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Vorrei un inversione a U


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Chiunque può fare qualunque cosa, con un tempo potenzialmente infinito di sbattimento, io posso fare Diritto Romano (materia difficilissima e infinita, spesso insegnata da figli di troia di prima categoria), la Vigno può fare Analisi I (materia non difficile, ma lunga e le applicazioni per gli scritti sono potenzialmente infinite: ci vuole una certa dose di culo, ovvio), Holden può prendere 30ellode in Cosmologia. La predisposizione serve a ridurre il tempo di apprendimento, io sono una sega con la mnemonica barbara, ergo dovrei perdere due, tre anni per fare Diritto Privato, la Vigno non sa cosa sia l'integrazione secondo Riemann e Holden ignora il significato di anisotropia primaria della radiazione cosmica di fondo.

Non stiamo qua a fare la gara a chi ce l'ha più lungo, credo che chiunque si abbia di fronte possa essere reputato uno studente serio e che si impegna e con un carico di lavoro commisurato alla materia studiata, almeno in prima analisi, poi magari è un mona che studia Scienze Politiche, e allora c'è picca i' parrari. La pregiudiziale "è delle ultime generazioni: è un coglione" non porta da nessuna parte.

Sul 3+2, meglio, sulla triennale concordo assolutamente con Consi: è riuscito a rendere il carico di studi più pesante, ma al contempo inutile. Io, in particolare, ho un andamento trimestrale: tre esami ogni due mesi, a volte anche quattro. E' chiaro che la mole di studi impedisce, per certe cose, una memorizzazione a lungo termine di certi concetti. Certe cose non le ricordo più, per la fretta con le quali ho dovuto apprenderle: memoria a breve termine per l'esame e poi via nella spazzatura.

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...

Eh no, pandroid, qui non puoi proprio fare il cerchiobottista della situazione!

Qui il problema è semplice: fornire un esempio attraverso cui dimostrare che il concetto di "quantitativo di studio" riferito a parametri quale numero di libri e pagine da studiare è del tutto privo di senso (oltreché infantile, giacché per quanto mi riguarda l'ultima volta che ho parlato di quante pagine di compiti mi hanno dato è stato in seconda media)

PUNTO.

Tra l'altro, io sono stato il primo a sostenere, un po' di post fa, che qualunque corso di studi in qualunque facoltà possa essere fatto con molta serietà e richiedere molto impegno, ma ciò non vuol dire che questa sia una necessità: esistono numerosi corsi (e guardando la tendenza degli ultimi 20 anni pare che questi riguardino una maggioranza di studenti sempre più schiacciante) che non devono essere fatti seriamente e alcuni che richiedono un notevole impegno (ed un non comune talento).

Il capitolo che ho uploadato converrai con me (se ci dovessi dare un'occhiata) che è molto faticoso a masticarsi persino per uno studente che abbia già superato un esame di algebra lineare qualunque e l'ho preso ad esempio per dimostrare che alcuni tipi di studi necessitano di una forma di "devozione", mentre altri possono essere affrontati con minimo impegno; perciò non ho posto una "sfida" per trovare chi ce l'ha più lungo, ma solo per dimostrare che ognuno c'ha il cazzo di lunghezza differenza e che, per continuare la metafora, se si parla di piacere provato (non provocato!) la lunghezza del pene è del tutto ininfluente.

Io stesso ho fatto da tutor per un corso del primo anno a fisica e da "esercitatore" per un corso del corso di laurea specialistica in economia ed ho percepito una differenza abissale fra le due categorie di studenti

(questi sono gli appunti che ho preparato per la parte di programma corrispondente al capitolo che ho uploadato prima, mentre mi vergogno anche a mostrare gli appunti che ho dovuto preparare per spiegare excel a neo economist.

Poi ci si può girare intorno quanto si vuole, ma evidentemente non è possibile conciliare le contraddizioni.

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Eh no, pandroid, qui non puoi proprio fare il cerchiobottista della situazione!

Qui il problema è semplice: fornire un esempio attraverso cui dimostrare che il concetto di "quantitativo di studio" riferito a parametri quale numero di libri e pagine da studiare è del tutto privo di senso (oltreché infantile, giacché per quanto mi riguarda l'ultima volta che ho parlato di quante pagine di compiti mi hanno dato è stato in seconda media)

PUNTO.

Ma guarda che concordo con te, eh. Come ben saprai, un Mazzoldi-Nigro-Voci qualsiasi quante pagine è, 700? 800? Beh, lo si prepara in un semestre. Diversamente dalle dispense che hai postato tu che, avendo già sostenuto la materia con un libro abbastanza "formale" e cazzuto (lo Stoka), ho trovato abbastanza "dense" e comunque non semplici, ed è solo un capitolo! Ogni materia è un mondo a sé stante, ogni corso di studi pure, e ogni ateneo, pure.

Per il resto del discorso, beh, si, posso concordare con te. Ovvio che l'Analisi che fanno gli economisti, quella dei matematici e quella dei fisici non c'appizzano 'na minchia. Ma io non parlavo di singole materie, parlavo di corsi di studio in generale.

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Il capitolo che ho uploadato converrai con me (se ci dovessi dare un'occhiata) che è molto faticoso a masticarsi persino per uno studente che abbia già superato un esame di algebra lineare qualunque

Non a caso la teoria dei gruppi fa parte del corso di Algebra II, che non è uno di quelli basilari.

(a proposito di appunti, andré, la prossima volta ricordati di riportarmi quelli di di Analisi III :laugh: )

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Non a caso la teoria dei gruppi fa parte del corso di Algebra II, che non è uno di quelli basilari.

(a proposito di appunti, andré, la prossima volta ricordati di riportarmi quelli di di Analisi III :laugh: )

Io ho caricato il materiale del corso di geometria I per fisici di cui ho fatto da tutor per 10 allievi, saprò quello che ho scritto? Come fai per gli spazi vettoriali senza i gruppi? E per le applicazioni lineari? Per via assiomatica? Su, dai.

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Chiunque può fare qualunque cosa, con un tempo potenzialmente infinito di sbattimento (...)

Ti ringrazio della stima, pan, ma non hai idea di quanto io sia inabile con la matematica, anche con argomenti infinitamente più semplici di analisi 1. Continuo ad essere d'accordo con gilbert, esistono materie per cui oltre a volontà, dedizione e passione, occorre avere una particolare predisposizione mentale. Questo non significa che io mi senta intellettualmente "inferiore" a gilbert (anche se probabilmente a lui piacerebbe che lo pensassi :lol:) o a te , perchè appunto

Non stiamo qua a fare la gara a chi ce l'ha più lungo.

Semplicemente constatavo che certe differenze esistono (indipendentemente dal tipo di ordinamento universitario con cui ci si trova a convivere, perchè poi l'argomento di fondo era quello), e che sarebbe pura presunzione - anche un pò masochista - pretendere di eliminarle solo con la forza di volontà.

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Io ho caricato il materiale del corso di geometria I per fisici di cui ho fatto da tutor per 10 allievi, saprò quello che ho scritto? Come fai per gli spazi vettoriali senza i gruppi? E per le applicazioni lineari? Per via assiomatica? Su, dai.

Ti parrà incredibile (e non è sarcasmo, sembra in effetti strana anche a me come cosa), ma gli spazi vettoriali vengono introdotti, al primo anno, proprio per via assiomatica (qualche mese dopo 'scopri' che in effetti, toh, quegli assiomi te li ritrovi 'da qualche altra parte'). La definizione di gruppo viene data il Algebra 1 (che poi sviluppa tutta la parte su Anelli, Campi, Equazioni alle Congruenze, Ideali, A-moduli), mentre la teoria dei gruppi (e quindi appunto, sottogruppi normali, p-sylow, vari teoremi di ordine e scomposizione) sono la prima parte di Algebra II, che poi si conclude con la Teoria di Galois.

Per darti un'idea:

http://www.mat.uniroma1.it/mat_cms/pres_corso.php?corso_da_presentare=1382

http://www.mat.uniroma1.it/mat_cms/pres_corso.php?corso_da_presentare=1180

http://www.mat.uniroma1.it/mat_cms/pres_corso.php?corso_da_presentare=1175

Non sono i corsi che ho sostenuto io (le cui pagine sono state tolte dalla rete ormai), ma a parte qualche differenza (appunto, gli A-Moduli in algebra I) ci stiamo, più o meno!

(comunque concordo con te che un po' di algebra farebbe bene prima di iniziare la parte 'lineare')

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Ti parrà incredibile (e non è sarcasmo, sembra in effetti strana anche a me come cosa), ma gli spazi vettoriali vengono introdotti, al primo anno, proprio per via assiomatica (qualche mese dopo 'scopri' che in effetti, toh, quegli assiomi te li ritrovi 'da qualche altra parte'). La definizione di gruppo viene data il Algebra 1 (che poi sviluppa tutta la parte su Anelli, Campi, Equazioni alle Congruenze, Ideali, A-moduli), mentre la teoria dei gruppi (e quindi appunto, sottogruppi normali, p-sylow, vari teoremi di ordine e scomposizione) sono la prima parte di Algebra II, che poi si conclude con la Teoria di Galois.

Per darti un'idea:

http://www.mat.uniroma1.it/mat_cms/pres_corso.php?corso_da_presentare=1382

http://www.mat.uniroma1.it/mat_cms/pres_corso.php?corso_da_presentare=1180

http://www.mat.uniroma1.it/mat_cms/pres_corso.php?corso_da_presentare=1175

Non sono i corsi che ho sostenuto io (le cui pagine sono state tolte dalla rete ormai), ma a parte qualche differenza (appunto, gli A-Moduli in algebra I) ci stiamo, più o meno!

(comunque concordo con te che un po' di algebra farebbe bene prima di iniziare la parte 'lineare')

Quel programma (del primo semestre) è buono al massimo per gli ingegneri, non per matematici o fisici (e pan mi conferma che non solo a Pisa e TRieste, ma anche a Padova la pensano così...)

Se devo cercare un motivo che mi spieghi perché sia stata fatta la scelta di posporre gli elementi di base dell'algebra lineare al secondo semestre, sono in grado solo di pensare che sia stata una scelta strategica della facoltà, per aprire ad un'impostazione più applicativa agevolando la comprensione al primo semestre del programma di meccanica, e parare il colpo all'emorragia di studenti del primo anno (strategia che, secondo me, non è condivisibile se si punta a formare matematici e fisici, è come la trattativa dello stato con la mafia).

Naturalmente, specifico ciò a beneficio dei polemici, questo non vuol dire che il corso di laurea sia più facile!

Tra l'altro, vedo che a Uniroma2 geometria 1 per fisici dell'atmosfera tenuto da nacinovich rispecchia esattamente questa impostazione: prima gruppi, campi, anelli, morfismi, cazzi e mazzi (cit.) e poi spazi vettoriali.

Per me, questa è l'evidenza che la laurea triennale sia, soprattutto per i corsi di laurea in matematica e fisica, una vera schifezza, senza mezze parole, che costringe le commissioni didattiche ad inventarsi le cose più astruse per tenere insieme l'esigenza formativa e quella di mercato. In alcuni corsi di studio ciò non sarebbe per forza un danno formativo, mente in altri lo è senza mezzi termini e lo dimostra, più che algebra lineare / geometria, lo scempio di dividere i vecchi corsi di Istituzioni di Fisica Teorica, Struttura della materia, Fisica nucleare tra triennale e specialistica...

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Per me, questa è l'evidenza che la laurea triennale sia, soprattutto per i corsi di laurea in matematica e fisica, una vera schifezza, senza mezze parole, che costringe le commissioni didattiche ad inventarsi le cose più astruse per tenere insieme l'esigenza formativa e quella di mercato. In alcuni corsi di studio ciò non sarebbe per forza un danno formativo, mente in altri lo è senza mezzi termini e lo dimostra, più che algebra lineare / geometria, lo scempio di dividere i vecchi corsi di Istituzioni di Fisica Teorica, Struttura della materia, Fisica nucleare tra triennale e specialistica...

La spiegazione che hai dato tu è senz'altro la più probabile; se ne potrebbe trovare giusto un'altra, anche se più debole.

Infatti a Matematica, rispetto a Fisica, ci sono sicuramente più corsi base di Algebra. Ora, per non rendere troppo scarno il Algebra I, e allo stesso modo per concentrare più cose possibili in Algebra Lineare, hanno scelto di piazzare tutta la parte di cui abbiamo parlato nel secondo corso, e non nel primo.

Infatti considera che a metà del primo anno c'è un grande 'flusso' di studenti in uscita verso ingegneria, e sicuramente per loro è più utile aver imparato a 'smanettare' con Matrici e applicazioni lineari.

Però son d'accordo con te, un'introduzione quantomeno ai fondamenti, magari senza indugiare nella TdG, dovrebbe essere affrontata.

E ho tenuto quotato l'ultimo paragrafo per evidenziare quanto possa essere d'accordo. Non ho trovato UN solo docente che sia contento di questo sistema. Le parole più delicate sono 'inutile' e 'perdita di tempo'.

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La spiegazione che hai dato tu è senz'altro la più probabile; se ne potrebbe trovare giusto un'altra, anche se più debole.

Infatti a Matematica, rispetto a Fisica, ci sono sicuramente più corsi base di Algebra. Ora, per non rendere troppo scarno il Algebra I, e allo stesso modo per concentrare più cose possibili in Algebra Lineare, hanno scelto di piazzare tutta la parte di cui abbiamo parlato nel secondo corso, e non nel primo.

Infatti considera che a metà del primo anno c'è un grande 'flusso' di studenti in uscita verso ingegneria, e sicuramente per loro è più utile aver imparato a 'smanettare' con Matrici e applicazioni lineari.

Però son d'accordo con te, un'introduzione quantomeno ai fondamenti, magari senza indugiare nella TdG, dovrebbe essere affrontata.

E ho tenuto quotato l'ultimo paragrafo per evidenziare quanto possa essere d'accordo. Non ho trovato UN solo docente che sia contento di questo sistema. Le parole più delicate sono 'inutile' e 'perdita di tempo'.

Con "perdita di tempo" (ovviamente d'accordo) torniamo, purtroppo, on-topic...

Mi viene in mente un'altra possibilità: non è che nel primo semestre c'è un corso di aritmetica dove sono introdotti gruppi, campi e anelli? Il corso di laurea in matematica di unipi fa qualcosa del genere: primo anno primo semestre aritmetica (inizio del corso da gruppi a omomorfismi), contemporaneamente mega annuale di Geometria analitica e algebra lineare che si sincronizza per agganciare gli spazi vettoriali dopo l'introduzione fatta ad aritmetica, algebre (con teoria dei gruppi) dal secondo anno in poi.

EDIT: tra l'altro io, vedendo le facce smarrite degli studenti ai quali avrei dovuto fare solo qualche esercizio, prima di avviare la teoria dei gruppi ho deciso di introdurre lo schema formale delle relazioni di equivalenza...

Vabbè, basta, chiudo con una definizione "curiosa" della teoria di gruppi dedicata a Supervigno, proposta da James Roy Newman:

"È una branca della matematica nella quale si fa qualche cosa a qualche cosa e si confrontano i risultati ottenuti con quelli che si ottengono facendo la stessa cosa a qualcos'altro e con quelli che si ottengono facendo un'altra cosa alla stessa cosa."

La dedica dipende dal fatto che James Roy Newman fu avvocato e matematico...

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Con "perdita di tempo" (ovviamente d'accordo) torniamo, purtroppo, on-topic...

Mi viene in mente un'altra possibilità: non è che nel primo semestre c'è un corso di aritmetica dove sono introdotti gruppi, campi e anelli? Il corso di laurea in matematica di unipi fa qualcosa del genere: primo anno primo semestre aritmetica (inizio del corso da gruppi a omomorfismi), contemporaneamente mega annuale di Geometria analitica e algebra lineare che si sincronizza per agganciare gli spazi vettoriali dopo l'introduzione fatta ad aritmetica, algebre (con teoria dei gruppi) dal secondo anno in poi.

EDIT: tra l'altro io, vedendo le facce smarrite degli studenti ai quali avrei dovuto fare solo qualche esercizio, prima di avviare la teoria dei gruppi ho deciso di introdurre lo schema formale delle relazioni di equivalenza...

Vabbè, basta, chiudo con una definizione "curiosa" della teoria di gruppi dedicata a Supervigno, proposta da James Roy Newman:

"È una branca della matematica nella quale si fa qualche cosa a qualche cosa e si confrontano i risultati ottenuti con quelli che si ottengono facendo la stessa cosa a qualcos'altro e con quelli che si ottengono facendo un'altra cosa alla stessa cosa."

La dedica dipende dal fatto che James Roy Newman fu avvocato e matematico...

(non veniva introdotto lo schema? e qualche accenno teorico sulle classi in sé? [teoremi di isomorfismo?])

e comunque, e con questo chiudo l'ot, niente corsi di aritmetica. Al massimo durante Calcolo I viene piazzata un po' di PA, e, nella costruzione dei numeri Reali, il concetto di classi di equivalenza (riferito alle successioni di cauchy)

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A me danno fastidio già solo i nomi di codeste materie di studio. Daccordo con la Vigno: io ho fatto il liceo scientifico, ero un cane in tutte le materie...scientifiche, ogni estate mi recuperavo il mio o i miei debiti, cioè "ci saltavo fuori", ma sono sicuro che oltre un certo livello non ci arriverei. Sarà stupidità latente o inabilità mentale, ma dopo un certo livello io ho solo voglia di prendere il Mazzoldi-Nigro o l'Halliday (che quel mona del nostro prof utilizzava per darci gli esercizi di verifica) e bruciarli come faceva Jimy Hendrix con le sue chitarre. E fisica è molto più "digeribile", almeno ai livelli base, rispetto alla matematica, se non altro per la parte teorica, che ha un gradiente filosofico molto sfizioso.

Interessante la questione della filosofia: nonostante l'impostazione "logico-matematica" del pensiero di numerosi pensatori (per Kant ed Hegel avevo fatto qualcosa di simile a degli algoritmi per segnarmi i concetti!), lì ho decisamente meno difficoltà rispetto alle discipline scientifiche. Pure, devo amettere che non è paragonabile nemmeno lontanamente alla facilità con cui riesco a fissare il piano storico-economico di un'epoca. Per darvi un'idea, quando leggo due volte un libro di storia è perché davvero questo è molto denso, altrimenti mi accontento (accontentavo, ahimè) di rileggere il giorno stesso dell'esame o quello precedente solo le parti che avevo sottolineato. Con Hegel la prima lettura era per cercare di capire se fosse in italiano o meno. La seconda mi confermava che fosse italiano. La terza iniziavo a comprendere alcuni concetti logici. La quarta volevo ucciderlo. La quinta intravedevo qualcosa d'altro. La sesta...la luce, ma fioca. La settima volevo ucciderlo di nuovo, ma mi confermavano fosse morto. L'ottava non ne potevo più ma la mia mente iniziava a piegarsi alla sua logica. Di solito a quel punto arrivava la verifica.

Con Heidegger qualcosa di simile per Filosofia Morale. Anselmo d'Aosta ancora non mi ha convinto esista Dio, invece.

In conclusione sono seriamente convinto che i fisici e i matematici abbiano una marcia mentale in più di me: lo credo onestamente. Allo stesso tempo io però mi vesto molto meglio e posso fargli un elastico a calcetto quando vogliono. :smoke:

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(non veniva introdotto lo schema? e qualche accenno teorico sulle classi in sé? [teoremi di isomorfismo?])

e comunque, e con questo chiudo l'ot, niente corsi di aritmetica. Al massimo durante Calcolo I viene piazzata un po' di PA, e, nella costruzione dei numeri Reali, il concetto di classi di equivalenza (riferito alle successioni di cauchy)

Sì, sì, l'accenno sì, ma nessuna proprietà "sbrogliata" alla lavagna!

Comunque, davvero notevole la costruzione di R al primo anno come completamento di Q, pensavo fosse passata di moda... Ma scusa, si costruisce R e non Z e Q (altrimenti le classi si sarebbero introdotte lì, no?) ?

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Sì, sì, l'accenno sì, ma nessuna proprietà "sbrogliata" alla lavagna!

Comunque, davvero notevole la costruzione di R al primo anno come completamento di Q, pensavo fosse passata di moda... Ma scusa, si costruisce R e non Z e Q (altrimenti le classi si sarebbero introdotte lì, no?) ?

Eh, è stata un'imposizione di Figà-Talamanca (che quest'anno andrà in pensione, lasciando 'vuota' la cattedra di Analisi 1 dopo non so quanti anni). Costruzione di R e completezza degli spazi metrici come introduzione (dando per assodati Z e Q) al corso (il secondo di analisi che lo studente si trova di fronte, dopo Calcolo I nel quale vengono introdotti i concetti di distanza e metrica, con la relativa topologia della retta euclidea), prima di passare a Fourier.

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In conclusione sono seriamente convinto che i fisici e i matematici abbiano una marcia mentale in più di me: lo credo onestamente. Allo stesso tempo io però mi vesto molto meglio e posso fargli un elastico a calcetto quando vogliono. :smoke:

Se, sognalo l'elastico, gioia, sei così lento a là Liverani che prima che ti arrivi l'input al piede ti ho già fregato palla, fatto "olè" come nella pubblicità Nike di tempo addietro e diretto a rete. :laugh:

Ma comunque, seriamente, al liceo davano il MazzoldiNigroVoci (ottimo libro, ma il primo integrale compare a pagina 2, tutta teoria ovviamente, ma non proprio roba da liceali), e l'Halliday? Pazzi. :lol:

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Questo è il primo capitolo, concetti molto elementari, una ventina pagine (questo è ciò che ho trovato, non ho nessuna voglia di perdere tempo allo scanner), ma è più che sufficiente perché chi voglia se ne possa fare un'idea con onestà.

Per me, neanche l'introduzione è alla portata di scadente...

http://www.mediafire.com/?l5yv4cxc31sb4ly

Confesso che quando ho letto il titolo della dispensa ero molto felice: mi immaginavo quei bellissimi problemi di geometria analitica che tanto avevano allietato un mese della mia vita al liceo. Giuro, veramente, mi piacevano da morire. Io di solito matematica la consideravo poco per interesse personale. Invece ricordo che in quelle poche settimane tornavo a casa e mi gettavo subito su quei problemi come una pazza che avesse trovato la sua vocazione, salvo esaurirli presto. E comunque l'entusiasmo non si è più ripresentato. Tutto questo per dire: se hai una dispensa anche di quello, invia il link, please :bava:

Per il resto, concordo, è lontanissimo da tutto ciò che possa essere d'immediata comprensione. Ciò nonostante continuo a pensarla un po' come Pan e cioè che una persona dotata di una predisposizione medio-buona per la matematica (dove suppongo che la vostra sia giustamente eccellente per farti capire la scala che sto utilizzando) e soprattutto di tanta dedizione e passione, possa portarsi a casa una valutazione sufficiente, una volta compresi i concetti esposti.

Per il resto, oltre al fatto che hai risposto un po' sviando alle mie domande, volevo precisare che il mio personale metodo di studio prevede il maceramento lento sugli appunti e l'approfondimento di quelli e poi il "trituramento maniacale ma veloce" dei libri. La verità è che avendo moltissimi esami da dosare con le campagne di pratica, finisce che devi affrontare spesso 3-4 esami in un mese per un totale di molti libri. Dunque finisci ad abituarti a fare un libro a giornata più nottata per poterli terminare tutti. Ovviamente il mese post esame lo inizi con un bel 38 di febbre canonico, ma va beh <_< .

mamma mia permanente come sei boriosa, mi batti 6-0, 6-2. sai ti credevo un po' più intelligente - stavolta senza ironia -, ma adesso è chiaro come tu sia una bambina straviziata e saccentella. "50 pagine in poche ore"? buahahahahaha. il 3x2 di qualità... che bluff! e poi mi tiri fuori i titoli originali di goethe per ostentare vanità (la fiera della)... fatti 50 pagine della "critica della ragion pura" in poche ore, poi ti interrogo io e vediamo come sdruccioli...

sei una farsa colossale. la copia di mille riassunti. un bignami di puro nozionismo.

In realtà ti stai sbagliando. Sono una studentessa che ricorre poco al nozionismo. Nel mio corso di studi è richiesto da molti docenti (soprattutto da professoresse donne, anziane e formate col metodo di studi pre anni 50), ma dò i migliori risultati quando devo impostare un ragionamento mio d'interpretazione di un contesto (per lo più archeologico). Ma non credo ti interessi il funzionamento del mio sistema intellettivo (peccato! ho fatto un po' di test in proposito e potevo dirti di più, ma ne parlerò con lo psycodandy del forum).

Ah, per inciso, i titoli goethiani non erano originali, ma "rivisti"...

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