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avvocatodellindiano

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Everything posted by avvocatodellindiano

  1. Indiano come stai? mettiti il cappello da dottoredell'indiano e poi baciami Magari ti mando la mia collega versione dottoressadellavvocatodellindiano
  2. beh dai sempre meglio di Nebraska ...oddìo... CHIEDI PERDONO SUBITO per questa battuta giammai in guardia, allora! :botte: non vale se ti meno poi mi fai causa non ne ho bisogno sono io che ti meno casomai sei TU che non puoi farmi causa, dopo che ti ho menato avvocatodell'indiano! a me! vigni... sono al verde baby, mi costi troppo e l'indiano non è più l'attaccabrighe di una volta a proposito... quanto vi sta sul cazzo a tutti (e non dite di no sciocchi!) quando l'indiano fa questa faccina ? Fategli causa
  3. la signora Consolato che ha sposato il signor Giamaica. Consolato in Giamaica
  4. per conto dell'indiano... devo postare solo una faccina per conto dell'indiano... come sempre... a buon intenditor...
  5. sciocchi! Le donzelle aspettanno tutte una mia foto ma devo deluderle ancora.
  6. sono tornato dalle ferie ma l'indiano dov'è? sono venuto a conoscenza che cremo possiede le foto di wet pussy. ti serve un avvocato wet?
  7. e se te lo chiedesse un certo avvocato?
  8. certe cose, anche se le sanno tutti, non si dicono...
  9. questa la so l'avvocato(dellindiano) è un figo pazzesco facciamo pace? (mi riferisco a questo: http://scatterbrain.altervista.org/mb/inde...dpost&p=185522) Ma infatti te lo volevo chiedere io solo che nelle reply successive continuavi a chiamarmi collega quindi ho pensato "prendi una donna, trattala male..."
  10. o forse quanah.. Attenta all'avvocato! a me l'avvocato mi fa.. una pippa e stasera l'affronto faccia a faccia! Hai conosciuto l'avvocato? Che invidia... E com'era? io come supervigno me lo immagino un pò perry mason, un pò bohemien... un misto. comunque massì... un gran figo...
  11. questa la so l'avvocato(dellindiano) è un figo pazzesco
  12. é un'imbarazzante propaganda. Altrimenti come riuscire a far passare fra le righe il messaggio "se non ci stai e manifesti in qualunque modo (! violento, nonviolento, divertente, impegnato, civile, canzonatore, cyberribelle, estetico antagonista...), sei scemo ed in fondo è giusto che ti becchi i manganelli nel culo". Veramente imbarazzante... Non credo fosse questo lo scopo dell'articolo. Manifestare le proprie idee è sacrosanto. Più che altro è rivolto contro certe ipocrisie. edit: comunque ho postato per conto di garrel che momentaneamente non poteva... ha cercato di corrompermi per infangare il nome dell'indiano la pagherà
  13. IL MOVIMENTO NON ESISTE “Tutto, subito e gratis”. Il parassitismo noglobal, senza neppure il pregio dell'originalità visto che suona come la scopiazzatura del vecchio “vogliamo tutto” di memoria lottacontinuista, a sua volta mutuato dalla sottoletteratura esotico-ribellista, echeggia a Rostock e Michael Maffesoli ci vede “una dimensione ludica e dionisiaca dell'eterna infanzia”, che è un modo snobistico per dire che questi noglobal sono i ragazzini ricchi e viziati dell'Occidente ricco e viziato. Non pervenuti casi di omologhi dalla Cina e dall'India, vale a dire le potenze emergenti che la globalizzazione la cavalcano, facendo studiare e lavorare i propri giovani per emergere dalla povertà. Qui invece abbonda la marmaglia con troppi mezzi e troppo tempo per inscenare le sue stralunate proteste fra ipocrisia e delirio: il fatidico impegno, millantato, millantatissimo, si risolve in grandi fumate e balli da dervisci al suono dei tamburi. Le adunate pacifiste finiscono regolarmente a legnate per colpa non si sa mai bene di chi, con tutti che si dissociano da tutti. L'unico messaggio, ossessivo, demenziale, di queste scampagnate è: no. No a tutto, sempre e comunque, mentre il mondo va avanti. No, fortissimamente no tranne che all'eterno pantano italiano dove si sopravvive con le consorterie, le clientele, le raccomandazioni, la genuflessione che a tempo debito fa sempre comodo. La globalizzazione sarà pure il vaso di Pandora delle società postmoderne, ma consegnare il mondo a questi griffatissimi pagliacci, parassiti del consumismo più feroce? Come i punkabbestia, che a Bologna chiamano “punkabbancomat”. Certo una quota fisiologica di spostati, di desideranti, di inconcludenti al mondo non è mai mancata, ma è la prima volta che si assiste alla pretesa di saldarli in un grande movimento mondiale, così grande che nessuno sa dire in che consista e dove voglia andare. Nel passato comunque, nel museo degli slogan deliranti che inneggiano a un brigatismo neppure conosciuto, che sfregiano la lapide in memoria di Moro e della scorta. Trent'anni fa. Che per un movimento giovanile proiettato verso “un altro futuro” ha il peso di un'ammissione di impotenza grottesca, sconfortante. Le teste pensanti, si fa per dire, non sono meglio, sono vecchie cariatidi del piombismo o ipocriti della più bell'acqua come la Naomi Klein che coi diritti d'autore ci compera i capi firmati da cui strappa le etichette. O la popstar Bono Vox che acquista la bibbia del capitalismo, Forbes, per una somma che da sola rimetterebbe a posto un Paese del terzo mondo. Spiace trovarci in mezzo persone di valore come Massimo Fini, cui deve aver dato di volta il cervello se fonda un movimento in appoggio ai talebani. Gli ideologi e i pifferai del movimento noglobal usano fatti veri per coprire altri fatti veri, a loro sgraditi. Come a Genova, di cui denunciano le incoerenze, le colpe e anche le nefandezze di apparati dello Stato ma per giustificare o omettere quelle, non meno gravi, dell'arcipelago antagonista, le strane collusioni black bloc – tute bianche, i soliti personaggi, famigerati ma impermeabili a conseguenze di sorta, che armano i violenti e i facinorosi, anche questa una costante nella vecchia storia dell'eversione che è storia torbida, di segreti inconfessabili ma notori. Ogni tanto qualche questore o prefetto si lascia scappare certe frasi sibilline che, decriptate, significano: potremmo risolvere tutto in poche ore, ma non ce lo lasciano fare. In compenso lasciano fare e pretendere di tutto, ma proprio tutto ai rompicoglioni ludici per le loro patetiche spedizioni contro un presidente che ogni italiano sensato compatisce già per conto suo. La nonviolenza militante consiste nel vitalismo estetico di tutti i cretini, in una sorta di violenza a libero arbitrio sulla pelle dei cittadini: invadere, espropriare, devastare, impedire il passaggio a capi di Stato per quanto impresentabili come Bush (tappeti rossi, invece, a chi soffoca le libertà civili e mantiene il terrorismo di Stato in Cina, Cuba, Russia, Iran...), insomma a negare le ragioni della politica e della diplomazia senza le quali restano l'isolamento, lo sfascio, le contraddizioni grottesche come quella delle “zone rosse”, imposte dai pericoli di attentati e di sabotaggi dagli stessi che le vogliono forzare. La logica è particolarissima fra il camorrista e il surreale: dovete darci i treni gratis per fare casino, sennò facciamo casino e la responsabilità è solo vostra. Le loro strategie, le loro trovate sono aria fritta, scimmiottature delle tattiche guerrigliere o dell'antica Roma, compresa la contro-controinformazione di indymedia, gioco di specchi dove tutto andava letto al contrario, e che in Italia non potrà riaprire mai più e non per le verità date in pasto alla stampa. L'unica cosa in cui sono bravi è smanettare da incursori ai computer, cioè i simboli stessi del globalismo mercantile. No, sembra francamente troppo un mondo in mano a questi velleitari, questi ludici, come li chiama il professor Maffesoli, salvi i lucidi calcolatori come l'antagonista da Camera Caruso, di nobile schiatta redditiera, che per le sue gite sovversive pretende gratis quei treni che già non paga come parlamentare. In compagnia di Heidi Giuliani, subentrata in Senato al compagno Gigi Malabarba che secondo l'Espresso ha preteso dal partito centodiecimila euro per sloggiare garantendosi un vitalizio lucrato con soli 6 mesi di mandato, furbata proletaria indecente. Fa bene la Giuliani a chiedere giustizia per suo figlio. Ma forse ignora di essere una delle tante icone che la politica cinica usa per ricavarne voti, neutralizzandone le pretese. Il presupposto dell'attuale condizione di Heidi Giuliani è inesistente, è assurdo fare un eroe di un giovane che ha pagato troppo caro un attimo di follia quale assaltare a passamontagna calato con un estintore una camionetta militare nel mezzo di un inferno urbano. Ed è patetica l'ostinazione con cui questa madre distrutta si ostina a non voler capire: gli incappucciati che l'hanno insultata sabato non erano “provocatori”, erano quelli che sono, quelli in cui lei ha creduto fino adesso perchè altrimenti franerebbe il suo fragile castello ideologico sulla sabbia di un antagonismo nonviolento che si squaglia alla prima schiuma. La rottura tra gli scalmanati e il partito che l'ha eletta, Rifondazione, è una rottura che presuppone legami, uno scollamento di rapporti che c'erano e che malgrado tutto continueranno, perchè l'estremismo istituzionale non può permettersi di perdere per strada l'estremismo piazzaiolo. Sabato con i fanatici c'erano esponenti di partito, come Caruso che mercanteggiava con la polizia per tenere a bada i facinorosi. Distinguere tra buoni, meno buoni e cattivi al guinzaglio in quel gran casino è davvero tartufesco, è puerile. Proprio Heidi Giuliani denunciò tre anni fa l'impossibilità di pagare i legali per i fatti di Genova, perchè dal Movimento non arrivava più un centesimo. Ma il Movimento, checché ne dica l'ambiguo Casarini al quale lasciano alzare il fumo che deve alzare, non essendo pensabile che uno così rappresenti un problema per il Potere e i suoi apparati, non esiste, esiste una nebulosa tra fancazzismo e delinquenza, stracciona e benestante, egotistica e farneticante, polverizzata in gruppi di alienati chiusi nelle loro riserve indiane, che i partiti estremisti, di destra e di sinistra, mantengono e usano. Come sempre, i più furbi fanno carriera, come il capo del Leoncavallo Farina (ma anche lo stesso Casarini, aspettate e vedrete), i tonti pian piano si integrano finendo a marciare, in divisa, per la società che li aspetta, che li conosce per quelli che sono. È un eterno ritorno, questo ciclo ludico della vita da noglobal a signorsìglobal. Massimodelpapa
  14. Per caso dimentichi qualcuno piccola*? *licenza poetica.
  15. non ricordo neanche a cosa garrel non si giustifichi indiano... quello ha così tante cause... lo roviniamo
  16. per un attimo abbandono l'indiano e tutelo i più deboli
  17. ooooops spariti. Minchia indiano ne combini di tutti i colori! Ora pure max Ma ti devo difendere a priori quindi... MAX Quelli erano in realtà live del gruppo di greenplastic camuffati dall'indiano Che burlone!
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