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La libertà fa fare buoni affari


HypFra

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"Immersi nell'etica anti-corporate e anti- materialistica del gruppo, i fan sono pronti a offrire fino a 7 euro: molto più del giusto. Sarebbe stato più onesto stabilire un prezzo fisso"...

L'uomo (inteso come essere vivente) è proprio nato insoddisfatto....e se ti fanno pagare 20 euro sono dei ladri, se ti permettono di scegliere, era meglio il prezzo fisso...poi che cazzo ne sai se è molto più del giusto...Mah!

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Sono assolutamente d'accordo sul discorso della insoddisfazione dell'uomo: ci si deve lamentare sempre e comunque. Da un punto di vista prettamente economico, il discorso del WSJ secondo me non sta in piedi. In particolare proprio quando si parla di "i fan sono pronti a offrire fino a 7 euro: molto più del giusto. Sarebbe stato più onesto stabilire un prezzo fisso".

Da ormai quasi ex studente di economia, questo è quello che ho pensato leggendo questo articolo. Ho voglia di scriverlo, perché so che ci sono diversi studenti di economia qui e quindi so che non straccerei le palle a tutti :) E' un semplice modellino di microeconomia. Chi non vuole leggere salti in blocco tutto quello che segue, vi chiedo già scusa. Amen.

_________________________________________________________________________

La curva di domanda è inclinata negativamente perché è la somma delle funzioni di utilità dei diversi consumatori. L'utilità marginale del "consumo" di "In Rainbows" è diversa da persona a persona: per me può essere elevatissima e (quasi) costante, per l'ascoltatore casuale bassa e descrescente, per la persona alla quale dei Radiohead non importa un bel niente zero.

Imponendo un prezzo fisso si taglia orizzontalmente la curva di domanda. Chi come me ha un'alta utilità marginale al "consumo" del cd è comunque soddisfatto, perché il suo prezzo potenziale per "In Rainbows" è molto più alto. Dall'altro lato, molti ascoltatori casuali sono tagliati fuori perché non pagherebbero mai quel prezzo. L'effetto del prezzo fisso sarebbe stata una certezza maggiore dei ricavi dalla vendita del cd, ma una diffusione minore della musica (per lo meno in modo controllato dagli stessi Radiohead).

Il fatto che il prezzo venga scelto dal consumatore abbassa e appiattisce la curva di domanda. Tuttavia, quel che loro chiamano il "fattore onestà" (e aggiungerei il fattore "affetto") fa in modo che comunque l'inclinazione negativa persista. In pratica, ognuno paga per lo meno una percentuale (il fattore onestà/affetto, diverso da persona a persona) del proprio prezzo potenziale. Questo è amplificato dalla opzione discbox, dove i fans più accaniti come me pagano un prezzo fisso - anche piuttosto alto. Il risultato è una scomessa sui ricavi (che graficamente è l'area sotto la curva di domanda, che non si può predirre a priori), ma una diffusione della musica necessariamente molto più ampia.

Forse il concetto di "giustizia" del WSJ è legato al fatto che il costo di produzione del cd sia bassissimo: a parte il fatto che non saprei come misurare il costo di centinaia di giorni spesi nello studio, ritorniamo comunque al fatto che il prezzo di un bene è una questione di utilità soggettiva e non esiste di per sé. Ultima considerazione: facendo pagare ad ognuno il proprio prezzo potenziale i Radiohead hanno in qualche modo "controllato" la domanda insoddisfatta che ci sarebbe stata in caso di prezzo fisso e che, probabilmente, sarebbe andata a scaricare il disco da qualche p2p.

Last but not least: il WSJ punta il dito contro il fatto che i Radioehad si possono permettere di proporre questo modello di fissazione del prezzo facendo leva sulla promozione della loro musica fatta con metodi tradizionali negli anni. Io semplicemente non vedo il nesso (etico) tra le due cose. I Radiohead sono sempre stati nel sistema - perché non poteva essere diversamente - anche se hanno spesso cercato di preservare la loro dignità artistica (per esempio non hanno voluto che ci fossero singoli da Kid A, data la compattezza dell'album). E' evidente che questo modello funziona proprio perché il "fattore onestà/affetto" non è zero: se i Radiohead fossero la Pinco Pallino Band, la curva di domanda per "In Rainbows" sarebbe l'asse delle ascisse o poco più. La loro scelta dipende dalla situazione contingente di assenza di contratto in cui si sono trovati, e in cui hanno avuto questa trovata (secondo me molto intelligente da un punto di vista economico): personalmente non mi pare che vogliano assurgere a eroi della lotta contro il mondo delle case discografiche. Al massimo quello è il ruolo che ci piace attribuire loro.

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Studiato bene Microeconomia eh Cut... ;)

Sulla tua analisi di scelta del consumatore nulla da eccepire, ecco volevo fare una puntualizzazione però sul fattore esperienza passata.

Ritengo che il rischio di una politica di diffusione di questo tipo della musica sia l'eliminazione del mecenatismo delle Majors, che scomparirebbero (i RH hanno semplicemente avuto un'idea imprenditoriale, andando a soddisfare una domanda latente). Il rischio è semplice, quello di tagliare le gambe a gruppi sconosciuti, che probabilmente farebbero buona musica. Certo se andiamo a vedere come le majors hanno deciso di agire sulla politica di prodotto negli ultimi anni che venga fuori una nuova Spears o no, sinceramente a me non fa caldo ne freddo.

In estrema sintesi ritengo che se il mercato discografico dovesse imboccare la strada scelta da quelli di Oxford non saprei davvero figurarmi le conseguenze. Comunque ritengo che per ora il potere delle Majors sia ancora troppo forte, ed il loro compito di intermediari troppo essenziale, perchè la situazione muti repentinamente.

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comunque han appena parlato dei RH su italia 1

cazzo fai guardi italia 1?Berlusconiano dei me cojoni!

zietto, per tua info, piu' di sinistra di me non c'e' nemmeno El Che.....

comunque non l'ho visto manco io quindi prenditela con mia madre :lol:

l'ho sentita gridare dalla cucina "stan parlando dei Radiohead a italia 1, han detto che si puo' prendere il loro ultimo album da internet e decidi tu il prezzo!" (come se non lo sapessi gia' :D )

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comunque han appena parlato dei RH su italia 1

cazzo fai guardi italia 1?Berlusconiano dei me cojoni!

zietto, per tua info, piu' di sinistra di me non c'e' nemmeno El Che.....

comunque non l'ho visto manco io quindi prenditela con mia madre :lol:

l'ho sentita gridare dalla cucina "stan parlando dei Radiohead a italia 1, han detto che si puo' prendere il loro ultimo album da internet e decidi tu il prezzo!" (come se non lo sapessi gia' :D )

brava mammina!

poi dai ammettilo che sei fascio...lo so... ;)

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da Corriere.it

Un'analisi "seria" del successo commerciale di IR e di come (pare) la cifra media pagata per il dl sia di 7 euro (o di 6 circa, dipende dalla fonti)

io non pagherei mai 7 euro per una manciata di file compressi, per un'anteprima del disco, per una copia sbiadita della "real thing"..... e lo dice uno che possiede migliaia tra cd originali e vinili

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da Corriere.it

Un'analisi "seria" del successo commerciale di IR e di come (pare) la cifra media pagata per il dl sia di 7 euro (o di 6 circa, dipende dalla fonti)

io non pagherei mai 7 euro per una manciata di file compressi, per un'anteprima del disco, per una copia sbiadita della "real thing"..... e lo dice uno che possiede migliaia tra cd originali e vinili

a maggior ragione lo dice uno come me che ha una ventina di cd originali e tutto il resto scaricato dal mulo ;)

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Un'analisi "seria" del successo commerciale di IR e di come (pare) la cifra media pagata per il dl sia di 7 euro (o di 6 circa, dipende dalla fonti)

io non pagherei mai 7 euro per una manciata di file compressi, per un'anteprima del disco, per una copia sbiadita della "real thing"..... e lo dice uno che possiede migliaia tra cd originali e vinili

a maggior ragione lo dice uno come me che ha una ventina di cd originali e tutto il resto scaricato dal mulo ;)

scusate O.T.:a proposito del mulo...ma lo stanno smantellando?..voi come siete messi?...hanno chiuso diversi server! :bye:

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da Corriere.it

Un'analisi "seria" del successo commerciale di IR e di come (pare) la cifra media pagata per il dl sia di 7 euro (o di 6 circa, dipende dalla fonti)

io non pagherei mai 7 euro per una manciata di file compressi, per un'anteprima del disco, per una copia sbiadita della "real thing"..... e lo dice uno che possiede migliaia tra cd originali e vinili

a maggior ragione lo dice uno come me che ha una ventina di cd originali e tutto il resto scaricato dal mulo ;)

scusate O.T.:a proposito del mulo...ma lo stanno smantellando?..voi come siete messi?...hanno chiuso diversi server! :bye:

si anche a me sono diminuiti i server ma continua ancora ha fare il suo sporco lavoro

anche se chiudesse comunque ricorrerei almeno per la musica a suolseek...mi trova di tutto

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io pensavo di farci il lavoro finale della triennale su sta cosa.

ora

breve puntualizzazione anche per i non addetti ai lavori.

l'operazione fatta dai radiohead è molto più intelligente di quanto si pensi.

Operando in questa maniera hanno infatti segmentato il mercato, applicando un prezzo al disco deciso dal consumatore. Il discorso è che in questa maniera c'è chi ha pagato di più e chi di meno. Figuratevi la cosa come il costo di un volo business o turistico. Il servizio è circa lo stesso, il prezzo diverso.

Ora la particolarità della situazione è però il fatto che in questo caso la maggior parte della gente ha pagato meno di quanto avrebbe pagato il cd nei negozi. Quindi in teoria sarebbe una segmentazione che rende meno della politica del prezzo unico. Qui c'è un primo discorso applicabile solo al mercato musicale. Il fatto che il disco sia acquistabile dal sito in cambio di una libera offerta fa sì che l'acquirente si senta invogliato a pagare, anche se poco, qualcosa che potrebbe avere gratis. Sono certo che anche se avessero messo 5 euro di costo del download in pochi l'avrebbero acquistato. Invece con questa politica penso che la stragrande maggioranza dei clienti abbiano pagato qualcosina. Ora c'è da tenere in conto un'altra cosa. I proventi di questo album andranno interamente ai radiohead senza che il gettito sia per lo più della casa discografica. Considerate che di solito gli artisti più quotati prendono si e no un terzo dei proventi da un disco. Ergo 3 volte tanto prenderanno i radiohead (fatto sta che io preferisco i soldi vadano ai radiohead piuttosto che alla EMI) in questa occasione. Per quanto poi riguarda il discorso del "se lo possono permettere perchè sono i radiohead" direi ci sia poco da discutere, è vero, ma d'altronde non è colpa loro.

Tutto sommato però se il mercato si uniformasse a questa tipologia di vendite, i dischi dopo poco non avrebbero mercato, salvo forse quello dei fan accaniti disposti a pagare qualcosa per sostenere una band.

I radiohead hanno una base di fan molto affezionata, cosa che ha permesso la riuscita dell'operazione, e nel mondo musicale d'oggi è cosa rara.

In ogni caso però l'assenza di una casa discografica riduce i costi e aumenta le quantità vendibili. Senza dimenticare il merchindising e i concerti, da cui le band potrebbero trarre vero sostentamento.

Da una parte sarebbe il trionfo della libertà musicale, dall'altra quello della non professionalità (pensate a tutto il mondo myspace).

Allo stesso tempo però probabilmente emergerebbero i migliori, per acclamazione popolare, e non sarebbero necessariamente i più commerciali.

le vere domande restano, la gente, e quanta, offrirebbe qualcosa per comprare musica? Sempre? Per quali band? In quale ammontare?

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Bel pensierino Sallu! :clapclap:

"i fan sono pronti a offrire fino a 7 euro: molto più del giusto. Sarebbe stato più onesto stabilire un prezzo fisso".

Discorso da bottegaio del cazzo! Però mi interessa la teoria che è enunciata in corsivo, quella del "l'obligazione morale", o qualcosa del genere... E' una specie di variabile impazzita o si può calcolare in maniera approssimativa? Voi Bocconcini che mangiate economia dalla sera alla mattina ne sapete qualcosa?

le vere domande restano, la gente, e quanta, offrirebbe qualcosa per comprare musica? Sempre? Per quali band? In quale ammontare?

Sul sito dei Giardini di Mirò c'è un post interessante che mostra quanti pezzi son stati scaricati...i Giardini, che sono conosciuti pochini dalla stragrande maggioranza dei profani, sono tra i primi 7-8 gruppi italiani!

Forse per la prima volta potrà accadere quello che dice De Andrè in "Verranno a chiederti del nostro amore": "continuerai a farti sciegliere? O finalmente, scieglierai?"

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