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un libro....ogni tanto


lift

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Capisco, è lo stesso per me con M&M.

Comunque visto che studi russo (mi pare) guardati il telefilm "Master i Margarita" se puoi. Io ho visto solo le prime puntate, c'ho capito pochissimo ma l'ho trovato interessante.

Ti ringrazio infinitamente!

Ci proverò perché mi sono innamorata del russo.

Però se non lo capisci tu (che da quanto ho capito invece lo sai parlare anche bene)

ho basse probabilità di tirar fuori qualcosa di sensato...

Vabbè, sarà come quando a scuola traducevo con fantasia le versioni di latino,

il contesto magari lo capirò :laugh:

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it_LGP__71.jpg

:D

Certo, comunque non ai livelli di INDIANA PIPPS :prego:

:lol: :lol: :lol:

io amo le parodie disney, la mia preferita però è quella del mio idolo cavazzano:

casablanca.jpg

un vero capolavoro che rende omaggio al bianco e nero del film (che naturalmente adoro) e direi lo sublima:

casablanca.jpg

:prego: :prego: :prego:

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Giusto, giusto, GIUSTISSIMO! :pollice:

l'ho pure incontrato ad un convegno sul fumetto e mi ha fatto un disegno e naturalmente l'autografo ed è oltre che un vero genio anche una persona veramente in gamba e molto gentile e disponibile, insomma un vero mito!!! :ok:

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io invece ho cominciato (su consiglio di non mi ricordo più chi) "La zia Julia e lo scribacchino" di Vargas Llosa. :ok:

Anche io! Mi sa che lo ha consigliato Nic101, ho letto anche "La casa verde" ed è ancora meglio; in realtà per combattere il tedio di questo lungo inverno, ho cercato molto il clima letterario latino americano, malgrado ciò, il freddo non passa...

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Finito "Infinite Jest". Ci ho messo due mesi e qualche giorno...ma ne è valsa assolutamente la pena.

Non parlo di trama o cose affini per non rovinare la lettura a qualche coraggioso.

By far il libro più bello che abbia letto negli ultimi due anni, almeno (la rilettura dell'Educazione Sentimentale non vale).

Non so nemmeno come fare per rendere l'idea di cosa sia...anche perché non son sicuro di avercela un'idea. Diciamo solo che "Quer pasticciaccio brutto de la via Merulana" in confronto ha una struttura e un finale chiari, che Dante non è l'unico capace di passare dal sublime al basso, e che il concetto di "psicosi" ha più sfaccettature di quelle a cui siamo abituati a pensare. Infine, se qualcuno crede di avere un senso dell'umorismo piuttosto sviluppato, beh, qui troverà pane per i suoi denti, in modo variegato e...destabilizzante. Così pure per il senso dell'orrido, della pietà...in generale le vostre credenze ideali e non, sono osservate e sbocconcellate in diverse modalità con una precisione chirurgica e leggermente, ma non troppo leggermente, sadica e masochistica. La vicenda invece...beh, se riuscite a farvi un'idea chiara, spiegatemela per favore!

Immenso, anzi, infinito.

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Non so nemmeno come fare per rendere l'idea di cosa sia...anche perché non son sicuro di avercela un'idea. Diciamo solo che "Quer pasticciaccio brutto de la via Merulana" in confronto ha una struttura e un finale chiari, che Dante non è l'unico capace di passare dal sublime al basso, e che il concetto di "psicosi" ha più sfaccettature di quelle a cui siamo abituati a pensare. Infine, se qualcuno crede di avere un senso dell'umorismo piuttosto sviluppato, beh, qui troverà pane per i suoi denti, in modo variegato e...destabilizzante. Così pure per il senso dell'orrido, della pietà...in generale le vostre credenze ideali e non, sono osservate e sbocconcellate in diverse modalità con una precisione chirurgica e leggermente, ma non troppo leggermente, sadica e masochistica. La vicenda invece...beh, se riuscite a farvi un'idea chiara, spiegatemela per favore!

Immenso, anzi, infinito.

Mi hai convinto.

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Finito "Infinite Jest". Ci ho messo due mesi e qualche giorno...ma ne è valsa assolutamente la pena.

Non parlo di trama o cose affini per non rovinare la lettura a qualche coraggioso.

By far il libro più bello che abbia letto negli ultimi due anni, almeno (la rilettura dell'Educazione Sentimentale non vale).

Non so nemmeno come fare per rendere l'idea di cosa sia...anche perché non son sicuro di avercela un'idea. Diciamo solo che "Quer pasticciaccio brutto de la via Merulana" in confronto ha una struttura e un finale chiari, che Dante non è l'unico capace di passare dal sublime al basso, e che il concetto di "psicosi" ha più sfaccettature di quelle a cui siamo abituati a pensare. Infine, se qualcuno crede di avere un senso dell'umorismo piuttosto sviluppato, beh, qui troverà pane per i suoi denti, in modo variegato e...destabilizzante. Così pure per il senso dell'orrido, della pietà...in generale le vostre credenze ideali e non, sono osservate e sbocconcellate in diverse modalità con una precisione chirurgica e leggermente, ma non troppo leggermente, sadica e masochistica. La vicenda invece...beh, se riuscite a farvi un'idea chiara, spiegatemela per favore!

Immenso, anzi, infinito.

e il finale? non fare l'indiano.

adesso leggiti la ragazza dai capelli strani.

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e il finale? non fare l'indiano.

adesso leggiti la ragazza dai capelli strani.

Già iniziato! Ho preso anche "La scopa del sistema"!

Allora...cercherò di non rivelare parte della trama. Il capitolo finale secondo me non ha un senso proprio. Voglio dire, non è il capitolo finale, è solo uno dei tanti tableaux mnemonici che costellano la storia. Credo che i capitoli precedenti (poi spiegami qual'è la tua idea di capitolo applicata a Wallace) siano molto più conclusivi, o meglio spingano la curiosità e l'inerzia narrativa verso una conclusione che non c'è. E' uno scherzo.

Le varie vicende finiscono in un "intervallo", in uno stop narrativo e metaletterario che non conclude (Hal e l'orizzontalità). Il loro "percorso" (sempre ci sia un percorso, considerando anche che spesso la storia retrocede e non avanza) si blocca proprio quando sembra arrivato a un punto di svolta. Per non parlare della vicenda degli AFR e, soprattutto, di Infinite Jest. C'è, non c'è, è interrato? E Orin? E' davvero dentro quel bicchiere rovesciato con gli scarrafoni (non so se ti ricordi, è un paragrafo nel penultimo capitolo)? E Hal? Perché parla in prima persona nell'ultimo capitolo e prima non lo aveva mai fatto? E perché minchia J.O. ha fatto quel che ha fatto? Infine, La Più Bella Ragazza di Tutti i Tempi che fine fa? Si dice che gli Afr non la trovino...e che minchia di senso ha la sua deflagrante (e questa espressione ha un valore "microondeticamente letterale") presenza e i suoi rapporti con la famiglia Incandenza?

Infine, Gately, che nella seconda parte del libro diventa praticamente il protagonista, ce la fa? E che senso hanno i suoi sogni? E che minchia c'entrano con le altre vicende? C'è un collegamento? Io non lo vedo chiaramente...

La mia parziale e incompleta conclusione è che non bisogna cercare un senso. Sono i processi mentali che contano, le digressioni, i viaggi psicologici e metafisici dei vari personaggi, senza dimenticare la voglia di "raccontare bene" dell'autore. Sa di essere bravo e lo fa vedere, è una danza stilistica, ma una danza alla Idioteque, che vuole prendere in giro l'acrobazia letteraria stessa. E' lui stesso a togliere senso a quel che fa e a mettere in ridicolo l'intellettualismo vuoto (i film di J.O. Inc, Hal). Non è una discesa e una risalita dagli inferi. E' un viaggio nel turbine della mente umana nelle sue declinazioni più estreme, lo svuotamento della polpa delle sottocutanee e più semplici emozioni e relazioni umane. E' come se i personaggi venissero capovolti, vomitati fuori da loro stessi e li si lasciasse lì, a fissarsi le proprie interiora. Secondo me non vuole insegnare niente, non vuole costruire una morale. Prende in giro proprio le varie morali, più o meno giuste, le varie costellazioni emotive e fideistiche, anche le più solide e antiche, come l'amore, la famiglia, ma anche le più scomode e fastidiose (l'amore di Marathe per la acefala, il quadruplo gioco verso la patria, i diversamente abili e gli hadicappati e il loro ruolo e l'ottica con cui li si guarda, gli AA, la redenzione di Gately e di Joelle).

Per quanto riguarda la presenza massiccia di riferimenti alla dipendenza da sostanza...ecco, non sono sicurissimo di aver capito perché se ne faccia così largo uso. In pratica tutti a parte Mario sono tossici e/o psicotici! Forse è la deriva della società, che svuotata del proprio senso cerca di fuggire da sè disperatamente, oppure è un simbolo di malattia "chimico-tecnica-tecnologica" del nostro tempo (Inter-Lace, la scuola di tennis, J.O Incandenza, Hal che dopo un maiale e Majakovskij malfatto impara la Treccani a memoria)...

Concludo con delle considerazioni: quanto è divertente la storia dell'Onan (solo il nome è un programma...), di Gentle, come dipinge l'americano medio, come tira dentro i Boscaioli, il cinema d'avanguardia (anzi, d'après-garde), Eschaton...? Secondo me è quasi impazzito, ma si è anche divertito come un matto a tirare su questa storia. E il finale secondo me sono il suo scherzo e la sua "vendetta" su di noi lettori e sul so lavoro più riusciti.

Che ne dici?

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Anche io! Mi sa che lo ha consigliato Nic101, ho letto anche "La Casa verde" ed è ancora meglio; in realtà per combattere il tedio di questo lungo inverno, ho cercato molto il clima letterario latino americano, malgrado ciò, il freddo non passa...

Ben fatto, April! :)

La Casa Verde non l'ho letto ancora, è sul comodino, in attesa da un po'. Ora sono attratto da altre atmosfere e non appena avrò finito il secondo giallo svedese (eh si, il secondo: ne ho letti due di fila! :P ) sarà il turno di "Non lasciarmi" di Ishiguro. ma prima o poi tornerò a Vargas Llosa :ok:

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minchia l'essenzialità...

Che ne dici?

anche per me il finale rientra nella logica dello scherzo - e lo scherzo, spesso, si basa proprio sul non-sense. con tutto che non ricordo bene la (pseudo) trama - perché ormai è passato un anno e mezzo da quando l'ho terminato e, ahimé! il mio meccanismo mnemonico è molto lacunoso e jokoso -, il filo... più rosso forse sta nel disvelamento parodistico - attraverso giochi linguistico-narrativi - dei giochi di poteri che permeano ogni aspetto della società: famiglia, stato, relazioni di coppia, relazioni tossiche con sé - ricordiamoci che wallace, dai 20 anni circa, fa largo uso di antidepressivi, e da ciò si comprende la sua perizia in materia, dispiegata soprattutto in lunghissime note farmacologiche. giochi di potere che, dall'alto dell'autore demiurgo che li (ri)crea iperbolizzandoli per schiaffeggiare il lettore intossicato dalla realtà - realtà che, trascendendo la fantasia e facendosi così iperreale (per dirla alla baudrillard), è la vera droga postmoderna -, sono (forse) una burla che andrà avanti fino a un epilogo indeterminato e insensato.

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C'hai ragione, son prolisso come Seedorf sotto la doccia...

Ho finito "La ragazza con i capelli strani", l'ho letto in treno. Il racconto omonimo mette a disagio come poche cose in questa vita. Penso vi si possano applicare più o meno le stesse chiavi. Prima di tutto però vorrei sottolineare la fantasia di quest'uomo. Ci vorrebbe un'altra parola per rendere l'idea...ci sento tanto del Camus de "L'étranger", della sua lucida, cupissima, semplice e onesta negatività, una parte pochissimo esplorata, più che della mente, della categorizzazione psicologica umana. Non è puro male, non è male consapevole, è al di fuori dalla percezione "manicheistica", del dualismo universale bene/male che c'era ancora in un Joyce ad esempio. E' qualcosa che sta a metà tra lo spleen come condizione esistenziale, l'afasia metafisica dell'esistenza postmoderna e una visione della vita in cui la vuotezza è colmanta da qualsiasi cosa, dalla perversione all'ossessione alla dipendenza all'annichilazione. E' veramente un tentativo di inquadrare quadri di vita da una angolazione "altra"...quadri di un nichilismo e di un'insensatezza che solo nell'umorismo del non-sense trovano un...motivo per proseguire la ricerca. Forse sto ragionando troppo pensando alla vita dell'autore...

Anyway, domani inizio "La scopa del sistema".

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Ho finito "La ragazza con i capelli strani", l'ho letto in treno. Il racconto omonimo mette a disagio come poche cose in questa vita. Penso vi si possano applicare più o meno le stesse chiavi. Prima di tutto però vorrei sottolineare la fantasia di quest'uomo. Ci vorrebbe un'altra parola per rendere l'idea...ci sento tanto del Camus de "L'étranger", della sua lucida, cupissima, semplice e onesta negatività, una parte pochissimo esplorata, più che della mente, della categorizzazione psicologica umana. Non è puro male, non è male consapevole, è al di fuori dalla percezione "manicheistica", del dualismo universale bene/male che c'era ancora in un Joyce ad esempio. E' qualcosa che sta a metà tra lo spleen come condizione esistenziale, l'afasia metafisica dell'esistenza postmoderna e una visione della vita in cui la vuotezza è colmanta da qualsiasi cosa, dalla perversione all'ossessione alla dipendenza all'annichilazione. E' veramente un tentativo di inquadrare quadri di vita da una angolazione "altra"...quadri di un nichilismo e di un'insensatezza che solo nell'umorismo del non-sense trovano un...motivo per proseguire la ricerca. Forse sto ragionando troppo pensando alla vita dell'autore...

Anyway, domani inizio "La scopa del sistema".

non ho capito niente :huh:

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... a cui è caduto il sapone (guarda caso) proprio vicino a boateng.

l'unico neo, a mio avviso, è che gli scritti - e i personaggi - del wallace sono troppo cerebrali e freddi, avari, parsimoniosi nel rilasciare emozioni. (l'emozione non è certo il primo sentimento che suscita la narrativa di wallace).

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Sì, assolutamente, ed è uno dei motivi che me li fa accostare al protagonista de Lo Straniero di Camus. Siccome non è un forum su Wallace evito un'altra teorizzazione semi-inconprensibile, ma credo sia un discorso che possa riallacciarsi alla narrativa e alla produzione artistica americana post-moderna (in realtà penso soprattutto a film estratti da libri di autori americani). Non ho letto il libro, ma il film "Non è un paese per vecchi", tratto dal lavoro di McCarthy, i Coen...pure Céline, tornando in Europa, sono ambientati in un mondo in cui i sentimenti sono completamente annichiliti, per lasciar posto solo alle sensazioni. Secondo me è così che presenta i suoi personaggi Wallace, per questo mettono così a disagio, pur disvelando e smontando tante false costruzioni sociali, ideali e culturali. Almeno per me è così.

@Consi: rileggendo, capisco poco anch'io. :lol: Se non hai letto "Infinite Jest" è un po' difficile seguire il discorso, anche perché non ho voluto parlare della trama direttamente. In ogni caso segnati queste tracce-guida per avere un'idea di cosa sia questo autore: nichilismo, afasia sentimentale, trauma, perversione, sessualità, dipendenza, psicosi, disvelamento parodistico, Lamerica (alla Morrison), riferimenti coltissimi, note assassine, padronanza linguistica e grammaticale superiore, non-sense, Camus, Céline, Gatto Panceri, i cappelletti son meglio dei tortellini.

P.S. Le ultime due cose non necessariamente sono fondamentali per farsi un'idea dell'universo di David Foster Wallace.

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