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Tu chiamale, se vuoi, riflessioni


there_there

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Oggi ho avuto un'illuminazione; qualcosa di cui chiunque, per quanto ne so, potrebbe essere consapevole e di cui, forse, persino io sono a conoscenza già da tempo.

Io vivo la mia vita con la perenne, ineluttabile, inevitabile sensazione che qualcuno mi stia osservando, da un punto metafisico situato di fronte a me, o sopra di me. E' così da sempre, e un analista bravo saprebbe indubbiamente spiegarmene la ragione. Bene, magari è così per molti altri (e attendo conferme e/o smentite). Il punto è: la mia vita, come di riflesso, si adegua alla volontà dell'anima che si presume la stia osservando. Quando era quella della mia ex, difatti, mi sforzavo inconsapevolmente di essere un individuo il più ordinario possibile, di vestirmi in maniera casuale "like every good boy should", di esprimermi senza troppi fronzoli e di non avere troppe lucciole nel cranio.

Adesso sono solo, e chi mi sta osservando non è nessuno; nessuno in particolare o, meglio, un uno fatto di tanti e di tanto. Questo uno mi pretende riflessivo e malinconico e pretende che io approfondisca le mie buche, che getti luce sulle mie zone d'ombra, che perfezioni con la lima le mie inclinazioni, che tagli e cucia i miei pensieri senza preoccuparmi di molto altro, che dialoghi notte e dì con questi demoni chiamati Emozioni.

E mi va bene, perché io sono fatto proprio di questa roba qua.

Sono felice, ecco.

La chiave era starsene da soli. A saperlo prima.

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Oggi ho avuto un'illuminazione; qualcosa di cui chiunque, per quanto ne so, potrebbe essere consapevole e di cui, forse, persino io sono a conoscenza già da tempo.

Io vivo la mia vita con la perenne, ineluttabile, inevitabile sensazione che qualcuno mi stia osservando, da un punto metafisico situato di fronte a me, o sopra di me. E' così da sempre, e un analista bravo saprebbe indubbiamente spiegarmene la ragione. Bene, magari è così per molti altri (e attendo conferme e/o smentite). Il punto è: la mia vita, come di riflesso, si adegua alla volontà dell'anima che si presume la stia osservando. Quando era quella della mia ex, difatti, mi sforzavo inconsapevolmente di essere un individuo il più ordinario possibile, di vestirmi in maniera casuale "like every good boy should", di esprimermi senza troppi fronzoli e di non avere troppe lucciole nel cranio.

Adesso sono solo, e chi mi sta osservando non è nessuno; nessuno in particolare o, meglio, un uno fatto di tanti e di tanto. Questo uno mi pretende riflessivo e malinconico e pretende che io approfondisca le mie buche, che getti luce sulle mie zone d'ombra, che perfezioni con la lima le mie inclinazioni, che tagli e cucia i miei pensieri senza preoccuparmi di molto altro, che dialoghi notte e dì con questi demoni chiamati Emozioni.

E mi va bene, perché io sono fatto proprio di questa roba qua.

Sono felice, ecco.

La chiave era starsene da soli. A saperlo prima.

Penso che il tutto sia una questione di "attenzione": prima probabilmente ti importava maggiormente del riflesso che osservava la tua lei, ora davanti allo specchio ci sei tu. "There is no you, there is only me" dice Trent, ed è sempre così: solo a volte non ce ne accorgiamo...però cavolo Der, vestiti come Estro comanda! ;)

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credo che la percezione che ognuno ha di questo "uno esterno" varii di persona in persona, di periodo in periodo.

per esperienza posso confermare che l'esperienza della solitudine, intesa come indipendenza mentale rispetto ad altri fattori esterni, è un po' la chiave della felicità.

tant'è che il sottoscritto, nell'anno passato a piangersi addosso per la ex, si è sempre trovato a disagio nell'avvicinarsi a qualcuno, anche solo per cercare conforto.

paradossalmente (ma anche no), il momento in cui mi sono sentito pronto per iniziare una nuova storia è stato proprio quando non ne avevo più bisogno, quando stavo talmente bene con me stesso da non cercare nulla in un'altra persona se non l'amatissima, altissima, superflua gratuità.

ora sto di nuovo con una ragazza, le voglio molto bene, me ne sto innamorando, ma allo stesso tempo se domani la lasciassi sarei comunque felice.

ergo, pace dei sensi :)

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secondo me quando si cerca l'approvazione di altri, soprattutto di una donna si sbaglia, in quanto, sotto sotto, la donna cerca uno che l'approvi e come tale, deve essere una persona che non cerca l'approvazione di lei.

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secondo me quando si cerca l'approvazione di altri, soprattutto di una donna si sbaglia, in quanto, sotto sotto, la donna cerca uno che l'approvi e come tale, deve essere una persona che non cerca l'approvazione di lei.

Ho la sensazione che il discorso di There sia molto più ampio...
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............

ora sto di nuovo con una ragazza, le voglio molto bene, me ne sto innamorando, ma allo stesso tempo se domani la lasciassi sarei comunque felice.

ergo, pace dei sensi :)

...KARMA, se fosse lei a lasciare te? Non è cattiveria la mia, solo curiosità. Ah, cm mai Paolo Nutini? ciao

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...KARMA, se fosse lei a lasciare te? Non è cattiveria la mia, solo curiosità. Ah, cm mai Paolo Nutini? ciao

sarebbe lo stesso

ho sbagliato a esprimermi...!

cioè, ci rimarrei male, ovvio. però ecco, mentre in passato ci ho messo un anno per riavermi, ora suppongo che mi metterei l'anima in pace molto alla svelta :)

paolo nutini perché durante l'ultima vacanza con i miei amici a malta loro sostenevano che io, con addosso il panama, somigliassi a lui in questo video :P

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Perché Peter Pan batte sempre Capitan Uncino? Perché sa volare, dite? Risposta a dir poco incompleta.

La forza di Peter Pan risiede nell'assoluta mancanza di tema della morte. E se non temi la morte, essa diventa tua alleata, e puoi prenderla a braccetto e volteggiarvi insieme senza bruciarti.

Peter Pan non teme nulla, ed è ciò a permettergli di vivere la vita in tutta la sua pienezza. Non si chiede quali conseguenze possa scatenare un'azione, perché sa di non avere il controllo sulle conseguenze, solo sulle azioni; e quindi agisce. E, agendo in gran misura, determina un ciclo informe ed iper-movimentato di effetti destabilizzanti, sorprendenti.

Capitan Uncino, dal suo canto, ha paura di tutto. Sente il Coccodrillo avvicinarsi in ogni istante, e lo sente perché lo teme. E il Coccodrillo è sempre lì, in agguato, proprio a causa e in virtù di questa paura.

Uncino crede, come noi lo crediamo, che Peter Pan sia forte in quanto sa volare; e si sbaglia.

Ciò che permette a Peter di volare è la sua mancanza di paura del volo (e, forse, la sua ignoranza della legge di gravitazione).

Io non so quale sia il vostro Coccodrillo. So qual è il mio.

E so che è la paura della morte ad ucciderci. Ed è la paura di spostarci a rendere potenzialmente pericoloso ogni movimento, e la claustrofobia rende lo spazio oltremodo stretto.

Non importa quale sia il vostro Coccodrillo: è la paura che ne avete, a renderlo Coccodrillo.

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Perché Peter Pan batte sempre Capitan Uncino? Perché sa volare, dite? Risposta a dir poco incompleta.

La forza di Peter Pan risiede nell'assoluta mancanza di tema della morte. E se non temi la morte, essa diventa tua alleata, e puoi prenderla a braccetto e volteggiarvi insieme senza bruciarti.

Peter Pan non teme nulla, ed è ciò a permettergli di vivere la vita in tutta la sua pienezza. Non si chiede quali conseguenze possa scatenare un'azione, perché sa di non avere il controllo sulle conseguenze, solo sulle azioni; e quindi agisce. E, agendo in gran misura, determina un ciclo informe ed iper-movimentato di effetti destabilizzanti, sorprendenti.

Capitan Uncino, dal suo canto, ha paura di tutto. Sente il Coccodrillo avvicinarsi in ogni istante, e lo sente perché lo teme. E il Coccodrillo è sempre lì, in agguato, proprio a causa e in virtù di questa paura.

Uncino crede, come noi lo crediamo, che Peter Pan sia forte in quanto sa volare; e si sbaglia.

Ciò che permette a Peter di volare è la sua mancanza di paura del volo (e, forse, la sua ignoranza della legge di gravitazione).

Io non so quale sia il vostro Coccodrillo. So qual è il mio.

E so che è la paura della morte ad ucciderci. Ed è la paura di spostarci a rendere potenzialmente pericoloso ogni movimento, e la claustrofobia rende lo spazio oltremodo stretto.

Non importa quale sia il vostro Coccodrillo: è la paura che ne avete, a renderlo Coccodrillo.

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Perché Peter Pan batte sempre Capitan Uncino? Perché sa volare, dite? Risposta a dir poco incompleta.

La forza di Peter Pan risiede nell'assoluta mancanza di tema della morte. E se non temi la morte, essa diventa tua alleata, e puoi prenderla a braccetto e volteggiarvi insieme senza bruciarti.

Peter Pan non teme nulla, ed è ciò a permettergli di vivere la vita in tutta la sua pienezza. Non si chiede quali conseguenze possa scatenare un'azione, perché sa di non avere il controllo sulle conseguenze, solo sulle azioni; e quindi agisce. E, agendo in gran misura, determina un ciclo informe ed iper-movimentato di effetti destabilizzanti, sorprendenti.

tema, peraltro, affrontato anche nei libercoli di harry potter...! :ok:

[e sulla base del quale fo spesso partacce alla mia semprepreoccupatissimaditutto ragazza <_< ]

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Perché Peter Pan batte sempre Capitan Uncino? Perché sa volare, dite? Risposta a dir poco incompleta.

La forza di Peter Pan risiede nell'assoluta mancanza di tema della morte. E se non temi la morte, essa diventa tua alleata, e puoi prenderla a braccetto e volteggiarvi insieme senza bruciarti.

Peter Pan non teme nulla, ed è ciò a permettergli di vivere la vita in tutta la sua pienezza. Non si chiede quali conseguenze possa scatenare un'azione, perché sa di non avere il controllo sulle conseguenze, solo sulle azioni; e quindi agisce. E, agendo in gran misura, determina un ciclo informe ed iper-movimentato di effetti destabilizzanti, sorprendenti.

Capitan Uncino, dal suo canto, ha paura di tutto. Sente il Coccodrillo avvicinarsi in ogni istante, e lo sente perché lo teme. E il Coccodrillo è sempre lì, in agguato, proprio a causa e in virtù di questa paura.

Uncino crede, come noi lo crediamo, che Peter Pan sia forte in quanto sa volare; e si sbaglia.

Ciò che permette a Peter di volare è la sua mancanza di paura del volo (e, forse, la sua ignoranza della legge di gravitazione).

Io non so quale sia il vostro Coccodrillo. So qual è il mio.

E so che è la paura della morte ad ucciderci. Ed è la paura di spostarci a rendere potenzialmente pericoloso ogni movimento, e la claustrofobia rende lo spazio oltremodo stretto.

Non importa quale sia il vostro Coccodrillo: è la paura che ne avete, a renderlo Coccodrillo.

In questi casi bisognerebbe riuscire a convincersi di questo:

"Bene non seppi, fuori del prodigio che schiude la Divina Indifferenza"

..giusto?

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In questi casi bisognerebbe riuscire a convincersi di questo:

"Bene non seppi, fuori del prodigio che schiude la Divina Indifferenza"

..giusto?

...Der sposiamoci! :bacio:

Edit: ho sbagliato, volevo quotare Der ovviamente...

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