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Secondo voi...


Voyant86

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Crediamo. Moltissime costruzioni universalistiche si fondano su questo presupposto. La vera questione però è un’altra: crediamo, o scegliamo di credere più o meno inconsapevolmente? Ed è davvero possibile separare completamente la fede irrazionalistica e la matematica incontrovertibilità della deduzione logica? E la stessa deduzione logica non si fonda infondo su un atto di fede? E soprattutto, con queste argomentazioni quanta speranza ho di fare colpo su una ragazza dagli occhi verdi?

:cercameglio:

La prima Marzullata, per la gioia di Lacatus.

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No.

Se c'hai un pataccone di 30x5 te la da.

Scusa, ma se è così per accorgersi che ce l'hai deve avertela già data...

Ma una notizia un po' originale

non ha bisogno di alcun giornale

come una freccia dall'arco scocca

corre veloce di bocca in bocca

Basta farsene una.

Poi hai la strada in discesa, sempre avendo il suddetto pataccone eh.

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Crediamo. Moltissime costruzioni universalistiche si fondano su questo presupposto. La vera questione però è un’altra: crediamo, o scegliamo di credere più o meno inconsapevolmente?
Innanzitutto non credo sia questa la vera questione, ma bensì: è possibile credere?il credere ci può dare un senso? (per me la risposta è pressoché pessimistica...). Detto questo penso che la consapevolezza nel credere sia possibile non per tutti gli individui (ed è chiaro che certe persone preferiscano essere credenti inconsapevolmente dal momento che la consapevolezza prevede perdità di serenità e certezze...). D'altro canto ritengo che tutto ciò che ci circonda (che potremmo chiamare "società" per comodità), preferisca e anzi ci spinga a un credere senza consapevolezza...
Ed è davvero possibile separare completamente la fede irrazionalistica e la matematica incontrovertibilità della deduzione logica?
Io PENSO sì. L'unica cosa che credo abbiano in comune sia la certezza che entrambe possiedono di essere "scienze perfette"...
E la stessa deduzione logica non si fonda infondo su un atto di fede?
In un certo senso sì. E' la fede che tutto possa corrispondere a certe leggi logiche e razionali...
E soprattutto, con queste argomentazioni quanta speranza ho di fare colpo su una ragazza dagli occhi verdi? [...]
Se è la Madonna secondo me non sei messo così male.... :P
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Crediamo. Moltissime costruzioni universalistiche si fondano su questo presupposto. La vera questione però è un’altra: crediamo, o scegliamo di credere più o meno inconsapevolmente?
Innanzitutto non credo sia questa la vera questione, ma bensì: è possibile credere?il credere ci può dare un senso? (per me la risposta è pressoché pessimistica...). Detto questo penso che la consapevolezza nel credere sia possibile non per tutti gli individui (ed è chiaro che certe persone preferiscano essere credenti inconsapevolmente dal momento che la consapevolezza prevede perdità di serenità e certezze...). D'altro canto ritengo che tutto ciò che ci circonda (che potremmo chiamare "società" per comodità), preferisca e anzi ci spinga a un credere senza consapevolezza...
Ed è davvero possibile separare completamente la fede irrazionalistica e la matematica incontrovertibilità della deduzione logica?
Io PENSO sì. L'unica cosa che credo abbiano in comune sia la certezza che entrambe possiedono di essere "scienze perfette"...
E la stessa deduzione logica non si fonda infondo su un atto di fede?
In un certo senso sì. E' la fede che tutto possa corrispondere a certe leggi logiche e razionali...
E soprattutto, con queste argomentazioni quanta speranza ho di fare colpo su una ragazza dagli occhi verdi? [...]
Se è la Madonna secondo me non sei messo così male.... :P

1- Io riporto sempre alla questione che anche il credere di non credere in nulla sia un credo. Percui in qualcosa si crede, o perlomeno per formulare un qualsiasi pensiero la partenza sta prima o poi in un assunto che questo assunto sia l'essere, il nulla o il divenere, penso sia proprio la domanda da porsi. In tutti e tre i casi il punto di partenza a priori esiste, sebbene per comodità oggi si scelga il nulla, ciò non vuol dire che sia la via più logica e semplice.

Detto ciò credo fermamente nella seconda parte del tuo discorso, infatti c'è chi diceva: "Rendi un popolo cieco ed ignorante e lo governerai più facilmente".

2- Poi esce fuori Newton, pericolosa è la strada che porta a concepirle separatamente; anche perchè pursempre assiomatica la matematica è (detta alla maestro Yoda).

3- Leggasi sopra

4- No Dani, manco se fosse la madonna ti starebbe a sentire. Sono le donne, non ci puoi fare nulla, ti devi imbalordire e semplificare per avere a che fare con loro.

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Crediamo. Moltissime costruzioni universalistiche si fondano su questo presupposto. La vera questione però è un’altra: crediamo, o scegliamo di credere più o meno inconsapevolmente?
Innanzitutto non credo sia questa la vera questione, ma bensì: è possibile credere?il credere ci può dare un senso? (per me la risposta è pressoché pessimistica...). Detto questo penso che la consapevolezza nel credere sia possibile non per tutti gli individui (ed è chiaro che certe persone preferiscano essere credenti inconsapevolmente dal momento che la consapevolezza prevede perdità di serenità e certezze...). D'altro canto ritengo che tutto ciò che ci circonda (che potremmo chiamare "società" per comodità), preferisca e anzi ci spinga a un credere senza consapevolezza...
Ed è davvero possibile separare completamente la fede irrazionalistica e la matematica incontrovertibilità della deduzione logica?
Io PENSO sì. L'unica cosa che credo abbiano in comune sia la certezza che entrambe possiedono di essere "scienze perfette"...
E la stessa deduzione logica non si fonda infondo su un atto di fede?
In un certo senso sì. E' la fede che tutto possa corrispondere a certe leggi logiche e razionali...
E soprattutto, con queste argomentazioni quanta speranza ho di fare colpo su una ragazza dagli occhi verdi? [...]
Se è la Madonna secondo me non sei messo così male.... :P

Grazie per aver restituito un minimo di dignità al thread... ^_^

Detto ciò, come era assai probabile data la vaghezza della domanda, hai travisato la questione: non parlavo del Credere, riferito necessariamente ad un dio, ma del credere nel senso etimologico del termine: ossia l'avere fiducia in, l'accettare una determinata preposizione o dogma o legge come punto di partenza per una costruzione logica, spiritualistica, o universalistica.

Volevo sapere se davvero credere sia un necessario punto di partenza, quanto fondamento abbia questo punto di partenza (se ci pensate non è che la matematica sia a priori giusta, così come la logica: è una scelta più o meno necessaria fatta dall'uomo nel corso della storia del pensiero.) e qui Jonny credo abbia affrontato la questione.

Comunque la questione del credo religioso rientra nel tema, anche se come caso particolare, e di particolare, appunto, importanza.

Per quanto riguarda il punto ultimo, e forse il più importante, devo combattere con armi "di serie" nessun "camion con rimorchio". :( Ma nemmeno la soluzione alla Leonard Cohen ha funzionato, e il suo corpo perfetto, pur rimanendo toccato dalla mia mente, non vuole viaggiare con me... <_<

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Mah, secondo me alla fine diventano tutte seghe mentali.

Tra l'altro ho trovato un 3d meraviglioso

http://scatterbrain.altervista.org/mb/inde...t=ST&f=6&t=4019

:lol:

Ah ah ah, grande Ascar! Mi manca... :bye:

Beh, non posso darti torto, non è che ti aiutino per diventare il regista del Palermo...ma non eri tu quello che voleva capire tutti i meccanismi dell'universo? Anche la nostra mente gira con l'universo e, per certi versi lo contiene e lo crea...

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Beh, non posso darti torto, non è che ti aiutino per diventare il regista del Palermo...ma non eri tu quello che voleva capire tutti i meccanismi dell'universo? Anche la nostra mente gira con l'universo e, per certi versi lo contiene e lo crea...

Si, ma una volta che li ho capiti non mi cambia la vita.

E' solo curiosità, niente di sovrannaturale.

Tra l'altro ho appena scoperto che Scaruffi è uguale a Zamparini :ph34r:

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Io giuro che dopo anni di studio della filosofia, quando mi trovo a leggere questo tipo di discussioni, mi viene voglia di guardarmi tutta la stagione 2006-07 del Bagaglino di seguito... non perchè non interessanti o il resto, ma perchè mi voglio istupidire, voglio arrivare al livello di una sciampista veneta e poi tornare indietro. Scusate. :rolleyes:

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Crediamo. Moltissime costruzioni universalistiche si fondano su questo presupposto. La vera questione però è un’altra: crediamo, o scegliamo di credere più o meno inconsapevolmente?
Innanzitutto non credo sia questa la vera questione, ma bensì: è possibile credere?il credere ci può dare un senso? (per me la risposta è pressoché pessimistica...). Detto questo penso che la consapevolezza nel credere sia possibile non per tutti gli individui (ed è chiaro che certe persone preferiscano essere credenti inconsapevolmente dal momento che la consapevolezza prevede perdità di serenità e certezze...). D'altro canto ritengo che tutto ciò che ci circonda (che potremmo chiamare "società" per comodità), preferisca e anzi ci spinga a un credere senza consapevolezza...
Ed è davvero possibile separare completamente la fede irrazionalistica e la matematica incontrovertibilità della deduzione logica?
Io PENSO sì. L'unica cosa che credo abbiano in comune sia la certezza che entrambe possiedono di essere "scienze perfette"...
E la stessa deduzione logica non si fonda infondo su un atto di fede?
In un certo senso sì. E' la fede che tutto possa corrispondere a certe leggi logiche e razionali...
E soprattutto, con queste argomentazioni quanta speranza ho di fare colpo su una ragazza dagli occhi verdi? [...]
Se è la Madonna secondo me non sei messo così male.... :P

1- Io riporto sempre alla questione che anche il credere di non credere in nulla sia un credo. Percui in qualcosa si crede, o perlomeno per formulare un qualsiasi pensiero la partenza sta prima o poi in un assunto che questo assunto sia l'essere, il nulla o il divenere, penso sia proprio la domanda da porsi. In tutti e tre i casi il punto di partenza a priori esiste, sebbene per comodità oggi si scelga il nulla, ciò non vuol dire che sia la via più logica e semplice.

Detto ciò credo fermamente nella seconda parte del tuo discorso, infatti c'è chi diceva: "Rendi un popolo cieco ed ignorante e lo governerai più facilmente".

2- Poi esce fuori Newton, pericolosa è la strada che porta a concepirle separatamente; anche perchè pursempre assiomatica la matematica è (detta alla maestro Yoda).

3- Leggasi sopra

4- No Dani, manco se fosse la madonna ti starebbe a sentire. Sono le donne, non ci puoi fare nulla, ti devi imbalordire e semplificare per avere a che fare con loro.

Innanzitutto il mio "penso" in maiuscolo alla nona riga è un errore di digitazione. Specifico perché così sembro egocentrica... :P

1. La via del nulla è facile, concordo. Ma la via contraria, vissuta con consapevolezza, porta a continui smacchi e perdite di certezze che ti lasciano acredente finché non trovi un "altro oggetto" a cui affidare la tua fede....(a che pro, poi?e perchè?..) In questo senso per me la condizione di non-credente esiste, insita in quei momenti di passaggio.

2. e 3. Non comprendo dove stia la pericolosità.

Inoltre, per quanto ne so (da archeologa umanista..), la matematica è assiometrica fino alla fine dell'ottocento quando sono hanno fatto capolino le geometrie non euclidee, la matematica dell'infinitamente grande,la matematica dell'infinitamente piccolo.

4. In quanto donna... Grazie,eh... :P

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1. La via del nulla è facile, concordo. Ma la via contraria, vissuta con consapevolezza, porta a continui smacchi e perdite di certezze che ti lasciano acredente finché non trovi un "altro oggetto" a cui affidare la tua fede....(a che pro, poi?e perchè?..) In questo senso per me la condizione di non-credente esiste, insita in quei momenti di passaggio.

2. e 3. Non comprendo dove stia la pericolosità.

Inoltre, per quanto ne so (da archeologa umanista..), la matematica è assiometrica fino alla fine dell'ottocento quando sono hanno fatto capolino le geometrie non euclidee, la matematica dell'infinitamente grande,la matematica dell'infinitamente piccolo.

4. In quanto donna... Grazie,eh... :P

1- Il dubbio iperbolico lo vedo solo come un'altra forma di credere, molto schiettamente. Non esiste una ragione precisa per mettere in dubbio i nostri raggiungimenti, eppure lo facciamo.

2 e 3- Già ma qualunque matematica, in quanto frutto di logica, ha le sue leggi. Che queste siano pragmatiche o meno, suppongo abbia poca importanza. Ciò che importa è che il cominciamento esiste anche per la matematica.

4- Di nulla, convincimi pure del contrario, se ci riesci :P .

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Crediamo. Moltissime costruzioni universalistiche si fondano su questo presupposto. La vera questione però è un’altra: crediamo, o scegliamo di credere più o meno inconsapevolmente?
Innanzitutto non credo sia questa la vera questione, ma bensì: è possibile credere?il credere ci può dare un senso? (per me la risposta è pressoché pessimistica...). Detto questo penso che la consapevolezza nel credere sia possibile non per tutti gli individui (ed è chiaro che certe persone preferiscano essere credenti inconsapevolmente dal momento che la consapevolezza prevede perdità di serenità e certezze...). D'altro canto ritengo che tutto ciò che ci circonda (che potremmo chiamare "società" per comodità), preferisca e anzi ci spinga a un credere senza consapevolezza...
Ed è davvero possibile separare completamente la fede irrazionalistica e la matematica incontrovertibilità della deduzione logica?
Io PENSO sì. L'unica cosa che credo abbiano in comune sia la certezza che entrambe possiedono di essere "scienze perfette"...
E la stessa deduzione logica non si fonda infondo su un atto di fede?
In un certo senso sì. E' la fede che tutto possa corrispondere a certe leggi logiche e razionali...
E soprattutto, con queste argomentazioni quanta speranza ho di fare colpo su una ragazza dagli occhi verdi? [...]
Se è la Madonna secondo me non sei messo così male.... :P

Grazie per aver restituito un minimo di dignità al thread... ^_^

Detto ciò, come era assai probabile data la vaghezza della domanda, hai travisato la questione: non parlavo del Credere, riferito necessariamente ad un dio, ma del credere nel senso etimologico del termine: ossia l'avere fiducia in, l'accettare una determinata preposizione o dogma o legge come punto di partenza per una costruzione logica, spiritualistica, o universalistica.

Volevo sapere se davvero credere sia un necessario punto di partenza, quanto fondamento abbia questo punto di partenza (se ci pensate non è che la matematica sia a priori giusta, così come la logica: è una scelta più o meno necessaria fatta dall'uomo nel corso della storia del pensiero.) e qui Jonny credo abbia affrontato la questione.

Comunque la questione del credo religioso rientra nel tema, anche se come caso particolare, e di particolare, appunto, importanza.

Per quanto riguarda il punto ultimo, e forse il più importante, devo combattere con armi "di serie" nessun "camion con rimorchio". :( Ma nemmeno la soluzione alla Leonard Cohen ha funzionato, e il suo corpo perfetto, pur rimanendo toccato dalla mia mente, non vuole viaggiare con me... <_<

Sì, ho frainteso in pieno. ;)

Con questo chiarimento, ti direi di sì, che il credere sta alla base di tutto, come un assunto. Esempio banalissimo: se io mi rapporto con uomo, il punto di partenza della nostra relazione deve essere che io ho fiducia in lui.

All 90% dei casi il mio "assioma" (l'uomo, in questo caso)di partenza sarà sbagliato (anche non sbagliato di per sé, ma sbagliato rapportato al mio sistema). Ma che relazione sarebbe potuta nascere se io non l'avessi dato per assunto?

Magari non hanno funzionato per ora... Ma...visto che hai citato quella grandiosa canzone, perché non provi a conquistarla cantandole a mo' di serenata Suzanne? :smoke:

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Io giuro che dopo anni di studio della filosofia, quando mi trovo a leggere questo tipo di discussioni, mi viene voglia di guardarmi tutta la stagione 2006-07 del Bagaglino di seguito... non perchè non interessanti o il resto, ma perchè mi voglio istupidire, voglio arrivare al livello di una sciampista veneta e poi tornare indietro. Scusate. :rolleyes:

Ti stimo come filosofo e come uomo... :prego::P

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Io giuro che dopo anni di studio della filosofia, quando mi trovo a leggere questo tipo di discussioni, mi viene voglia di guardarmi tutta la stagione 2006-07 del Bagaglino di seguito... non perchè non interessanti o il resto, ma perchè mi voglio istupidire, voglio arrivare al livello di una sciampista veneta e poi tornare indietro. Scusate. :rolleyes:

Ti stimo come filosofo e come uomo... :prego::P

Io più come filosofo perchè non vorrei incorrere in accuse di wildeismo applicato... ;)

Io non faccio filosofia ma storia, è un po' la nostra "invidia del pene" verso l'altra parte dello specchio...(ripeto, niente francisbaconeianismo-il-pittore da parte mia!)

Canente..."Suzanne" gliela ho già fatta sentire, con testo e traduzione...ma ho solo conquistato la sua mente! Mi manca il passaggio quando lei vuol viaggiare con me con gli occhi chiusi!

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