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Recensioni e articoli su "The King of Limbs"


CutToShreds

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Beh, se ti mancano puoi prendere il CD di In Rainbows, mettere la traccia 4 e poi la 7 et voilà. 1%20%282%29.gif

Non voglio fare l'antipatico, ma quelle sono cose che hanno già fatto, le vorresti uguali su TKOL?

Non capisco, davvero.

non dico questo. Per fortuna che è un disco diverso! intendevo dire solamente che TKOL è un disco difficile, e le nostre orecchie tutte hanno bisogno di tempo per abituarsi a certe cose. Parlo di IR perchè era l'ultimo prodotto creato dai Radiohead (e su questo These are my twisted words lo seguiva). Tempo, serve tempo!

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mah mah,

non essere così affrettato: sentiti questo 7" fatto 2 anni fa uno scatter-utente.

http://principles.bandcamp.com/album/cutting-partially-cement-bitch-7

la differenza fra musicisti amatoriali e musicisti professionisti è solo una questione di contratti discografici. non lo dico io, sono parole di Robert Fripp.

figata! all'inizio mi sembrava Maurizio Bianchi. qualcuno qui conosce il genio avanguardistico di Maurizio Bianchi?

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non dico questo. Per fortuna che è un disco diverso! intendevo dire solamente che TKOL è un disco difficile, e le nostre orecchie tutte hanno bisogno di tempo per abituarsi a certe cose. Parlo di IR perchè era l'ultimo prodotto creato dai Radiohead (e su questo These are my twisted words lo seguiva). Tempo, serve tempo!

Ascoltati Tutto d'un fiato Bitches Brew di Miles Davis e vedrai che l'ultimo dei nostri ti sembrerà più lineare che mai. Oppure tutto il jazz "concreto" di Sun Rah (and his Arkestra). :lol:

Appunto, concordo pienamente: è una questione di abitudine, dipende molto dagli ascolti personali e dalle aspettative che ciascuno si era fatto di questo album.

Rispetto agli altri album presenta dei beat e degli arrangiamenti molto(passatemi il termine) claustrofobici, spezzati,spastici. Io ho gradito fin da subito questa particolarità, ciò dipende anche dagli ascolti a cui mi sono approcciato da due anni a questa parte.

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Ascoltati Tutto d'un fiato Bitches Brew di Miles Davis e vedrai che l'ultimo dei nostri ti sembrerà più lineare che mai. Oppure tutto il jazz "concreto" di Sun Rah (and his Arkestra). :lol:

Appunto, concordo pienamente: è una questione di abitudine, dipende molto dagli ascolti personali e dalle aspettative che ciascuno si era fatto di questo album.

Rispetto agli altri album presenta dei beat e degli arrangiamenti molto(passatemi il termine) claustrofobici, spezzati,spastici. Io ho gradito fin da subito questa particolarità, ciò dipende anche dagli ascolti a cui mi sono approcciato da due anni a questa parte.

eheh Bitches Brew di Davis lo adoro, follia allo stato puro! ecco perchè son ottimista, i dischi vanno digeriti, contestualizzati (diversi luogi di ascolto) e poi giudicati.

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Recensione piuttosto obiettiva. La frase finale inquadra perfettamente ciò che penso di TKOL: "Non un classico, nè tantomeno un'uscita determinante per il presente musicale, ma un disco da consumare e godersi qui e ora.".

Consapevole dell'epoca in cui esce The King Of Limbs abbassa invece il profilo del gruppo e lo riconfigura intenzionalmente da stadium band a gruppo quantomai mutante

è una sfumatura che non avevo colto, è vero. in un certo senso questo disco li riabilita nella cerchia degli "umani" prima che potessero elevarsi a "macchiette".

anche la riflessione finale sulla lunghezza non è da sottovalutare. che arrivi o meno una seconda parte il prodotto che abbiamo noi sotto mano e che loro hanno scelto di distribuire va nella direzione di ciò che alcuni si auguravano - e che comunque la modernità sembra profilare -, ovvero verso la scarnificazione ai minimi termini delle releases. anche in questo senso va letto il fatto che più o meno tutti i pezzi sono "pezzi preferiti" di qualcuno... di fatto hanno segato alla radice il concetto di "riempitivo".

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Will Hermes - Rolling Stone

I Radiohead hanno pubblicato sul web il loro ottavo album The King of Limbs un giorno prima del previsto. Con otto tracce, per un totale di 37 minuti, The King of Limbs è sorprendentemente breve ma anche arricchito dalla tipica struttura elettronica.

Bloom - Un giardino fiorito: una frase di pianoforte, qualche rumore elettronico, un rullante. Poi, in un minuto, Thom Yorke con una voce che sembra venire dall'al di là: “Open your mouths wiiiiiide", e le vocali si allungano all'infinito. Come un'orchestra da camera dentro una tempesta di sabbia.

Morning Mr. Magpie – fracassante, iperattiva, funk con accompagnamento di chitarra melodica. "You stole it all / Give it back", intona lentamente Yorke. Che groove. Con o senza intermediazioni elettroniche, Phil Selway è uno dei più grandi batteristi rock.

Little By Little - Un impulso di basso continuo e una profumata melodia araba in loop. Quando Yorke intona "I'm such a tease, and you're such a flirt" suona curiosamente solitario - come se stesse cantando nel suo iPhone con l'applicazione reverse.

Feral – Qui i Radiohead giocano con alcune idee prese dal mondo del dubstep, sottogenere della dance inglese. Astratta, stramba, palpitante.

Lotus Flower - Canzone che Yorke ha già suonato durante l'anno scorso in una serie di concerti personali, in un falsetto ossessionante. Suonava benissimo attraverso il suo solo corpo elettrico e suona altrettanto bene qui insieme al ritmo di Phil Selway, un muro di sintetizzatori e diversi effetti vocali.

Codex - Ua sobria e splendida ballata per pianoforte accompagnata da una serie di battiti ovattati e arrangiamenti per archi eseguiti da The London Telefilmonic Orchestra. “Jump off the end/into a clear lake/noone around,” canticchia Yorke. Una canzone sul tentativo di restare lavati e puliti in un mondo sommerso dall'acqua sporca.

Give Up The Ghost - Una chitarra acustica strimpellata, Yorke che canta dolcemente "don't hurt me" con una voce che si rifrange attraverso il prisma dell'elettronica. “I think I have had enough”, dichiara ad un certo punto. Non noi.

Separator – In chiusura di un disco breve che presenta alcune delle melodie cantate più belle e originali di Thom Yorke, si racconta di una donna che "si svela” (“blows her cover”) sopra il tappeto ritmico funky di Phil Selway, mentre un coro spettrale balbetta incoerentemente attraverso il canale audio destro. Anche le chitarre sembrano fantasmi che suonano - forse in attesa di rinascere sul prossimo album dei Radiohead?

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vabbé, per loro l'album si chiama "The Kings Of Limbs", dovrei anche leggerla?!

(l'ho letta, ma mi sembra che non aggiunga molto, è scritta malissimo e il tizio che l'ha partorita sembra ammettere di non averci capito un cazzo... e allora che la scrivi a fare?! :P)

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Ciao a tutti, un intervento molto rapido solo per invitarvi a diffidare di qualsiasi recensione di una qualsiasi opera d'arte si concluda con il voto, spesso espresso in decimi o peggio con le stelline di merito, come a scuola. Ondarock, Rockstar, il tizio che spara a zero su Stordisco dopo aver ascoltato l'album una volta, a giudicare dalla data della recensione....

Comprendo le critiche, la delusione di qualcuno, l'entusiasmo di altri (me compreso), ma il voto no, a meno che non si lasci la possibilità al lettore di dare un voto alla recensione.

Olè.

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Ciao a tutti, un intervento molto rapido solo per invitarvi a diffidare di qualsiasi recensione di una qualsiasi opera d'arte si concluda con il voto, spesso espresso in decimi o peggio con le stelline di merito, come a scuola. Ondarock, Rockstar, il tizio che spara a zero su Stordisco dopo aver ascoltato l'album una volta, a giudicare dalla data della recensione....

Comprendo le critiche, la delusione di qualcuno, l'entusiasmo di altri (me compreso), ma il voto no, a meno che non si lasci la possibilità al lettore di dare un voto alla recensione.

Olè.

alla fine è una scelta: attraverso il voto formalizzi il tuo giudizio. si può parlare all'infinito di quanto sia giusto dare un numero all'arte, rimane il fatto che il voto è la sintesi massima di ciò che puoi dire, e qualcuno ci si affida, in certi casi pure a me è capitato. la recensione alla fine è solo una traccia, una possibile chiave di lettura, l'ascoltatore se la può leggere, ma anche no... di fatto la recensione è un voto "espanso", non è gran che più giustificabile... la prova del nove è l'ascolto, e ognuno lo percepisce a suo modo.

(castaldo non lo sopporto, spara minchiate a mitraglietta)

(EDIT: sono riusciti a fare una puntata monografica di 26 minuti sui radiohead senza dire alcunché di concreto su questo album, chapeau! :clapclap:)

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vabbé, per loro l'album si chiama "The Kings Of Limbs", dovrei anche leggerla?!

(l'ho letta, ma mi sembra che non aggiunga molto, è scritta malissimo e il tizio che l'ha partorita sembra ammettere di non averci capito un cazzo... e allora che la scrivi a fare?! :P)

concordo. infatti il mio MAH era molto esplicativo :laugh:

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