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tempi moderni


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siccome mi interessava da tempo sollevare la questio, e visto che non mi sento in grado di formulare concetti che vadano oltre le tre righe, riporto qua quello che l'amministratore di ondarock ha scritto sul suo forum:

La domanda è: non sarà che qui dentro le passioni e le mode ormai passano più rapidamente perché c'è un consumo di musica enormemente più "bulimico" rispetto ad altre realtà?

Insomma, quanto siamo in grado oggi di "ponderare" il giudizio su un disco, tra una playlist of the week di 50 titoli da scodellare ogni settimana e un i-pod da svuotare e riempire in continuazione?

Io stesso, che pure sono cresciuto in contesti completamente diversi, in cui venire in possesso di un singolo disco era una specie di magia irripetibile (figurarsi dell'intera discografia di qualcuno!), oggi mi trovo a usare molto spesso il tasto "canc" per album interi ascoltati una-due volte e, ancor di più a usare il tasto "skip" del mio i-pod, finendo con l'ascoltare prevalentemente singoli brani sparsi piuttosto che dischi interi.

La tecnologia ovviamente è un vantaggio, però quanto di tutto ciò fa sì che interi dischi o discografie di artisti finiscano con l'essere "bruciati" in poche settimane?

Non vi pare, ad esempio, ascoltando dischi di tre-quattro anni fa, che questi siano già molto più superati di album di altri tempi, "metabolizzati" magari quando non c'era questa sfrenata corsa all'ascolto usa e getta?

Insomma, pongo fondamentalmente un problema di digestione...

io quoto, per ora. e, più in là, dirò anche qualcosa di mio (anche se, parafrasando miss italia, ha già detto tutto lui).

a voi la palla.

EDIT: LINK

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Molto interessante.

E anche io mi trovo d'accordo, almeno in parte.....l'eccesso di possibilità di fruizione dato soprattutto dal p2p compulsivo pone la necessità di mettersi dei filtri e trovare il tempo di concentrarsi su qualcosa, di approfondire, altrimenti sento di non ricavare niente dall'ascolto di un tutto indistinto.

però è anche vero che oggi è sufficiente risvegliare in noi una piccola curiosità su un gruppo o su un genere, vecchio o nuovo, per poterne cogliere subito i tratti caratteristici, cosa che ci consente anche di capire, in questo modo, quale direzione musicale è meglio prendere per fruire appieno ciò che davvero ci piace

L'abbondanza di "stimoli" è una risorsa, credo sia importante ora imparare davvero a sfruttarla per bene, senza ingozzarsi, per poi vomitare tutto insieme, senza metabolizzare nulla...( come da metafora sulla bulimia, molto azzeccata devo dire..)

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be' dipende tutto dal tipo di ascoltatore.

voglio dire, dal momento che hai delle tecnologie sta a te decidere come utilizzarle. e i vari utilizzi che possono venirne fuori non sono necessariamente "buoni" o "cattivi", semplicemente sono modi differenti di digerire la musica. ognuno poi può benissimo agire come meglio crede, e nel caso non concordare con chi la pensa diversamente.

insomma la tecnologia è uno strumento, ma sei sempre tu e solo tu a scegliere come utilizzarla.

il resto credo che sia pippa mentale :P

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il p2p è potenzialmente distruttivo, ma nel mio caso non lo è stato.

grazie ad internet e alla musica libera sono arrivato a prendere giradischi e vinili adesso, ascolto ogni genere di musica..il 90% dei gruppi che ascolto adesso li ho conosciuti grazie al p2p.

il tutto mi ha fatto anche capire che la maggior parte delle produzioni sono merda.

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grazie ad internet e alla musica libera sono arrivato a prendere giradischi e vinili adesso

idem.

it's the only way.

l'avevo già detto altrove, io tornerei di corsa indietro nel tempo, quando per sentire un cd me lo dovevo comprare.

di quei cd ho un sacco di ricordi.

di quelli di adesso zero proprio zero.

e ho ragione, non dipende proprio sto cazzo dall'uso che ne fai.

però non si torna indietro, e per andare avanti dovete comprarvi i vinili.

che, paradossalmente, è un tornare indietro.

lì si che te li gusti che è un piacere. :ok:

e spendeteli due soldi per la musica razza di pellegrini che non siete altro! :lol:

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Ci sono i pro ed i contro come in tutte le cose.

Io ricordo che quando ero quindicenne prendevo dei dischi solo per aver ascoltato un pezzo, poi ascoltavo l'intero disco ed era un pacco (non chiedetemi quali dischi :D ).

Ora hai la possibilità di ascoltare prima di acquistare, io almeno faccio così, se un disco mi piace tanto poi l'acquisto, vedi Third dei Portishead.

Certo è che si è persa la magia che c'è dietro un disco, non ricordo neanche quale sia l'ultimo acquistato a scatola chiusa :( .

Inevitabilmente potere ascoltare tanti dischi arricchisce il proprio bagaglio musicale, ed apre gli orizzonti, per esempio io un certo tipo di elettronica non l'avrei mai ascoltata se non fosse stato grazie ad internet...

Secondo me l'uso che si fa del p2p conta eccome, c'è gente che scarica solo la canzonetta che si sente in radio e quando non va più di moda la cancella.

Questo è il lato peggiore della faccenda, la musica è diventata usa e getta, io cerco di limitarmi non scaricando tonnelate di musica al giorno e documentandomi prima...

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Forse andrò un pochino controcorrente ma non imputerei la colpa solo a chi ascolta musica ma anche a chi la fa: il peer to peer ti permette di conoscere talmente tante realtà che arrivi anche ad aver paura di fare cose che siano già state fatte, ti dà talmente tanti stimoli da mandarti in confusione e contribuire a perdere di vista certi obiettivi sonori che ti eri prefissato.

Mettiamoci anche l'ascolto che sembra essere generalmente più "distratto" rispetto ad anni fa, mettiamoci anche che i guadagni per uno che fa musica sono sempre minori (e sempre sproporzionati in negativo rispetto alle spese sostenute) e il quadro della situazione si completa facilmente.

Penso, tuttavia, ci siano innumerevoli lati positivi nella faccenda e per questo credo ci sia solo da aspettare di abituarvicisi e non è per niente facile come processo per ambo le parti.

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Capisco la questione ma per me è un semplice "no".

Anzi, senza internet la mia cultura musicale era pressoché zero. Dipende molto anche dal contesto in cui cresci, e io son cresciuto in una casa dove la musica non era una passione travolgente e in un paese dove tutti ascoltavano le stesse robe. Internet m'ha aiutato a scoprire un sacco di cose diverse e bellissime.

I dischi che mi piacciono continuo ad ascoltarli tantissimo, anche per intero. Fortunatamente sono un po' un diesel e la bulimia musicale non m'appartiene ;)

Anzi, fino a poco fa ragionavo anche io per "singoli", ultimamente invece son riuscito a far mia la mentalità degli album.

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è una riflessione interessante e anche difficile da confutare. però la rete mi ha fatto anche scoprire tantissimi dischi che non avrei mai ascoltato, tante perle che nel negozio non trovi. mi ha permesso di passare serate tra amici a ricordarsi di questo o quell'altro pezzo ed averlo li a portata di click. comunque il gusto di andare al negozio e scegliersi il disco anche solo per la copertina che ti attira è ineguagliabile, non morirà mai.

altra riflessione: dovessero sparire i cd e affermarsi solo musica digitale, che cazzo regaliamo a compleanni e natali vari? 10 brani da itunes? :ph34r:

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Quando nacquero i vinili, ci fu gente che si lamentò perchè la musica ascoltata dal vivo era tutta un'altra cosa: "Ma che schifo, io voglio vedere i violoncellisti e i violinisti, non sarà mai lo stesso ascoltare un disco di cera percorso da un ago."

E soprattutto l'effetto che si ebbe fu che la musica venne sdoganata dall'ambito unicamente nobiliare e ultra-borghese che aveva prima, per accedere alla portata della classe media. Certo, i contadini facevano le feste da ballo con le fisarmoniche, ma ora, se avessero voluto, avrebbero potuto ascoltare il Tannhauser di Wagner senza farsi un viaggio di due giorni sul carretto per andare al Teatro Massimo di Palermo (storia leggendaria realmente avvenuta dalle mie parti...).

Cosa voglio dire: ogni rivoluzione non è mai una vera rivoluzione, ma scatena ira e recriminazioni da parte di chi non sa cogliere l'evoluzione. In realtà i cambiamenti non sono mai radicali, non crediamo di stare assistendo alla morte della musica tangibile. I buoni dischi restano comunque.

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Cosa voglio dire: ogni rivoluzione non è mai una vera rivoluzione, ma scatena ira e recriminazioni da parte di chi non sa cogliere l'evoluzione. In realtà i cambiamenti non sono mai radicali, non crediamo di stare assistendo alla morte della musica tangibile. I buoni dischi restano comunque.

ma infatti non volevo parlare della "morte della musica tangibile", anche e soprattutto perché lo si è già fatto ampiamente in altra sede. ho già espresso il mio pensiero a riguardo, ovvero che bisognerebbe ringraziare gli astri per questa evoluzione (non rivoluzione, d'accordo) e comunque non saremo mai abbastanza grati.

volevo parlare, stavolta, del "consumo" odierno dei prodotti musicali... "bulimia" era la parola chiave. in sostanza, si ha troppo a disposizione e non sempre risulta semplice dedicare la dovuta attenzione a ciò che si ha tra le mani in un dato momento. i molteplici stimoli sono un bene, ecco, ma capita di lasciarsene soppraffare, perdendo di vista l'obiettivo principale (che sarebbe godere ed arricchirsi grazie alle opere d'arte). siccome ho riscontrato lo stesso pensiero in una persona che si interessa di musica in maniera appassionata e da molto più tempo di me, mi sono sentito spinto ad aprire il dibattito qua.

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Cosa voglio dire: ogni rivoluzione non è mai una vera rivoluzione, ma scatena ira e recriminazioni da parte di chi non sa cogliere l'evoluzione. In realtà i cambiamenti non sono mai radicali, non crediamo di stare assistendo alla morte della musica tangibile. I buoni dischi restano comunque.

ma infatti non volevo parlare della "morte della musica tangibile", anche e soprattutto perché lo si è già fatto ampiamente in altra sede. ho già espresso il mio pensiero a riguardo, ovvero che bisognerebbe ringraziare gli astri per questa evoluzione (non rivoluzione, d'accordo) e comunque non saremo mai abbastanza grati.

volevo parlare, stavolta, del "consumo" odierno dei prodotti musicali... "bulimia" era la parola chiave. in sostanza, si ha troppo a disposizione e non sempre risulta semplice dedicare la dovuta attenzione a ciò che si ha tra le mani in un dato momento. i molteplici stimoli sono un bene, ecco, ma capita di lasciarsene soppraffare, perdendo di vista l'obiettivo principale (che sarebbe godere ed arricchirsi grazie alle opere d'arte). siccome ho riscontrato lo stesso pensiero in una persona che si interessa di musica in maniera appassionata e da molto più tempo di me, mi sono sentito spinto ad aprire il dibattito qua.

Il dibattito infatti è interessantissimo... c'è davvero il rischio di bulimia musicale, ne abbiamo parlato un sacco con i miei amici, ma personalmente, passata la sbornia iniziale, ho semplicemente cominciato ad ascoltare attentamente come facevo con i cd originali, alcuni, ovvero pochi, degli album che ho ottenuto con internet... l'importante è ascoltarne pochi, sembra stupido ma mi ci trovo bene...

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l'importante è ascoltarne pochi

è verissimo! me lo ripeto in continuazione... non capisco come faccia la gente a liquidare un disco dopo un ascolto distratto, la trovo una mancanza di rispetto verso l'arte e verso chi la fa.

non è scritto da nessuna parte che bisogna ascoltare tutto, soltanto perché lo abbiamo a disposizione. eppure questa smania di conoscenza assoluta e immediata, che ci rende simili a tanti piccoli Faustus, credo ci colpisca pressapoco tutti. e, forse, è inevitabile.

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l'importante è ascoltarne pochi

è verissimo! me lo ripeto in continuazione... non capisco come faccia la gente a liquidare un disco dopo un ascolto distratto, la trovo una mancanza di rispetto verso l'arte e verso chi la fa.

non è scritto da nessuna parte che bisogna ascoltare tutto, soltanto perché lo abbiamo a disposizione. eppure questa smania di conoscenza assoluta e immediata, che ci rende simili a tanti piccoli Faustus, credo ci colpisca pressapoco tutti. e, forse, è inevitabile.

Infatti penso che non ci siano in giro talmente tanti geni musicali da meritare tutti la mia attenzione... :rolleyes:

Insomma, ascolto un album, se mi da dei piccoli segnali inspiegabili lo continuo ad ascoltare (i segnali inspiegabili possono anche essere che il disco mi fa totalmente cagare, quanti album della mia vita hanno cominciato così...), lo ascolto fino ad assimilarlo, dopodichè comincio a sponsorizzarlo: se la sponsorizzazione va a buon fine mi ci affeziono. E' un procedimento strano ma se ci fate caso penso rispecchi il 90% dei comportamenti rispetto alla musica...

Ricordo quando ho comprato True Stories dei Talking Heads. Mi faceva cagare anche al ventesimo ascolto. Ma l'avevo comprato. Allora era un capolavoro. "Minchia compà senti che sono tochi i Talking Heads!!!!" :D

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esempi:

Earthling - David Bowie

The Good Son - Nick Cave

:(:(:(

non riesco a capirlo e non mi piace la voce..non me ne piace una..

ah ok... pensavo avessi un problema unicamente con quell'album, ma se è proprio nick cave che non ti piace è un'altra cosa... de gustibus ;)

comunque, quello è il suo disco più rappresentativo, forse. quindi ti sconsiglio di ascoltarne altri, se non ti è piaciuto quello.

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Earthling - David Bowie

The Good Son - Nick Cave

:(:(:(

non riesco a capirlo e non mi piace la voce..non me ne piace una..

ah ok... pensavo avessi un problema unicamente con quell'album, ma se è proprio nick cave che non ti piace è un'altra cosa... de gustibus ;)

comunque, quello è il suo disco più rappresentativo, forse. quindi ti sconsiglio di ascoltarne altri, se non ti è piaciuto quello.

ci ho provato con l'ultimo ma è stato inutile..

mi dispiace però

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Earthling - David Bowie

The Good Son - Nick Cave

:(:(:(

non riesco a capirlo e non mi piace la voce..non me ne piace una..

ah ok... pensavo avessi un problema unicamente con quell'album, ma se è proprio nick cave che non ti piace è un'altra cosa... de gustibus ;)

comunque, quello è il suo disco più rappresentativo, forse. quindi ti sconsiglio di ascoltarne altri, se non ti è piaciuto quello.

ci ho provato con l'ultimo ma è stato inutile..

mi dispiace però

:D dai, magari è solo questione di tempo. e comunque, lascia stare l'ultimo, fidati. se vuoi dargli un'altra chance, buttati su LET LOVE IN. e poi fammi sapere ;)

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l'importante è ascoltarne pochi

è verissimo! me lo ripeto in continuazione... non capisco come faccia la gente a liquidare un disco dopo un ascolto distratto, la trovo una mancanza di rispetto verso l'arte e verso chi la fa.

non è scritto da nessuna parte che bisogna ascoltare tutto, soltanto perché lo abbiamo a disposizione. eppure questa smania di conoscenza assoluta e immediata, che ci rende simili a tanti piccoli Faustus, credo ci colpisca pressapoco tutti. e, forse, è inevitabile.

"E Dio disse: Ed, scendi in mezzo ai popoli ed istruiscili all'utilizzo del Mulo e di tutti gli scarica musica di internet." :clapclap:

Daccordissimo. La tecnologia apre molte nuove porte...ma molte conducono allo stesso punto e non vale la pena di girare all'infinito per le stesse stanze. Ho visto alcune classifiche di fine anno sul thread con qualcosa come 100 dischi ascoltati in un anno...se facessi una cosa del genere non riuscirei più a pensare! La musica, specialmente se di qualità, non è facile, anche se può sembrare tale. L'acolto richiede tempo, e come per un grande libro, bisogna affrontarlo con attenzione, meditarci e occuparsi di essa per lungo tempo.

Certo poi che Interpol, Strokes ed Arcade Fire si possono ascoltare senza chiudersi al buoio in camera propria ma, sempre per fare un

esempio, non puoi ascoltare "The downward spiral" in macchina mentre vai a bere l'aperitivo e dire poi di aver davvero ascoltato i NIN...

Credo che le pause musicali, siano altrettanto importanti che l'ascolto, altrimenti diventa una specie di droga che ti estrania dal mondo...

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Quello che manca oggi è l'ascolto vero e proprio, il raccoglimento quasi mistico con cui tempo fa ci si approcciava a un disco. E' giusto usufruire delle possibilità che abbiamo, quindi attingiamo pure dal pot-pourri musicale che troviamo in rete, ma senza frenesia inutile. La musica è anzitutto arte e come tale va rispettata, merita il nostro tempo, la nostra attenzione; inutile proclamarsi appassionati se poi il tempo medio che si dedica ad un disco è il minimo indispensabile.

Si predilige la quantità alla qualità e questo applicato alla musica - e più in generale all'arte - è male.

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