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Thread universitario


FrankBlack

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Si. E oggi manco avevo l'esame. 

pensa all'esame...

 

Io veramente vorrei mandare tutto in mona e andassero tutti a quel paese..un anno perso per sto testa di minchia; gente che se laurea e io dietro a sto idiota.

Zero stimoli. Zero voglia. Sono prosciugato; si sono presi tutto sti bast....ma perchè un povero idiota per prendersi una laurea del cazz deve morire in sto modo??

ps. Gli amici che poi ti dicono che "faresti meglio a mollare" sono il massimo...

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Ascolta io l'anno scorso in questo periodo ho avuto un crollo enorme. Mi sono preso vari giorni di pausa dallo studio, dall'uni, da tutto quello che ci gira intorno, per capire se veramente era arrivato il momento di mandare tutto in culo. Anche io ho avuto amici che mi consigliavano di mollare, e dal punto di vista del futuro, del lavoro, per certi versi posso anche capire la loro posizione...Che cazzo me ne frega dici te? Te ne frega perchè secondo me a questo punto, dopo tutto quello che hai fatto, TE per primo ti odieresti per aver mollato. Non è una questione di "ho fatto tanto faccio tantissimo", la domanda è: starei meglio mollando? Probabilmente si, per i primi giorni, poi te ne pentiresti per sempre. Il trucco è scordarti quanti anni hai, quanto anni sono che sei li, e avere fisso in testa il giorno in cui, a laurea avvenuta, fai il giro delle mail a tutte le teste di cazzo che hai incontrato nel corso dei tuoi studi:laugh:

Non è che parlo perchè son ganzo e ho finito eh...ho ancora un anno PIU' o meno, tesi inclusa, e son dell'88. Fai te.

Sarà anche che studiare mi piace di più che lavorare, nonostante l'ambiente ingegneria, nonostante la supponenza (nel migliori dei casi) di tutto il corpo docenti, nonostante la sensazione che hai descritto bene te: "sono prosciugato"

 

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Ma certo che me ne frega..sono 8 anni che studio sta roba, come cavolo faccio a dire adesso basta? A tutti gli intelligentoni che mi dicono di mollare - non capendo una fava del sottoscritto è evidente - vorrei far notare che non avrei nulla in mano, se non un bagaglio di 8 anni DA SCHIFO. Mi dispiace che a dirmelo è chi mi conosce da oramai 10 anni, ma vabbè. 

Ma il punto è che ci fosse solo sto idiota andrebbe bene, no ne ho altri due della stessa risma, di esami che potresti andare avanti pure 9 mesi a studiarli e finchè non piangi in greco a ricevimento e gli dici "la prego professore abbia pietà" non passi. E allora avanti di seghe mentali: "che faccio, cambio? E se cambio, come minchia faccio?". E io ho già perso un anno (n'altra volta) per un trasferimento di sede (non approfondisco su perchè mi sono dovuto trasferire, ma c'entra una donna ahaha). 

E intanto gli altri che vanno via di parate perchè loro ce l'han fatta - e tu non ancora - e MI RODE IL FEGATO, VERAMENTE MI RODE. Come Daniel Day Lewis del Petroliere "Io non sopporto che gli altri riescano". Non ce la faccio. 

Però una volta prendevo forza da sta cosa, ora non so più che fare...mi sento perso perchè mi pare una roba troppo più grande di me; e sopratutto sto perdendo stimoli e pazienza...e il tempo passa inesorabile, e mi sento sempre più fuori posto. Incompiuto diciamo. 

E sai cos'è la cosa che odio di più? E che sta università del cazzo, sto ambiente del cazzo..mi han fatto diventare una persona di mmerda: sospettoso, triste, arrabiato. Io questo non lo posso sopportare. 

Lasciamo poi perdere che oramai per sta cosa anche il discorso appoggio familiare sta andando un po' a sud e facciamo un bel quadro. 

E tutto per un deficiente di prof, solo per lui! Pazzesco. 

 

Vabbè scusate. So che ciò che scrivo è contradditorio, ma scrivo a getto su sta cosa...

 

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Questi sfoghi, perdonami, denotano una preoccupante carenza di dignità/orgoglio. Più fatti e meno parole. Per scrivere questi messaggi hai sottratto del tempo prezioso allo studio, ad esempio. Gli esami si passano quando si è preparati e l'emozione la si vince alzando l'asticella del grado di preparazione. Il risentimento in ogni caso non serve a nulla: nessuno ti ha obbligato ad iscriverti all'università, nessuno ti ha costretto a rimanere legato ad un percorso di studi in particolare. Io credo che il vero problema, prescindendo dal singolo caso, è che vi siano troppi iscritti che pretendono di passare esami e di concludere carriere universitarie così come si pretende di ricevere lo scontrino quando si acquista qualcosa in un negozio. Iscriversi all'università è un diritto che dovrebbe esercitarsi con un grande senso di responsabilità. Laurearsi, per come lo vedo io, non è affatto un diritto quanto la meta conclusiva di un percorso fatto certamente di diritti ma anche e soprattutto di doveri. Diciamo che il diritto a laurearsi bisogna guadagnarselo.

 

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5 minutes ago, Thomyorke said:

Questi sfoghi, perdonami, denotano una preoccupante carenza di dignità/orgoglio. Più fatti e meno parole. Per scrivere questi messaggi hai sottratto del tempo prezioso allo studio, ad esempio. Gli esami si passano quando si è preparati e l'emozione la si vince alzando l'asticella del grado di preparazione. Il risentimento in ogni caso non serve a nulla: nessuno ti ha obbligato ad iscriverti all'università, nessuno ti ha costretto a rimanere legato ad un percorso di studi in particolare. Io credo che il vero problema, prescindendo dal singolo caso, è che vi siano troppi iscritti che pretendono di passare esami e di concludere carriere universitarie così come si pretende di ricevere lo scontrino quando si acquista qualcosa in un negozio. Iscriversi all'università è un diritto che dovrebbe esercitarsi con un grande senso di responsabilità. Laurearsi, per come lo vedo io, non è affatto un diritto quanto la meta conclusiva di un percorso fatto certamente di diritti ma anche e soprattutto di doveri. Diciamo che il diritto a laurearsi bisogna guadagnarselo.

Mmm.

Vabbene che nessuno ci ha costretti a iscriverci (dico ci perché c'ho messo otto anni per laurearmi e quindi mi ci inserisco, in questo discorso), che dovremmo essere più responsabili nei confronti dell'università, ma nel caso specifico -e perdonami se ti riporto sulla Terra coi casi singoli, anche se vorresti prescinderne- personalmente credo che nessuno ha il diritto di dire a chi è stato bocciato/a che ha un calo di dignità o di orgoglio. Se tu personalmente hai baciato la terra e le copertine di ogni tuo libro nel tuo percorso accademico, anche durante i periodi più difficili, ciò fa di te sicuramente un esempio di costanza e forza di volontà; ma non siamo su un forum di life training, siamo su un topic dove essenzialmente si viene a sfogare le proprie frustrazioni e occasionalmente a celebrare le proprie vittorie. 

Detto in maniera più concisa: se non ti piace quello che leggi vai altrove, uno studente bocciato/deluso sicuramente non ha bisogno di sentirsi dire 

17 minutes ago, Thomyorke said:

Più fatti e meno parole. Per scrivere questi messaggi hai sottratto del tempo prezioso allo studio, ad esempio.

 

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Che università hai fatto @Thomyorke, se si può chiedere? E comunque indipendentemente da questo, che è relativo, chi come me ci mette 8/9 anni a finire le specialistiche (ovvero chi fa Ing, Medicina e Giurisprudenza), chi passa 2 anni su 2 esami, porca la miseria, chi viene preso per il culo, chi vede chi esce dall'uni pupparsi contratti da stagisti a 500 euro al mese, se va bene, e nemmeno con la CAZZATA: su dai, ma se ti impegni dopo 3 anni avrai il tuo contratto, sarai sistemato, è solo questione di volontà.

Informati sulla specialistica di strutture, Ing. Civile, Facoltà di Pisa: durata media del corso, numero di progetti, esami doppi, informati, poi se ne riparla

Seguendo il tuo ragionamento dunque anche ascoltare A moon shaped pool, trombarsi la fia, correre, parlare con amici toglie tempo allo studio. Fitter Happier More Productive

Ps oggi ci sono io con le palle girate

In tutto questo non ci scordiamo mai che quando uno inizia l'università ha 20 anni, non scherziamo regà, quale responsabilità..col tempo uno la acquisisce

 

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Lo ammetto ho esagerato ma non sopporto questa tendenza tutta italiana al lamento e alla contestazione.

 Io pur avendo un titolo di studi nel cassetto non mi considero nemmeno laureato (Lettere e Filosofia a Trento è una barzelletta, ne sono consapevole e mi vergognerei a chiamarla Laurea). Detto questo uno tendenzialmente e con le dovute eccezioni si guadagna quello che ottiene, ne sono convinto. La mia grande passione è la meteorologia, avrei potuto iscrivermi a Fisica dell'atmosfera, ora il treno è passato. Pace, colpa mia. Me ne sono fatta una ragione e ora cerco di impegnarmi al meglio nel mio attuale lavoro, non disdegnando di condividere la mia passione, la meteorologia appunto, con altre persone (ho contribuito a fondare una associazione per la quale saltuariamente intervengo come docente nelle scuole). Mai mi sognerei di incolpare il "sistema" per scelte poco opportune che consapevolmente ho fatto quando avevo 20 anni. VENTI ANNI: non 10, credo che uno arrivato a quell'età dovrebbe essere abbastanza maturo per cominciare a prendere in mano la propria vita. Se ciò non avviene vuol dire che qualcosa non ha funzionato, magari nel contesto famigliare: nel mio caso diciamo che i miei genitori, bravissime persone, sono stati anche troppo generosi nel sostenere i miei studi e nell'accogliere le mie richieste; mia moglie per contro, percorso accademico con le palle, è stata abituata a lavorare nella campagna di famiglia fino a quando aveva 14 anni e, guarda caso, a 20 anni aveva già fatto 1 anno e mezzo all'estero, a Londra e successivamente a Berlino, per perfezionare la lingua...

Conosco un sacco di persone che piangono su se stessi ore e ore al giorno, si lamentano per contratti orribili ma, ad esempio, non sono disponibili a spostarsi, viaggiare, lasciare la propria casetta per un periodo, informarsi su concorsi/bandi/possibilità offerte da fondi europei, specializzarsi in altro (non esistono solo le università, ci sono degli ottimi corsi di formazione che prevedono periodi di stage nei quali uno può farsi conoscere). 

Il mio intervento vuole solamente richiamare alle proprie responsabilità. Tutto qui.

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Il fatto che Wanderer, io, Demos e migliaia di altre persone siano ancora li, a denti stretti, dopo anni, implica tutto fuorchè la volontà di mollare, e di non assumersi le proprie responsabilità. Continuo a non concordare sui 20 anni, a 20 anni si è ragazzini, si è "stupidi davvero" per citare Guccini, ma dipende ovviamente da mille fattori. 

In ogni caso fidati di me che la sensazione di essere in un tunnel oscuro, infinito, di cui non vedi la fine, e che con buone probabilità non ti darà sbocchi che ripaghino la fatica, che giorno dopo giorno ti risucchia, ti toglie voglie, passioni, buon umore, amicizie, non è una bella sensazione.

Io credo di essere impazzito nel frattempo, per continuare, per trovare motivazioni. Sul serio, a volte me lo chiedo. 

Il "lamento" e la "contestazione" fanno parte dell'essere umano, e servono anche a sfogarsi, ad alleggerire la pressione e a ritrovare stimoli.

In ogni caso mi dispiace che hai scoperto la tua passione troppo tardi, anche a me è successa una cosa simile (con la fisioterapia:lol:).

@Wanderer comprati il biglietto per Berlino vai. Io a settembre dovrei dare il penultimo esame, ma i Radiohead si vedono poche volte nella vita

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Eh non è che l'ho scoperta tardi, è che a 20 anni non avevo voglia di sbattermi più di tanto e ho preferito optare per le cosiddette discipline umanistiche. Che errore madornale. Se una giornata durasse 36 ore quasi quasi mi iscriverei di nuovo all'università:lol:. Fra l'altro nel corso degli anni ho continuato a documentarmi e a leggere testi filosofici incentrati soprattutto sull'epistemologia, rimanendo colpito dal rigore e dal metodo di autori anglosassoni che nella mia ex facoltà erano in gran parte sconosciuti o comunque poco approfonditi (sellars, nozick, brandom per citarne alcuni). Di nuovo, peccato: sarebbe stato bello esplorare con analisi mirate un mondo che mi si è dischiuso in tutto il suo fascino solo a studi conclusi. La filosofia analitica (in italia diego marconi è uno dei pochi studiosi) è uno di quegli spazi intellettuali che per rigore e acutezza ha poco da invidiare a discipline generalmente percepite come "dure", fra cui ad esempio la matematica e la chimica...

Fisioterapia? Ma dai...effettivamente, almeno qui in trentino, è una specializzazione moooolto richiesta. Facci un pensierino.;)

 

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34 minutes ago, Thomyorke said:

La filosofia analitica (in italia diego marconi è uno dei pochi studiosi) è uno di quegli spazi intellettuali che per rigore e acutezza ha poco da invidiare a discipline generalmente percepite come "dure", fra cui ad esempio la matematica e la chimica...

Dimmi di più. Son serio, non voglio scatenare flame, son sinceramente interessato.

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On 28/6/2010 at 7:47 PM, pandroid said:

Io domani ho Analisi II. Obiettivo: prendere più di 18 allo scritto e verbalizzare saltando l'orale. Non so un cazzo ma il compito dovrebbe essere una cagata, ed è il motivo per cui sono tranquillissimo. :lol:

Fantastico, ho ripescato il primo dei SETTE tentativi prima di prendere 26. :fico:

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Fisioterapista perchè ho passato un anno dietro alla fisioterapia, 3 volte a settimana svariate ore a seduta..In quel lasso di tempo ho capito che avrebbe fatto per me, il sincero preoccuparsi delle condizioni delle persone, che sarebbe stato un lavoro in cui avrei fatto bene, oltre a esserne affascinato e interessato. Mi è stato detto varie volte anche dal mio fisioterapista. Ma è andata così, ormai ero immerso in Ing.

27 minutes ago, pandroid said:

Fantastico, ho ripescato il primo dei SETTE tentativi prima di prendere 26. :fico:

:laugh::laugh::laugh:

ps nell'elenco delle Facoltà lunghissime non ho volutamente inserito Fisica, Matematica. Ho la convinzione che se non hai un altro passo (di intelligenza dico), non le finisci nemmeno quelle. Ma conosco pochissime persone che le fanno..dimmi di più pandroid, se ne hai voglia e tempo.

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7 minutes ago, pandroid said:

Dimmi di più. Son serio, non voglio scatenare flame, son sinceramente interessato.

Beh, non conoscendo i tuoi studi posso solo descrivere in termini generici ciò a cui alludevo nel messaggio precedente. La premessa necessaria è che in Italia i filosofi analitici sono molto pochi, ragion per cui a prevalere è la cosiddetta filosofia continentale (fenomenologia, post-strutturalismo, esistenzialismo, decostruzionismo) caratterizzata da un approccio piuttosto generico per tematiche che toccano l'ontologia, la gnoseologia, l'etica e la teologia. Ciò che rende invece particolare il contenuto degli studi filosofici analitici è innanzitutto l'interesse per questioni molto circoscritte e il sistematico ricorso a strumenti di analisi provenienti dalla logica/logica modale/teoria degli insiemi: ciò conferisce a questo settore di ricerca un buon livello di sistematicità e un rigore analitico inconfondibile. Se si leggono alcuni testi di filosofi analitici, a prescindere dal contenuto e dal senso delle tesi esposte, è possibile percepire un sostrato comune nel modo in cui le questioni sono affrontate e nel campo di interesse sempre piuttosto ristretto: non sono più le grandi domande ad  animare la ricerca (il mondo, l'anima) ma tematiche più modeste, che spesso hanno a che fare con questioni legate all'epistemologia, e analizzabili sistematicamente a partire da premesse che vengono sempre esplicitate (per esempio un famoso saggio di Sellars, Empirismo e filosofia della mente, si scaglia contro "il mito del dato", sostenendo che la conoscenza non riposa affatto, come da molti colleghi sostenuto, su un nocciolo di dati sensibili che noi accogliamo del tutto passivamente).   

Non è un caso che molti esponenti della filosofia analitica sono stati anche eccellenti menti matematiche, come Bertrand Russel.

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32 minutes ago, On a Friday said:

ps nell'elenco delle Facoltà lunghissime non ho volutamente inserito Fisica, Matematica. Ho la convinzione che se non hai un altro passo (di intelligenza dico), non le finisci nemmeno quelle. Ma conosco pochissime persone che le fanno..dimmi di più pandroid, se ne hai voglia e tempo.

Togliti la convinzione, non c'è bisogno di nessun passo migliore, è solo una questione di impegno. Come in quasi tutte le cose della vita, impegnarsi fa tutto, o molto. Per certe cose sarai più predisposto, per certe meno. A me vien bene programmare e smanettare con la Relatività Generale, mentre mi fa cagare l'idrodinamica e quando si entra nel gorgo di equazioni differenziali, quindi ho mandato a cagare le robe stellari/galattiche e mi son concentrato sulla Cosmologia, massimizzando così quanto ottenibile con le mie (scarse) risorse intellettive. Impegno che ovviamente viene a mancare in caso di disinteresse verso la materia, ne vedo tanti iscriversi al primo anno perché han paura di Fisica mentre Astronomia fa figo (che è l'unico motivo per cui tengono i corsi separati, imho, altrimenti quella gente poi va a Lettere), poi il piacere di massacrarli a Laboratorio* è tutto mio, per vedere predisposizione e quanto ci tengono. Un effetto imbuto è naturale, e prima avviene meglio è, considerato che lo sblocco obbligatorio è il dottorato e più di 10 borse (a mio parere, troppe) all'anno non ci sono.

* c'è gente che non sa manco l'equazione della retta (terza liceo) e pretende di ricevere 18. Se fosse consentito, andrei agli appelli con una mazza chiodata.

28 minutes ago, Thomyorke said:

Beh, non conoscendo i tuoi studi posso solo descrivere in termini generici ciò a cui alludevo nel messaggio precedente. La premessa necessaria è che in Italia i filosofi analitici sono molto pochi, ragion per cui a prevalere è la cosiddetta filosofia continentale (fenomenologia, post-strutturalismo, esistenzialismo, decostruzionismo) caratterizzata da un approccio piuttosto generico per tematiche che toccano l'ontologia, la gnoseologia, l'etica e la teologia. Ciò che rende invece particolare il contenuto degli studi filosofici analitici è innanzitutto l'interesse per questioni molto circoscritte e il sistematico ricorso a strumenti di analisi provenienti dalla logica/logica modale/teoria degli insiemi: ciò conferisce a questo settore di ricerca un buon livello di sistematicità e un rigore analitico inconfondibile. Se si leggono alcuni testi di filosofi analitici, a prescindere dal contenuto e dal senso delle tesi esposte, è possibile percepire un sostrato comune nel modo in cui le questioni sono affrontate e nel campo di interesse sempre piuttosto ristretto: non sono più le grandi domande ad  animare la ricerca (il mondo, l'anima) ma tematiche più modeste, che spesso hanno a che fare con questioni legate all'epistemologia, e analizzabili sistematicamente a partire da premesse che vengono sempre esplicitate (per esempio un famoso saggio di Sellars, Empirismo e filosofia della mente, si scaglia contro "il mito del dato", sostenendo che la conoscenza non riposa affatto, come da molti colleghi sostenuto, su un nocciolo di dati sensibili che noi accogliamo del tutto passivamente).   

Non è un caso che molti esponenti della filosofia analitica sono stati anche eccellenti menti matematiche, come Bertrand Russel.

Bon, grazie mille, è che ho un certo interesse (esterno, son una astrofisico fulminato sulla via per Bayes) per le questioni epistemiologiche (e mi son fermato a Popper).

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2 minutes ago, Thomyorke said:

clotide calabi

Mia (ex) relatrice. ;)

Anche "Filosofia analitica. Temi e problemi, A. Coliva (Carocci)" è un buon testo per farsi un'idea delle tematiche. Anche se, come giustamente già sottolineato, più che queste ultime ciò che contraddistingue questo filone è senza dubbio la circoscrizione dei problemi (spesso, ma non esclusivamente, legati alla conoscenza, al linguaggio, alle scienze) e il forte rigore argomentativo. Quest'ultimo raramente presente nella cosiddetta tradizione "continentale" (etichetta, tra parentesi, del tutto assurda vista la provenienza di quelle che sono considerate le radici della corrente analitica: Circolo di Vienna, Moore, Russell, il primo Wittgenstein), per non parlare di molti atenei italiani dove il peso dell'eredità storico-idealistica novecentesca, ahimé, si fa ancora sentire.

Il discorso ovviamente sarebbe ampio, bello e complesso. Quindi torno a studiare :martel:

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6 minutes ago, Acca said:

Mia (ex) relatrice. ;)

Anche "Filosofia analitica. Temi e problemi, A. Coliva (Carocci)" è un buon testo per farsi un'idea delle tematiche. Anche se, come giustamente già sottolineato, più che queste ultime ciò che contraddistingue questo filone è senza dubbio la circoscrizione dei problemi (spesso, ma non esclusivamente, legati alla conoscenza, al linguaggio, alle scienze) e il forte rigore argomentativo. Quest'ultimo raramente presente nella cosiddetta tradizione "continentale" (etichetta, tra parentesi, del tutto assurda vista la provenienza di quelle che sono considerate le radici della corrente analitica: Circolo di Vienna, Moore, Russell, il primo Wittgenstein), per non parlare di molti atenei italiani dove il peso dell'eredità storico-idealistica novecentesca, ahimé, si fa ancora sentire.

Il discorso ovviamente sarebbe ampio, bello e complesso. Quindi torno a studiare :martel:

ma dai! Molto fortunato. Sì ho letto con interesse anche i testi della Coliva, in particolare gli approfondimenti sullo scetticismo con annesse interessanti (ed eleganti) argomentazioni antiscettiche. Per quanto riguarda il peso dell'eredità storico-idealistica novecentesca a cui ti sei riferito, confermo e aggiungo: a Trento, almeno fino a pochi anni fa, moltissimi neolaureati (5 anni) ignoravano chi fosse Quine, tanto per citarne uno a caso. Gli stessi che erano magari in grado di citare a memoria i "profondi" passaggi dei saggi di Maria Zambrano. :rolleyes: 

Ora apprendo che ultimamente qualcosa è cambiato, vi sono corsi di logica, informatica, filosofia del linguaggio e c'è la possibilità di frequentare lezioni a fisica e matematica. Bene dai!

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Guarda thom yorke che te hai perfettamente ragione, ma non mi sento di appartenere a quella categoria (per carità io non sono neanche uno stinco di santo eh; io mi sono causato pure un bel po' di problemi) e se scrivo un messaggio del genere è perchè veramente ne ho le palle piene di certe cose della mia facoltà e che sono veramente in difficoltà, per tanti motivi che non voglio stare qui ad elencare. Poi il fatto di scriverlo cambia nulla eh, lo so anche io questo, ma per una volta ho scritto una roba personale di getto.

Detto questo c'hai ragione pure te, messaggi tipo quello sono inutili e la prossima volta mi tratterrò.  

Il prossimo post che scriverò qui sarà quello della laurea, quando sarà. 

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5 minutes ago, Wanderer said:

Guarda thom yorke che te hai perfettamente ragione, ma non mi sento di appartenere a quella categoria (per carità io non sono neanche uno stinco di santo eh; io mi sono causato pure un bel po' di problemi) e se scrivo un messaggio del genere è perchè veramente ne ho le palle piene di certe cose della mia facoltà e che sono veramente in difficoltà, per tanti motivi che non voglio stare qui ad elencare. Poi il fatto di scriverlo cambia nulla eh, lo so anche io questo, ma per una volta ho scritto una roba personale di getto.

Detto questo c'hai ragione pure te, messaggi tipo quello sono inutili e la prossima volta mi tratterrò.  

Il prossimo post che scriverò qui sarà quello della laurea, quando sarà. 

Così si fa!!B)

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20 minutes ago, Thomyorke said:

testi della Coliva, in particolare gli approfondimenti sullo scetticismo con annesse interessanti (ed eleganti) argomentazioni antiscettiche

Ci ho fatto la tesi! :lol:

Si, purtroppo convengo. Qui a Milano, che ha una pesante tradizione fenomenologica alle spalle, i corsi legati a filosofia della scienza, della mente, logica, linguaggio, neuroscienze (!) si stanno moltiplicando, cosa che ovviamente fa storcere il naso a molte poltrone eccellenti, creando lotte tra fazioni di docenti/studenti francamente ridicole e deleterie (che poi se vai a vedere sono derivate per lo più non da motivazioni ideologiche, ma da altri interessi...)

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On 1/6/2016 at 2:28 PM, pandroid said:

Che tenerezza comunque. Nella prima pagina di questo thread avevo appena fatto la maturità. Adesso son al Dottorato. :bye:

:dance:

Bella lì Andrè, non lo sapevo! Dove sei finito/che fai?

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