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Ivano Fossati


TomThom

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Ero convinto di aver aperto un topic simile...Comunque...

Che ne pensate di Fossati?

Venerdì è uscito il suo ultimo lavoro, Musica Moderna...Staremo a sentire.

Lo reputo il più grande cantatuore italiano vivente e penso di aver stressato mezzo mondo con la mia devozione per il genovese... :rolleyes:

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  • 2 years later...

Devo assolutamente approfondire, sono anni che me lo riprometto... Anche io lo conosco solo ed esclusivamente tramite "Anime Salve".

Pure io, è una vergogna in effetti. Sempre considerato dai più (me compreso) un gregario di altri pilastri della musica italiana.

Ecco, io in adolescenza ho amato Fabrizio, ma mio padre mi ha fatta crescere a Fossati, Battiato e Conte. Sarà un'associazione infantile, ma in "Anime Salve" sento quasi più Fossati che De André. Sempre perché erano i dischi (anzi, le cassette) che mio padre ascoltava in auto, ho amato ed amo soprattutto Panama, la pianta del té e Lindbergh. Ma consiglio i due album "Dal Vivo" come primo approccio perché ritengo che la grandezza (ed il limite) di Fossati sia di creare delle raccolte di canzoni, stupende per altro, ma la "concettualità" alla base di Anime Salve resta un unicum. Non vi aspettate la ricerca musicale di Francuzzo, sia chiaro, ma canzoni come "la Costruzione di un amore" /"carte da decifrare"/"la canzone popolare" (che è meno politicizzata di quel che pare) ed avrete il vertice della musica italiana come poesia. Per me è per lo meno una medaglia d'argento!

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Per i novizi, io consiglierei di partire da La Pianta Del Tè.

Con Discanto, Lindbergh e Macramè, (per mio gusto) formano la sacra quadrimurti di Ivano. Poi, se vi avrà conquistati, potrete sempre andare a ripescare perle degli anni '70, primi anni '80 e l'ultima parte del suo repertorio, che dal 2000 in poi, salvo qualche colpo di classe, reputo decisamente minore.

Ma i quattro dischi citati sono di gran lunga tra le vette più alte della musica italiana degli ultimi 50 anni.

Ulteriore spinta per i Faber dipendenti: De André ribadì più volte che Fossati era il più grande autore con il quale avesse mai collaborato.

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..

Che ne pensate di Fossati?

Lo reputo il più grande cantautore italiano vivente e penso di aver stressato mezzo mondo con la mia devozione per il genovese... :rolleyes:

Condivido assolutamente,la mia stima nei suoi confronti per fortuna ha radici più antiche della mia scoperta dei radiohead, l'avrò visto dal vivo almeno una ventina di volte, una persona umilissima,timida , alla fine di un concerto all'aperto si è addirittura scusato con il pubblico per il clima inclemente (caldo afoso).

Gente d'altri tempi.

mia canzone preferita : Confessioni di Alonso Chisciano (Discanto)

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Condivido assolutamente,la mia stima nei suoi confronti per fortuna ha radici più antiche della mia scoperta dei radiohead, l'avrò visto dal vivo almeno una ventina di volte, una persona umilissima,timida , alla fine di un concerto all'aperto si è addirittura scusato con il pubblico per il clima inclemente (caldo afoso).

Gente d'altri tempi.

mia canzone preferita : Confessioni di Alonso Chisciano (Discanto)

Confessione Di Alonso Chisciano è anche la mia preferita, insieme a Lindbergh.

Confermo anch'io la dolcezza del personaggio, umile, disponibile e affabile. Uno che in concerto dà tutto e alla fine ringrazia col sorriso. Davvero un uomo d'altri tempi, concordo totalmente con te.

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  • 5 months later...

Ho avuto la fortuna di parlargli a Prato un paio di settimane fa, di stringergli la mano e di dirgli "Grazie per tutto quello che mi hai dato", trattenendo una lacrima di emozione.

Sono quei momenti che riconciliano con la vita, quando puoi parlare con uno dei tuoi miti e lo trovi esattamente come te lo aspettavi. Semplice, disponibile e sorridente mentre ti guarda negli occhi.

Lunedì sera ultima pagina della sua carriera in tour, salvo ripensamenti.

Mi mancherà TERRIBILMENTE.

Andrea Scanzi de Il Fatto Quotidiano ha scritto probabilmente il miglior pezzo sul "lungo addio" di Ivano.

" Il lungo addio è finito. Trentasei anni dopo The Band, trentaquattro dopo Mina. Senza però Martin Scorsese a far da regista. Lunedì, allo Strehler di Milano. Ivano Fossati si è emancipato dalla sua iconografia, con cui ha sempre mal convissuto. Ritiro anticipato, a 60 anni: “Sono proprio felice”, ripeteva dopo le tre ore di concerto. La mediazione artistica lo ha raramente intaccato: l’ingenuo flower power dei Delirium, la sperimentazione del grande mare che avremmo traversato. L’esplosione prima come songwriter e poi come interprete. Il cantautorato più rarefatto e colto. Quindi, col nuovo millennio, l’ultimo disco davvero compiuto (Lampo viaggiatore) e tre opere contemplanti picchi e slavine, capitoli allegramente testamentari di una nuova rivoluzione: la semplicità, il rimando ai Beach Boys. Quasi a far media, senza rinnegarlo, col passato più cerebrale.

Quando il pubblico lo ha inchiodato con una standing ovation di quasi dieci minuti, dopo Il bacio sulla bocca, l’introverso (ma neanche poi tanto) Fossati ha avuto piena percezione del suo nuovo presente. L’affetto, da lui alimentato con una carriera quarantennale, gli è tornato addosso con la violenza tenera dei boomerang che conoscono a memoria la traiettoria perfetta. Ha provato a parlare, non c’è riuscito. Si è allora rifugiato nel corner teatrale di una canzone beneagurante (Buontempo) e quindi nell’aria di un vecchio brano (Dolce acqua). Attorno a lui, un commiato sereno: donne trafitte dalle sue storie d’amore (che finiscono male e per questo piacciono), uomini virilmente inteneriti dalla solennità di C’è tempo.

Il lungo addio fossatiano ha fatto scrivere molto: troppo mediatico. Fabio Fazio come gran cerimoniere, un disco da lanciare, un tour da supportare. E Aldo Grasso che ha ritenuto l’operazione troppo bella per non nascondere fini biecamente commerciali. Dubbi leciti, ma chi crede che Fossati ci ripensi, e torni a suonare come nulla fosse, non lo conosce. C’è sempre stata, in lui, la fascinazione per il cupio dissolvi. Di Lucio Battisti, del resto, ama il desiderio di fuga: l’ostinato smarcarsi dalla propria ombra contabile. Più dell’insuccesso, Fossati teme la reiterazione: di ruoli e stilemi. Non si è mai sentito soltanto musicista e adesso, anzitutto, osserverà il mondo. Da bravo viaggiatore d’Occidente, ormai sempre più francese (ha una casa a Nizza).

Dentro il concerto di lunedì c’era gran parte della sua parabola. Lo scricchiolio delle canzoni più leggere, come La decadenza, così irrisolta da far pensare che si sia deliberatamente divertito adabbruttirsi. Il bassista, incredibilmente fuori contesto, che zappava sullo strumento neanche fosse un Gormita turnista in una cover band dei Led Zeppelin. La serenità di chi è innamorato, forse troppo per creare ancora capolavori. L’entusiasmo con cui incensa artisti che un tempo avrebbe forse crivellato, da Noemi a Mengoni (entrambi in platea), magari passando per la Laura Pausini di cui ha apprezzato la cover de La mia banda suona il rock (ma qui c’è il trucco: odiando quel successo, era semplicemente felice di risentirlo così devastato). Tutto vero.

Come lo sono altre considerazioni. Che il “peggior” Fossati era ancora molto meglio di quasi tutta la musica che gira intorno, soprattutto quando si ricongiungeva al piano (Settembre, Tutto questo futuro). Che è una brutale forma di egoismo, da parte dei fans, volerlo per forza perdurante e dolorante (affinché componga nuove La costruzione di un amore). Che nel periodo ‘86-96 ha fiammeggiato di genialità inusitata. Che in questo lungo addio, un po’ Chandler e un po’ Altman, c’è un’onestà intellettuale a cui l’Italia non è abituata.

Che la pianta del tè ha ben piccole foglie, l’orologio americano è falso e la stella benigna. Soprattutto: che Ivano Fossati mancherà a tanti. Ma non a se stesso".

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Oggettivamente un grande - e ha fatto bene a scrivere lui la parola fine.

"Passa una barca di legno di rosa

che arriva al mattino e porta già la sposa

e la sposa è bella quasi come in una favola

bambini giù dal letto, bambini tutti a tavola

che il tempo tac, il tempo non ci aspetta

il tempo tac, non ci rispetta

e corre disperato

disperato come un cane

ma oggi c'è da mangiare

perfino per chi ha fame

in questo mare, di gente

questo mare"

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  • 2 years later...

Non è mica morto, ha solo deciso di smettere di fare concerti e dischi, scelta a dir poco sensata dopo una certa età :)

Ieri ero in una libreria e ho notato un disco, sembrava un cd, invece era un doppio dvd del nostro, uscito di recente a mia insaputa :lol: ,l'ho comprato e devo dire che vale assolutamente la pena; Tom thom, se ami Macramè ascoltati questa versione di Stella benigna,io non ho le parole per commentarla...

la copertina è spartanissima, cartoncino rigido, neanche un grammo di plastica, Thom apprezzerebbe!

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  • 1 year later...
On 9/3/2016 at 2:38 PM, Lacatus said:

Ho deciso di approfondirlo. Conosco solo l'album La Mia Banda Suona Il Rock, Anime Salve con De André e le eccellenti canzoni pop scritte per Mia Martini, la Bertè, la Mannoia e Patty Pravo. Datemi delle coordinate...

Ho messo su La Pianta Del Tè.

La Pianta del Tè, Discanto, Lindbergh e Macramè sono gli imprescindibili, almeno per me...

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1 hour ago, TomThom said:

La Pianta del Tè, Discanto, Lindbergh e Macramè sono gli imprescindibili, almeno per me...

Ho ascoltato La Pianta Del Té e Lindbergh: La Piante del Tè mi ha catturato di più. La canzone eponima soprattutto. Discanto ne ho sentito un pezzo, ci devo tornare sopra. 

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  • 10 months later...

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