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London Calling


Gasba

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Per una volta una citazione significa davvero qualcosa...

"Amer savoir, celui qu'on tire du voyage !

Le monde, monotone et petit, aujourd'hui,

Hier, demain, toujours, nous fait voir notre image

Une oasis d'horreur dans un désert d'ennui !

Faut-il partir ? rester ? Si tu peux rester, reste ;

Pars, s'il le faut. L'un court, et l'autre se tapit

Pour tromper l'ennemi vigilant et funeste,

Le Temps ! Il est, hélas ! des coureurs sans répit"

(Amaro sapere, quello che si ricava dal viaggio!/Il mondo, piccolo e monotono/Ieri, oggi, domani e sempre, ci mostra la nostra immagine/Un'oasi_niente Gallagher_d'orrore sopra un deserto di noia!//

Si deve partire?Restare? Resta se puoi/parti se devi...)

Detto ciò, Padova a me piace moltissimo! E' la dimensione cittadina ideale per me, je crais. Abbastanza grande per non farmi sentire di troppo, abbastanza piccola per non farmi sentire il "troppo poco". Ma Venezia...

Londra infine è una metropoli, tra le poche che ho visitato, molto particolare. A volte mi è parsa una somma di cittadine/quartieri, altre la "city of the future" dove "is difficult to concentrate". Penso sia molto stimolante, nel senso di "challenging" in inglese. Infine...la gente, la vita che ci costruiamo, l'alone di "esotico" e libresco con cui annebbiamo queste realtà per noi lontane contano non poco nella mistura finale che ci si appresta a masticare. Come dicono gli Interpol, che stando a New York di metropoli se ne intendono: "It's up to me now, turn on the bright lights"

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Io ho la fortuna di abitare 9 mesi l'anno in una grande città, 2 mesi in una città di provincia e 1 mese tra le montagne con Heidi.

Dopo 3 annetti ho scoperto che mi piacciono tutti i 3 modi di vita nella stessa misura. Evidentemente non serve a niente cambiare ambiente se non si è disposti in primis a cambiare se stessi.

D'altra parte il mio sogno sarebbe vivere viaggiando di qua e di là, cambiando nazione ogni 6 mesi, ma solo per conoscere, per curiosità.

Quindi trovo che sia giusto muoversi, provare nuove esperienze, ecc ecc, ma senza avere l'illusione di trovare il proprio Eden di punto in bianco.

In ogni caso in bocca al lupo per il tuo futuro!

(A me Londra piace più di Parigi)

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D'altra parte il mio sogno sarebbe vivere viaggiando di qua e di là, cambiando nazione ogni 6 mesi, ma solo per conoscere, per curiosità.

Sarebbe anche il mio di sogno, peccato sia molto difficile da realizzare..

(A me Londra piace più di Parigi)

(Anche a me)

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Sarebbe anche il mio di sogno, peccato sia molto difficile da realizzare..

Eh già, rimarrà sempre solo un sogno mi sa. A meno che stasera non escano 1 17 45 55 70 90.

E pensare che quando ero piccolo sognavo di trovarmi un lavoro che si potesse fare anche da casa col computer. ( tipo la puntata dei Simpson in cui Homer si fa dare l'invalidità per peso eccessivo) .

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LO SPRITZ VUOLE L'OLIVA!!!! :D

spritz_01.jpg

E'

una

porcheria. :lol:

Che ne dovete capire, voi veneti, di cose 'i tastari e di stòmmaco. :rolleyes:

A proposito di vivere i luoghi, stando a contatto con i veneti mi son reso conto di una cosa sconcertante: questa è una regione dove s'è diffusa in maniera pandemica la sindrome dello sbruffone. Estremizzando, i trevigiani con le Hogan da 140 euro che in mezzo agli amici, con un prosecchino in mano, se ne escono fuori, belli ad alta voce così tutto il locale ti sente, con "ciapa el barchin e go a casa, maghrebino di merda, se ti becco per strada ti pesto a sangue" e poi si cagano in mano a passare dalla zona stazione per via degli extracomunitari.

E' una cosa diffusissima, un pò in tutti i campi. Con un paio di frasi sbruffonissime ti conquisti parecchi voti, quassù. Non c'è da stupirsi che ci siano dei boari con una solida base elettorale in Veneto, hanno un elettorato in media culturalmente arretrato, rozzo, ignorante, volgare e sparte arrogante. :rolleyes:

Anche per questo non rimarrei mai a vivere la mia vita qua, a Padova. In mezzo a gente che perlopiù odio, in un buco dimenticatodaddio, oddio. :fifone:

(e neanche a Palermo, eh, anche se noi siamo più eleganti, ci facciamo pagare per un voto; sempre sulla lunghezza d'onda "siamo un popolodimerda, noi siciliani", ok, ma abbiamo un motivo non ideologico e abbastanza solido alla base)

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Londra e' una citta' grigia, frenetica e alienante. Ha un fascino decadente che puo' piacere, ma non consiglierei di abitarci a chi vuole "vivere bene". Ammetto pero' che quando viene fuori il sole invece, ogni tanto, la citta' prende colore e sembra quasi piacevole, soprattutto nei parchi.

In qualsiasi caso, e' tanto semplice sentirsi soli quanto difficile avere relazioni umane continuative. Non credo ci sia alcuna persona in quasi due anni che sono qui che ho visto per piu' di due giorni consecutivi, colleghi di lavoro a parte.

Qualche dato spicciolo e significativo:

Londra e i suoi 32 boroughs

Superfice: 1,706 km2, Popolazione: 7,556,900, Densità: 4,429 abitanti/km2

Provincia di Milano

Superficie: 1,620 km2, Popolazione 3,170,273, Densità: 1,956 abitanti/km2

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Londra e' una citta' grigia, frenetica e alienante. Ha un fascino decadente che puo' piacere, ma non consiglierei di abitarci a chi vuole "vivere bene". Ammetto pero' che quando viene fuori il sole invece, ogni tanto, la citta' prende colore e sembra quasi piacevole, soprattutto nei parchi.

In qualsiasi caso, e' tanto semplice sentirsi soli quanto difficile avere relazioni umane continuative. Non credo ci sia alcuna persona in quasi due anni che sono qui che ho visto per piu' di due giorni consecutivi, colleghi di lavoro a parte.

Qualche dato spicciolo e significativo:

Londra e i suoi 32 boroughs

Superfice: 1,706 km2, Popolazione: 7,556,900, Densità: 4,429 abitanti/km2

Provincia di Milano

Superficie: 1,620 km2, Popolazione 3,170,273, Densità: 1,956 abitanti/km2

Sarà, ma io a Londra ho sempre avuto la sensazione di sentirmi a mio agio ovunque, poca cafonaggine e molto rispetto e discrezione da parte delle persone con cui ho avuto a che fare. Gli inglesi son persone educate e disponibili (a differenza di quanto ho visto a Parigi).

La sensazione poi di poter camminare in centro città con le calze rotte senza dover provare alcun imbarazzo è stata liberatoria, in centro a Milano come minimo avrei suscitato l'indignazione delle sciure. Anche le grandi città italiane conservano quel minimo di provincialità e chiusura che, per carità, può piacere come no.

Per quanto riguarda le relazioni umane mah, sicuramente è più difficile costruire legami in una grande realtà, ma quantomeno non c'è quel senso iniziale di diversità rispetto al "gruppo" che inibisce i rapporti con gli altri. Sei diverso nella diversità, e questo è bello. In qualsiasi posto dove vai devi ricominciare da zero, il contesto in cui ti vai ad inserire è determinante: più difficile nel lavoro, più facile nell'ambito universitario.

Detto questo Londra è una città che ti entra dentro piano piano: passeggiare, perdersi, cercare i luoghi più nascosti e meno inflazionati...ho un bellissimo ricordo della zona di Regent's Park al tramonto, le case bianchissime che diventavano rosa, e marylebone al mattino prestissimo, poche persone e vetrine di librerie con vecchie insegne...not so depressive as they've said!

Ricordati sempre una cosa però: casa tua rimarrà sempre tale, anche se vivi nel posto più orribile della terra: lì hai i veri amici, la famiglia e chi ti vuole bene. Io non credo a quelli che si trasferiscono e dicono che non tornerebbero più indietro..

(Io mi sto trasferendo a Torino da un piccolo paese di campagna...il mio sì che sarà un bel salto nel vuoto!)

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i tratti caratteriali descritti da Consuelo, son proprio quello che mi piace qui in inghilterra, cio' che mi ha prevenuto dal fuggire.

quando parlavo male di carattere degli inglesi mi riferivo alla mentalita' generale. Un esempio e' che, per quanto possano essere gentili e sembrare interessati a cio' che hai da dire, tante volte sembra pura formalita', come se fosse parte del motto: "il cliente ha sempre ragione".

Son qui da 4 anni, e lavoro in un college dove la meta' e anche piu' degli studenti sono inglesi e il resto internazionali. Beh, in qualsiasi anno scolastico, gli inglesi hanno sempre gli stessi interessi, legano subito, fanno le stesse cose, parlano degli stessi topics (spesso molto terra terra). Ed hanno a che fare con stranieri solo se questi si adeguano. Cioe', in Italia ci sono differenze enormi anche da provincia a provincia, e siamo tutti in genere incuriositi dal nuovo. Credo.

Tante volte si organizzavano feste o barbecue, e se lo organizzavamo noi stranieri, alla fine ci guardavamo intorno e non riuscivamo a trovare UN SINGOLO INGLESE! Quando la stessa cosa la facevano gli inglesi, in genere gli stranieri ci andavano.

Io adoro comunque il loro non giudicarti a priori. Ad esempio, in questa scuola organizzano sempre dei concertini, ed io ho avuto la possibilita' di esibirmi.

Ricordo che nella terra natale, se avessi avuto l'ardire di propormi come cantante, sarei stato bocciato a priori, perche' non ero cool o famoso in partenza. Se il figo di turno avesse imbracciato una chitarra, tutti lo avrebbero adulato in ogni caso. Lo dico per esperienza. Ricordo commenti del tipo: "ma tu chi ti senti, che adesso fai il cantante!" "ma fammi il piacere, che musica strana e' questa?" (radiohead), "mamma mia, cambia la traccia del cd, non si puo' sentire!". Le band diventano famose in base a chi ne sia membro. E questo succede anche in altri settori, il primo che mi viene in mente e' un locale sulla spiaggia frequentatissimo per la notorieta' dei proprietari.

Qui invece mi lasciano cantare, mi fanno i complimenti, mi incoraggiano, ridono alle mie battute e mi invitano ad esibirmi la prossima volta (alcuni di voi hanno visto i miei video su youtube).

Anche qui, pero', sentendo il modo automatico e ripetitivo in cui la maggior parte di loro fa i complimenti un po' a tutti, a volte dubito un po' sulla sincerita'... :-)

ma almeno non ti buttano giu' senza manco averti ascoltato!

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Sarà, ma io a Londra ho sempre avuto la sensazione di sentirmi a mio agio ovunque, poca cafonaggine e molto rispetto e discrezione da parte delle persone con cui ho avuto a che fare. Gli inglesi son persone educate e disponibili (a differenza di quanto ho visto a Parigi).

La sensazione poi di poter camminare in centro città con le calze rotte senza dover provare alcun imbarazzo è stata liberatoria, in centro a Milano come minimo avrei suscitato l'indignazione delle sciure. Anche le grandi città italiane conservano quel minimo di provincialità e chiusura che, per carità, può piacere come no.

Per quanto riguarda le relazioni umane mah, sicuramente è più difficile costruire legami in una grande realtà, ma quantomeno non c'è quel senso iniziale di diversità rispetto al "gruppo" che inibisce i rapporti con gli altri. Sei diverso nella diversità, e questo è bello. In qualsiasi posto dove vai devi ricominciare da zero, il contesto in cui ti vai ad inserire è determinante: più difficile nel lavoro, più facile nell'ambito universitario.

Detto questo Londra è una città che ti entra dentro piano piano: passeggiare, perdersi, cercare i luoghi più nascosti e meno inflazionati...ho un bellissimo ricordo della zona di Regent's Park al tramonto, le case bianchissime che diventavano rosa, e marylebone al mattino prestissimo, poche persone e vetrine di librerie con vecchie insegne...not so depressive as they've said!

Ricordati sempre una cosa però: casa tua rimarrà sempre tale, anche se vivi nel posto più orribile della terra: lì hai i veri amici, la famiglia e chi ti vuole bene. Io non credo a quelli che si trasferiscono e dicono che non tornerebbero più indietro..

(Io mi sto trasferendo a Torino da un piccolo paese di campagna...il mio sì che sarà un bel salto nel vuoto!)

sto decidendo di chiedere il mutuo e comprare casa a Londra l'anno prossimo, questo ti basti per capire quanto io sia profondamente legato a questa citta' :) Il senso di diverso nella diversita' a dire il vero ce l'avevo anche a Milano, qui e' naturalmente moltiplicato.

Pero', sul sentirsi soli, credo che solo chi ci ha vissuto per un lungo periodo possa capire cosa voglio dire. Una cosa e' passare qui una settimana o un mese, una cosa e' abitarci nella quotidianita' senza nessuna data di partenza. A Londra incontrarsi e' DIFFICILE - e' tutto diluito nel tempo e nello spazio! A Milano, dove ho vissuto 5 anni (ma anche a Copenhagen, per dire), semplicemente no - e in questo non differiscono da nessuna citta' di provincia medio grande. Sono realta' in qualsiasi caso a misura d'uomo, Londra oggettivamente non lo e'.

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Sarà, ma io a Londra ho sempre avuto la sensazione di sentirmi a mio agio ovunque, poca cafonaggine e molto rispetto e discrezione da parte delle persone con cui ho avuto a che fare. Gli inglesi son persone educate e disponibili (a differenza di quanto ho visto a Parigi).

La sensazione poi di poter camminare in centro città con le calze rotte senza dover provare alcun imbarazzo è stata liberatoria, in centro a Milano come minimo avrei suscitato l'indignazione delle sciure. Anche le grandi città italiane conservano quel minimo di provincialità e chiusura che, per carità, può piacere come no.

Per quanto riguarda le relazioni umane mah, sicuramente è più difficile costruire legami in una grande realtà, ma quantomeno non c'è quel senso iniziale di diversità rispetto al "gruppo" che inibisce i rapporti con gli altri. Sei diverso nella diversità, e questo è bello. In qualsiasi posto dove vai devi ricominciare da zero, il contesto in cui ti vai ad inserire è determinante: più difficile nel lavoro, più facile nell'ambito universitario.

Detto questo Londra è una città che ti entra dentro piano piano: passeggiare, perdersi, cercare i luoghi più nascosti e meno inflazionati...ho un bellissimo ricordo della zona di Regent's Park al tramonto, le case bianchissime che diventavano rosa, e marylebone al mattino prestissimo, poche persone e vetrine di librerie con vecchie insegne...not so depressive as they've said!

Ricordati sempre una cosa però: casa tua rimarrà sempre tale, anche se vivi nel posto più orribile della terra: lì hai i veri amici, la famiglia e chi ti vuole bene. Io non credo a quelli che si trasferiscono e dicono che non tornerebbero più indietro..

(Io mi sto trasferendo a Torino da un piccolo paese di campagna...il mio sì che sarà un bel salto nel vuoto!)

quotissimo tutto, e in bocca al lupo per il trasferimento :)

i tratti caratteriali descritti da Consuelo, son proprio quello che mi piace qui in inghilterra, cio' che mi ha prevenuto dal fuggire.

quando parlavo male di carattere degli inglesi mi riferivo alla mentalita' generale. Un esempio e' che, per quanto possano essere gentili e sembrare interessati a cio' che hai da dire, tante volte sembra pura formalita', come se fosse parte del motto: "il cliente ha sempre ragione".

Son qui da 4 anni, e lavoro in un college dove la meta' e anche piu' degli studenti sono inglesi e il resto internazionali. Beh, in qualsiasi anno scolastico, gli inglesi hanno sempre gli stessi interessi, legano subito, fanno le stesse cose, parlano degli stessi topics (spesso molto terra terra). Ed hanno a che fare con stranieri solo se questi si adeguano. Cioe', in Italia ci sono differenze enormi anche da provincia a provincia, e siamo tutti in genere incuriositi dal nuovo. Credo.

Tante volte si organizzavano feste o barbecue, e se lo organizzavamo noi stranieri, alla fine ci guardavamo intorno e non riuscivamo a trovare UN SINGOLO INGLESE! Quando la stessa cosa la facevano gli inglesi, in genere gli stranieri ci andavano.

Io adoro comunque il loro non giudicarti a priori. Ad esempio, in questa scuola organizzano sempre dei concertini, ed io ho avuto la possibilita' di esibirmi.

Ricordo che nella terra natale, se avessi avuto l'ardire di propormi come cantante, sarei stato bocciato a priori, perche' non ero cool o famoso in partenza. Se il figo di turno avesse imbracciato una chitarra, tutti lo avrebbero adulato in ogni caso. Lo dico per esperienza. Ricordo commenti del tipo: "ma tu chi ti senti, che adesso fai il cantante!" "ma fammi il piacere, che musica strana e' questa?" (radiohead), "mamma mia, cambia la traccia del cd, non si puo' sentire!". Le band diventano famose in base a chi ne sia membro. E questo succede anche in altri settori, il primo che mi viene in mente e' un locale sulla spiaggia frequentatissimo per la notorieta' dei proprietari.

Qui invece mi lasciano cantare, mi fanno i complimenti, mi incoraggiano, ridono alle mie battute e mi invitano ad esibirmi la prossima volta (alcuni di voi hanno visto i miei video su youtube).

Anche qui, pero', sentendo il modo automatico e ripetitivo in cui la maggior parte di loro fa i complimenti un po' a tutti, a volte dubito un po' sulla sincerita'... :-)

ma almeno non ti buttano giu' senza manco averti ascoltato!

riquotissimo, riguardo agli inglesi un po' chiusi si tratta di un tratto del loro carattere ormai più che assodato, e forse mi piacciono anche per questo :ok:

io ho visto le foto su facebook dei concertini e sono semplicemente affascinanti

sto decidendo di chiedere il mutuo e comprare casa a Londra l'anno prossimo, questo ti basti per capire quanto io sia profondamente legato a questa citta' :) Il senso di diverso nella diversita' a dire il vero ce l'avevo anche a Milano, qui e' naturalmente moltiplicato.

Pero', sul sentirsi soli, credo che solo chi ci ha vissuto per un lungo periodo possa capire cosa voglio dire. Una cosa e' passare qui una settimana o un mese, una cosa e' abitarci nella quotidianita' senza nessuna data di partenza. A Londra incontrarsi e' DIFFICILE - e' tutto diluito nel tempo e nello spazio! A Milano, dove ho vissuto 5 anni (ma anche a Copenhagen, per dire), semplicemente no - e in questo non differiscono da nessuna citta' di provincia medio grande. Sono realta' in qualsiasi caso a misura d'uomo, Londra oggettivamente non lo e'.

ricordo di aver letto in un libro di quanto era difficile per i londinesi decidere un appuntamento e mi era sembrata quasi un'esagerazione ma tu mi confermi questa idiosincrasia: il libro è di roggero ed è autobiografico e molto piacevole

9788871081854g.jpg

uff, basta con londra che mi viene il magone ^_^

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Eh beh certo! :rolleyes: Come si chiamava quella cosa.. pane con la milza? :arbitro::D

L'hai provato? No? :ocamper:

Un pò di cose venete le ho provate, attipo, il tiramisù è dannatamente buono, polenta e fegato mi ha ucciso lo stomaco da quanto mi son sfondato 'i manciari.

Tutte cose buone, ma il cibo trascendentale, quello che ti fa vedere Dioetuttigliangelidelcielo, al Veneto non gli compete. Deal with it. Solo che, anche qua :"varda ti, il tiramisù, dov'è che hanno un dolce così buono?" "eh, ma qua con la carne ci sappiamo fare, noi veneti". Poi erano quasi in lacrime quando mi è arrivata una cassa con 15 chili di arancie di Ribera, non ste cose minuscole e raggrinzite che trovi all'Alì.

Popolo strano, perlopiù insopportabile, il collega universitario che si vanta di aver fatto un anno di Economia in una superuniversità e poi ti prende 21 in Scienze delle Finanze.

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L'hai provato? No? :ocamper:

io si' (da noi non esiste), anche se avevo qualche dubbio! :chips:

buono!

Anche se poi lo digerisci in un lustro.

Tornando a Londra, concordo con le teorie di Cut sul viverci a lungo o per una settimana. Concordo anche sul carattere dei parigini, molto piu' sgarbato. Pero' io in genere sono un tipo solitario, amo la contemplazione, e parigi mi ispira di piu'. :)

Ed aggiungo che comunque e' tutto soggettivo, e comincio a sospettare che dipenda anche dalla regione italiana di provenienza.

Tipo, a me deprimono kilometri e kilometri di piattume verde, quando si guida fuori londra. Magari gli abitanti della pianura padana si sentono a proprio agio?? anche se credo le alpi siano sempre all'orizzonte?? non ci sono mai stato in pianura padana, solo qualche ora a Linate in attesa del prossimo volo.

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I parigini vivono oggettivamente (non accetto repliche!) nell'agglomerato culturale più esclusivo della storia dell'Occidente. Anche ora che contano 1/10 rispetto a 60 anni fa, possono essere spocchiosi. Lo sarei anch'io se fossi parigino. E poi c'è nata e ci vive Eva Green. :wub:

Detto ciò, Londra mi è parsa più ordinata, viva e vivibile, ma a Parigi ci son stato solo una volta ed ogni volta che giravo un angolo esclamavo "Oooh..." o "Qui è nato...", "Qui ha scritto...", "Qui Rousseau è caduto!", "Qui...qualcuno ha scritto qualcosa!".

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io non ho mai abitato in un posto che non sia siena, mi rendo conto del limite e non mi azzardo a dire più di tanto. però, basandomi più sulle "impressioni" che ho avuto dal mio viaggiare sento di essere troppo legato a un'idea di "solarità" quotidiana mediterranea per vivere a latitudini troppo alte. voglio dire: i posti dove meglio mi sono trovato durante i miei sempre brevi soggiorni all'estero sono stati madrid e lisbona, città diverse tra loro (la prima in ascesa, la seconda decadente), ma con un fascino e un calore umano del quale, sinceramente, non credo di poter fare a meno. per quel poco che sono stato a londra mi è sembrato un bellissimo posto per brevi soggiorni, ma temo che abitarci mi causerebbe non pochi problemi di interazione con il mondo prima, con me stesso poi. parigi mi manca, non mi esprimo, ma in francia ci sono stato e pensare a una concentrazione di francesi superiore a quella che ho sopportato a strasburgo mi dà sinceramente i nervi. situazione identica, ma per motivi diversi, riguardo a berlino/germania.

credo insomma che se un giorno decidessi di andarmene, messo a scelta non avrei grosse difficoltà a decidere la spagna come mia casa. e per quanto non ami troppo l'idea di abitare in una metropoli, la dimensione più "umana" di madrid che ho vissuto mi ha stregato e non esiterei un secondo a cercarci casa.

detto questo, io sono il tizio che non si è spostato da casa neanche per l'università, mi baso fondamentalmente su idee e impressioni.

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sono d'accordo con il buon vecchio green.. londra.. tutti a londra, olè! bah! è così inflazionata, stracolma di italiani (quasi tutti beoti da dimenticare, salvo la dani, green, cut e un altro paio) che riuscire a stare fuori dal giro è dura quanto imparare a parlare taiwanese..

andare a londra a pulire i piatti.. esperienza ok, per carità.. a sto punto andrei a calcutta a pulire gli appestati, prenderei contatti con greenpeace, medici senza frontiere... molto più utile e arricchente, no?

quando andavo a londra a trovare i miei amici in cerca di se/fortuna/cazzi/fighe mi sembravano così "persi".. a dormire coi topi in case con 4 robbosi, o a dividere stanze con delle stronze isteriche bah.. una è diventata una crackomane che squotta e organizza rave, con gli amici che ad uno ad uno le muoiono nel letto... lo sarebbe diventata anche a milano? forse.. ma per trovare se stessi bisogna per forza cambiare città?

per carità, il tower bridge è bello, covent garden anche, camden però l'hanno devastata, ma andarci da turista no è?

abbello,ti leccherei lo scroto per quanto concordo con te!

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ma per trovare se stessi bisogna per forza cambiare città?

Per trovare se stessi no, ma per imparare a cavarsela da soli senza la mammina ed il paparino dietro al culo a volte sì. O per lo meno, a me è servito.

Tre mesi via mi ha aiutato a togliermi paure, ad essere meno timida ed imbarazzata verso gli sconosciuti, sapermi muovere agilmente da sola per la città, mantenere il controllo nelle fasi più critiche (un coinquilino di una mia amica, sotto l'effetto di non so che sostanze, ha cominciato a minacciarci e siamo dovute fuggire con un taxi-paura, tanta, ma sembrava di essere su trainspotting :lol: ).

Forse cut ricorderà quando mi è venuto a prendere davanti alla metro di tottenham..ero là che gli mandavo messaggi con scritto "ho paura, vienimi a prendere" perchè non vedevo nessuno e mi sentivo l'angoscia che mi prendeva la gola ( :arbitro: per me).

Poi dopo 2 mesi sono arrivata ad andare ad un festival da sola totalmente allo sbaraglio, cosa prima inconcepibile per una signorina di campagna come me.

Forse però la vera conquista è stata il saper affrontare la solitudine. Si fa presto a dire "sono un carattere solitario, sto bene da solo/a". Pur avendo conosciuto persone meravigliose, passato momenti molto belli, quando ti prende la nostalgia son cazzi...ma anche lì, dopo un pò, si impara a mantenere il controllo di se stessi ed il giusto distacco dalle cose. Poi la strada è tutta in salita!

Hai ragione col dire che andare in luoghi più "difficili" è più edificante, ma si comincia da poco..ora non contenta sto pensando di farmi un mese e mezzo in Ucraina quest'estate per volontariato :lol:

@Green: Io stavo ad Oxford, cittadina bellissima e collinosa. Le persone che ho conosciuto erano principalmente di Manchester. Dei veri fissi, gli inglesotti del nord, gente semplice, un pò alcolizzata...i nonni vanno a sentire i nipoti quando suonano al pub e pagano la birra ( g o d u r i a) per tutti!

@Pan: el spriss va con l'oliva, boja can!

@Zalucia: grazie mille!

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