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De André


Zazà

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11 Gennaio 1999 – 11 Gennaio 2009 – Preghiera in Gennaio

Caro Faber,

sono trascorsi dieci anni dalla tua scomparsa. Qui niente è cambiato, anzi forse le cose sono peggiorate. Ma tu vivi sempre nell’Olimpo dei cantautori, tu sei sempre lassù, irraggiungibile, com’è giusto che sia.

Ma ci manchi.

Ci mancano le tue idee, sempre fuori dagli schemi e mai banali.

Ci manca il tuo sguardo profondo e intelligente.

Ci manca la tua voce impastata da anni di alcol e sigarette.

Ma quello che più manca a questo Paese è il personaggio De Andrè: un personaggio discreto, silenzioso, che rilasciava interviste solo quando aveva davvero qualcosa da dire e non era mai mediocre.

Oggi qui è tutto un casino di dichiarazioni, spot, copertine patinate che mandano messaggi vuoti di personaggi vuoti. Tu non eri così: hai sempre avuto una coerenza, un modo di fare che oggi non esiste più. Quando hai capito che la tua fantasia iniziava a venire meno hai fatto sempre meno dischi e hai trovato sempre più collaboratori (Pagani e Fossati), estraneo a certe regole del mercato (disco + tour ogni due/tre anni).

Oggi non è così (e forse non lo è mai stato): l’importante è vendere il prodotto, l’importante è apparire, l’importante è avere stadi stracolmi e il disco in top su MTV. In questi dieci anni il panorama musicale Italiano è rimasto bloccato, immobile.

Chi, dieci anni fa, urlava contro il Sistema oggi va a Sanremo, chi dieci anni fa aveva un’ultima goccia di splendore l’ha ormai gettata in mare e sta ancora qui a parlare di vite spericolate e albechiare. Fenomeni da baraccone, ma, se non sono gigli sono pur sempre figli, vittime di questo mondo.

Le tue storie resteranno per sempre perché trattavano argomenti universali.

Le tue storie resteranno per sempre perché a raccontarle c’era qualcuno che le aveva vissute veramente.

Le tue storie resteranno per sempre perché avevano una ironia, un realismo, una “verità” che faceva riflettere e commuovere.

Oggi il tuo nome incute un certo rispetto perché, obiettivamente, nessuno può mai essere paragonato a te, alla tua sensibilità, ai tuoi occhi che hanno visto e alla tua mente che ha catturato immagini di vita che oggi sono storie universali, cantante dagli studenti durante le occupazioni e studiate dai bambini a scuola.

Alla fine questa tua morte/scomparsa/congedamento è solo apparente: le tue creature sono vive e attuali come non mai. Princesa, Marinella, Andrea, Piero, Bocca di Rosa, Il Giudice sono ancora qui con noi e io, la mia generazione e quelle prima e dopo di me continueranno a vivere queste storie, a sentirle nostre.

Grazie Faber, è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati.

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La canzone che mi tocca di più è Un Matto.

Però preferire qualcosa è deltutto inappropriato, era un poeta e un musicista di livello.

Bisogna conoscere tutto di De Andre' perchè è storia e perchè è bellezza.

Come cantautore italiano è il mio preferito, in maniera incontrastata.

Di belle canzoni ne sono state citate a bizzeffe ma io vorrei ricordarlo con questa perchè esprime un po' la caducità dell'esistenza umana, anche la sua.

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non so se è giusto parlare di canzoni preferite per de andrè ma sicuramente come per ogni artista ognuno ha le sue: per me sicuramente "bocca di rosa" perchè è stata una delle prime che ho sentito, "un giudice" perchè è velenosa e amara nel suo divertissement, "marinella" perchè mi commuove ogni volta, "amico fragile" perchè è poesia pura, "geordie" perchè l'ho cantata quasi continuamente nel mio viaggio in scozia, tutto l'album "rimini" perchè è il primo che ho acquistato (in realtà una cassetta perchè non ho mai avuto lo stereo), "le passanti" per ricordi dolcissimi...mi fermo, sono troppe! :)

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11 Gennaio 1999 – 11 Gennaio 2009 – Preghiera in Gennaio

Caro Faber,

sono trascorsi dieci anni dalla tua scomparsa. Qui niente è cambiato, anzi forse le cose sono peggiorate. Ma tu vivi sempre nell’Olimpo dei cantautori, tu sei sempre lassù, irraggiungibile, com’è giusto che sia.

Ma ci manchi.

Ci mancano le tue idee, sempre fuori dagli schemi e mai banali.

Ci manca il tuo sguardo profondo e intelligente.

Ci manca la tua voce impastata da anni di alcol e sigarette.

Ma quello che più manca a questo Paese è il personaggio De Andrè: un personaggio discreto, silenzioso, che rilasciava interviste solo quando aveva davvero qualcosa da dire e non era mai mediocre.

Oggi qui è tutto un casino di dichiarazioni, spot, copertine patinate che mandano messaggi vuoti di personaggi vuoti. Tu non eri così: hai sempre avuto una coerenza, un modo di fare che oggi non esiste più. Quando hai capito che la tua fantasia iniziava a venire meno hai fatto sempre meno dischi e hai trovato sempre più collaboratori (Pagani e Fossati), estraneo a certe regole del mercato (disco + tour ogni due/tre anni).

Oggi non è così (e forse non lo è mai stato): l’importante è vendere il prodotto, l’importante è apparire, l’importante è avere stadi stracolmi e il disco in top su MTV. In questi dieci anni il panorama musicale Italiano è rimasto bloccato, immobile.

Chi, dieci anni fa, urlava contro il Sistema oggi va a Sanremo, chi dieci anni fa aveva un’ultima goccia di splendore l’ha ormai gettata in mare e sta ancora qui a parlare di vite spericolate e albechiare. Fenomeni da baraccone, ma, se non sono gigli sono pur sempre figli, vittime di questo mondo.

Le tue storie resteranno per sempre perché trattavano argomenti universali.

Le tue storie resteranno per sempre perché a raccontarle c’era qualcuno che le aveva vissute veramente.

Le tue storie resteranno per sempre perché avevano una ironia, un realismo, una “verità” che faceva riflettere e commuovere.

Oggi il tuo nome incute un certo rispetto perché, obiettivamente, nessuno può mai essere paragonato a te, alla tua sensibilità, ai tuoi occhi che hanno visto e alla tua mente che ha catturato immagini di vita che oggi sono storie universali, cantante dagli studenti durante le occupazioni e studiate dai bambini a scuola.

Alla fine questa tua morte/scomparsa/congedamento è solo apparente: le tue creature sono vive e attuali come non mai. Princesa, Marinella, Andrea, Piero, Bocca di Rosa, Il Giudice sono ancora qui con noi e io, la mia generazione e quelle prima e dopo di me continueranno a vivere queste storie, a sentirle nostre.

Grazie Faber, è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati.

il tuo pensiero, fuori dagli schemi e non banale... :prego:

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qualcuno riesce a registrare la puntata?

non potrò vederla

registratela qua e poi te la scarichi..

E COME MINKIA SI FA???

io la sto registrando, te l'avrei anche passata ma visto il tuo tono molto elegante non credo lo farò :ok:

vabbè forse si te la passo dai.

:lol:

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cioè, stasera bersani in confronto a piero pelù scompare.

PIERO PELU', eh!

Guarda che Pelù ai tempi era un signor cantante.

Tipo ascolta "17 Re" e poi ne riparliamo!

guarda che mi piace tantissimo 17 re :P

però ora è quello che è :ph34r:

tiziano ferro è riuscito a distruggere un arrangiamento della madonna

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