compromessa cha a volte il mio pessimismo cosmico ha il sopravvento e allora dico cazzo.. ormai sono anni che lo ripetiamo e ci siamo tutti stufati (e questa holden è la cosa che più mi spaventa, l'abitudine) ma cazzo, un giudice stabilisce che Berlusconi è "corresponsabile della vicenda corruttiva" alla base della sentenza con cui la Mondadori fu assegnata a Fininvest e come finisce? tutto in polemica politica con la destra e non solo a parlare di golpe, di giustizia ad orologeria, a chiamare la gente in piazza (e la riempiranno pure all'inversosimile), e poi l'agenzia italiana del farmaco messa in scacco dal vaticano sulla ru486, oggi ho conosciuto due invalidi civili, uno con due bimbe piccole divorato dalla psoriasi e con le anche protesizzate perchè col cortisone gli han mangiato le ossa, che lavorano in cooperativa sociale a 300 euro al mese e la mafia che invece rimpatria miliardi pagando niente e pulendosi pure, mancò più il fastidio di andare al casinò a lavarli sti cazzo di soldi (altra legge di prodi che berlusconi ha affossato, la tracciabilità dei pagamenti)

holden tu cosa suggerisci? ma non ti viene il voltastomaco? beato te

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voltastomaco? basta un buon malox e un antiemetico doppio malto: tutto passo e quasi orma non lascia - a proposito di pancho (leo)pardi.

io nella merda (leggasi scuola) scivolo quotidianamente. la merda scuola non è solo la gelmini (purtroppo), ma i colleghi, l'istituzione, gli studenti e, soprattutto, i genitori - sull'argomento potrei scrivere un trattato di sociologia a là weber. ebbene, ormai sono giunto alla co(s)mica conclusione che l'italiano merita codesto governo. come in tanti anni si è assuefatto alla medietà di bongiorno mike, così si è definitivamente assuefatto alla mediocritas dei governanti. non siamo meglio di chi ci governa (qualunquismo e diognierbaunfascismo/on). quindi l'unica, pour moi, estrema, dimessa, privata difesa non è la lotta - che storicamente, ma anche soteriologicamente, ha sempre fallito - ma un nirvanico cinismo. nella autodifesa privata potrebbe rinascere la salvezza civile (attualizzando la "favola delle api" di bernard de mandeville). non è individualismo - come si potrebbe wikiMediamente arguire. non è egoismo. ma un un nuovo esistenzialismo civico. ma anche boh.

(cfr. g. holden, "manifesto del partito defecazionista", scatterbrain editore, napoli, 2009).

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voltastomaco? basta un buon malox e un antiemetico doppio malto: tutto passo e quasi orma non lascia - a proposito di pancho (leo)pardi.

io nella merda (leggasi scuola) scivolo quotidianamente. la merda scuola non è solo la gelmini (purtroppo), ma i colleghi, l'istituzione, gli studenti e, soprattutto, i genitori - sull'argomento potrei scrivere un trattato di sociologia a là weber. ebbene, ormai sono giunto alla co(s)mica conclusione che l'italiano merita codesto governo. come in tanti anni si è assuefatto alla medietà di bongiorno mike, così si è definitivamente assuefatto alla mediocritas dei governanti. non siamo meglio di chi ci governa (qualunquismo e diognierbaunfascismo/on). quindi l'unica, pour moi, estrema, dimessa, privata difesa non è la lotta - che storicamente, ma anche soteriologicamente, ha sempre fallito - ma un nirvanico cinismo. nella autodifesa privata potrebbe rinascere la salvezza civile (attualizzando la "favola delle api" di bernard de mandeville). non è individualismo - come si potrebbe wikiMediamente arguire. non è egoismo. ma un un nuovo esistenzialismo civico. ma anche boh.

(cfr. g. holden, "manifesto del partito defecazionista", scatterbrain editore, napoli, 2009).

:uhm:

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voltastomaco? basta un buon malox e un antiemetico doppio malto: tutto passo e quasi orma non lascia - a proposito di pancho (leo)pardi.

io nella merda (leggasi scuola) scivolo quotidianamente. la merda scuola non è solo la gelmini (purtroppo), ma i colleghi, l'istituzione, gli studenti e, soprattutto, i genitori - sull'argomento potrei scrivere un trattato di sociologia a là weber. ebbene, ormai sono giunto alla co(s)mica conclusione che l'italiano merita codesto governo. come in tanti anni si è assuefatto alla medietà di bongiorno mike, così si è definitivamente assuefatto alla mediocritas dei governanti. non siamo meglio di chi ci governa (qualunquismo e diognierbaunfascismo/on). quindi l'unica, pour moi, estrema, dimessa, privata difesa non è la lotta - che storicamente, ma anche soteriologicamente, ha sempre fallito - ma un nirvanico cinismo. nella autodifesa privata potrebbe rinascere la salvezza civile (attualizzando la "favola delle api" di bernard de mandeville). non è individualismo - come si potrebbe wikiMediamente arguire. non è egoismo. ma un un nuovo esistenzialismo civico. ma anche boh.

(cfr. g. holden, "manifesto del partito defecazionista", scatterbrain editore, napoli, 2009).

accazzo se ce lo meritiamo porca troia.. ce lo siamo straguadagnati direi questo governo di puttane, ballerine e camorristi.. e i genitori vabbè.. dov'è che toglievano i figli alle famiglie all'età di sette anni? aiutami professò, sparta? santi uomini.. la lotta ha storicamente fallito, vero, sostituisce potere al potere, forse.. ma se da essa scaturisse un nuovo Leviatano, uno scatto d'orgoglio porca puttana, siamo una società, non rinuncio al patto sociale.. voglio un cazzo di Leviatano illuminato, però è anche vero che homo homini lupus, vattè a fidà degli altri.. vedi che c'aveva ragione quell'inguaribile romantico di Stalin? cazzo non c'è proprio via d'uscita.. ma come l'autodifesa privata può portare ad una rinascita civile? come si trasmette? mi sembra un ossimoro

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prodi è uguale a berlusconi. silvio è solo più sfacciato e menefreghista;

mi rattrista pensare che la gente non abbia ancora capito questa cosa. forse è questione di ingenuità.

per portare una rinascita civile, bisogna arrivare alla gente; solo le veline riescono a farlo in maniera veloce....le veline devono cominciare a dare un messaggio diverso da quello materilista che ora diffondono.

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prodi è uguale a berlusconi.

l'ingenuo per me è chi sostiene questa cosa, il qualunquista, o meglio, il superficiale.. se avessi visto nel dettaglio le leggi che hanno approvato i loro rispettivi governi ti renderesti conto dell'abisso umano e politico che separa prodi da berlusconi.. però ok, non si parla ovviamente di cacca e cioccolato, ma di un bello stronzo contro la diarrea, sempre merda è mi dirai tu, va bene, ma io preferisco una bella cagata a una scarica molla

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l'ingenuo per me è chi sostiene questa cosa, il qualunquista, o meglio, il superficiale.. se avessi visto nel dettaglio le leggi che hanno approvato i loro rispettivi governi ti renderesti conto dell'abisso umano e politico che separa prodi da berlusconi.. però ok, non si parla ovviamente di cacca e cioccolato, ma di un bello stronzo contro la diarrea, sempre merda è mi dirai tu, va bene, ma io preferisco una bella cagata a una scarica molla

sono d' accordo con te, però l' odore di merda non lo reggo proprio, e scegliere tra due merde che come unica differenza hanno la consistenza, mi sembra riduttivo e poco rispettoso nei confronti della mia persona.

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anzi aggiungo che la massima espressione di qualunquismo è scegliere tra 2 merde ed esserne consapevoli..

sarà, points of view.. ma quando ci sono le elezioni non riesco a stare alle finestra, devo esercitare il mio diritto-dovere di voto, e mi auguro che chi più si avvicina alle mie idee riesca a governare sto cazzo di paese.. questo passava il convento, speriamo un domani si possano fare scelte meno onerose, ma io non sono un collaborazionista, chi sta a casa fa il gioco dei più forti, e indovina un po' chi sono? un voto contro ste merde da me lo avranno sempre

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