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RADIOHEAD - “Hail To the Thief” VOTO : 8,5 /10

Track list : 2 + 2 =5 ; Sit down stand up ; Sail to the moon ; Backdrifts ; Go to sleep ; Where I end and you

begin ; We suck young blood ; The gloaming ; There There ; I will ; Punch up at a wedding ;

Myxomatosis ; Scatterbrain ; Wolf at the door

BRANO MIGLIORE : Wolf at the door , Myxomatosis.

“Hail to thief “ potrebbe facilmente essere definito , come la prova definitiva che i Radiohead non hanno mai smarrito , dopo il fatidico Ok Computer ( perché The bends no ?), né talento né propensione alla creazione di indimenticabili canzoni rock.

E’ doveroso precisare , comunque , che i Radiohead anche nei momenti in cui la sperimentazione sembrava aver preso il sopravvento sulla loro predisposizione al Guitar-Rock non hanno mai creato canzoni banali o talmente piatte da essere noiose , ma hanno sempre fatto nascere momenti musicali vivi , importanti e stimolanti .

Tornando al cd in questione, la band mai come oggi ha saputo perfettamente adattare diversi punti di vista musicali e diverse possibili direzioni da intraprendere.

Innanzitutto, il primo pregio che si può notare già dopo il primo ascolto, è il numero di canzoni (14) ,il quale fa si che alcuni episodi minori possano essere facilmente trascurati a favore della bellezza delle restanti composizioni.

I momenti “trascurabili” sono a mio parere quelli in cui la band si presta ad atmosfere eccessivamente emotive e sofferte con passaggi quasi paragonabili al genere ambient ( I will , Sail to the moon e in parte We suck young blood”).

Sinceramente i momenti di calo si fermano soltanto ai casi sopra citati, il resto del disco è perfettamente quanto sorprendentemente Rock con la R maiuscola. La R si fa viva prepotentemente in “2+2 = 5” canzone che di assurdo ha solo il titolo, il corpo della canzone presenta una struttura tranquillamente elettrica nella prima parte per poi esplodere nel ritornello più massiccio, potente e prepotente degli ultimi anni.

Quello che tra virgolette “sorprende” è il modo stavolta splendido con cui la band ha coniugato in alcune canzoni passaggi leggermente elettronici e sperimentali con la voce di Thom e con le chitarre ed il ritmo ; il maggior pregio di queste soluzioni , sta infatti nel non aver lasciato il sopravvento (come nei precedenti album) all’elettronica ed agli effetti filtranti che mettevano purtroppo in secondo piano la splendida voce di Yorke. Sembra ancora più precisamente che stavolta siano stati gli strumenti ad adattarsi al cantato e non viceversa come accadeva nei 2 precedenti album. Basta ascoltare brani come “Backdrifts” , “The gloaming” e la strepitosa “Myxomatosis” e ci si può rendere conto che i Radiohead hanno ben sfruttato le loro conoscenze elettro-tecnologiche maturate in questi anni senza farsene però schiacciare. La stessa “Sit down stand up” ha una struttura molto sperimentale ma ciò non è assolutamente fastidioso perché le incursioni elettroniche nella frase ripetuta <<the rain drops the rain drops>> sono davvero ben incastonate ed azzeccatissime. Il migliore assolo di chitarra o meglio la miglior linea di chitarra è ravvisabile nella schitarrante e vivace “ Go to sleep” che potrebbe esser definita come la nuova “ Knives Out” solo che però la prima ci guadagna in ritmo e il canto di Yorke è senz’altro più vivace qui che non sul brano di Amnesiac, da antologia sono i crescendo di chitarra negli assoli di intermezzo e fine delle strofe.

Molto ipnotica è “We suck young blood” vera canzone-vampiro del cd, con il piano che la fa da padrone e un battito di mani puntuale a scandire il ritmo , il quale subisce un inaspettato cambio di livello proprio quando ci aspettava che la canzone doveva assumere definitivamente la linea fino a quel momento condotta.

“There there” è il singolo che dal 97 si attendeva. Sentita alla radio preceduta dalle parole <<la nuova dei radiohead>> incarna alla perfezione ciò che la gente si aspetta da quelle parole. La voce è riconoscibilissima e i versi stupendi <<In pitch dark i go walking in your landscape>> non potevano rendere meglio il ritorno su radio. La batteria con delle bacchette quasi afro , conducono un movimento davvero irresistibile e dei versi che nel crescendo della canzone (compresa lo sbalzo di ritmo centrale classico alla radiohead) conducono l’ascoltatore lungo un pathos che dev’essere saziato con almeno 6 ascolti consecutivi !

Dopo l’artificiosa e d un po’ soporifera ma fortunatamente breve “I will” , si arriva ad un’altra grande canzone : “Punch up at a wedding “ ritmo splendido e non eccessivamente alto è una perfetta pop song, la doppia voce ottimamente registrata e il piano del sottofondo con alcuni accordi elettrici qua e là ben inseriti,la rendono amabile e resistente anche a numerosi ascolti.

Della mistica Myxomatosis si può dire che secondo il mio modesto parere è una delle più belle, tirate , eccitanti e commoventi canzoni che i radiohead abbiano sfornato in tutta la loro carriera.

Per gustarla al meglio bisogna avere un volume alto e di fronte il foglio del testo. Per quanto la possa descrivere , ha un ritmo che almeno nei primi secondi e negli ultimi momenti ricorda “Kid A” soprattutto nei battiti della batteria e nella chiusura armoniosa-orchestrale se non erro condita da archi.

Il canto di Thom è fermo , deciso e comprensibilissimo; la bellezza della canzone sta proprio oltre che nei tratti di sospensione della canzone con la frase <<but now i don't know why i feel so tongue-tied>>, nell’atmosfera strumentale davvero indimenticabile.

“Scatterbrain” è una bellissima ballata con un canto tirato e stratificato le corde della chitarra ruffiane e la batteria che quasi ricordano l’intermezzo del lamento di “Paranoid android” , è una canzone dall’andamento romantico ed emotivo.

La canzone però davvero più bella , coinvolgente e perché no anche nel testo emotivamente alta,è la chiusura del disco . “Wolf at the door ” è una di quelle canzoni che quando le ascolti la prima volta ti sembra che siano già la colonna sonora di una vita.

No ragazzi , non è una canzone alla Karma Police, alla High & dry o alla Exit Music; è una canzone che in parte vede un Thom cantare come da tempo non faceva. La chitarra classica e le note iniziali fanno pensare ad una filastrocca o ad una di quelle canzoni dolci dolci. Le parole scorrono veloci sulla bocca di Thom rendendo in alcuni punti quasi difficile seguirlo con il testo (strepitoso) davanti agli occhi . Sempre con un ritmo da canzoncina ma con un canto inizialmente semi parlato e molto serio ( verrebbe da dire ,visto il testo, un canto incazzato) la canzone pian piano si apre , fino al bellissimo ritornello << I keep the wolf from the door but he calls me up calls me on the phone tells me all the ways that he's gonna mess me up >> e sembra davvero che i Radiohead abbiano in mano il tuo cuore.

Poi anche la strofa inizia a prendere ritmo , Thom incalza sempre più potente e duro (quasi come un rapper) , poi offre ancora più enfasi per la seconda volta alle parole sopra citate.

“Hail to the thief” è grande , semplice. Le canzoni non annoiano mai ( complice la durata mediamente bassa) , i testi tornano ad essere corposi e comprensibili almeno nel modo di porceli della voce di Thom.

La band sembra affiatata e , nonostante non ci sia niente da rinnegare ai 2 precedenti cd , è una gran bella cosa che abbiano ripreso confidenza o meglio fiducia nelle benedette chitarre.

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Bene!... già che ci siamo, suggerirei a Max (sempre che gli altri siano d'accordo) di riservare un angolino del sito ai nostri commenti sui RH (dischi, concerti, video, canzoni, singoli)... che ve ne pare?

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non sono d'accordo sulla maggior parte delle cose che hai scritto. è molto biased come recensione.. ma del resto è tutto un fatto di gusti.

a partire dal ragionamento sul numero dei pezzi: se ben capisco, per te più ce ne sono più è probabile trovarne di belli. questo secondo me è un discorso assolutamente sbagliato, perchè preferisco di gran lunga un disco con pochi pezzi ma estremamente coerenti tra di loro piuttosto che una valanga informe di canzoni che hanno senso da sole ma che non creano un pattern con il complesso. è proprio per questa ragione che Okc, Kid A e in parte The bends sono considerati da molti gli album migliori dei radiohead. per httt è ancora presto per parlare, ma temo che soffra della stessa disomogeneità che affligge anche amnesiac: tutte le canzoni prese da sole sono belle, ma potresti sentirle in un altro ordine e cambierebbe poco.. dai radiohead invece mi aspetto un album tutt'uno, una vera e propria opera da poter guardare e giudicare nel suo insieme.

detto questo (in realtà non ho nulla contro la tua recensione, ho solo colto l'occasione per esporre questa mie idea) sono totalmente d'accordo su a wolf at the door, che è decisamente azzeccata come chiusura ed è un pezzo splendido.

e sail to the moon.. rivalutala.. è il pezzo più bello del disco, molto superiore, pur nella sua semplicità, alla tanto amata pyramid song. e poi perchè la definisci ambient?? è così deliziosamente sincera e tenera.. non scriveva una cosa così graziosa dei tempi di no surprises..

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Bene!... già che ci siamo, suggerirei a Max (sempre che gli altri siano d'accordo) di riservare un angolino del sito ai nostri commenti sui RH (dischi, concerti, video, canzoni, singoli)... che ve ne pare?

certo, nella sezione stampa.. :)

adesso stò mettendo a posto la grafica, perciò posso fare poco, altrimenti mi incasino.

intanto cominciate a prepararvi articoli da pubblicare!

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ciao sono nuovo in questo forum, ma volevo dire che sono rimasto "inorridito" da quello che ha detto bananaco....sail to the moon meglio di pyramid song?!!!!??? non riesco a concepire una tale affermazione.

Secondo me pyramid song è...non so descriverla, ma di gran lunga una delle 2-3 migliori canzoni che abbia mai ascoltato in vita mia.

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  • 4 years later...

Dopo aver letto il primo di lacatus....sono andato a ricercare i miei primi posts.....

:lol::lol::lol:

Comunque è preoccupante il fatto di come, dopo quasi 5 anni, non abbia minimamente cambiato idea anzi, potrei togliere il 3! :lol:

Mi piacerebbe sapere se banana, invece, si sia ravveduto di quello scempio che scrisse all' "alba" di scatterbrain :D

Scusate lo Spam.

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ciao sono nuovo in questo forum, ma volevo dire che sono rimasto "inorridito" da quello che ha detto bananaco....sail to the moon meglio di pyramid song?!!!!??? non riesco a concepire una tale affermazione.

Secondo me pyramid song è...non so descriverla, ma di gran lunga una delle 2-3 migliori canzoni che abbia mai ascoltato in vita mia.

Sail to the moon rimane un brano splendido, al di là dei paragoni.

Anch'io trovo che Pyramid song sia meravigliosa, ma Sailttm ha dei suoni altrettanto meravigliosi e un arrangiamento bellissimo...facendola al piano mi sono accorta di come sia un capolavoro e si come sia simile , nella sua "architettura", a Pyramid song ( ovviamente sotto certi profili..)

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ciao sono nuovo in questo forum, ma volevo dire che sono rimasto "inorridito" da quello che ha detto bananaco....sail to the moon meglio di pyramid song?!!!!??? non riesco a concepire una tale affermazione.

Secondo me pyramid song è...non so descriverla, ma di gran lunga una delle 2-3 migliori canzoni che abbia mai ascoltato in vita mia.

Sail to the moon rimane un brano splendido, al di là dei paragoni.

Anch'io trovo che Pyramid song sia meravigliosa, ma Sailttm ha dei suoni altrettanto meravigliosi e un arrangiamento bellissimo...facendola al piano mi sono accorta di come sia un capolavoro e si come sia simile , nella sua "architettura", a Pyramid song ( ovviamente sotto certi profili..)

Concordo pienamente, è tra i mei brani preferiti dei Rh e anche il testo è di una bellezza disarmante.

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I momenti “trascurabili” sono a mio parere quelli in cui la band si presta ad atmosfere eccessivamente emotive e sofferte con passaggi quasi paragonabili al genere ambient ( I will , Sail to the moon e in parte We suck young blood”).

Sinceramente i momenti di calo si fermano soltanto ai casi sopra citati

mi sono fermato qui a leggere..

:ph34r:

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