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se non conoscessi i Radihead, dopo aver letto una recensione come questa correrei subito alla pagina di download di "in rainbows"...

chissà quanti ragazzi fortunati li scopriranno adesso e poi, a ritroso, si andranno a sentire tutti gli altri album :rolleyes:

Come li invidio.

io no, anzi sono così contento di aver scoperto così presto (12 anni a inizio 1998) i Radiohead nella mia vita! ho vissuto in diretta tutte le loro cose migliori :)

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chissà quanti ragazzi fortunati li scopriranno adesso e poi, a ritroso, si andranno a sentire tutti gli altri album :rolleyes:

Come li invidio.

io no, anzi sono così contento di aver scoperto così presto (12 anni a inizio 1998) i Radiohead nella mia vita! ho vissuto in diretta tutte le loro cose migliori :)

Si, hai ragione. Però se penso di dovere ancora scoprire cose come ok computer, kidA e amnesiac un pò li invidio. Effettivamente non farei a cambio con tutti i concerti che ho visto e con tutto quello che ho vissuto con loro, però un pò di malinconia..

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se non conoscessi i Radihead, dopo aver letto una recensione come questa correrei subito alla pagina di download di "in rainbows"...

chissà quanti ragazzi fortunati li scopriranno adesso e poi, a ritroso, si andranno a sentire tutti gli altri album :rolleyes:

Spero che ce ne siano tantissimi, e posso capirli. A me è successa una cosa del genere ai tempi di Kid A.

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se non conoscessi i Radihead, dopo aver letto una recensione come questa correrei subito alla pagina di download di "in rainbows"...

chissà quanti ragazzi fortunati li scopriranno adesso e poi, a ritroso, si andranno a sentire tutti gli altri album :rolleyes:

Come li invidio.

io no, anzi sono così contento di aver scoperto così presto (12 anni a inizio 1998) i Radiohead nella mia vita! ho vissuto in diretta tutte le loro cose migliori :)

Si, hai ragione. Però se penso di dovere ancora scoprire cose come ok computer, kidA e amnesiac un pò li invidio. Effettivamente non farei a cambio con tutti i concerti che ho visto e con tutto quello che ho vissuto con loro, però un pò di malinconia..

quella non la toglie nessuno ... il mio 2003 radioheadiano mi manca infinitamente :rolleyes:

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chissà quanti ragazzi fortunati li scopriranno adesso e poi, a ritroso, si andranno a sentire tutti gli altri album :rolleyes:

Come li invidio.

io no, anzi sono così contento di aver scoperto così presto (12 anni a inizio 1998) i Radiohead nella mia vita! ho vissuto in diretta tutte le loro cose migliori :)

Si, hai ragione. Però se penso di dovere ancora scoprire cose come ok computer, kidA e amnesiac un pò li invidio. Effettivamente non farei a cambio con tutti i concerti che ho visto e con tutto quello che ho vissuto con loro, però un pò di malinconia..

quella non la toglie nessuno ... il mio 2003 radioheadiano mi manca infinitamente :rolleyes:

Non li invidio per niente, per me l'amore per i RH rinasce ad ogni ascolto, e non è mai inferiore alla prima volta... é un meraviglioso circolo vizioso di cui sono socio e a cui non ho bisogno di ri-iscrivermi...

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se non conoscessi i Radihead, dopo aver letto una recensione come questa correrei subito alla pagina di download di "in rainbows"...

chissà quanti ragazzi fortunati li scopriranno adesso e poi, a ritroso, si andranno a sentire tutti gli altri album :rolleyes:

Come li invidio.

io no, anzi sono così contento di aver scoperto così presto (12 anni a inizio 1998) i Radiohead nella mia vita! ho vissuto in diretta tutte le loro cose migliori :)

Si, hai ragione. Però se penso di dovere ancora scoprire cose come ok computer, kidA e amnesiac un pò li invidio. Effettivamente non farei a cambio con tutti i concerti che ho visto e con tutto quello che ho vissuto con loro, però un pò di malinconia..

quella non la toglie nessuno ... il mio 2003 radioheadiano mi manca infinitamente :rolleyes:

Non li invidio per niente, per me l'amore per i RH rinasce ad ogni ascolto, e non è mai inferiore alla prima volta... é un meraviglioso circolo vizioso di cui sono socio e a cui non ho bisogno di ri-iscrivermi...

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Io mi ricordo che scoprii i Radiohead da MTV Hot con Andra Pezzi credo... mi ricordo che disse "Un cd da comprare dalla band del decennio" una roba del genere... cosi mio fratello (io avevo 12 anni :lol:) è andato a comprarlo. :prego:

bella trasmissione MTV HOT..bei tempi quelli del 1997 in generale... :bye:

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This is my way of saying goodbye

Because I can't do it face to face

I'm talking to you after it's too late

From my videotape

No matter what happens now

You shouldn't be afraid

Because I know today has been the most perfect day I've ever seen.

...che gli ultimi versi di Videotape non siano altro che una burla, una farsa, o un riferimento più simbolico alla vita, e non siano invece il loro messaggio d’addio, come a una lettura superficiale potrebbe sembrare. Dico questo perché non mi stupirei se ora i Radiohead decidessero di sciogliersi. Però ne sarei tremendamente colpito. Perché il giorno in cui i Radiohead si scioglieranno il mondo avrà perso tanta bellezza. Perché oggi è questo quello che sono i Radiohead: bellezza pura. E francamente sentiamo di non poterne più fare a meno.

berlusconi_corna.jpg

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Se non l'hanno fatta fare a me, un motivo c'era...

:P

Raffaele Meale (KALPORZ)

Apro la recensione del settimo album in studio dei Radiohead sciorinando, con atteggiamento vagamente preoccupato, delle semplici cifre: l’album è stato reso disponibile al pubblico (tramite l’oramai arcinoto download dal loro sito) il 10 Ottobre. Nei giorni immediatamente seguenti era già possibile trovare in rete recensioni che (nella maggior parte dei casi) gridavano al capolavoro sommo e (in una sparuta minoranza) declamavano con aria funebre l’appassita ispirazione della band di Oxford; per non parlare di RYM (Rate Your Music), dove l’album è stato votato da centinaia di persone già il primo giorno.

Insomma, l’impressione è che si sia andati incontro a un vero e proprio caso di isteria collettiva: i Radiohead non sono più, per l’ascoltatore medio di rock e dintorni, un “semplice” gruppo musicale. Assomigliano più a una fede, a un credo, a un feticcio al quale dedicare tempo ed energie. In una contemporaneità che, anche per via dei modelli di produzione e distribuzione, ha praticamente messo al bando l’idolatria rock, i Radiohead rappresentano una singolare anomalia: non solo perché, per l’appunto, sembrano essere stati in grado – loro malgrado, probabilmente – di crearsi un vero e proprio esercito di fedeli pronti a seguirli in ogni dove, ma soprattutto perché il loro agire “di massa” è sempre stato distinguibile per il suo retrogusto squisitamente intellettuale, lontano da mode – spesso e volentieri anticipate – e comodità. Ma torniamo a “In Rainbows”: in un attacco improvviso di ritrosia e lentezza, ho preferito che il resto del mondo si affannasse a scrivere e a gettare in pasto al pubblico il proprio punto di vista fresco di ascolto, scegliendo per contrasto di lasciar sedimentare le musiche di questo lavoro; un’iniziativa che rivendico, a distanza di dieci giorni, con forza, perché a mio parere l’ascolto apparentemente fin troppo facile del lavoro rischia di prendere le sembianze del più classico dei boomerang.

continua su WWW.KALPORZ.COM

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Se non l'hanno fatta fare a me, un motivo c'era...

:P

Raffaele Meale (KALPORZ)

Apro la recensione del settimo album in studio dei Radiohead sciorinando, con atteggiamento vagamente preoccupato, delle semplici cifre: l’album è stato reso disponibile al pubblico (tramite l’oramai arcinoto download dal loro sito) il 10 Ottobre. Nei giorni immediatamente seguenti era già possibile trovare in rete recensioni che (nella maggior parte dei casi) gridavano al capolavoro sommo e (in una sparuta minoranza) declamavano con aria funebre l’appassita ispirazione della band di Oxford; per non parlare di RYM (Rate Your Music), dove l’album è stato votato da centinaia di persone già il primo giorno.

Insomma, l’impressione è che si sia andati incontro a un vero e proprio caso di isteria collettiva: i Radiohead non sono più, per l’ascoltatore medio di rock e dintorni, un “semplice” gruppo musicale. Assomigliano più a una fede, a un credo, a un feticcio al quale dedicare tempo ed energie. In una contemporaneità che, anche per via dei modelli di produzione e distribuzione, ha praticamente messo al bando l’idolatria rock, i Radiohead rappresentano una singolare anomalia: non solo perché, per l’appunto, sembrano essere stati in grado – loro malgrado, probabilmente – di crearsi un vero e proprio esercito di fedeli pronti a seguirli in ogni dove, ma soprattutto perché il loro agire “di massa” è sempre stato distinguibile per il suo retrogusto squisitamente intellettuale, lontano da mode – spesso e volentieri anticipate – e comodità. Ma torniamo a “In Rainbows”: in un attacco improvviso di ritrosia e lentezza, ho preferito che il resto del mondo si affannasse a scrivere e a gettare in pasto al pubblico il proprio punto di vista fresco di ascolto, scegliendo per contrasto di lasciar sedimentare le musiche di questo lavoro; un’iniziativa che rivendico, a distanza di dieci giorni, con forza, perché a mio parere l’ascolto apparentemente fin troppo facile del lavoro rischia di prendere le sembianze del più classico dei boomerang.

continua su WWW.KALPORZ.COM

Bellissima recensione, la più bella che ho letto. Condivido tutto.

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Se non l'hanno fatta fare a me, un motivo c'era...

:P

Raffaele Meale (KALPORZ)

Apro la recensione del settimo album in studio dei Radiohead sciorinando, con atteggiamento vagamente preoccupato, delle semplici cifre: l’album è stato reso disponibile al pubblico (tramite l’oramai arcinoto download dal loro sito) il 10 Ottobre. Nei giorni immediatamente seguenti era già possibile trovare in rete recensioni che (nella maggior parte dei casi) gridavano al capolavoro sommo e (in una sparuta minoranza) declamavano con aria funebre l’appassita ispirazione della band di Oxford; per non parlare di RYM (Rate Your Music), dove l’album è stato votato da centinaia di persone già il primo giorno.

Insomma, l’impressione è che si sia andati incontro a un vero e proprio caso di isteria collettiva: i Radiohead non sono più, per l’ascoltatore medio di rock e dintorni, un “semplice” gruppo musicale. Assomigliano più a una fede, a un credo, a un feticcio al quale dedicare tempo ed energie. In una contemporaneità che, anche per via dei modelli di produzione e distribuzione, ha praticamente messo al bando l’idolatria rock, i Radiohead rappresentano una singolare anomalia: non solo perché, per l’appunto, sembrano essere stati in grado – loro malgrado, probabilmente – di crearsi un vero e proprio esercito di fedeli pronti a seguirli in ogni dove, ma soprattutto perché il loro agire “di massa” è sempre stato distinguibile per il suo retrogusto squisitamente intellettuale, lontano da mode – spesso e volentieri anticipate – e comodità. Ma torniamo a “In Rainbows”: in un attacco improvviso di ritrosia e lentezza, ho preferito che il resto del mondo si affannasse a scrivere e a gettare in pasto al pubblico il proprio punto di vista fresco di ascolto, scegliendo per contrasto di lasciar sedimentare le musiche di questo lavoro; un’iniziativa che rivendico, a distanza di dieci giorni, con forza, perché a mio parere l’ascolto apparentemente fin troppo facile del lavoro rischia di prendere le sembianze del più classico dei boomerang.

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Bellissima recensione, la più bella che ho letto. Condivido tutto.

Riferisco, siamo sempre i mejo :dance:

:lol:

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Come sempre, Raffale Meale ha scritto un'OTTIMA recensione ... credo che sia l'unico recensore con cui mi sono trovato d'accordo in ogni occasione. L'unica piccola cosa che gli rimprovero (e a proposito della quale, tra le righe, si intuisce il suo pentimento) è che nel 2003 aveva recensito Hail to the Thief a inizio aprile non appena erano usciti i leak, e aveva usato il termine "capolavoro". Very good!

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Come sempre, Raffale Meale ha scritto un'OTTIMA recensione ... credo che sia l'unico recensore con cui mi sono trovato d'accordo in ogni occasione. L'unica piccola cosa che gli rimprovero (e a proposito della quale, tra le righe, si intuisce il suo pentimento) è che nel 2003 aveva recensito Hail to the Thief a inizio aprile non appena erano usciti i leak, e aveva usato il termine "capolavoro". Very good!

Nulla da eccepire, grande recensione...

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